Se un soggetto muore, chi paga il suo avvocato?

Se un soggetto muore durante lo svolgersi di una causa chi pagherà il suo avvocato? Il debito, secondo le leggi in vigore (Cass. sent. n. 21942/13), ricade sugli eredi ma, può andare in loro aiuto il beneficio d’inventario. L’opzione prevede che i parenti, una volta ricevuta l’eredità del defunto, risponderanno dei debiti in sospeso, compreso quello verso il legale, solo nei limiti dell’attivo ereditato. Questa scelta, però, non impedisce che gli eredi siano chiamati in giudizio dall’ avvocato per essere condannati al pagamento del suo onorario. Essi allora dovranno difendersi evidenziando al giudice la limitazione di responsabilità dovuta al beneficio d’inventario, pena l’impossibilità di utilizzare quest’argomento di difesa in un successivo giudizio di esecuzione intentato dal creditore.

In caso contrario, se non è ancora stato stabilito il compenso dovuto al legale, egli non potrà chiedere subito la condanna degli eredi ma dovrà procedere ad una causa per accertare l’esistenza del credito da saldare. In tale processo, secondo la Cassazione, gli eredi non possono difendersi sostenendo di aver accettato l’eredità con beneficio d’inventario poiché, la limitazione di responsabilità verso i creditori del defunto, non si riflettono sulla specifica pronuncia del Tribunale sull’ ammontare del credito, ma potranno comunque essere fatti valere in un secondo momento, quando l’avvocato chiederà la condanna degli eredi per il debito lasciato dal defunto.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Conferenza di venerdì 18 marzo 2016 “La Professione Tecnica oggi in Italia, confronti con altri paesi d’Europa”

La FEDERAZIONE TECNICI, riservata ad Architetti, Ingegneri, Geologi e Geometri liberi professionisti, organizza in Avezzano una conferenza presso il Municipio, per discutere della professione Tecnica. Lo scopo dell’incontro è di svolgere un lavoro analitico, di sviluppo e propositivo nella normativa delle professioni tecniche, per giungere a un pacchetto di proposte concrete, poi sottoscritte a livello nazionale, da consegnare ai colleghi presenti in Parlamento.

Desideriamo migliorare la situazione attuale, con l’obiettivo di giungere a un sistema normativo che riconosca più diritti, più tutele e più dignità ai liberi professionisti Tecnici. Come abitudine, nei nostri dibattiti figura sempre un invitato appartenente a un’altra categoria professionale. Ospite in questo incontro sarà l’avv. Leonardo Casciere, il quale ci illustrerà le problematiche professionali, comuni alle nostre, vissute quotidianamente dai legali italiani.

Ordine del giorno:
• Relazione dell’arch. Raffaello Di Domenico: “La professione tecnica in Italia e nel resto d’Europa”
• Intervento dell’arch. Massimo Germani
• Intervento dell’ing. Belisario Fantini
• Intervento dell’avv. Leonardo Casciere: “La professione legale oggi in italia e la Cassa Forense”
• Interventi vari

L’incontro avrà luogo VENERDI 18 MARZO dalle ore 16,30 alle 19,00, presso la sala conferenze del Municipio di Avezzano, in piazza della Repubblica. Gli Architetti, Ingegneri, Geometri e Geologi del territorio sono invitati a partecipare.

Arch. Raffaello Di Domenico
Coordinatore FEDERAZIONE TECNICI

Gruppo Facebook Federazione Tecnici

L’incontro di Azione Tecnici per il ripristino del tariffario professionale e la tutela della professione tecnica

Venerdì 5 febbraio si è svolto presso il Municipio di Avezzano l’incontro di AZIONE TECNICI sullo stato attuale in cui versa la professione tecnica, per discuterne tra colleghi e fare proposte e lanciare idee per un rilancio del settore nel nostro Paese. Il dibattito è stato intenso, anche se l’affluenza è stata di un numero limitato di partecipanti.

Verso le 17:00 sono state illustrate le motivazioni che hanno spinto il sottoscritto a creare il gruppo facebook di AZIONE TECNICI che conta oltre mille membri, con conseguente uscita dal mondo virtuale, per un incontro reale tra professionisti.

Gruppo Facebook AZIONE TECNICI
Per il ripristino del tariffario professionale e tutela della professione tecnica.
Architetti · Ingegneri · Geologo · Sindacato · Geometra

I punti trattati sono stati i seguenti:
– il POS, uno strumento superato di pagamento, è sufficiente un account Paypal per essere pagati dal cliente con carta di credito
– Dieci anni senza il minimo tariffario, proposte per il ripristino del Tariffario
– Rapporti tra progettista e committente, quali modifiche da proporre per la Deontologia
– Consegna del lavoro tecnico al committente anche se non onora la parcella, idee per una revisione delle norme vigenti
Attestato di Prestazione Energetica online, attendibilità del documento e considerazioni obiettive in merito
– Per un pacchetto di proposte per il restyling delle professioni tecniche, si è proposto nel prossimo incontro di fare un confronto, illustrando come nei paesi europei le figure dei professionisti tecnici operano e i tariffari che li riguardano.

Dalla platea alcuni colleghi hanno chiesto di svolgere un incontro di AZIONE TECNICI ogni mese in Municipio, pertanto il prossimo incontro avverrà nella metà di marzo 2016.

Raffaello Di Domenico

Cosa cambieresti? Change.org il portale di petizioni online

di Umberto Buzzoni

“Change.org è la più grande piattaforma di petizioni al mondo che incoraggia le persone, dovunque si trovino, a realizzare il cambiamento che loro vogliono vedere.” come spiegano nella versione italiana del portale https://www.change.org/it.

Questo portale on-line gratuito di campagne sociali è stato fondato nel 2007 negli Stati Uniti e dal luglio del 2012 è stato lanciato anche in Italia. La piattaforma trova la sua fonte di finanziamento nella pubblicità sotto forma di petizioni sponsorizzate della stessa logica dei video sponsorizzati di YouTube.

Nel sito dichiarano “Ci sono oltre 70 milioni di utenti in 196 Paesi (2.3 milioni solo in Italia) che ogni giorno usano Change.org per trasformare le proprie comunità a livello locale, nazionale e globale. Che si tratti di una madre che combatte contro il bullismo nella scuola di sua figlia, di clienti che fanno pressione sulle banche per eliminare una tassa ingiusta o di cittadini che denunciano funzionari corrotti, migliaia di campagne lanciate da persone come te sono state vinte grazie ai nostri strumenti. E molte altre vengono vinte ogni settimana. Stiamo vivendo un momento eccezionale, in cui la possibilità di fare la differenza è più grande che mai. Se prima unire le persone dietro una causa richiedeva fatica, soldi, tempo e infrastrutture complesse, oggi la tecnologia ci ha reso più connessi.”

Una petizione non è altro che un documento che viene sottoscritto da tante persone e che è indirizzato ad uno specifico ente pubblico o privato. Non avendo valore legale, per raccogliere le firme non è necessario presentare un documento d’identità quindi si può sottoscrivere anche on-line. Il vero valore delle petizioni è in realtà rappresentato dal numero di persone che le sottoscrivono dato che una singola voce spesso viene ignorata ma il volere di migliaia di persone viene preso in considerazione anche dalle grandi imprese.

Una petizione italiana presentata da Stefano Corradino, che chiedeva l’espulsione dell’europarlamentare Mario Borghezio dal Parlamento europeo, a seguito delle offese razziali nei confronti del Ministro Kyenge, dopo aver raggiunto le 130 mila firme, è stata consegnata al Presidente del Parlamento Europeo Martin Shulz e quello stesso giorno Borghezio è stato espulso dal gruppo parlamentare Egf di cui faceva parte.

Grazie al lavoro fatto dai fondatori Ben Rattray, Darren Haas e Adam Cheyer, tutti noi possiamo creare una petizione o sottoscrivere una già esistente e mobilitare in poco tempo centinaia di persone localmente o centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo, rendendo governi e associazioni più reattivi e responsabili.

Alcune Vittorie

>>Licenziata per il cancro; chiedo di tornare a lavorare
Questa petizione ha creato un cambiamento con 80.320 sostenitori!
https://www.change.org/p/licenziata-per-il-cancro-chiedo-di-tornare-a-lavorare

>>No alla depenalizzazione dei reati contro gli animali
Questa petizione ha creato un cambiamento con 73.332 sostenitori!
https://www.change.org/p/no-alla-depenalizzazione-dei-reati-contro-gli-animali

Alcuni esempi di Petizioni sottoscrivibili

>>Controlli psichiatrici regolari per i piloti
Mancano ancora 603 firme per raggiungere 15.000
https://www.change.org/p/controlli-psichiatrici-regolari-per-i-piloti

>>Introduzione del reato di omicidio stradale
Mancano ancora 40.042 firme per raggiungere 200.000
https://www.change.org/p/all-assassino-di-mia-figlia-stella-non-deve-esser-concesso-il-patteggiamento

I Giovani che saranno i Poveri del futuro: il 65% in pensione a meno di mille euro

di Umberto Buzzoni

Il Censis, insieme alla Fondazione Generali, ha avviato una ricerca sul Welfare di domani e le stime sono allarmanti. Il 65% dei giovani occupati dipendenti con età compresa tra i 25 e i 34 anni di oggi potrà contare su una pensione sotto i mille euro anche considerando gli avanzamenti di carriera medi e l’abbassamento dei tassi di sostituzione.

Questa previsione pero’ riguarda i più fortunati cioè i 3,4 milioni di giovani che hanno un contratto standard restano poi gli 890.000 giovani (tra i 25 e 34 anni) autonomi o con contratti di collaborazione e i quasi 2,3 milioni di Neet (non studiano e non lavorano). I giovani precari di oggi rischiano di diventare gli anziani poveri di domani soprattutto se si pensa che i giovani tra 18 e 34 anni, definiti millenials, vedono la loro posizione lavorativa e retributiva cozzare completamente con il nuovo sistema pensionistico contributivo.

Nel sondaggio si legge che “Il 53% di loro pensa che la loro pensione arriverà al massimo al 50% del reddito da lavoro” ed in pratica la loro pensione dipenderà dalla capacità che avranno di versare contributi presto e con continuità. Come dichiara il Censis “Ma il 61% dei millennials ha avuto finora una contribuzione pensionistica intermittente, perché sono rimasti spesso senza lavoro o perché hanno lavorato in nero. Per avere pensioni migliori, l’unica soluzione è lavorare fino ad età avanzata, allo sfinimento. Ma il mercato del lavoro lo consentirà? Intanto l’occupazione dei giovani è crollata. Siamo passati dal 69,8% di giovani di 25-34 anni occupati nel 2004, pari a 6 milioni, al 59,1% nel 2014 (primi tre trimestri), pari a 4,2 milioni. In dieci anni, ci sono stati 1,8 milioni di occupati in meno tra i giovani, con un crollo di 10,7 punti percentuali. Una perdita di occupazione giovanile che, tradotta in costo sociale, è stata pari a 120 miliardi di euro, cioè un valore pari al Pil di tre Paesi europei come Lussemburgo, Croazia e Lituania mesi insieme”.

Da questa ricerca emerge che i giovanni non hanno paura di invecchiare ma di perdere l’autonomia: il 43% degli italiani giovani e adulti teme l’insorgere di malattie e il 41% la non autosufficienza. La crisi ha già comportato delle conseguenze in questo senso con 120.000 persone non autosufficienti che hanno dovuto rinunciare alla badante e 2,5 milioni di persone che vivono in abitazioni non adeguate alle loro condizioni di ridotta mobilità e che avrebbero bisogno di interventi per essere trasformate.

Province Italiane: a Trento il più elevato livello di qualità della vita

di Umberto Buzzoni

L’Edizione del 2014 della ricerca “Qualità della vita” di Italia Oggi ha rivelato che oltre la metà degli italiani vive in province caratterizzate da una qualità della vita scarsa o insufficiente. Nei centri di medie dimensioni del Nord si vive meglio mentre il Sud si conferma tristemente indietro nella classifica: delle 55 province in cui la qualità della vita è risultata scarsa o insufficiente, 6 appartengono al nord-ovest, 1 è del nord-est, 8 si trovano nell’Italia centrale e le altre 40 tra Mezzogiorno e Isole.

La crisi economica, con le sue ricadute sull’occupazione e sui fondi a disposizione delle amministrazioni locali per i servizi, si rileva dall’indagine, “si fa sentire pesantemente”, tanto che la quota di popolazione residente nelle province caratterizzate da una qualità della vita scarsa o insufficiente arriva al 52,6% del totale, vale a dire 31,7 milioni di italiani mentre lo scorso anno il dato si era attestato al 48,4%.

Trento è la provincia che ha registrato i più elevati livelli di qualità della vita nel 2014. Un dato che conferma il primato conquistato nel 2010 e mai lasciato in questi 5 anni. Segue la vicina Bolzano (e anche in questo caso si tratta di una conferma), con Mantova a chiudere il podio grazie a un balzo in avanti di 14 posizioni rispetto al 2013. Quindi è la volta di Treviso, Pordenone, Reggio Emilia, Vicenza, Parma e Verona, un filotto di province del nordest che dimostra come questa sia l’area della Penisola in cui si vive meglio.

Lavoro: il lungo cammino verso la parità di genere (e retribuzione)

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Il traguardo verso il superamento delle disuguaglianze lavorative tra uomo e donna potrebbe essere dislocato al 2095, con ripercussioni non solo sulla giustizia sociale, ma anche sulla crescita economica.

Questi gli esiti ancora poco rassicuranti del Gender Gap 2014, il rapporto del World Economic Forum, – di cui è fondatore e presidente Klaus Schwab – , per la rilevazione dell’indice di disparità di genere nella partecipazione alla forza lavoro, nella remunerazione a parità di carriera, nella presenza nella classe dirigente e nella rappresentanza legislativa.

Sui 142 Paesi in esame, hanno superato per oltre l’80% le differenze lavorative solo 14 Stati, tra i quali la Norvegia, gli USA, la Danimarca, l’Islanda, il Burundi, il Malawi, la Moldavia; mentre si è classificata 114a l’Italia, con solo il 57% della disparità recuperata ed una posizione in caduta dalle precedenti rilevazioni del 2013, quando era 97a su 136 nazioni.

E, del resto, le statistiche nazionali confermano la contenuta partecipazione delle connazionali alla vita economica ed al mercato del lavoro, tanto per la contrazione occupazionale quanto per l’incrementabile sostegno alla maternità, che, – in assenza di strutture fuori dall’assistenza familiare – , induce all’abbandono lavorativo.

Il recente rapporto di Bankitalia, infatti, ha rilevato che una madre su cinque, – tanto più sotto i 24 anni e con bassa istruzione – , lascia il proprio impiego ad un anno e mezzo dalla nascita dei figli e che il tasso di occupazione femminile è inversamente proporzionale al numero dei bambini.

Tuttavia segnali positivi provengono dalla politica, designata ad interpretare in norme le istanze della società e recentemente aperta alla maggiore inclusione femminile, come ne attesta l’aumento in Parlamento ed al Governo, con guadagno di posizioni dalla 44a del 2013 alla 37a del 2014 e con l’auspicio, dichiarato dal Presidente Schwab, di adeguate risposte da donne a donne.

4 novembre 2014

Petula Brafa