Scuola e risparmio.

Mancano pochi giorni all’inizio dell’anno scolastico. L’acquisto di materiale didattico e libri di studio è una spesa importante per il budget familiare. Risparmiare si può ricorrendo a sconti, buoni ed al mercato dell’usato. In particolare diversi testi relativi alla didattica vengono riproposti dalle case editrici e confermati di anno in anno dai docenti, quindi, tali tipologie di libri sono facilmente reperibili.  Si possono acquistare libri usati anche on-line: diversi siti lo permettono pensiamo ad Amazon, IBS e Libraccio. Il risparmio può essere possibile anche sull’acquisto di libri nuovi. Diverse catene di store rilasciano buoni sconto ai propri clienti: pensiamo ad esempio ai supermercati Conad, Carrefour, Esselunga, Coop, Simply, Panorama e Pam dove la scontistica può arrivare fino al 20%. Molti supermercati, inoltre, allestiscono interi reparti dedicati al tema della scuola dove è possibile acquistare a prezzi molto convenienti tutto il necessario tra cui penne, quaderni, astucci, colori, album da disegno e molto altro. Il consiglio è quello di consultare i volantini che arrivano a casa per confrontare i prezzi e fare acquisti mirati.

Direttore responsabile
Buzzoni Umberto

Spese scolastiche: la detrazione è pari al 19%

Sono disponibili alcuni detrazioni fiscali da applicare sulle spese scolastiche come ad esempio la gita, i pasti alla mensa ed alcune tipologie di attività corsuali. In particolare è possibile detrarre il 19% su una spesa massima di euro 786 ad allievo. L’opzione è valida per qualsiasi tipo di scuola, pubblica o privata che sia, di ogni ordine e grado, fino alle scuole superiori. Quali spese rientrano nella detrazione? Risultano detraibili gli importi legati all’iscrizione alle scuole private, le spese relative alla mensa, alle gite, all’assicurazione scolastica, ai corsi svolti al di fuori dell’orario scolastico purché si tratti di attività programmate dall’istituto stesso. Sono escluse dalla detrazione le spese legate all’acquisto di libri e materiale di cartolibreria.

E’ importante conservare i documenti di riferimento: ad esempio per la mensa occorre  presentare la  ricevuta del bollettino o del bonifico del pagamento effettuato con la causale “servizio mensa”. Per le spese restanti versate in favore della scuola, saranno sufficienti le ricevute del bonifico, mentre per pagamenti a terzi, sarà necessario richiedere una copia della delibera scolastica che ha decretato lo svolgimento di una determinata attività post scolastica. La detrazione sulle spese è valida anche per gli alunni che soffrono di disturbi di apprendimento e viene applicata sull’acquisto di strumenti e sussidi tecnici. Anche in questo bisognerà conservare le ricevute e presentare un certificato medico che attesti la patologia dell’utente.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Novità in arrivo per le scuole!

Il Ministero dell’Istruzione ha deciso di apportare delle novità per il percorso di studi liceali. Dal 2018 il cambiamento più importante riguarderà la durata: si passerà da cinque a quattro anni.La riforma del “liceo breve” ingloberà però solo un numero limitato di istituti: 74 licei, in maggior parte scientifici, e 26 istituti tecnici professionali selezionati da una commissione ministeriale con classi formate da 25 alunni. La decisione del Miur mira a favorire la ricerca del lavoro: ottenere prima la maturità anticipa infatti la ricerca di una professione futura.

Il nuovo iter di studi quadriennale partirà il prossimo settembre: gli istituti che hanno aderito alla sperimentazione dovranno garantire agli studenti l’insegnamento di tutte le materie e l’acquisizione di tutte le competenze necessarie. Il calendario scolastico verrà rimodulato con un aumento delle ore settimanali per giungere ad un totale di circa mille ore in quattro anni. L’esame di maturità si svolgerà analogamente a quello attuale ed avrà il medesimo valore e le medesime caratteristiche di quello quinquennale. Non mancano però delle forti critiche alla sperimentazione: molti temono che la diminuzione del tempo dedicato alla scuola sia un fenomeno negativo per l’alunno e per il suo apprendimento.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

A cinque anni dalla laurea il 90% trova il lavoro

di Umberto Buzzoni

Dal XVII rapporto di Almalaurea emerge l’importanza di un titolo accademico dato che rispetto a chi non ha lo conseguito, i laureati hanno diversi vantaggi in ambito lavorativo in particolare in periodi di crisi.

In questa analisi sono state considerate le condizioni occupazionali di 490 mila laureati di 65 università italiane ed il tasso di occupazione a distanza di un anno dal conseguimento del titolo si differenzia: con un 66% per i laureati triennali, 70% per i laureati magistrali biennali e 49% per i magistrali a ciclo unico (architettura, medicina, veterinaria, etc).

A cinque anni dal conseguimento del titolo 9 laureati su dieci lavorano, anche se la percentuale è diminuita rispetto al passato e nel lungo periodo aumenta anche la stabilità del lavoro con un 73% dei laureati triennali, circa 78% dei magistrali a ciclo unico e 70% per i magistrali biennali.

I dati relativi alle retribuzioni a un anno registrano un lieve aumento e superano i 1.000 euro netti mensili: 1.013 per i laureati triennali, 1.065 per i laureati magistrali biennali e 1.024 per i magistrali a ciclo unico.

Province Italiane: a Trento il più elevato livello di qualità della vita

di Umberto Buzzoni

L’Edizione del 2014 della ricerca “Qualità della vita” di Italia Oggi ha rivelato che oltre la metà degli italiani vive in province caratterizzate da una qualità della vita scarsa o insufficiente. Nei centri di medie dimensioni del Nord si vive meglio mentre il Sud si conferma tristemente indietro nella classifica: delle 55 province in cui la qualità della vita è risultata scarsa o insufficiente, 6 appartengono al nord-ovest, 1 è del nord-est, 8 si trovano nell’Italia centrale e le altre 40 tra Mezzogiorno e Isole.

La crisi economica, con le sue ricadute sull’occupazione e sui fondi a disposizione delle amministrazioni locali per i servizi, si rileva dall’indagine, “si fa sentire pesantemente”, tanto che la quota di popolazione residente nelle province caratterizzate da una qualità della vita scarsa o insufficiente arriva al 52,6% del totale, vale a dire 31,7 milioni di italiani mentre lo scorso anno il dato si era attestato al 48,4%.

Trento è la provincia che ha registrato i più elevati livelli di qualità della vita nel 2014. Un dato che conferma il primato conquistato nel 2010 e mai lasciato in questi 5 anni. Segue la vicina Bolzano (e anche in questo caso si tratta di una conferma), con Mantova a chiudere il podio grazie a un balzo in avanti di 14 posizioni rispetto al 2013. Quindi è la volta di Treviso, Pordenone, Reggio Emilia, Vicenza, Parma e Verona, un filotto di province del nordest che dimostra come questa sia l’area della Penisola in cui si vive meglio.

“La Buona Scuola”, ultimissimi giorni per la consultazione on line

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C’è ancora tempo fino a sabato 15 per partecipare alla consultazione pubblica su https://labuonascuola.gov.it, l’iniziativa promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero per l’Istruzione ed inaugurata lo scorso 15 ottobre, al fine di avviare un importante programma di riforme nel mondo della scuola.

Il progetto prende il nome da “La Buona Scuola”, il rapporto on line contenente una serie di proposte per ogni ordine e grado di istruzione scolastica, articolate in capitoli programmatici e volte ad affrontare le principali questioni pendenti nell’ambito dell’organizzazione dell’insegnamento, delle relative premesse e finalità, nonché del ruolo di ciascuno dei soggetti coinvolti.

Attraverso la registrazione e la consultazione del materiale sottoposto, – il questionario telematico, l’esame dei risultati dei dibattiti sul territorio ed il confronto nei forum per sezione – , sarà possibile partecipare con osservazioni e suggerimenti alle proposte in corso, in materia di assunzioni e superamento del precariato docente, percorsi di formazione e carriera, autonomia e abbattimento della burocrazia, revisione ed attualizzazione dei programmi di studio, agevolazione del rapporto tra scuola e lavoro, risorse pubbliche ed apertura ad investimenti privati.

All’esito della consultazione, i risultati raccolti saranno esaminati e contribuiranno all’elaborazione di un disegno di legge, poi sottoposto all’esame del Parlamento, mentre le Linee Guida predisposte dal Governo, integrate con le proposte di tutto il mondo della scuola, nel gennaio 2015 saranno concretizzate in decreto legge, con entrata in vigore comunque successiva all’anno scolastico 2015/2016.

Al 7 novembre, il sistema ha registrato ben 900.00 accessi, 100.000 partecipanti on line, 1200 dibattiti, 2500 proposte, 6000 commenti ed oltre 33.000 voti nelle stanze pubbliche della sezione “Costruiamo insieme la buona scuola”.

Parallelamente al cantiere digitale, “La Buona Scuola” ha attivato anche un tour nazionale attraverso eventi lungo l’intera penisola organizzati nel calendario disponibile al’indirizzo https://labuonascuola.gov.it/area/m/32/?_gmln_m=m4111 ed aperti alla partecipazione di Regioni, uffici scolastici, associazioni, fondazioni e privati.

Fonte: www.labuonascuola.gov.it

13 novembre 2014

Petula Brafa

Disabilità e Scuola: la protesta delle famiglie

disabili

Si è svolta ieri 5 novembre la manifestazione in piazza Montecitorio a Roma organizzata dall’Associazione Onlus “Tutti a Scuola” (http://www.tuttiascuola.org/), operativa da oltre dieci anni nel settore dell’infanzia e costituita da genitori che  “in un paese normale … non dovrebbero essere costretti a rivolgersi alla Magistratura per garantire ai propri figli disabili un tempo scuola di qualità”.

L’iniziativa, – inserita nel ciclo delle agitazioni avviate martedì 4 dal raduno del “Comitato 16 novembre”, che raccoglie i malati di SLA e le rispettive famiglie, dinanzi al Ministero dell’Economia, e protesa verso la dimostrazione dei dipendenti pubblici, sotto l’egida delle maggiori sigle sindacali, attesa per sabato 8 – , ha contestato i tagli del governo nelle politiche scolastiche, a danno dei bambini e dei ragazzi affetti da disabilità.

Per visualizzare la gravità della situazione vissuta dagli interessati e dalle famiglie, i manifestanti hanno apposto una ghigliottina in piazza, a simbolo dirompente del grave problema sociale evidentemente sottovalutato dal governo.

 “Siamo qui perché la politica non conosce i disabili, anzi li condanna a morte quando fa finta di non vederli. Fa finta, come con l’ultima manovra di stabilità, di spostare le risorse verso qualcuno”, – ha dichiarato Toni Nocchetti, Presidente della Onlus “Tutti a scuola“. “Il finanziamento al fondo nazionale delle politiche sociali è assolutamente “ridicolo”, come l’ha definito il sottosegretario all’Istruzione del Pd Faraone, il finanziamento al fondo della non autosufficienza. Delle mance i disabili non sanno che farsene” – ha concluso.

Per sollecitare l’attenzione dell’opinione pubblica, l’Associazione ha inaugurato una campagna di sensibilizzazione unitamente a Il Fatto Quotidiano, pubblicando lettere e testimonianze provenienti da tutto il territorio nazionale.

“Sono lettere che raccontano di una scuola che muore intorno agli alunni più fragili” – ha spiegato il Presidente, lamentando il silenzio delle istituzioni.“Avevamo chiesto di incontrare il ministro Giannini, al quale vorremmo consegnare le lettere e provare a far comprendere al presidente del Consiglio che un Paese si governa insieme e soprattutto partendo dai più deboli,” – ha concluso – ,“ma probabilmente questa è una corda che suona stonata”.

Fonte: il Fatto Quotidiano, Tutti a scuola

6 novembre 2014

Petula Brafa