Ladri, furti ed impalcature: i danni chi li risarcisce?

Le impalcature installate per la ristrutturazione di un edificio permettono ad alcuni ladri di introdursi nell’appartamento di un condomino. I malviventi agiscono indisturbati  rubando preziosi e contanti. La vittima a chi può chiedere il risarcimento?

La Corte di Cassazione si è espressa in merito con una recente sentenza: se i ladri sono entrati in casa utilizzando i ponteggi la colpa del fatto è da attribuire alla ditta responsabile dei lavori. In particolare secondo l’articolo 2043 del Codice Civile l’impresario non ha adottato tutte le cautele necessarie per impedire un uso anomalo dei ponteggi.

Inoltre può essere chiesto anche il risarcimento al condominio stesso responsabile di scarsa vigilanza e custodia. Tale compito spetta anche al soggetto che ha disposto il mantenimento della struttura e commissionato i lavori.

Direttore responsabile
Buzzoni Umberto

Multe salate per chi bestemmia!

Bestemmiare è un atto verbale estremamente violento ed in virtù del principio che la religione va tutelata lo Stato italiano, ed in particolare il codice penale, prevedono che tali offese non passino inosservate. Si parla di vilipendio in riferimento a veri e propri reati ovvero forme di disprezzo rivolte a determinati soggetti in particolare le confessioni religiose.

Per essere accusati di vilipendio è necessario che l’offesa coinvolga il sentimento religioso dei fedeli: in tal caso le multe vanno da 1000 a 5000 euro per chi, in luogo pubblico o aperto al pubblico offende una confessione religiosa, con espressioni poco consone. Se l’ingiuria riguarda un ministro del culto, la multa può raggiungere cifre che vanno dai 2000 ai 6000 euro.

Nei casi più gravi è prevista anche la reclusione fino a due anni per chi pubblicamente e intenzionalmente distrugge o imbratta oggetti destinati all’esercizio del culto, pensiamo ad esempio alle reliquie. L’offesa quindi può avere una duplice matrice essere verbale oppure concreta: in quest’ultimo caso si tratta di veri e propri gesti sacrilegi come ad esempio la profanazione di oggetti sacri o la distruzione di oggetti adibiti alle funzione di culto.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Cosa cambieresti? Change.org il portale di petizioni online

di Umberto Buzzoni

“Change.org è la più grande piattaforma di petizioni al mondo che incoraggia le persone, dovunque si trovino, a realizzare il cambiamento che loro vogliono vedere.” come spiegano nella versione italiana del portale https://www.change.org/it.

Questo portale on-line gratuito di campagne sociali è stato fondato nel 2007 negli Stati Uniti e dal luglio del 2012 è stato lanciato anche in Italia. La piattaforma trova la sua fonte di finanziamento nella pubblicità sotto forma di petizioni sponsorizzate della stessa logica dei video sponsorizzati di YouTube.

Nel sito dichiarano “Ci sono oltre 70 milioni di utenti in 196 Paesi (2.3 milioni solo in Italia) che ogni giorno usano Change.org per trasformare le proprie comunità a livello locale, nazionale e globale. Che si tratti di una madre che combatte contro il bullismo nella scuola di sua figlia, di clienti che fanno pressione sulle banche per eliminare una tassa ingiusta o di cittadini che denunciano funzionari corrotti, migliaia di campagne lanciate da persone come te sono state vinte grazie ai nostri strumenti. E molte altre vengono vinte ogni settimana. Stiamo vivendo un momento eccezionale, in cui la possibilità di fare la differenza è più grande che mai. Se prima unire le persone dietro una causa richiedeva fatica, soldi, tempo e infrastrutture complesse, oggi la tecnologia ci ha reso più connessi.”

Una petizione non è altro che un documento che viene sottoscritto da tante persone e che è indirizzato ad uno specifico ente pubblico o privato. Non avendo valore legale, per raccogliere le firme non è necessario presentare un documento d’identità quindi si può sottoscrivere anche on-line. Il vero valore delle petizioni è in realtà rappresentato dal numero di persone che le sottoscrivono dato che una singola voce spesso viene ignorata ma il volere di migliaia di persone viene preso in considerazione anche dalle grandi imprese.

Una petizione italiana presentata da Stefano Corradino, che chiedeva l’espulsione dell’europarlamentare Mario Borghezio dal Parlamento europeo, a seguito delle offese razziali nei confronti del Ministro Kyenge, dopo aver raggiunto le 130 mila firme, è stata consegnata al Presidente del Parlamento Europeo Martin Shulz e quello stesso giorno Borghezio è stato espulso dal gruppo parlamentare Egf di cui faceva parte.

Grazie al lavoro fatto dai fondatori Ben Rattray, Darren Haas e Adam Cheyer, tutti noi possiamo creare una petizione o sottoscrivere una già esistente e mobilitare in poco tempo centinaia di persone localmente o centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo, rendendo governi e associazioni più reattivi e responsabili.

Alcune Vittorie

>>Licenziata per il cancro; chiedo di tornare a lavorare
Questa petizione ha creato un cambiamento con 80.320 sostenitori!
https://www.change.org/p/licenziata-per-il-cancro-chiedo-di-tornare-a-lavorare

>>No alla depenalizzazione dei reati contro gli animali
Questa petizione ha creato un cambiamento con 73.332 sostenitori!
https://www.change.org/p/no-alla-depenalizzazione-dei-reati-contro-gli-animali

Alcuni esempi di Petizioni sottoscrivibili

>>Controlli psichiatrici regolari per i piloti
Mancano ancora 603 firme per raggiungere 15.000
https://www.change.org/p/controlli-psichiatrici-regolari-per-i-piloti

>>Introduzione del reato di omicidio stradale
Mancano ancora 40.042 firme per raggiungere 200.000
https://www.change.org/p/all-assassino-di-mia-figlia-stella-non-deve-esser-concesso-il-patteggiamento

Lavoro: il lungo cammino verso la parità di genere (e retribuzione)

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Il traguardo verso il superamento delle disuguaglianze lavorative tra uomo e donna potrebbe essere dislocato al 2095, con ripercussioni non solo sulla giustizia sociale, ma anche sulla crescita economica.

Questi gli esiti ancora poco rassicuranti del Gender Gap 2014, il rapporto del World Economic Forum, – di cui è fondatore e presidente Klaus Schwab – , per la rilevazione dell’indice di disparità di genere nella partecipazione alla forza lavoro, nella remunerazione a parità di carriera, nella presenza nella classe dirigente e nella rappresentanza legislativa.

Sui 142 Paesi in esame, hanno superato per oltre l’80% le differenze lavorative solo 14 Stati, tra i quali la Norvegia, gli USA, la Danimarca, l’Islanda, il Burundi, il Malawi, la Moldavia; mentre si è classificata 114a l’Italia, con solo il 57% della disparità recuperata ed una posizione in caduta dalle precedenti rilevazioni del 2013, quando era 97a su 136 nazioni.

E, del resto, le statistiche nazionali confermano la contenuta partecipazione delle connazionali alla vita economica ed al mercato del lavoro, tanto per la contrazione occupazionale quanto per l’incrementabile sostegno alla maternità, che, – in assenza di strutture fuori dall’assistenza familiare – , induce all’abbandono lavorativo.

Il recente rapporto di Bankitalia, infatti, ha rilevato che una madre su cinque, – tanto più sotto i 24 anni e con bassa istruzione – , lascia il proprio impiego ad un anno e mezzo dalla nascita dei figli e che il tasso di occupazione femminile è inversamente proporzionale al numero dei bambini.

Tuttavia segnali positivi provengono dalla politica, designata ad interpretare in norme le istanze della società e recentemente aperta alla maggiore inclusione femminile, come ne attesta l’aumento in Parlamento ed al Governo, con guadagno di posizioni dalla 44a del 2013 alla 37a del 2014 e con l’auspicio, dichiarato dal Presidente Schwab, di adeguate risposte da donne a donne.

4 novembre 2014

Petula Brafa

Pensioni 2015: erogazione uniformata al 10 di ogni mese

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Anche l’INPS si adegua all’indirizzo intrapreso dal governo per il contenimento della spesa pubblica. È allo studio, infatti, l’ipotesi di uniformare alla data del 10 di ogni mese l’erogazione delle prestazioni previdenziali, incluse le pensioni, le indennità civili e di accompagnamento nonché le rendite vitalizie Inail.

Il progetto, contenuto all’art. 26 della bozza del disegno della legge di stabilità 2015, si propone di razionalizzare la diversità dei tempi di pagamento, – conseguita all’incorporazione di altri Istituti quali l’Enpals ed in particolare  l’Inpdap, di cui si adotta proprio la convenzionale data mensile di liquidazione del trattamento pensionistico – , con un risparmio sulle commissioni bancarie fino a 20 milioni di euro all’anno.

La norma, inoltre, introdurrebbe altri provvedimenti ispirati al generale riordino dei costi: la cancellazione delle prestazioni economiche accessorie per le cure termali; la riduzione del 35% dei finanziamenti in favore dei patronati che prestano assistenza ai pensionati; il ridimensionamento del fondo per gli sgravi contributivi finalizzati ad incentivare la contrattazione di secondo livello, istituito nel 2007.

Infine, per prevenire le indebite erogazioni post-mortem e scongiurare le truffe perpetrate dai parenti delegati all’incasso, la bozza del testo di legge imporrà in capo al medico accertatore del decesso l’obbligo della comunicazione all’INPS entro 48 ore, tramite certificato telematico. In tal caso, le erogazioni sottoposte a riserva e già transitate su conto corrente bancario e/o postale dovranno essere restituite dagli istituti di credito, peraltro tenuti a segnalare, – nell’ipotesi di mancata provvista – , i dati dei titolari delle somme.

(fonte: Il Messaggero)

Petula Brafa

Accolti i ricorsi giudiziari promossi dai medici specializzandi 1982-2006

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La battaglia condotta dai medici per la mancata erogazione della legittima retribuzione, – durante gli studi di specializzazione sostenuti tra il 1982 ed il 2006 – , registra l’ennesima vittoria.

Ne dà notizia ‘Consulcesi’, società di servizi ed assistenza legale per i professionisti sanitari, da anni impegnata nella campagna di adesione alla class action promossa contro il Consiglio dei Ministri e la Tesoreria di Stato, ad oggi condannati a rimborsare, attraverso Banca d’Italia, ben 362 milioni di euro.

Dal comunicato stampa del 9 ottobre si apprende infatti che, con la sentenza n. 2181/14 del 5 marzo 2014, la Corte d’Appello di Roma ha riconosciuto oltre 17 milioni di euro ai 600 medici ricorrenti, rinnovando il giudizio già pronunciato da altri Tribunali aditi sull’intero territorio nazionale e consolidando l’orientamento giurisprudenziale sulla vicenda.

“Continuano ad arrivare assegni milionari e sempre più sentenze favorevoli ai nostri medici”, – ha affermato il Presidente onorario di Consulcesi Massimo Tortorella, – “ed il prossimo 20 ottobre parte la nuova azione collettiva, alla quale è possibile partecipare: anche i principali OMCeO, Sindacati ed Enti hanno convenzionato tutti i propri iscritti per l’adesione alle azioni di rimborso a costi ridotti.  Per le migliaia di professionisti in attesa di vedersi riconoscere ciò che è loro diritto” – ha concluso – “sono già a disposizione oltre 350 avvocati e consulenti legali, che rispondono gratuitamente al numero verde 800.122.777”

Il reiterato riconoscimento delle istanze ha indotto da tempo la Consulcesi a percorrere la via transattiva, più auspicabile per la riduzione di tempi e costi, non solo di giustizia: la rinnovata soccombenza dello Stato, – che ha recepito tardivamente la normativa europea sulla materia – , profila infatti il paventato rischio di esborsi per le casse pubbliche fino a 4 miliardi di euro.

In vista di una soluzione, la società ha proposto ben tre disegni di legge in Parlamento, finalizzati alla stesura ed alla definizione di un accordo di cui, tuttavia, potranno avvalersi solo quanti avranno promosso ricorso prima della trasformazione in legge.

Forte delle rivendicazioni riconosciute, Consulcesi ha preannunciato a breve anche la presentazione della prima azione di rimborso per la violazione della Direttiva europea n.2003/88 sugli orari di lavoro.

Ogni ulteriore approfondimento potrà essere acquisito tramite il sito www.consulcesi.it.

Petula Brafa

Tutela Ambientale e Degrado Urbano: Nuove Sanzioni contro l’Abbandono di Sigarette e Chewing gum

images (1)È stato recentemente depositato alla Camera il disegno di legge “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali“, collegato alla legge di stabilità 2014.

Lo si apprende dalle pagine del quotidiano romano “il Messaggero”: in particolare, “il ddl prevede che i Comuni installino nelle strade, nei parchi e nei luoghi di aggregazione degli appositi contenitori. Per questa ragione, la legge stabilisce che le norme entrino in vigore dal primo luglio 2015, proprio per permettere alle amministrazioni di attrezzarsi”.

Il progetto normativo si rivolge soprattutto alla maggiore tutela del territorio dal degrado causato dall’abbandono di mozziconi di sigarette e di gomme da masticare, secondo un’inveterata ed incivile abitudine tanto dannosa per l’ambiente quanto gravosa per le risorse della collettività.

Secondo i rilievi condotti nella Capitale, infatti, il Comune spende annualmente ben 5,5 milioni di euro per rimuovere 18 milioni di cicche e 15 mila chewing gum.

Ed altrove, in Italia, la situazione non è migliore, malgrado la puntuale installazione di posacenere e contenitori di raccolta per disincentivare l’inquinamento ambientale.

“La sanzione è sacrosanta, ma non sarà facile applicarla”, – ha dichiarato l’Assessore all’Ambiente al Campidoglio Estella Marino, distinguendo i poteri sanzionatori in capo ai rappresentanti di legge e la diffusione di una maggiore coscienza civile, mutuata dall’educazione e dal rispetto delle aree pubbliche, dalle strade ai parchi, rispettivamente luoghi di servizio e di aggregazione.

“È giusto muoversi su due fronti: la repressione ma anche la sensibilizzazione”.

Petula Brafa