Cozze e tonno affumicato: ritirati lotti di alimenti contaminati dal Ministero della Salute.

Il Ministero della Salute ha emesso in questi giorni diversi comunicati in merito alla sicurezza alimentare. E’ stato previsto il ritiro dal mercato di alcuni lotti di prodotti ittici contaminati. Sono a rischio le cozze ed i tranci di tonno affumicati. Gli avvisi, rivolti agli operatori del settore, mirano a diffondere una corretta informazione tra i clienti invitati a non consumare tali prodotti. Il primo richiamo è stato effettuato in data 18 settembre: il provvedimento riguardava le confezioni da due chili di tonno affumicato in tranci a marchio Top Quality.

Il lotto interessato è il numero Z1909253 con scadenza 29/09/2019 ed il richiamo è stato emesso per un caso sospetto di sindrome sgombroide un’ intossicazione simile ad un’allergia causata da una elevata presenza di istamina. Il secondo richiamo riguarda, invece, le cozze Muscolo Spezzino del marchio Cooperativa Miticoltori Spezzini: in questo caso il lotto interessato è il numero 09-09-19 FL ed il richiamo è dovuto alla presenza di salmonella. Un ulteriore richiamo, pubblicato in data 20 settembre, riguarda invece un’altra confezione di cozze, Mitili e Tris di Mare, a marchio Mareinsieme M.Gi.B:  i lotti interessati sono i numeri: 59433, 59443, 59459, 59456, 59510. Il motivo del ritiro è dovuto alla presenza di biotossine algali (DSP). Per ulteriori dettagli ed informazioni si invitano i consumatori a cliccare il sito web del Ministero della Salute.

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Buzzoni Umberto

Chewing gum ed effetti collaterali.

Le gomme da masticare sono molto diffuse tra chi le usa per profumare l’alito, chi le mastica per gestire lo stress o ingannare il tempo. Spesso aiutano la digestione, risolvono problemi di nausea durante i viaggi, specialmente in auto, e c’è chi dice che aumentino la soglia dell’attenzione. Pochi però sanno che le gomme contenenti zucchero aumentano il rischio di carie dentali mentre invece, quelle senza zucchero potrebbero rappresentare un pericolo per il nostro organismo. Il consumo eccessivo di tali prodotti può infatti causare effetti lassativi poiché i sostituti dello zucchero richiamano acqua nell’intestino.

Pensiamo inoltre agli ingredienti che compongono i chewing gum: la gomma base è presente in una quantità che varia tra il 20 e il 40% e, nella lista si possono trovare anche ingredienti sintetici per rendere la gomma più morbida ed elastica. Stiamo parlando di petrolio, lanolina, glicerina, polietilene, acetato di polivinile, lattice, acido stearico e paraffina, sostanze che con l’alimentazione sono in conflitto. Un esempio? Il polivinilacetato è utilizzato per la fare la colla oppure per rendere i tessuti più lucidi. Tuteliamo la nostra salute: problemi cardiovascolari, carie, dolori addominali, diarrea e reazioni allergiche possono insorgere a causa di altri dolcificanti naturali come il maltitolo, il mannitolo o il sorbitolo. L’alternativa può essere il chewing gum bio: in commercio esistono tali gomme composte da ingredienti più naturali e meno raffinati.

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Buzzoni Umberto

 

Nuovo packaging per il coperchio dello yogurt.

Quanti di noi dopo aver aperto il vasetto di yogurt leccano l’etichetta? A breve questa abitudine si perderà grazie ad un’ invenzione tedesca. Si tratta di una nuova linguetta idrorepellente che impedisce al prodotto di attaccarsi. Stop ad inutili sprechi grazie alla rivoluzionaria tecnologia “Toya Lotus” che trae origine dall’osservazione della natura idrorepellente delle foglie di loto.

Il nuovo packaging dei tradizionali vasetti utilizzerà in futuro microscopici rilievi che impediranno allo yogurt di fare presa sul tradizionale alluminio. L’effetto finale? Apriremo lo yogurt vedendo la linguetta pulita poiché il contenuto scivolerà come fosse acqua su un materiale impermeabile. Niente più dilemma fra lingua, cucchiaino o spazzatura ma soprattutto stop agli sprechi. L’idea è nata da un’azienda tedesca la “Toyo Aluminium” e si è aggiudicata l’argento nei “Du Pont Awards” del 2013. Le prime confezioni di questo yogurt “zero sprechi” sono state commercializzate in Giappone, grazie all’accordo con un’industria casearia locale, ed in Bulgaria. Chissà se i nuovi vasetti approderanno presto anche in Italia!

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Alimentazione bio: dubbi su nuovo regolamento.

La nuova normativa europea che disciplina il campo dell’agricoltura biologica genera alcuni dubbi che non soddisfano le richieste dei consumatori in merito alle garanzie dei prodotti. Il nuovo regolamento entrerà in vigore nel 2021: non ci sono vere e proprie novità bensì semplici conferme delle regole preesistenti in materia. A testimonianza di quanto appena detto i punti salienti escludono ad esempio l’applicazione delle normative per il settore della ristorazione collettiva su cui non ci sono obblighi di etichettatura né controlli particolari in caso di somministrazione di cibi bio. Altra particolarità riguarda le aziende agricole miste, addette cioè alla produzione di prodotti sia bio che tradizionali: mancano leggi ad hoc, sintomo di criticità all’interno della normativa. La domanda, in merito alle aziende agricole miste, sorge spontanea: perché un consumatore dovrebbe pagare un prezzo maggiore per un prodotto bio senza garanzie specifiche sulla sua certificazione?

La normativa è debole anche sul tema dei controlli. Le visite alle aziende sono state ridotte e per la maggior parte dei casi si tratta di appuntamenti programmati. Un regolamento costruttivo dovrebbe  migliorare le caratteristiche di un settore in forte espansione con regole finalizzate a garantire maggiori trasparenze in fatto di etichettatura. Non solo per dare garanzie più rilevanti al consumatore ma anche per  giustificare il prezzo maggiore applicato ai prodotti bio, frutto di una filiera produttiva  diversa.

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Miele: occhio alle possibili contraffazioni.

I dati di una ricerca americana sostengono che circa il 75% del miele in commercio nei supermercati non è vero miele. Emerge una verità sconcertante: il miele prodotto su larga scala è spesso privo di reale polline poiché viene artificialmente lavorato in Cina. In questi casi il miele artificiale è privo dei propri nutrienti naturali che, filtrati e riscaldati ad altissime temperature rendono il prodotto addirittura “annacquato”.

Un’altra della tecniche più recenti utilizzate per la contraffazione del miele è inserire nel contenitore una miscela di sciroppo a base di riso, polline ed aromi. Cina e Bulgaria sono i paesi dove maggiormente si concentrano le contraffazioni anche se quest’ultima  a base di sciroppo di riso è molto difficile da smascherare poiché gli zuccheri utilizzati sono simili a quelli naturali del miele.

Il vero miele è una risorsa preziosa: quando lo acquistate diffidate di un prodotto venduto a pochi euro, probabilmente non contiene polline ed è pieno di sostanze aromatizzanti. State attenti anche alla provenienza del prodotto e diffidate da etichetta generiche indicanti provenienza “da Spagna” o “dall’Unione Europea”. In tali casi le indicazioni troppo generiche sono il segno tangibile che la triangolazione sta avendo successo: si tratta della classica operazione attraverso la quale un miele extracomunitario entra illegalmente in un paese membro e diventa comunitario.

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Buzzoni Umberto

Alimentazione: consigli per i cibi contenuti nel reparto freezer.

Il reparto del freezer è pieno di prodotti congelati quindi decidiamo di scongelare un paio di bistecche. Capita però un imprevisto che ci costringe a mangiare fuori: in quel caso cosa succede se congelo un prodotto scongelato? Quando un prodotto viene scongelato l’attività dei batteri riprende in modo molto rapido soprattutto se il processo avviene a temperatura ambiente.

Mantenere la catena del freddo riduce questo rischio basta semplicemente porre il prodotto in frigorifero e, una volta scongelato, cuocerlo direttamente. Pertanto si consiglia di non ricongelare un prodotto scongelato poiché il numero dei batteri sull’alimento aumenta a dismisura e in più il cibo stesso perde gran parte dei suoi apporti nutrizionali.

Un altro consiglio è quello di non riempire troppo i vani del freezer perché l’aria fredda ha bisogno di circolare  intorno agli alimenti in maniera omogenea. Se gli spazi sono ridotti al minimo il congelamento è disomogeneo e, di conseguenza anche la conservazione non è uniforme. Un’altra buona pratica per conservare i prodotti congelati è quella di etichettarli. Spesso si pensa erroneamente che i cibi nel congelatore non abbiano una data di scadenza: in realtà non è così pertanto inserire un’apposita etichetta ci aiuterà a ricordare i tempi di scadenza dell’alimento stesso. Ricordiamo a tal proposito che di norma è bene consumare il cibo congelato entro un paio di mesi se non altro per mantenere intatti i valori nutrizionali degli alimenti stessi.

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Gluten Free Museum, la grande arte senza glutine!

Il Museo del Gluten Free è un’iniziativa simpatica che mette a nudo le opere artistiche i film e gli spot, moderni e non, privandoli di tutti gli alimenti che contengono il glutine. La sigla “gluten free” si riferisce ai cibi che non contengono tracce del complesso proteico del glutine normalmente presente nel frumento, il farro, l’orzo e altri cereali. Una dieta gluten-free è quindi obbligatoria per chi soffre di celiachia, malattia autoimmune dell’intestino che in Italia colpisce un individuo su cento. Provate quindi ad immaginare come sarebbe la scena del cartone animato “Lilli e il vagabondo” senza gli spaghetti al pomodoro:  con la scomparsa del cibo va via anche tutto il romanticismo di una cenetta per due. E da qui tanti spunti divertenti ed ironici da Caravaggio a Vermeer fino ad arrivare a Quentin Tarantino: i foto-ritocchi creativi e ironici del progetto “Gluten Free Museum” sono uno spunto di riflessione sulla scomparsa del glutine dalle nostre tavole e, soprattutto, dalla nostra cultura. Niente più pagnotta sul tavolo della famosa “Cena in Emmaus” di Caravaggio conservata alla National Gallery di Londra.

Dalla celebre tela “La Lattaia” di Jan Vermeer, opera del 1658-60, scompare il pane appoggiato sul tavolo e contenuto nel cestino di vimini. Niente più spighe di grano nei ritratti di Giuseppe Arcimboldo). Nel caso di “Harvesters”, opera del 1905 di Anna Ancher, il glutine viene rimosso all’origine: al posto del campo di grano c’è una distesa di erba verde. Anche l’arte contemporanea non resiste al movimento gluten-free: via il pan di spagna, resta solo la glassa sulla “Cake” di Jeff Koons. Nella versione gluten free, scompaiono i due pezzi di pane presenti nel celebre ritratto “Le pains de Picasso” realizzato da Robert Doisneau. Il Gluten Free Museum mescola arte alta con cultura pop: ecco Clancy Winchester, poliziotto della serie I Simpson, senza più donuts in mano. Come sa bene chi è celiaco, la birra è una fonte di glutine. Ecco quindi scomparire la pinta da questa pubblicità vintage della Guinness. Il sandwich viene rimosso anche dalla mano di Jules Winnfield, noto personaggio di Pulp Fiction di Quentin Tarantino, interpretato d Samuel Lee Jackson.

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