Spese per il personale delle Regioni: la Sicilia spende 15 volte di più del Trentino

di Umberto Buzzoni

L’Adnkronos ha analizzato i dati presenti nel sito del Governo soldipubblici.gov.it e per i primi 11 mesi del 2014 la spesa totale delle Regioni per le competenze fisse per il personale a tempo indeterminato è pari a circa 1,5 miliardi di euro.

Al primo posto troviamo la Sicilia con una spesa di 575 milioni di euro che equivalgono a 115 euro procapite, segue la Campania con 139,8 milioni di euro e al terzo posto la Sardegna con 128,6 milioni di euro. La somma della spesa di queste prime tre regioni rappresenta la metà del budget totale. Inoltre mettendo in confronto la capolista con il Trentino Alto Adige che è ultimo in classifica per una spesa di 8,1 milioni di euro, in Sicilia ogni contribuente paga 15 volte di più.

Passando all’analisi della spesa procapite si conferma al primo posto la Sicilia mentre al secondo troviamo la Sardegna con 78,41 euro procapite e al terzo posto il Friuli Venezia Giulia con 71,81 euro. Il Trentino Alto Adige è ultimo in classifica anche per spesa procapite con un costo per contribuente di soli 7,72 euro.

Spesa complessiva

SICILIA con 575 milioni di euro

CAMPANIA con 139,8 milioni di euro

SARDEGNA con 128,6 milioni di euro

PIEMONTE con 96,9 milioni di euro

LAZIO con 90 milioni di euro

FRIULI VENEZIA GIULIA con 88,3 milioni di euro

EMILIA ROMAGNA con 63,4 milioni di euro

PUGLIA con 59 milioni di euro

VENETO con 56,3 milioni di euro

TOSCANA con 49,8 milioni di euro

CALABRIA con 42,9 milioni di euro

ABRUZZO con 38,9 milioni di euro

LIGURIA con 28 milioni di euro

UMBRIA con 27,6 milioni di euro

MARCHE con 27,5 milioni di euro

BASILICATA con 20,3 milioni di euro

MOLISE con 16,4 milioni di euro

TRENTINO ALTO ADIGE con 8,1 milioni di euro
Spesa procapite

SICILIA con 115 euro

SARDEGNA con 78,41 euro

FRIULI VENEZIA GIULIA con 71,81 euro

MOLISE con 52,33 euro

BASILICATA con 35,3 euro

UMBRIA con 31,19 euro

ABRUZZO con 29,64 euro

CAMPANIA con 24,23 euro

PIEMONTE con 22,16 euro

CALABRIA con 21,92 euro

LIGURIA con 17,87 euro

MARCHE con 17,56 euro

LAZIO con 16,2 euro

PUGLIA con 14,54 euro

EMILIA con 14,32 euro

TOSCANA con 13,27 euro

VENETO con 11,53 euro

TRENTINO ALTO ADIGE con 7,72 euro

 

Province Italiane: a Trento il più elevato livello di qualità della vita

di Umberto Buzzoni

L’Edizione del 2014 della ricerca “Qualità della vita” di Italia Oggi ha rivelato che oltre la metà degli italiani vive in province caratterizzate da una qualità della vita scarsa o insufficiente. Nei centri di medie dimensioni del Nord si vive meglio mentre il Sud si conferma tristemente indietro nella classifica: delle 55 province in cui la qualità della vita è risultata scarsa o insufficiente, 6 appartengono al nord-ovest, 1 è del nord-est, 8 si trovano nell’Italia centrale e le altre 40 tra Mezzogiorno e Isole.

La crisi economica, con le sue ricadute sull’occupazione e sui fondi a disposizione delle amministrazioni locali per i servizi, si rileva dall’indagine, “si fa sentire pesantemente”, tanto che la quota di popolazione residente nelle province caratterizzate da una qualità della vita scarsa o insufficiente arriva al 52,6% del totale, vale a dire 31,7 milioni di italiani mentre lo scorso anno il dato si era attestato al 48,4%.

Trento è la provincia che ha registrato i più elevati livelli di qualità della vita nel 2014. Un dato che conferma il primato conquistato nel 2010 e mai lasciato in questi 5 anni. Segue la vicina Bolzano (e anche in questo caso si tratta di una conferma), con Mantova a chiudere il podio grazie a un balzo in avanti di 14 posizioni rispetto al 2013. Quindi è la volta di Treviso, Pordenone, Reggio Emilia, Vicenza, Parma e Verona, un filotto di province del nordest che dimostra come questa sia l’area della Penisola in cui si vive meglio.

L’Agenzia del Demanio per verificare i costi degli Immobili pubblici

di Umberto Buzzoni

L’Agenzia del Demanio apre la banca dati ai fini dell’attuazione di quanto previsto dalla Legge di Stabilità “che impone alle Amministrazioni dello Stato, pena la segnalazione alla Corte dei Conti, di comunicare i costi gestionali degli immobili utilizzati all’Agenzia del Demanio, al fine di poterli controllare e ridurre, come significativa misura di spending review nell’ambito della Pubblica Amministrazione”.

Tra i costi di funzionamento e gestione degli edifici di proprietà dello Stato e di terzi utilizzati dalle Pa rientrano le bollette per le utenze elettriche, per i consumi di gasolio o metano per il riscaldamento, i costi di guardiania, le spese per la manutenzione degli impianti e per le pulizie.

L’obiettivo è di individuare quanto dovrebbe spendere un immobile pubblico mediante la definizione di parametri standard a cui poi tutti dovranno adeguarsi. Si parlerà poi di costi standard in aggiunta al mandato di contenere i metri quadrati per addetto.

I dati verranno raccolti fino a giugno in questa banca dati e una volta ottenuta la base di informazioni l’Agenzia del Demanio potrà individuare dei livelli di prestazione degli immobili in termini di costo d’uso per addetto.

Disabilità e Scuola: la protesta delle famiglie

disabili

Si è svolta ieri 5 novembre la manifestazione in piazza Montecitorio a Roma organizzata dall’Associazione Onlus “Tutti a Scuola” (http://www.tuttiascuola.org/), operativa da oltre dieci anni nel settore dell’infanzia e costituita da genitori che  “in un paese normale … non dovrebbero essere costretti a rivolgersi alla Magistratura per garantire ai propri figli disabili un tempo scuola di qualità”.

L’iniziativa, – inserita nel ciclo delle agitazioni avviate martedì 4 dal raduno del “Comitato 16 novembre”, che raccoglie i malati di SLA e le rispettive famiglie, dinanzi al Ministero dell’Economia, e protesa verso la dimostrazione dei dipendenti pubblici, sotto l’egida delle maggiori sigle sindacali, attesa per sabato 8 – , ha contestato i tagli del governo nelle politiche scolastiche, a danno dei bambini e dei ragazzi affetti da disabilità.

Per visualizzare la gravità della situazione vissuta dagli interessati e dalle famiglie, i manifestanti hanno apposto una ghigliottina in piazza, a simbolo dirompente del grave problema sociale evidentemente sottovalutato dal governo.

 “Siamo qui perché la politica non conosce i disabili, anzi li condanna a morte quando fa finta di non vederli. Fa finta, come con l’ultima manovra di stabilità, di spostare le risorse verso qualcuno”, – ha dichiarato Toni Nocchetti, Presidente della Onlus “Tutti a scuola“. “Il finanziamento al fondo nazionale delle politiche sociali è assolutamente “ridicolo”, come l’ha definito il sottosegretario all’Istruzione del Pd Faraone, il finanziamento al fondo della non autosufficienza. Delle mance i disabili non sanno che farsene” – ha concluso.

Per sollecitare l’attenzione dell’opinione pubblica, l’Associazione ha inaugurato una campagna di sensibilizzazione unitamente a Il Fatto Quotidiano, pubblicando lettere e testimonianze provenienti da tutto il territorio nazionale.

“Sono lettere che raccontano di una scuola che muore intorno agli alunni più fragili” – ha spiegato il Presidente, lamentando il silenzio delle istituzioni.“Avevamo chiesto di incontrare il ministro Giannini, al quale vorremmo consegnare le lettere e provare a far comprendere al presidente del Consiglio che un Paese si governa insieme e soprattutto partendo dai più deboli,” – ha concluso – ,“ma probabilmente questa è una corda che suona stonata”.

Fonte: il Fatto Quotidiano, Tutti a scuola

6 novembre 2014

Petula Brafa

Ambiente: allo studio incentivi statali alla mobilità ecosostenibile

in-bicicletta

In occasione dell’approvazione del collegato ambientale alla Legge di Stabilità, la Commissione Ambiente della Camera ha esaminato le nuove proposte finalizzate alla promozione dei mezzi di trasporto ecosostenibili.

In tal senso, è allo studio l’ipotesi di attribuzione di “buoni mobilità”, ovvero di incentivi destinati a quanti sono in grado di dimostrare di avvalersi di trasporti non inquinanti.

“Il ‘buono’ potrebbe concretizzarsi con la possibilità di entrare alcuni minuti più tardi al lavoro per chi dimostra di andarci in bicicletta” – ha dichiarato l’on. Alessandro Bratti, relatore del provvedimento – “oppure con la possibilità di avere in comodato gratuito delle bici elettriche”.

Mentre si valutano  le vie percorribili, – guardando anche al modello francese di mobilità alternativa, con indennizzo di 0,25 al km per chi si reca al lavoro a piedi o in bici – , l’iniziativa ha già ottenuto il previsto stanziamento di 35 milioni di euro, provenienti dalle aste delle quote di emissione di CO2, destinati al programma sperimentale nazionale di mobilità sostenibile ‘casa-scuola’, ‘casa-lavoro’; ed ai progetti degli enti locali (con popolazione superiore ai 100 mila abitanti) per la mobilità sostenibile, quali car-pooling e bike-pooling,  percorsi protetti per gli spostamenti casa-scuola a piedi o in bicicletta, laboratori e uscite didattiche,  programmi per l’educazione e la sicurezza stradale, per la riduzione del traffico, della sosta e dell’inquinamento automobilistico nei pressi di scuole e luoghi di lavoro.

“La filosofia del provvedimento è anche didattica”, – ha chiarito Bratti – “In un periodo un cui i bambini sono abituati a essere portati a scuola in macchina, si può insegnare loro che si può andare a scuola in bici o a piedi senza avere paura”.

“Il finanziamento è piccolo, ma serve a dare un segnale a favore della ‘mobilità dolce’, ultimamente trascurata a causa di problemi di bilancio, e a rilanciarla anche culturalmente”.

L’approvazione alla Camera ed al Senato potrebbe essere definita entro l’autunno, con la individuazione dei criteri per la presentazione dei progetti, la ripartizione delle risorse e l’indicazione degli enti beneficiari.

 “Trattandosi di un collegato alla legge di stabilità, i tempi non possono essere lunghi”, – ha concluso Bratti -. “Se tutto va bene, ai primi di gennaio dovremmo avere i primi bandi”.

(fonte Il fatto quotidiano)

Petula Brafa

 

Pensioni 2015: erogazione uniformata al 10 di ogni mese

images

Anche l’INPS si adegua all’indirizzo intrapreso dal governo per il contenimento della spesa pubblica. È allo studio, infatti, l’ipotesi di uniformare alla data del 10 di ogni mese l’erogazione delle prestazioni previdenziali, incluse le pensioni, le indennità civili e di accompagnamento nonché le rendite vitalizie Inail.

Il progetto, contenuto all’art. 26 della bozza del disegno della legge di stabilità 2015, si propone di razionalizzare la diversità dei tempi di pagamento, – conseguita all’incorporazione di altri Istituti quali l’Enpals ed in particolare  l’Inpdap, di cui si adotta proprio la convenzionale data mensile di liquidazione del trattamento pensionistico – , con un risparmio sulle commissioni bancarie fino a 20 milioni di euro all’anno.

La norma, inoltre, introdurrebbe altri provvedimenti ispirati al generale riordino dei costi: la cancellazione delle prestazioni economiche accessorie per le cure termali; la riduzione del 35% dei finanziamenti in favore dei patronati che prestano assistenza ai pensionati; il ridimensionamento del fondo per gli sgravi contributivi finalizzati ad incentivare la contrattazione di secondo livello, istituito nel 2007.

Infine, per prevenire le indebite erogazioni post-mortem e scongiurare le truffe perpetrate dai parenti delegati all’incasso, la bozza del testo di legge imporrà in capo al medico accertatore del decesso l’obbligo della comunicazione all’INPS entro 48 ore, tramite certificato telematico. In tal caso, le erogazioni sottoposte a riserva e già transitate su conto corrente bancario e/o postale dovranno essere restituite dagli istituti di credito, peraltro tenuti a segnalare, – nell’ipotesi di mancata provvista – , i dati dei titolari delle somme.

(fonte: Il Messaggero)

Petula Brafa