La battaglia condotta dai medici per la mancata erogazione della legittima retribuzione, – durante gli studi di specializzazione sostenuti tra il 1982 ed il 2006 – , registra l’ennesima vittoria.
Ne dà notizia ‘Consulcesi’, società di servizi ed assistenza legale per i professionisti sanitari, da anni impegnata nella campagna di adesione alla class action promossa contro il Consiglio dei Ministri e la Tesoreria di Stato, ad oggi condannati a rimborsare, attraverso Banca d’Italia, ben 362 milioni di euro.
Dal comunicato stampa del 9 ottobre si apprende infatti che, con la sentenza n. 2181/14 del 5 marzo 2014, la Corte d’Appello di Roma ha riconosciuto oltre 17 milioni di euro ai 600 medici ricorrenti, rinnovando il giudizio già pronunciato da altri Tribunali aditi sull’intero territorio nazionale e consolidando l’orientamento giurisprudenziale sulla vicenda.
“Continuano ad arrivare assegni milionari e sempre più sentenze favorevoli ai nostri medici”, – ha affermato il Presidente onorario di Consulcesi Massimo Tortorella, – “ed il prossimo 20 ottobre parte la nuova azione collettiva, alla quale è possibile partecipare: anche i principali OMCeO, Sindacati ed Enti hanno convenzionato tutti i propri iscritti per l’adesione alle azioni di rimborso a costi ridotti. Per le migliaia di professionisti in attesa di vedersi riconoscere ciò che è loro diritto” – ha concluso – “sono già a disposizione oltre 350 avvocati e consulenti legali, che rispondono gratuitamente al numero verde 800.122.777”
Il reiterato riconoscimento delle istanze ha indotto da tempo la Consulcesi a percorrere la via transattiva, più auspicabile per la riduzione di tempi e costi, non solo di giustizia: la rinnovata soccombenza dello Stato, – che ha recepito tardivamente la normativa europea sulla materia – , profila infatti il paventato rischio di esborsi per le casse pubbliche fino a 4 miliardi di euro.
In vista di una soluzione, la società ha proposto ben tre disegni di legge in Parlamento, finalizzati alla stesura ed alla definizione di un accordo di cui, tuttavia, potranno avvalersi solo quanti avranno promosso ricorso prima della trasformazione in legge.
Forte delle rivendicazioni riconosciute, Consulcesi ha preannunciato a breve anche la presentazione della prima azione di rimborso per la violazione della Direttiva europea n.2003/88 sugli orari di lavoro.
Ogni ulteriore approfondimento potrà essere acquisito tramite il sito www.consulcesi.it.
Petula Brafa