Vaccino antinfluenza Fluad: 5 morti sospette e l’Aifa blocca i due lotti

di Umberto Buzzoni

L’Agenzia Italiana per il farmaco ha ufficialmente bloccato e vietato l’utilizzo di due lotti del vaccino antinfluenzale Fluad (Lotti con numero 142701 e 143301)dopo che vi sono stati tre morti sospette a 48 ore dalla vaccinazione. Ad oggi sono saliti a cinque i decessi sospetti.

Dai primi controlli non emergono evidenze di contaminazione del prodotto ma per avere i primi risultati delle analisi effettuate dall’Istituto superiore di sanità si dovrà attendere almeno una settimana. Dai campionamenti massivi si evince che non vi sono stati difetti di produzione che avrebbero comportato un sequestro e per quanto riguarda i decessi essendo dovuti ad infarti potrebbero essere stati causati da malattie concomitanti.

L’Aifa ha disposto il divieto di utilizzo dei due lotti a mero titolo cautelativo ma allo stesso tempo ha invitato i pazienti a controllare sulla confezione il numero di lotto riportato e nel caso in cui dovesse corrispondere con 142701 o 143301 non potranno utilizzarlo dato il divieto quindi dovranno porsi in contatto con il proprio medico per valutare un’alternativa.

In Sicilia nel siracusano vi sono state due morti sospette e si tratta di due pazienti maschi di 68 e 87 anni mentre il terzo decesso sospetto, una signora di 79 anni, è avvenuto in Molise a Termoli. L’allarme ha portato la Regione Liguria a sospendere tutte le vaccinazioni antinfluenzali e la Regione Molise a sospendere le vaccinazioni per 24 ore. I vaccini sono stati prodotti negli stabilimenti Novartis a Siena dove la Procura ha aperto un’inchiesta ma senza iscritti nel registro degli indagati mentre la Procura di Prato ha aperto un’inchiesta sul decesso di un novantenne.

iMove, lo smartwatch per controllare i valori dei bambini diabetici

20141108_c7_diabete di Umberto Buzzoni

iMove è uno smartwatch che permette di tenere sotto controllo 24 su 24 la glicemia dei bambini con diabete anche a distanza grazie al sensore posto sotto la cute da cui poi i dati vengono trasmessi via internet.

In Italia Movi lancia questo nuovo prodotto in vista della Giornata mondiale del diabete, il 14 novembre, ma l’idea in realtà è nata da una comunità online di genitori statunitensi con bambini con diabete di tipo 1 che volevano utilizzare le tecnologie già presenti e implementate per il monitoraggio della glicemia ma con un riguardo speciale per i più piccoli e per le esigenze dei genitori.

Si tratta di un kit preconfigurato che può essere connesso a qualsiasi dispositivo connesso a internet e che permette ai genitori di sapere in tempo reale se il proprio bambino sta per avere un calo o un aumento della glicemia. I valori vengono inviati ogni cinque minuti ad un portale web in cui i genitori possono accedere mediante password e nell’arco della giornata i valori vengono misurati fino a 288 volte.

L’utilità maggiore si ha nel momento in cui il bambino è fuori casa quindi lontano dal controllo dei genitori. Nel caso in cui la glicemia dovesse scendere tanto da rappresentare un pericolo per la salute del bambino il sistema avvisa i genitori che possono quindi intervenire scongiurando le peggiori conseguenze e vivendo così più serenamente.

Medicina: nuova scoperta italiana nella diagnosi prenatale

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Dopo la pubblicazione sulla rivista “Journal of Prenatal Medicine”, è stata presentata a Roma la “NGPD Next Generation Prenatal Diagnosis”, ultima frontiera degli esami di villocentesi e amniocentesi genomica, in grado di aumentare dal 7% al 80% la attuale percentuale di diagnosi delle malattie genetiche.

Ne sono autori i ricercatori italiani della SIDIP – Italian College of Fetal Maternal Medicine, autorevoli esperti nello studio del DNA fetale, che del nuovo metodo diagnostico hanno illustrato la assoluta rivoluzionarietà.

“Mentre un tempo le normali amniocentesi e villocentesi erano in grado di analizzare solo il numero dei 46 cromosomi, oggi è possibile studiarne l’intima struttura” – ha dichiarato il dott. Claudio Giorlandino, ginecologo e segretario generale SIDIP. “Si possono così escludere, oltre alle anomalie cromosomiche più comuni, anche le più rare e gravissime patologie genetiche, dalle cardiopatie congenite alle malattie cerebrali, ai nanismi, alle forme di autismo conosciute, ai ritardi mentali sindromici e alle centinaia di altre sorprese che ogni giorno si scoprono dopo la nascita” – ha concluso.

Operando direttamente sul DNA fetale, l’esame si avvale di una tecnica già in uso per la diagnosi di una malattia genetica per volta, estendendo la verifica simultanea a centinaia di altre patologie.

“Abbiamo provato ad applicare la NGS Next Generation Sequencing alla diagnosi prenatale in utero ed è stata una scoperta eccezionale, senza precedenti”, – ha spiegato il dott. Alvaro Mesoraca, biologo e ricercatore SIDIP – . “Abbiamo messo a punto un software validato CE che identifica le patologie selezionate da diagnosticare sul feto. La Ngpd prevede lo studio di circa 300 geni che sono alla base della maggior parte delle malattie genetiche rilevabili in utero: patologie cardiovascolari, scheletriche, malformative, neurologiche”.

E ridotto è anche il rischio di abortività, compreso tra lo 0,1% e lo 0,2%, come ha illustrato il dott. Pietro Cignini, ginecologo e consigliere Sidip. “A dimostrazione della assoluta sicurezza della metodica,” – ha dichiarato il medico -, “lavori scientifici di alta evidenza clinica hanno stabilito come la percentuale di aborto tra chi esegue l’amniocentesi o la villocentesi e chi non vi si sottopone non sia diversa”.

Il pericolo eugenetico sembra scongiurato: la ricerca, infatti, punta essenzialmente all’immediatezza della diagnosi con cure intrauterine, non all’artificio di un nascituro perfetto su esecuzione di volontà genitoriali.

“Si mira alla diagnosi delle sole malattie note e non si analizzano i geni legati a malattie ad insorgenza tardiva o che danno solo probabilità di avere una patologia” , ha dichiarato il dott. Claudio Giorlandino, precisando inoltre che “il file con tutte le informazioni genetiche, una volta utilizzato, viene distrutto proprio per evitare un utilizzo non etico di questi dati sensibili e ‘pericolosi” ‘.   

Allo stato, l’esame, effettuabile dall’undicesima alla sedicesima settimana di gestazione, è accessibile in cinque centri privati a Roma, Milano, Bari, Catania e Umbertide (PG) e seguito, nell’ipotesi di rilevazioni a carico del feto, da un colloquio con il genetista per la valutazione delle successive procedure.

Fonti: rainews24, il sole24ore

5 novembre 2014

Petula Brafa

UNIVERSITA’ E RICERCA: LA TUTELA DELL’OLIO DI OLIVA

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Protagonista della dieta mediterranea e patrimonio della tradizione nutrizionale italiana, l’olio di oliva è sempre più esposto agli attacchi mediati dalla globalizzazione alimentare, dagli adeguamenti alle normative comunitarie in materia e dalle sofisticazioni finalizzate a spregiudicati profitti, in danno del marchio di qualità e della salute del consumatore.

A tutela del prodotto, ha già registrato ottima accoglienza l’innovativo metodo messo a punto dal Dipartimento di Chimica dell’Università di Pisa, in grado di svelare le più comuni frodi sull’olio extravergine di oliva.

Il sistema si avvale di uno spettrometro, – un misuratore di raggi luminosi in lunghezze d’onda – , abbinato ad un contenitore in quarzo, destinato ad accogliere un quantitativo per l’esame: l’analisi spettroscopica dei componenti, – luteina, feofitina-a, feofitina-b e β-carotene – , e la rispettiva concentrazione di ciascuno riveleranno la natura del prodotto e la sua idoneità all’attribuzione della denominazione tipica.

Il metodo, seguito ad uno studio di quattro anni presso l’Ateneo toscano, ambisce a sostituire, per vantaggio di costi e celerità d’esito, la attuale modalità di verifica riconosciuta dall’UE ed a contrastare la contraffazione internazionale, che ha danneggiato  e danneggia il mercato italiano, tradizionalmente ricco nell’ambito della produzione mediterranea e proiettato verso le esportazioni oltreoceano.

Proprio dagli Stati Uniti è partita, ad inizio del 2014, una campagna denigratoria contro le filiere dell’olivicoltura e l’autenticità del Made in Italy, scaturita da un’inchiesta del New York Times e dalle truffe diffuse.

Per questo, il controllo preventivo interno permane uno strumento di salvaguardia alla vendita del miglior prodotto.

Dai dati della Coldiretti, infatti, sappiamo che l’Italia è il secondo produttore mondiale di olio di oliva, dopo la Spagna, con circa 250 milioni di piante su 1,2 milioni di ettari di terreno; con fatturato stimato in 2 miliardi di euro; e con esportazioni oltre 1,2 miliardi di euro, per l’anno 2013, in UE e soprattutto negli USA.

Fonte: Focus

30 ottobre 2014

Petula Brafa

Ambiente: allo studio incentivi statali alla mobilità ecosostenibile

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In occasione dell’approvazione del collegato ambientale alla Legge di Stabilità, la Commissione Ambiente della Camera ha esaminato le nuove proposte finalizzate alla promozione dei mezzi di trasporto ecosostenibili.

In tal senso, è allo studio l’ipotesi di attribuzione di “buoni mobilità”, ovvero di incentivi destinati a quanti sono in grado di dimostrare di avvalersi di trasporti non inquinanti.

“Il ‘buono’ potrebbe concretizzarsi con la possibilità di entrare alcuni minuti più tardi al lavoro per chi dimostra di andarci in bicicletta” – ha dichiarato l’on. Alessandro Bratti, relatore del provvedimento – “oppure con la possibilità di avere in comodato gratuito delle bici elettriche”.

Mentre si valutano  le vie percorribili, – guardando anche al modello francese di mobilità alternativa, con indennizzo di 0,25 al km per chi si reca al lavoro a piedi o in bici – , l’iniziativa ha già ottenuto il previsto stanziamento di 35 milioni di euro, provenienti dalle aste delle quote di emissione di CO2, destinati al programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile ‘casa-scuola’, ‘casa-lavoro’; ed ai progetti degli enti locali (con popolazione superiore ai 100 mila abitanti) per la mobilità sostenibile, quali car-pooling e bike-pooling,  percorsi protetti per gli spostamenti casa-scuola a piedi o in bicicletta, laboratori e uscite didattiche,  programmi per l’educazione e la sicurezza stradale, per la riduzione del traffico, della sosta e dell’inquinamento automobilistico nei pressi di scuole e luoghi di lavoro.

“La filosofia del provvedimento è anche didattica”, – ha chiarito Bratti – “In un periodo un cui i bambini sono abituati a essere portati a scuola in macchina, si può insegnare loro che si può andare a scuola in bici o a piedi senza avere paura”.

“Il finanziamento è piccolo, ma serve a dare un segnale a favore della ‘mobilità dolce’, ultimamente trascurata a causa di problemi di bilancio, e a rilanciarla anche culturalmente”.

L’approvazione alla Camera ed al Senato potrebbe essere definita entro l’autunno, con la individuazione dei criteri per la presentazione dei progetti, la ripartizione delle risorse e l’indicazione degli enti beneficiari.

 “Trattandosi di un collegato alla legge di stabilità, i tempi non possono essere lunghi”, – ha concluso Bratti -. “Se tutto va bene, ai primi di gennaio dovremmo avere i primi bandi”.

(fonte Il fatto quotidiano)

Petula Brafa

 

Accolti i ricorsi giudiziari promossi dai medici specializzandi 1982-2006

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La battaglia condotta dai medici per la mancata erogazione della legittima retribuzione, – durante gli studi di specializzazione sostenuti tra il 1982 ed il 2006 – , registra l’ennesima vittoria.

Ne dà notizia ‘Consulcesi’, società di servizi ed assistenza legale per i professionisti sanitari, da anni impegnata nella campagna di adesione alla class action promossa contro il Consiglio dei Ministri e la Tesoreria di Stato, ad oggi condannati a rimborsare, attraverso Banca d’Italia, ben 362 milioni di euro.

Dal comunicato stampa del 9 ottobre si apprende infatti che, con la sentenza n. 2181/14 del 5 marzo 2014, la Corte d’Appello di Roma ha riconosciuto oltre 17 milioni di euro ai 600 medici ricorrenti, rinnovando il giudizio già pronunciato da altri Tribunali aditi sull’intero territorio nazionale e consolidando l’orientamento giurisprudenziale sulla vicenda.

“Continuano ad arrivare assegni milionari e sempre più sentenze favorevoli ai nostri medici”, – ha affermato il Presidente onorario di Consulcesi Massimo Tortorella, – “ed il prossimo 20 ottobre parte la nuova azione collettiva, alla quale è possibile partecipare: anche i principali OMCeO, Sindacati ed Enti hanno convenzionato tutti i propri iscritti per l’adesione alle azioni di rimborso a costi ridotti.  Per le migliaia di professionisti in attesa di vedersi riconoscere ciò che è loro diritto” – ha concluso – “sono già a disposizione oltre 350 avvocati e consulenti legali, che rispondono gratuitamente al numero verde 800.122.777”

Il reiterato riconoscimento delle istanze ha indotto da tempo la Consulcesi a percorrere la via transattiva, più auspicabile per la riduzione di tempi e costi, non solo di giustizia: la rinnovata soccombenza dello Stato, – che ha recepito tardivamente la normativa europea sulla materia – , profila infatti il paventato rischio di esborsi per le casse pubbliche fino a 4 miliardi di euro.

In vista di una soluzione, la società ha proposto ben tre disegni di legge in Parlamento, finalizzati alla stesura ed alla definizione di un accordo di cui, tuttavia, potranno avvalersi solo quanti avranno promosso ricorso prima della trasformazione in legge.

Forte delle rivendicazioni riconosciute, Consulcesi ha preannunciato a breve anche la presentazione della prima azione di rimborso per la violazione della Direttiva europea n.2003/88 sugli orari di lavoro.

Ogni ulteriore approfondimento potrà essere acquisito tramite il sito www.consulcesi.it.

Petula Brafa

Nuove Frontiere Farmacologiche contro l’Epatite “C”

imagesAll’esito della trattativa ancora in corso tra l’AIFA, l’Agenzia Ministeriale del Farmaco, e la produttrice americana Gilead, si profila favorevolmente la rimborsabilità del “Sofosbuvir”, il farmaco in grado di debellare, in un tempo compreso tra le 12 e le 24 settimane, il virus dell’epatite C, responsabile di diecimila casi all’anno in Italia.

Tuttavia, a causa della sperequazione tra l’elevato costo e i fondi nazionali stanziabili, la copertura potrebbe essere garantita solo ai pazienti più gravi ed affetti da cirrosi epatica, coinfezione con HIV, carcinoma epatico o in attesa di trapianto del fegato, ovvero a 30.000 su 400.000 casi attestati.

Del resto, lo stadio avanzato della malattia impone rimedi urgenti e tempi strettissimi.

Negare il farmaco a questi pazienti”, – ha dichiarato il Presidente di EPAC Onlus Ivan Gardini -, “significa condannarle a morire, ma a questo primo passo deve far seguito nel 2015 l’estensione della rimborsabilità a tutti gli affetti da epatite C, ovviamente a prezzo rinegoziato verso il basso”. “Anche se questo”, – aggiunge – , “significherà potenziare la rete dei centri ospedalieri autorizzati dalla regioni al trattamento, che oggi come oggi non possono prendere in carico più di 30mila pazienti”.

Per EPAC e per le altre associazioni di malati, infatti, la richiesta di accesso a cure rimborsabili riguarda un’utenza ben più numerosa dei soli casi gravi censiti e punta a salvaguardare il mutuo approvvigionamento dei farmaci già in commercio in favore dei pazienti cronici o cronicizzati.

L’immissione in mercato di nuovi prodotti farmacologici, infatti, da un lato incontra il plauso della scienza e le speranze dei malati, dall’altro la necessità di redistribuire le risorse destinate al Welfare sanitario, in Italia sempre più ridotte e suscettibili di ulteriori riduzioni.

La questione ha già raccolto l’interesse del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che, – in vista dei recenti traguardi della ricerca farmaceutica e della prossima presentazione al pubblico dei costosi anticorpi monoclonali contro l’Alzheimer e dei nuovi antitumorali – ,  ha rivolto ai colleghi europei l’invito a “fare gruppo per ridurre i costi delle cure” e ha proposto la creazione di un “fondo speciale” Ue per garantire l’accesso ai farmaci innovativi.

Petula Brafa