Il Principe nel castello chiede la violinista in sposa

AVEZZANO. Come nelle favole, un momento romantico dal sapore cavalleresco ha sorpreso tutti la sera di sabato 27 aprile, al castello Orsini di Avezzano (AQ), al termine del concerto del gruppo “Chimera Ensemble”, l’evento conclusivo delle celebrazioni annuali alla Patrona di Avezzano, Maria Ss. di Pietraquaria. Preceduto  da un gonfalone con lo stemma di famiglia, retto dal cugino, ing. Maurizio De Rugeriis, il presidente del Comitato festeggiamenti, arch. Raffaello Di Domenico, è salito sul palco e parlando al microfono si è rivolto alla fidanzata, l’insegnante Tamara Manganaro, violinista delle Chimera Ensemble. Dopo un breve riepilogo sulla storia d’amore che coinvolge entrambi, il presidente Di Domenico ha recitato la seguente formula: “Amore, Principe lo sono per Diritto, perché la nonna di mio padre era figlia di un Re. Da quando sei entrata nella mia vita ho capito subito che eri quella giusta ma ho preferito attendere cinque lunghi anni, ora ritengo che non ci sia più nulla da aspettare. Quando ero bambino promisi a me stesso che il Principe si sarebbe rivelato al momento dell’anello, lo avrebbe fatto in pubblico, in presenza dello stemma e solo davanti a quella giusta. Ho mantenuto la promessa! Perciò…” quindi si è inginocchiato ed ha presentato l’anello alla fidanzata, chiedendola in sposa. Ricevuto il si, tra le lacrime della futura consorte confusa dalla gioia, le ha infilato l’anello al dito. Quindi, da musicista esperto, ha imbracciato la propria chitarra, dedicando alla promessa  sposa il brano “You raise me up” di Josh Groban, accompagnato dalle insegnanti Valentina Di Marco al pianoforte e Beatrice Ciofani al violino, con cui segretamente aveva preparato il pezzo. Al termine gli auguri dei presenti, festanti per i futuri sposi. La notizia, per il coraggio, la disinvoltura ed il gesto da nobile d’altri tempi del futuro sposo, ha avuto una eco straordinaria ed è finita sulle pagine dei quotidiani nazionali. La Redazione de Il Consumatore esprime i più sinceri e affettuosi Auguri a Raffaello e Tamara per il loro prossimo matrimonio.

Virus Zika: cosa sapere e le raccomandazioni del Comitato d’Emergenza Oms

Il virus Zika (ZIKV) è un RNA virus della famiglia Flaviviridae, genere Flavivirus, gruppo Spondweni, isolato per la prima volta nel 1947 da un primate in Uganda, nella Foresta Zika, riserva naturale vicino Entebbe. Trasmesso da numerose zanzare del genere Aedes, negli ambienti equatoriali soprattutto la Aedes aegypti e in quelli temperati la Aedes albopictus (zanzara tigre), è presente nelle regioni tropicali, in grandi popolazioni di zanzare, circola in Africa, nelle Americhe, in Asia meridionale e nel Pacifico occidentale. Per molti anni erano stati rilevati solo casi sporadici nell’uomo, in Africa e in Asia meridionale. Nel 2007, il primo focolaio documentato di malattia da virus Zika è occorso nel Pacifico. Dal 2013, casi e focolai di malattia sono stati segnalati dal Pacifico occidentale, dalle Americhe e dall’Africa.

Negli esseri umani provoca una malattia nota come “zika” o febbre Zika. Il virus è strettamente correlato a quelli che provocano la dengue, la febbre gialla, l’encefalite del Nilo occidentale e l’encefalite giapponese, tutti trasmessi principalmente da punture di insetto e pertanto definiti arbovirus. Data la diffusione ambientale delle zanzare, facilitata da urbanizzazione e globalizzazione, esiste la possibilità che si verifichino, a livello globale, grandi epidemie urbane di malattia da virus Zika. La zanzara Aedes non può volare a più di 400 metri. Ma può inavvertitamente essere trasportata dall’uomo da un luogo ad un altro (ad esempio nei bagagliai delle macchine, con le piante). Se sopravvive al clima della destinazione, potrebbe in teoria essere in grado di riprodursi lì e di introdurre il virus Zika in nuove aree.

Il virus Zika di solito provoca una forma lieve di malattia; i sintomi compaiono un paio di giorni dopo che la puntura di una zanzara infetta. La maggior parte delle persone con malattia da virus Zika presenta febbricola e rash cutaneo, si possono presentare anche congiuntiviti, dolori muscolari e articolari, e astenia. I sintomi di solito scompaiono in 2-7 giorni. Il trattamento è sintomatico e consiste in farmaci per alleviare il dolore e la febbre, il riposo e bere tanta acqua. Se i sintomi peggiorano, consultare un medico. Non esiste un vaccino specifico contro il virus. Per la maggior parte delle persone con diagnosi di malattia da virus Zika, la diagnosi si basa sui sintomi e sull’anamnesi recente (quali punture di zanzara o viaggi in una zona affetta). Un laboratorio può confermare la diagnosi con esami del sangue.

Le autorità sanitarie stanno attualmente indagando sul potenziale legame tra virus Zika nelle donne in gravidanza e microcefalia nei loro bambini. Fino a quando non si saprà di più, le donne in gravidanza o che stanno pianificando una gravidanza dovrebbero fare molta attenzione e proteggersi dalle punture di zanzara.

L’OMS (Organizzazione Mondiale della sanità) sta collaborando con i paesi per:

– definire e dare priorità alla ricerca della malattia da virus Zika coinvolgendo esperti e partner
– rafforzare la sorveglianza del virus Zika e possibili complicanze
– rafforzare la capacità di comunicazione del rischio per aiutare i paesi a raggiungere gli impegni assunti nell’ambito del regolamento sanitario internazionale
– fornire formazione sulla gestione clinica, la diagnosi e il controllo del vettore anche attraverso una serie di WHO Collaborating Centres
– rafforzare la capacità dei laboratori per rilevare il virus
– supportare le autorità sanitarie per implementare le strategie di controllo dei vettori volte a ridurre le popolazioni di zanzare Aedes come la fornitura di larvicidi per il trattamento di siti di acqua stagnante che non possono essere trattati in altro modo, come la pulizia, lo svuotamento, e le coperture
– preparare raccomandazioni per la cura clinica e il follow-up di persone con il virus Zika, in collaborazione con esperti e altri enti sanitari.

Non ci sono restrizione sui viaggi e sugli scambi commerciali anche se si raccomanda di prendere precauzioni contro le zanzare. Queste alcune raccomandazioni contenute nel parere del Comitato di esperti Oms e approvate dal direttore Margaret Chan che ieri ha elevato il virus Zika ad Emergenza internazionale.

“Il Comitato – ha dichiarato Chan – ha consigliato che i recenti casi di microcefalia e altri disturbi neurologici riportati in Brasile, a seguito di un gruppo simile in Polinesia Francese nel 2014, costituisce un “evento straordinario” e una minaccia per la salute pubblica in altre parti del mondo. A loro avviso, è necessaria una risposta internazionale coordinata per ridurre al minimo la minaccia in paesi colpiti e ridurre il rischio di ulteriore diffusione internazionale. I membri del Comitato hanno convenuto che la situazione soddisfa le condizioni per una emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale”. Il direttore Oms afferma poi di aver “accettato questo consiglio” dichiarando l’Emergenza Sanitaria pubblica di rilevanza internazionale.

“È necessaria una risposta internazionale coordinata – sottolinea – per migliorare la sorveglianza, l’individuazione di infezioni, malformazioni congenite e complicanze neurologiche. Occorre intensificare il controllo delle popolazioni di zanzare e accelerare lo sviluppo di test diagnostici e vaccini per proteggere le persone a rischio, soprattutto durante la gravidanza. Il Comitato ha trovato alcuna giustificazione di sanità pubblica per le restrizioni sui viaggi e gli scambi per prevenire la diffusione del virus Zika. E allo stato attuale, le più importanti misure di salvaguardia, riguardano il controllo delle popolazioni di zanzare e la prevenzione dalle punture di zanzare in soggetti a rischio, soprattutto le donne in stato di gravidanza”.

di Umberto Buzzoni

Dieta veloce 5:2 “Cinque giorni si mangia Due si digiuna”

Un nuovo trend creato dal famoso medico inglese Michael Mosley che ha spiegato il paradigma della sua dieta “The 5:2 fast diet” nel libro “The Fast Diet“. Alla base di qeusta dieta c’è il concetto di depurazione del corpo utilizzando un’azione intermittente, ovvero cinque giorni di alimentazione normale e due di dieta a forte restrizione calorica. Angelina Jolie, Ben Affleck, Katy Perry e Beyoncè sono alcuni dei nomi di famosi che hanno adottato la logica del digiuno intermittente per rimettersi in forma.

La promessa di Mosley è quella di non riprendere i chili di troppo e di dimagrire in modo sano senza perdere la massa muscolare “Sappiamo tutti che quando si decide di perdere peso le prime mosse sono quelle di mangiare cibi con basso contenuto di grassi, fare più esercizio fisico e non saltare i pasti. Questo è stato il consiglio dietetico standard dato per decenni alle persone, anche se può funzionare solo per alcuni. Quindi non c’è un’alternativa? Noi pensiamo che ci sia, ed è il digiuno intermittente”.

Si mangia normalmente per cinque giorni a settimana e si fa la dieta gli altri due giorni, “nei quali si riduce l’apporto calorico al 25% rispetto al livello normale. Ciò significa che, ad esempio, un lunedì e un giovedì si mangiano 500 calorie (per la donna) e 600 (per l’uomo). Se si segue questo regime è possibile perdere circa 0,4 chili in una settimana, nel primo caso, e un po’ di più nel secondo. Alcuni studi sul digiuno intermittente mostrano non solo che le persone vedono dei miglioramenti a livello di pressione sanguigna e colesterolo, ma anche per la sensibilità all’insulina. Non c’è niente di più ‘potente’ per il corpo come il digiuno”.

Mosley ricorda spesso di aver perso 10 chili in 9 settimane con il digiuno intermittente. Un calo che potrebbe sembrare un traguardo irraggiungibile per molti alle prese con il sovrappeso e con la bilancia che non mente. Soprattutto quando la ‘The 5:2 fast diet‘ permette di mangiare comunque ciò che si vuole nei giorni in cui non si digiuna parzialmente.

C’è però anche chi punta il dito contro la dieta intermittente. Sono molti i nutrizionisti che non vedono di buon occhio questo regime alimentare che sta prendendo sempre più piede. I medici del National Health Service britannico hanno sottolineato che il digiuno provoca ansia, disidratazione e alitosi. Si possono ottenere gli stessi risultati con una dieta più equilibrata, che prevede di mangiare con moderazione e senza esagerare tutti i giorni.

di Umberto Buzzoni

Rischio trombosi, causa alla Bayer per le pillole anticoncezionali

Lo Studio Legale Calvetti di Treviso, per conto dell’Associazione Salute&Diritto, ha depositato una denuncia alla magistratura di Torino per indagare ed accertare l’operato di Bayer in relazione alle pillole anticoncezionali Yasmin e Yaz e Yasminell poichè per Calvetti sono molte le donne in Italia e all’estero vittime di episodi tromboembolici dopo aver preso le pillole anticoncezionali contenenti il principio attivo Drospirenone.

«Chiediamo – ha spiegato l’avvocato – che la procura indaghi e accerti l’operato di Bayer in relazione alle pillole anticoncezionali Yasmin e Yaz e che risarcisca il danno alle donne coinvolte. Ma chiediamo anche alla federazione europea per la salute che disponga l’immediata sospensione e distribuzione del farmaco». Negli Stati Uniti la Bayer ha già transato 651 cause di donne vittime di episodi tromboembolici, infarti e ictus ed ha reso noto di aver pagato 142 milioni di dollari in rimborsi transattivi, per una media di circa 218.000 dollari a causa.

In Europa l’European Medicines Agency ha confermato che comportano un aumento del rischio e ha rigettato la richiesta di Bayer di cambiare il marketing di questi prodotti in trattamento dell’acne moderato tra le donne perché i rischi di tromboembolia venosa sarebbero stati maggiori dei benefici.

di Umberto Buzzoni

Pillola dei 5 giorni dopo anche in Italia in farmacia senza ricetta

Pubblicata sulla Gazzetta Ufficale la decisione dell’Aifa che ha adottato le linee dell’Agenzia europea del farmaco. Solo le minorenni dovranno presentare la richiesta del medico e comunque l’anticoncezionale non sarà disponibile tra i prodotti da banco e nelle parafarmacie. Scompare l’obbligo del test di gravidanza.
Le farmacie italiane devono consegnare la ‘pillola dei 5 giorni dopo’ alle pazienti maggiorenni quando la richiedono, anche se queste non hanno la ricetta del medico. La determina Aifa che ha recepito la nuova disposizione di Ema, l’autorità del farmaco europea, è stata pubblicata l’8 maggio scorso sulla Gazzetta Ufficiale. A questo punto il regime di uno dei medicinali cu sui di recente si sono scatenate varie polemiche è cambiato. Solo le minorenni dovranno avere la richiesta del dottore, da rinnovare ogni volta. Inoltre cade l’obbligo di fare il test di gravidanza prima di prendere il medicinale. Anche su questo è stata l’Ema a intervenire, mentre l’Italia era tra i pochi paesi a richiedere quell’esame, come a suo tempo richiesto dal Consiglio superiore di sanità.

La EllaOne, questo il nome commerciale del farmaco, si può prendere senza ricetta, ma non è un farmaco da banco. Non è a libero servizio, di quelli, per capirsi, che si possono prendere da soli dagli scaffali delle farmacie o delle parafarmacie. Va sempre richiesta al farmacista. E il fatto che ci sia un doppio regime a seconda dell’età della donna, oltre a rendere la pillola dei 5 giorni dopo unica nel suo genere dal punto di vista della somministrazione, dovrebbe rendere impossibile la vendita all’interno delle parafarmacie, dove i medicinali venduti sono tutti senza prescrizione.

Praticamente da sabato scorso le donne possono richiedere EllaOne in farmacia. Il medicinale è un anticoncezionale, funziona solo se non è avvenuta la fecondazione e fino a cinque giorni dopo il rapporto sessuale. In Italia, dopo la decisione Ema di togliere la ricetta su richiesta dell’azienda produttrice, è partito un dibattito. L’Aifa ha fatto intervenire il ministero che a sua volta ha coinvolto il Consiglio superiore di sanità. Questo organismo tecnico scientifico ha votato per mantenere la ricetta in Italia. L’unico membro che si è opposto a questa ipotesi è stato il farmacologo milanese Silvio Garattini. Ma la commissione tecnico scientifica dell’ente regolatorio, cioè l’Aifa, non poteva prendere una decisione diversa da quella di Ema. Per questo ha comunque deciso di togliere la ricetta, almeno per le maggiorenni.

In Italia prescrizione medica obbligatoria per la pillola dei 5 giorni dopo

di Umberto Buzzoni

Il 12 gennaio la Commissione Europea ha autorizzato l’acquisto in farmacia senza prescrizione medica per il contraccettivo d’emergenza ellaOne (principio attivo Ulipristal acetato), conosciuta come la pillola dei 5 giorni dopo, dopo il parere positivo rilasciato a novembre dal Comitato per i prodotti medicinali umani (Chmp) dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema). Secondo il Comitato, ellaOne funziona meglio se assunto nelle prime 24 ore e può essere usata in sicurezza senza prescrizione medica permettendo così di “velocizzare l’accesso delle donne a questo medicinale, e aumentarne di conseguenza l’efficacia”. ellaOne non è un farmaco abortivo ma un contraccettivo di emergenza che agisce ritardando l’ovulazione.

Questa autorizzazione europea sarebbe applicabile a tutti gli stati membri ovviamente in accordo alle procedure nazionali, ma in Italia il Consiglio superiore di Sanità, a seguito del parere richiesto dal Ministro Lorenzin, ha mantenuto l’obbligo della prescrizione e per quanto riguarda il test di gravidanza sarà richiesto solo se l’anamnesi della paziente induce un sospetto di gravidanza in corso. Nel comunicato diffuso dal ministero della Salute si legge che “In attesa dei dettagli del dispositivo, la decisione è che il farmaco EllaOne debba essere venduto in regime di prescrizione medica indipendentemente dall’età della richiedente. Ciò soprattutto per evitare gravi effetti collaterali nel caso di assunzioni ripetute in assenza di controllo medico”.

In Italia ogni due giorni viene uccisa una donna. 179 Femminicidi nel 2013

di Umberto Buzzoni

Nel 2013 si è registrata la più alta percentuale di donne vittime di omicidio mai registrata in Italia. A rilevarlo è l’Eures nel secondo rapporto sul femminicidio in Italia che riporta dati statistici preoccupanti come un aumento del 14% rispetto al 2012.

In aumento gli omicidi nel contesto familiare che si attesta ad una percentuale del 68,2% sul totale dei femminicidi ma si assiste ad un incremento anche nell’ambito dell’amicizia, del lavoro, dei rapporti di vicinato e delle vittime della criminalità.

Nel rapporto inoltre si evidenzia un’inversione di tendenza dal punto di vista territoriale infatti, mentre per dieci anni quasi la metà dei femminicidi avveniva al Nord, nel 2013 vi è stata una crescita del 27,1% del tasso di femminicidi avvenuti al Sud che è divenuta l’area a più alto rischio.

Nei dati di questo rapporto emerge che 81 donne, il 66,4% delle vittime in ambito familiare, sono morte per mano del coniuge o ex partner, 23 matricidi, 51 donne sono morte per percosse, strangolamento o soffocamento e 49 sono state uccise con armi da fuoco.