Regione Abruzzo, nasce tavolo sull’artigianato

lolli cisl-cgil-uilIeri pomeriggio, al termine dell’incontro tra il vicepresidente Giovanni Lolli e i rappresentanti di Cna, Confartigianato, Casartigiani, Claai, Cgil, Cisl, Uil è stato deciso di costituire un tavolo permanente sull’artigianato con lo scopo di far fronte alle varie problematiche del settore lavorativo.
Lolli ha definito L’incontro “proficuo e positivo, in grado di avviare in futuro un confronto costruttivo con gli attori principali dell’artigianato regionale”.
Il vicepresidente si è impegnato a predisporre un provvedimento che consentirà di destinare a patrimonio dei Confidi le risorse già assegnate con i fondi FESR della programmazione 2007/2013. Per i nuovi fondi la procedura di assegnazione, ha promesso Lolli, che sarà più “veloce”.
Inoltre ribadisce Lolli che sono state individuate ulteriori risorse per finanziare altri capitoli della legge regionale 23/09 sull’Artigianato, in grado di attivare misure specifiche quali aiuti allo Start-up e Trasmissione di impresa. La prima riunione del tavolo permanente sarà il 27 gennaio per discutere sulle alle questioni del credito.

Il giuramento di Sergio Mattarella Nuovo presidente della Repubblica

di Umberto Buzzoni

Sergio Mattarella, l’ex giudice della Corte Costituzionale eletto sabato mattina dodicesimo presidente della Repubblica, dopo il giuramento di rito al suo settennato di capo dello Stato ha iniziato il discorso di insediamento nell’Aula di Montecitorio con un saluto deferente ai predecessori, Giorgio Napolitano e Carlo Azeglio Ciampi e subito dopo ha parlato della crisi economica «che ha aperto nuove ferite, creato nuove povertà». Il discorso prosegue con un saluto per gli italiani all’estero ed «un pensiero di amicizia» per le comunità straniere residenti in Italia.

Davanti al consesso plenario dei parlamentari, che ha interrotto ben 42 volte il discorso con applausi, dichiara di voler essere «un arbitro imparziale» ed ha aggiunto «Ma i giocatori mi aiutino». Altri argomenti sensibili affrontati sono la mafia e la corruzione “La corruzione ha raggiunto livello inaccettabile divora risorse che potrebbero essere destinate ai cittadini, impedisce la corretta esplicazione delle regole del mercato, favorisce le consorterie e penalizza gli onesti ed i capaci” ed ancora “E’ allarmante la diffusione delle mafie, antiche e nuove, un cancro pervasivo che distrugge speranze, impone gioghi e sopraffazioni, calpesta diritti. Garantire la Costituzione significa assicurare la legalità con la lotta alla mafia”. Infine il riferimento ai “molti eroi” della lotta alla mafia “Penso a Giovanni Falcone e a Paolo Borsellino“.

Nel discorso non manca un richiamo alle sfide che deve affrontare la politica e dichiara che “Garantire la Costituzione significa garantire il diritto allo studio dei nostri ragazzi in una scuola moderna in ambienti sicuri, garantire il loro diritto al futuro. Significa riconoscere e rendere effettivo il diritto al lavoro. Significa promuovere la cultura diffusa e la ricerca di eccellenza, anche utilizzando le nuove tecnologie e superando il divario digitale. Significa amare i nostri tesori ambientali e artistici. Significa ripudiare la guerra e promuovere la pace”.

L’Italia, ha poi sottolineato, sia «un popolo che vogliamo sempre più libero, sicuro e solidale. Un popolo che si senta davvero comunità e che cammini con una nuova speranza verso un futuro di serenità e di pace». «Viva la Repubblica, viva l’Italia», ha concluso. Il discorso è stato il momento più importante del cerimoniale di insediamento, proseguito poi all’Altare della Patria e al Quirinale.

“La Buona Scuola”, ultimissimi giorni per la consultazione on line

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C’è ancora tempo fino a sabato 15 per partecipare alla consultazione pubblica su https://labuonascuola.gov.it, l’iniziativa promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero per l’Istruzione ed inaugurata lo scorso 15 ottobre, al fine di avviare un importante programma di riforme nel mondo della scuola.

Il progetto prende il nome da “La Buona Scuola”, il rapporto on line contenente una serie di proposte per ogni ordine e grado di istruzione scolastica, articolate in capitoli programmatici e volte ad affrontare le principali questioni pendenti nell’ambito dell’organizzazione dell’insegnamento, delle relative premesse e finalità, nonché del ruolo di ciascuno dei soggetti coinvolti.

Attraverso la registrazione e la consultazione del materiale sottoposto, – il questionario telematico, l’esame dei risultati dei dibattiti sul territorio ed il confronto nei forum per sezione – , sarà possibile partecipare con osservazioni e suggerimenti alle proposte in corso, in materia di assunzioni e superamento del precariato docente, percorsi di formazione e carriera, autonomia e abbattimento della burocrazia, revisione ed attualizzazione dei programmi di studio, agevolazione del rapporto tra scuola e lavoro, risorse pubbliche ed apertura ad investimenti privati.

All’esito della consultazione, i risultati raccolti saranno esaminati e contribuiranno all’elaborazione di un disegno di legge, poi sottoposto all’esame del Parlamento, mentre le Linee Guida predisposte dal Governo, integrate con le proposte di tutto il mondo della scuola, nel gennaio 2015 saranno concretizzate in decreto legge, con entrata in vigore comunque successiva all’anno scolastico 2015/2016.

Al 7 novembre, il sistema ha registrato ben 900.00 accessi, 100.000 partecipanti on line, 1200 dibattiti, 2500 proposte, 6000 commenti ed oltre 33.000 voti nelle stanze pubbliche della sezione “Costruiamo insieme la buona scuola”.

Parallelamente al cantiere digitale, “La Buona Scuola” ha attivato anche un tour nazionale attraverso eventi lungo l’intera penisola organizzati nel calendario disponibile al’indirizzo https://labuonascuola.gov.it/area/m/32/?_gmln_m=m4111 ed aperti alla partecipazione di Regioni, uffici scolastici, associazioni, fondazioni e privati.

Fonte: www.labuonascuola.gov.it

13 novembre 2014

Petula Brafa

Lavoro: il lungo cammino verso la parità di genere (e retribuzione)

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Il traguardo verso il superamento delle disuguaglianze lavorative tra uomo e donna potrebbe essere dislocato al 2095, con ripercussioni non solo sulla giustizia sociale, ma anche sulla crescita economica.

Questi gli esiti ancora poco rassicuranti del Gender Gap 2014, il rapporto del World Economic Forum, – di cui è fondatore e presidente Klaus Schwab – , per la rilevazione dell’indice di disparità di genere nella partecipazione alla forza lavoro, nella remunerazione a parità di carriera, nella presenza nella classe dirigente e nella rappresentanza legislativa.

Sui 142 Paesi in esame, hanno superato per oltre l’80% le differenze lavorative solo 14 Stati, tra i quali la Norvegia, gli USA, la Danimarca, l’Islanda, il Burundi, il Malawi, la Moldavia; mentre si è classificata 114a l’Italia, con solo il 57% della disparità recuperata ed una posizione in caduta dalle precedenti rilevazioni del 2013, quando era 97a su 136 nazioni.

E, del resto, le statistiche nazionali confermano la contenuta partecipazione delle connazionali alla vita economica ed al mercato del lavoro, tanto per la contrazione occupazionale quanto per l’incrementabile sostegno alla maternità, che, – in assenza di strutture fuori dall’assistenza familiare – , induce all’abbandono lavorativo.

Il recente rapporto di Bankitalia, infatti, ha rilevato che una madre su cinque, – tanto più sotto i 24 anni e con bassa istruzione – , lascia il proprio impiego ad un anno e mezzo dalla nascita dei figli e che il tasso di occupazione femminile è inversamente proporzionale al numero dei bambini.

Tuttavia segnali positivi provengono dalla politica, designata ad interpretare in norme le istanze della società e recentemente aperta alla maggiore inclusione femminile, come ne attesta l’aumento in Parlamento ed al Governo, con guadagno di posizioni dalla 44a del 2013 alla 37a del 2014 e con l’auspicio, dichiarato dal Presidente Schwab, di adeguate risposte da donne a donne.

4 novembre 2014

Petula Brafa

Fondi UE 2014-2020: lotta alla burocrazia e piani di sviluppo nazionale

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È stato sottoscritto a Bruxelles lo scorso 29 ottobre l’Accordo di Partenariato sui fondi strutturali 2014-2020, con assegnazione all’Italia di 42 miliardi di euro, dei quali 22,2 da destinarsi alle regioni meno sviluppate (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), 7,6 alle più avanzate (Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria, Veneto e province di Trento e Bolzano), 1,3 alle regioni in transizione (Abruzzo, Molise e Sardegna), 1,1 alla Cooperazione territoriale europea, 10,4 per i programmi per lo sviluppo rurale ed infine 567,5 milioni di euro per Garanzia Giovani europea.

In occasione della formalizzazione, la Commissione ha richiesto la presentazione non solo delle procedure per la attuazione dei progetti da finanziare, ma soprattutto dei programmi di rafforzamento amministrativo (PRA), quale strumento di superamento agli ostacoli burocratici e condizione alla automatica erogazione dei fondi.

Nel ciclo di programmazione nazionale 2007-2013, infatti, la farraginosità burocratica e l’inefficienza amministrativa hanno rallentato il cammino dei progetti verso l’attuazione, sommando le lungaggini ai ritardi strutturali ed il mancato impiego al rischio di restituzione delle somme.

E proprio il basso tasso di avanzamento finanziario, ovvero il rapporto tra la spesa operata e certificata, ha evidenziato la necessità di un migliore adeguamento programmatico soprattutto al Sud.

«Le Regioni del Sud non sono le peggiori, ma sono solo più fragili, per questo esistono politiche di sviluppo orientate proprio per loro», – ha dichiarato a Lettera43.it  Lucio Paderi della Direzione generale europea Politica regionale, segnalando la difficoltà di impiego di risorse più ingenti nel Meridione.

“Su queste Regioni vengono indirizzati molti più soldi che al Nord, ma le misure sono più stringenti” – ha precisato – “e il combinato crea problemi anche solo nel presentare i progetti per ottenere i fondi».

Nel Sud, inoltre, la minore capacità di dinamismo e di innovazione amplifica le difficoltà strutturali, imbattendosi in una classe imprenditoriale frenata dal limitato accesso al credito e dalla miope rappresentanza politica; e nel corto circuito culturale tra l’utopia del posto fisso e l’urgenza lavorativa fino all’emigrazione.

E, qualora non bastasse, a violare le aspirazioni di crescita ecco l’ombra della illegalità, tanto più pervadente nelle regioni ritardatarie nella consegna dei programmi e tale da indurre la Commissione ad esigere dalle amministrazioni un programma di misure anticorruzione ed antifrode.

Infine, la babelica articolazione di livelli tra direzioni e di criteri tra uffici, piuttosto dell’auspicabile contenimento di stazioni appaltanti, non può ignorare i vincoli di spesa delle amministrazioni: infatti, a fronte del 75% di cofinanziamento europeo, il 25% dovrà essere stanziato a livello nazionale, con il rischio del singolo Comune di limitare la partecipazione con proprie risorse, in obbligo al Patto di Stabilità.

La questione è già nota agli addetti ai lavori: dal 2011 l’esecuzione dei fondi UE è passata dal 30% al 60% e proprio lo scorporamento dal Patto di Stabilità potrebbe ridurre i ritardi sul territorio ed incrementare la soglia di attuazione.

Fonte: lettera 43.it

3 novembre 2014

Petula Brafa

BENI CULTURALI: AGRICOLTURA IN CAMPO PER IL RECUPERO DEI SITI IN ABBANDONO

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Diffuso dall’attenzione dei media e dalla progressiva sensibilizzazione popolare, il ricorrente appello alla valorizzazione del patrimonio storico nazionale incontra anche l’interesse degli operatori del settore primario.

Con una lettera aperta al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini, la Confederazione Italiana Agricoltori e l’Associazione per gli agriturismo “Turismo Verde” hanno proposto le rispettive candidature partecipative al recupero dei siti archeologici, storici ed artistici in abbandono, attraverso la vasta rete di aziende e strutture ricettive autorizzate sul territorio.

Tra le attività connesse proprie dell’impresa agricola multifunzionale” , – si legge nel testo – , “individuiamo la possibilità di gestire centinaia di beni archeologici e culturali anche al di fuori della disponibilità dei terreni dell’azienda. Questo, attraverso una specifica convenzione con il ministero. Siamo da sempre sensibili alla salvaguardia delle risorse ambientali e culturali oltre ad un uso sostenibile del suolo”.

Anche se siamo stati martoriati dalla crisi, messi in ginocchio dalle bizzarrie climatiche e … additati come il più grezzo tra gli strati sociali” , – ha dichiarato altresì Enrico Rabazzi, presidente provinciale della CIA di Grosseto – , “gli imprenditori agricoli non si arrendono, alzano la testa e si propongono come custodi dei beni archeologici del nostro paese”.

Oltre la tutela, il progetto ambisce alla riqualificazione di aree caratterizzate da manufatti antichi e reperti, prossime alle proprietà aziendali e soggette a carenza manutentiva o a rischio di incuria e vandalismo, con una efficace proiezione economica verso il rilancio turistico, – tra storia, natura, ambiente, coltivazioni di qualità e prodotti enogastronomici – , e l’attivazione dell’indotto lavorativo connesso.

Del resto, in materia di recupero artistico, l’intervento privato, complici l’impegno economico ed il vantaggio commerciale del riflesso d’immagine,  ha spesso avuto ragione sulle lungaggini burocratiche e sui bizantinismi del sistema pubblico di competenze, come attestano da un lato il successo dei grandi restauri, – il Colosseo a Roma, gli scavi ad Ercolano – , dall’altro il limbo di Pompei.

E, proprio nell’alveo di questi esiti, con il Decreto Legge 31 maggio 2014, n. 83 il MiBACT ha introdotto l’ “Art Bonus”, un sistema di incentivi fiscali in favore del mecenatismo, con credito d’imposta definito al 65%, detraibile in 3 anni e riconosciuto alle persone fisiche ed agli enti senza scopo di lucro nei limiti del 15% del reddito imponibile.

Gli agricoltori promettono il loro impegno e confidano di potere già raccogliere i primi riscontri dagli emendamenti al decreto “Sblocca Italia”, avviando frattanto la programmazione delle attività preliminari, a partire dal censimento dei beni culturali interessati dalla proposta di gestione affidata.

A tale riguardo, il Presidente della CIA di Benevento Raffaele Amore ha dichiarato il proposito di contattare i Sindaci dei Comuni sanniti per procedere alla mappatura dei siti archeologici suscettibili di valorizzazione.

Fonti: AGG, L’Espresso

30 ottobre 2014

Petula Brafa