Intestazione temporanea dei veicoli: obblighi e sanzioni

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“Patente e libretto!”: oltre alle temutissime contestazioni di irregolarità alla guida, da lunedì 3 novembre l’obbligo di esibizione dei documenti a richiesta dell’Autorità sarà gravato da un nuovo onere per quanti dispongono di un veicolo altrui per oltre trenta giorni.

La Direzione Generale per la Motorizzazione del Ministero dei Trasporti, infatti, in attuazione della Circolare prot. N. 15513 del 10 luglio 2014 (http://www.mit.gov.it/mit/mop_all.php?p_id=19250), renderà operative le procedure di verifica sull’aggiornamento della carta di circolazione, che, secondo l’indirizzo normativo introdotto dal nuovo Codice della Strada, dovrà recare l’ intestazione temporanea dei veicoli.

Saranno esclusi dall’adempimento, – funzionale ad individuare le intestazioni fittizie e gli effettivi responsabili di infrazioni stradali -, i familiari conviventi e residenti al medesimo indirizzo, gli iscritti all’Albo dei Trasportatori, gli autisti di  taxi, noleggi con conducente e di autobus.

Per le vetture aziendali in comodato gratuito, la Ditta comodante dovrà soltanto comunicare alla Motorizzazione il nominativo dell’utilizzatore, mentre per il prestito occasionale tra familiari o amici, l’assenza di un documento comprovante la disponibilità e la mancata efficacia retroattiva dell’obbligo dovrebbero esentare dal rischio di sanzioni il malcapitato alla guida.

Ad elencare i destinatari del provvedimento è stato il Direttore Generale della Motorizzazione Maurizio Vitelli, individuati ne “le società di autonoleggio, i veicoli in comodato, quelli di proprietà di minorenni non emancipati ed interdetti, quelli messi a disposizione della pubblica amministrazione a seguito di una pronuncia giudiziaria”.

Per questi soggetti, sarà necessario registrare il cambio di intestazione presso gli sportelli del Dipartimento dei Trasporti, pena la multa di € 705,00 ed il ritiro della carta di circolazione.

Fonte: il Fatto Quotidiano

31 ottobre 2014

Petula Brafa

Traffico: sarà un’estate senza bollini neri

trafficoda Repubblica.it

E’ partito il piano per la gestione della viabilità in vista dell’esodo estivo che, per la prima volta dopo diversi anni, non prevede alcuna giornata da “bollino nero”. Il piano, messo a punto da Viabilità Italia – il Centro di coordinamento del Viminale cui spetta la gestione delle situazioni di crisi – contiene una serie di misure informative ed operative per garantire la sicurezza degli spostamenti ed è pubblicato sui siti del ministero e della polizia. Una buona notizia per molti, una cattiva notizia, forse, per gli operatori turistici (e non solo): gli effetti della crisi si fanno sentire, e chi ha percorso le autostrade italiane in questi primi giorni d’estate, in cui il primo calo di flusso di veicoli commerciali e di auto utilizzate comunque per spostamenti di lavoro, viene comunque parzialmente compensato da camper, auto con barca al seguito e famiglie in palese assetto da vacanza, ha osservato strade quasi vuote. Anche di ospiti stranieri.

Il calendario con le date a rischio, spiegano asetticamente da Viabilità Italia, ha comunque tenuto conto del progressivo cambiamento dei costumi degli italiani, con flussi di traffico meno concentrati in una sola giornata e distribuiti nei week end di tutta la stagione estiva lungo direttrici di traffico che portano verso le località turistiche. Per questo non sono previste giornate da bollino nero, mentre la maggiore intensificazione del traffico è attesa a partire dall’ultimo week end di luglio, con una criticità particolare per sabato 3 agosto, giornata nella quale, sulla base di quanto registrato negli anni precedenti (l’anno scorso, sabato 4, la fascia oraria 6-14 era da bollino nero) si prevedono volumi di traffico molto sostenuti in alcune aree con possibili code.

Accanto alle misure di vigilanza garantite da Polizia, Carabinieri e dalle polizie locali, nei nodi più strategici per i flussi turistici verrà assicurata anche la sorveglianza aerea, con la trasmissione delle immagini dagli elicotteri e dagli aerei della Polizia alla centrale operativa di Viabilità Italia.

Il Centro, inoltre, monitorerà in ogni fine settimana l’andamento del traffico, fornendo aggiornamenti sulla situazione della circolazione ed indicazioni e consigli per chi è in viaggio. Nel dettaglio, il piano contiene l’indicazione delle direttrici maggiormente interessate dal traffico turistico, le misure di intervento predisposte da tutti gli Enti coinvolti, l’elenco cantieri inamovibili, l’indicazione delle misure informative e di assistenza per gli utenti, le informazioni per chi si muove in treno ed i servizi della Polizia Ferroviaria.

Confesercenti. E’ sempre mare-mania. In effetti, comunque, la concentrazione delle vacanze nel solo periodo d’agosto sembra un ricordo. Secondo un sondaggio Confesercenti-Swg, il mese tradizionalmente preferito per le ferie nel nostro paese batterà quello che lo precede, ma solo per… 4-3: si prevedono, infatti, 13,4 milioni di vacanzieri ad agosto, contro 9,8 a luglio e una cifra di poco inferiore rispetto quest’ultimo mese tra maggio e giugno scorsi e settembre. Come sempre, la destinazione preferita sarà il mare: lo sceglieranno circa 12,8 milioni di italiani, il 50 per cento di coloro che andranno in vacanza (la somma dei numeri dei vacanzieri mese per mese eccede questo totale, evidentemente chi spezza le vacanze viene conteggiato più volte). In ogni caso, la quota degli amanti di mare, spiaggia e sole è in calo: era il 53 per cento l’anno scorso e addirittura il 73 nel 2006. Salgono invece le città d’arte, con il 14 per cento contro l’11 dell’anno scorso. Stabile la montagna, scelta dall’11 per cento dei vacanzieri italiani.(06 luglio 2013)

IL CONSUMATORE AZIENDE: Roma. Starmotors fondata da Vincenzo Migliorelli ed oggi gestita dal figlio Jonny

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di Umberto Buzzoni direttore de IL CONSUMATORE

vincenzoCon l’articolo di oggi diamo inizio ad un nuovo servizio che IL CONSUMATORE vuol fornire ai propri lettori.

Una guida al consumo che parte da una prerogativa: non racconteremo quello che le aziende vogliono farci raccontare, come in un comune redazionale, ma scendiamo in campo, proviamo la qualità dei loro servizi e, se lo meritano davvero, diamo loro spazio.

Partiamo da un settore con il quale prima o poi i nostri lettori dovranno fare i conti, i servizi di officina e carrozzeria.

Siamo a Roma in compagnia di Jonny, figlio di Vincenzo Migliorelli (nella foto), fondatore di Starmotors srl, officina autorizzata Mercedes Benz.

L’azienda ha raggiunto il successo grazie al sacrificio, all’esperienza ed alla passione maturata nel tempo da Vincenzo.

Sin da piccolo, infatti, era appassionato di auto e da ragazzo iniziò a lavorare in officina. Poi emigra in Germania dove, per oltre dieci anni, lavora presso la concessionaria Mercedes Benz di Schwenningen. Negli anni 80 torna in Italia ed avvia una propria azienda, la Romana Diesel, specializzatra tra l’altro nella revisione dei motori diesel e nei cambi automatici.

starmMa la sua passione vera resta la Mercedes, un’auto cha ha conosciuto bene, affidabile e di qualità. Così nel 1988 arriva la concessione ufficiale dell’autorizzazione Mercedes Benz. Nasce Starmotors.

Nel 1993 i locali della prima sede di Viale Amelia non sono più sufficienti. Gli utenti della Capitale sono sempre più numerosi. Vincenzo acquista pertanto il complesso di capannoni situtato in Via Tuscolana 239, l’attuale sede. In tre anni la trasforma in una struttura polivalente articolata su quattro livelli: uffici, officina, carrozzeria, magazzino ricambi, express service, ed un ampio piazzale per il parcheggio dei clienti.

srAbbiamo visto Jonny all’opera. Sempre cordiale, disponibile ma soprattutto competente. E’ nato per questo lavoro ed i clienti se ne accorgono dal primo impatto. E’ lui che cura l’accettazione e per venire incontro alle esigenze dei clienti ha prolungato gli orari di apertura: dal lunedi al venerdi dalle 8 alle 18.30 ed il sabato dalle 8 alle 13. E’ comunque disponibile, negli orari di chiusura, un servizio di emergenza su chiamata.

Un plauso va fatto ai dipendenti, tutti altamente qualificati e sottoposti costantemente a corsi di aggiornamento.

Il servizio? si chiederanno i nostri lettori.

Ve lo assicuriamo senza timore di essere smentiti, veloce e puntuale.

I clienti possono attendere in una comoda sala d’attesa dotata di ogni confort: giornali, telefono, tv, caffè, bevande. Un apposito spazio è dedicato ai bambini e le postazioni di lavoro sono visibili tramite ampie vetrate per verificare la professionalità con la quale viene presa in cura la propria auto.

Faccio i complimenti a Jonny per aver degnamente proseguito l’attività creata dal padre e per il servizio che riesce a fornire ai suoi clienti. E’ cosi che si sconfigge la crisi, dando il meglio ad un costo adeguato e corretto.

Jonny ha tra l’altro un figlio al quale ha dato il nome di Vincenzo, fondatore di Starmotors. Ci auguriamo che anche la terza generazione possa portare avanti un’azienda che non solo offre servizi sempre più qualificati, ma che, in periodo di crisi, riesce ad essere costantemente in crescita ed a mantenere posti di lavoro. Davvero complimenti!

Invito i lettori interessati a visitare il sito web della Starmotors all’indirizzo: http://www.starmotors.mercedes-benz.it

RC AUTO: in Italia le polizze costano il doppio rispetto alla media europea

di Maurizio Caprino
fonte: sole24ore.it

I premi Rc Auto in Italia sono in media più elevati e crescono più velocemente rispetto a quelli dei principali paesi europei. Lo rileva l’Antitrust che ha condotto un’indagine conoscitiva sul settore evidenziando una serie di rimedi possibili per tagliare i costi delle polizze. «Il premio medio – scrive l’Authority – è più del doppio di quelli di Francia e Portogallo, supera quello tedesco dell’80% circa e quello olandese di quasi il 70%. La crescita dei prezzi per l’assicurazione sul periodo 2006-2010 è stata quasi il doppio di quella della zona Euro e quasi il triplo di quella registrata in Francia. Parallelamente l’Italia si caratterizza per la frequenza sinistri e il costo medio dei sinistri più elevati tra i principali paesi europei: «In particolare, la frequenza sinistri è quasi il doppio di quella in Francia e in Olanda e supera di circa il 30% quella in Germania; il costo medio dei sinistri in Italia supera quello della Francia di circa il 13%, quello della Germania di oltre il 20% ed è più del doppio di quello del Portogallo. Tuttavia il numero delle frodi accertate ai danni delle compagnie in Italia appare quattro volte inferiore a quello accertato dalle compagnie nel Regno Unito e la metà di quello accertato in Francia», aggiunge l’Antitrust.

 

Bollo auto 2008, avvisi di accertamento arrivati prescritti Adico alla Regione Veneto: «Si vada a conguaglio per gli altri anni»

da Adico

La stragrande maggioranza degli avvisi di accertamento spediti dalla Regione per il ritardato pagamento del bollo auto 2008 è arrivata ai cittadini già prescritta. E quindi gli automobilisti, se se ne fossero resi conto, avrebbero potuto chiederne l’annullamento entro 60 giorni dalla data di notifica. È questa la posizione di Adico Associazione Difesa Consumatori sulla vicenda delle scadenze del bollo auto “regolarizzate” dalla Regione Veneto, con la conseguenza che migliaia di cittadini si sono ritrovati a essere morosi nonostante avessero sempre pagato regolarmente e puntualmente – stando alle scadenze in loro possesso – la tassa automobilistica.

 

«Il nostro ufficio legale ha studiato in modo approfondito la questione – spiega Carlo Garofolini, presidente di Adico Associazione Difesa Consumatori – la Regione può esercitare il diritto di recupero delle tasse automobilistiche entro il terzo anno successivo a quello in cui doveva effettuarsi il pagamento: trattandosi del bollo 2008, la prescrizione scattava dopo il 31 dicembre 2011, intesa come data ultima in cui l’accertamento o la cartella dovevano pervenire nella disponibilità del destinatario dell’atto, quindi come data di ricezione della notifica, non di spedizione da parte della pubblica amministrazione».

Gli avvisi di accertamento sono stati spediti dalla Regione Veneto il 21 dicembre 2011, quindi quasi al termine del periodo utile perché l’avviso di accertamento risultasse valido: e proprio per la presenza delle festività, moltissime raccomandate (secondo Adico si tratterebbe della stragrande maggioranza) sono arrivate a destinazione solo nei primi giorni del 2012. «Sottolineiamo come sia tutt’altro che facile, in questi casi, risalire alla data di notifica – continua il presidente Garofolini – tanti cittadini infatti ci hanno segnalato come, sulla busta contenente l’avviso della Regione, non ci fosse il timbro postale. Ma ipotizzando la data di spedizione della comunicazione, attraverso il servizio “DoveQuando” sul sito web di Poste Italiane si può recuperare la data di consegna al portalettere». Il timbro postale manca perché la Regione ha notificato gli avvisi a mezzo di raccomandata A/R in modalità massiva, quindi senza materiale affrancatura. In due casi portati da altrettanti cittadini all’attenzione di Adico, la data di notifica risulta essere rispettivamente il 3 gennaio e il 5 gennaio 2012.

Perché quindi i cittadini che hanno ricevuto l’avviso di accertamento oltre i termini di prescrizione, non hanno fatto tentato la strada della richiesta di annullamento? «Molto semplice: perché non sapevano di questa possibilità – sostiene ancora Garofolini – ci sono 60 giorni dalla data di notifica dell’atto per chiedere l’annullamento in autotutela. Purtroppo per chi ha pagato non c’è molto da fare: coerentemente con la nostra posizione, però, chiediamo alla Regione di venire incontro a queste persone, magari andando a conguaglio con quanto verrà chiesto per gli anni successivi al 2008».

Il consiglio che Adico dà agli automobilisti, quindi, è doppio: da una parte, se per caso qualcuno avesse ricevuto l’avviso più recentemente, che ne chieda l’annullamento entro 60 giorni dalla notifica. Per tutti gli altri, invece, l’importante è tutelarsi per gli anni successivi al 2008: «Riteniamo sia difficile che la Regione faccia recapitare in ritardo anche gli avvisi relativi al 2009, quindi meglio procedere con il ravvedimento operoso». Chi ha pagato sempre in mesi diversi da gennaio, dovrà infatti pagare la sanzione anche per il 2009, 2010 e 2011: ma se si “ammette l’errore” prima della notifica dell’avviso di accertamento, si paga solo il 10% della sanzione (che è pari al 30% dell’importo della tassa). Gli uffici di Adico sono a disposizione per fornire informazioni e assistenza in merito: di persona allo sportello di via Volturno 33 a Mestre, all’indirizzo mail info@associazionedifesaconsumatori.it o al numero di telefono 041.5349637.

Dal carpooling al carsharing: come risparmiare in auto

da Casa del Consumatore

Il pesante aumento del costo della benzina al quale assistiamo quotidianamente ha determinato, negli ultimi cinque mesi, un calo dei consumi del 10% circa. Insomma, pare che gli automobilisti abbiano ridotto gli spostamenti, limitando l’utilizzo dei propri mezzi soltanto ai casi di stretta necessità. C’è chi ricorre al trasporto pubblico, chi si è munito di bicicletta e chi, almeno per brevi distanze, preferisce farsela a piedi. C’è, però, anche chi non ha alternative all’utilizzo dell’auto ed è costretto a sopportare i costi elevati dei rifornimenti.
Nella speranza che venga accolto l’invito lanciato in questi giorni dall’Antitrust al Governo di istituire una banca dati con tutti i prezzi dei carburanti praticati dai singoli impianti per consentire ai consumatori di scegliere dove rifornirsi al costo più basso, ecco intanto alcuni suggerimenti per consumare meno.

Il carpooling Una pratica molto diffusa tra studenti e colleghi di lavoro che consiste sostanzialmente nel darsi passaggi a vicenda o, comunque, nel condividere un’auto privata tra un gruppo di persone che quotidianamente fanno lo stesso percorso. I lati positivi sono, in primis, il risparmio (le spese del trasporto vengono suddivise tra 4 o 5 persone) e la compagnia reciproca, oltre alla riduzione del numero di veicoli in strada quindi del traffico e dell’inquinamento. Quelli negativi (pochi) essenzialmente riguardano l’assenza di autonomia e flessibilità, dovendo i carpooler far coincidere orari e percorsi. Esistono anche delle piattaforme online dove i carpooler offrono/cercano passaggi. Insomma questa è una formula, diffusa soprattutto tra i giovani (20-40 anni) nelle aree urbane del Nord Italia, utilizzata per esigenze non solo di studio e lavoro, ma anche in occasione di scioperi del trasporto pubblico e di brevi gite e vacanze (es. ponti festivi).

Il carsharing Un’altra modalità di condivisione di un’auto, questa volta però nell’ambito di un servizio organizzato a pagamento, è il carsharing. Una sorta di autonoleggio a ore semplificato: l’utente, previa prenotazione, preleva un’auto da un apposito parcheggio, la utilizza per le ore richieste e la riporta nell’area di partenza. I vantaggi del carsharing sono molti: innanzitutto consente di evitare i costi di possesso e manutenzione di un mezzo privato, senza rinunciare alla possibilità di spostarsi in auto quando serve. Inoltre, l’utente può scegliere, tra una flotta di auto, il modello più adatto alle proprie esigenze (dall’utilitaria alla familiare). Visti poi i benefici per la comunità (riduzione del traffico e dell’inquinamento, aumento dei parcheggi disponibili), gli enti tendono a favorire il carsharing, prevedendo ulteriori agevolazioni come, ad esempio, l’accesso a corsie preferenziali e aree ZTL e la possibilità di parcheggiare gratis nelle aree blu e nei posteggi per residenti. I costi del servizio sono composti da una quota fissa ed una variabile. La prima, in genere annuale, corrisponde al prezzo della smartcard, cioè la scheda magnetica dotata di codice segreto PIN e microchip necessaria per aprire e chiudere l’auto. Il costo variabile, invece, dipende dal tipo di veicolo prelevato, dalla fascia oraria di utilizzo e dall’effettiva percorrenza chilometrica. Le tariffe includono tutti i costi di esercizio (carburante, olio, ecc) e i costi fissi di assicurazione e manutenzione. In Italia esiste una struttura di coordinamento di tutte le città che aderiscono al circuito di carsharing, promossa dal Ministero dell’Ambiente: l’ICS che garantisce omogeneità delle apparecchiature, interoperabilità dei servizi ed uno standard nazionale di servizio.

Il sistema start and stop Grazie a questo meccanismo di cui sono dotate le auto più moderne, il motore si spegne quando l’auto è ferma (ad esempio al semaforo rosso oppure in un ingorgo) e si riaccende automaticamente quando riprende la marcia. In questo modo, oltre a ridurre le emissioni inquinanti, si riesce a ridurre fino al 30% il consumo di carburante in città.

Lo stile di guida parsimonioso Premesso che, più si riduce la velocità, minori sono i consumi, ecco alcune dritte utili un po’ per tutti coloro che non possono fare a meno di possedere un’auto ed utilizzarla quotidianamente. Le cose da evitare per non aumentare inutilmente il consumo del carburante sono: la presenza di pesi superflui sulla vettura, i finestrini abbassati quando si procede a velocità elevata, l’uso eccessivo del climatizzatore o della ventilazione interna, le ruote sgonfie. Per le auto con cambio manuale la regola è: prima si inseriscono le marce alte, meno si consuma. In ogni caso, meglio sempre fare attenzione all’indicatore del numero di giri del motore: il momento giusto per passare alla marcia superiore dovrebbe essere quando si trova tra i 2000 e i 3000 giri. Infine, mantenere una certa distanza dall’auto davanti senza seguirla ad ogni suo minimo spostamento, permette di marciare lentamente, senza troppe soste e ripartenze, specialmente in prossimità di ingorghi e lunghe code.

Auto usate, boom di acquisti targato crisi: +70% in due anni. Ma la truffa è dietro l’angolo: «Far valere la garanzia di conformità»

da Adico

P.G., socio Adico, compra una Mercedes a meno di 25.000 euro per poi pagarne 11.000 di riparazioni: scopre che era un taxi. Garofolini: «Da noi le informazioni sui vostri diritti» Chi sceglie di acquistare un’auto usata, invece di una nuova, lo fa per risparmiare. E oggi sono sempre di più le persone che lo fanno: secondo Adico la crescita dal 2010 a oggi è di oltre il 70%. Ma se il veicolo dopo pochi giorni comincia a mostrare magagne accuratamente nascoste dal venditore – privato o concessionaria che sia – ecco che iniziano i problemi. E le spese. Ma c’è uno strumento per difendersi da queste brutte sorprese, e si chiama garanzia di conformità del bene.

Peccato non lo sapesse P.G., mestrino di 47 anni, che lo scorso anno ha acquistato una Mercedes classe E usata da un concessionario. Un vero affare stando al prezzo (circa 25.000 euro per una vettura con e alle lodi intessute dal venditore. Ma che si è rivelata quanto meno una fregatura, visto che pochi mesi dopo l’auto ha iniziato ad avere molti problemi e l’acquirente si è trovato davanti alla necessità di sborsare oltre 10.000 euro per le riparazioni, scoprendo solo in quel momento, e dopo diverse perizie, che la macchina era stata usata niente meno che come taxi. E che aveva all’attivo oltre 250mila chilometri.

P.G. si è rivolto all’ufficio legale di Adico Associazione Difesa Consumatori per sapere se poteva in qualche modo rivalersi su chi gli ha venduto l’autovettura, e qui ha scoperto che esistono precise condizioni di garanzia, e quindi diritti, anche quando si compra un’auto usata. E siccome prevenire è sempre meglio che curare, l’invito di Adico è uno solo: «Conoscere i propri diritti è essenziale per non incappare in brutte sorprese, quindi consigliamo ai cittadini di informarsi bene prima di acquistare un’auto usata – spiega il presidente Carlo Garofolini – in questo periodo di crisi il numero di persone che scelgono un’auto usata è in costante crescita e Adico mette a disposizione i propri esperti per dare consulenze sia prima che dopo la compravendita, nel caso in cui la vettura avesse dei problemi e si dovesse procedere con un reclamo o addirittura con la rescissione del contratto». Quella che il consumatore deve saper far valere è la garanzia di conformità del bene rispetto al contratto: il venditore deve garantire che l’auto (o altro bene usato) che sta per vendere è conforme alla descrizione che ne ha fatto nel contratto – e ancora prima nella fase di pubblicizzazione, illustrazione del prodotto e di trattativa, verbale o scritta che sia – in particolare senza vizi materiali e giuridici e che possiede le qualità essenziali della categoria dell’auto acquistata o quelle promesse dal venditore (sia che esso sia privato sia che sia un rivenditore commerciale). Tale garanzia è poi irrinunciabile, ai sensi del codice del consumo, e quindi eventuali clausole che la limitassero, se non sono state oggetto di specifica trattativa individuale, potrebbero essere sottoposte al vaglio di un giudice e quindi dichiarabili vessatorie.

Ma come si fa ad avvalersi della garanzia di conformità? Innanzitutto, si deve pretendere dal venditore la consegna di un certificato di conformità del veicolo, che non deve mai avere durata inferiore a 12 mesi e di norma ha una durata di 24 mesi, nel quale si mette nero su bianco il diritto dell’acquirente di avvalersi del diritto di rescindere il contratto in caso di non conformità del veicolo, con richiamo alle sue caratteristiche e ai documenti forniti in merito. Se si riscontrano difetti di conformità nell’auto acquistata, il consumatore li deve denunciare a chi gli ha venduto il veicolo (il soggetto con cui ha concluso il contratto), quindi al concessionario o al privato, entro 60 giorni dal momento in cui vengono scoperti. In questi casi l’onere della prova è del venditore: spetta cioè a lui provare che il difetto o danno non è tale o che è dovuto all’uso dell’auto da parte dell’acquirente. E ai fini della garanzia valgono anche le informazioni date in fase di illustrazione del prodotto e trattativa. In particolare, se il consumatore dichiara al venditore di cercare una particolare caratteristica nell’auto e il venditore gli garantisce che il veicolo la possiede, nel caso in cui questo non risultasse veritiero il consumatore ha il diritto di rescindere dal contratto. Ma c’è di più: anche quello che il consumatore può ragionevolmente aspettarsi sulle caratteristiche del veicolo fa parte del contratto. Questo al netto del diritto-dovere di chi vende l’auto usata di rendere noti all’acquirente i vizi in essere e quelli potenziali del veicolo, in modo che il consumatore sia informato e preparato in merito a possibili nuove spese che potrebbe dover sostenere. In particolare chi vende deve fornire tutte le informazioni e se possibile documentazione sugli equipaggiamenti, il loro valore, il chilometraggio effettivo percorsi, le scadenze di manutenzione e revisione con l’indicazione elle parti, eventuali interventi importanti effettuati sul veicolo, il numero effettivo dei proprietari precedenti, l’origine del veicolo (ad esempio se è stato utilizzato per noleggio o come taxi, se era un’auto aziendale ecc.). Naturalmente deve essere fornito il libretto d’uso e manutenzione del veicolo e il libretto dei tagliandi, in originale o in fotocopia. Ma quali sono i casi più comuni di non conformità del veicolo? Da una parte ci sono le irregolarità documentali (mancata consegna di documenti, revisione scaduta, tagliando non effettuato), le modifiche effettuate alle componenti elettriche o meccaniche del veicolo e non dichiarate, livello di usura di parti meccaniche superiore a quanto dichiarato (ad esempio il venditore rassicura sull’ottima tenuta dei freni e invece poco dopo l’acquisto si rende necessaria la sostituzione delle pasticche o dei dischi), cambio delle marce difficoltoso, tappezzeria o carrozzeria in cattivo stato in aree non immediatamente visibili. «Va da sé che quando si ha a che fare con un venditore professionale si deve prestare ancora maggior attenzione – conclude il presidente di Adico Garofolini – perché spesso vengono utilizzati metodi subdoli per chiudere l’affare a proprio vantaggio: bisogna quindi prestare la massima attenzione a ciò che si firma, anzi sempre meglio farsi dare prima copia di tutto, farselo spiegare nei dettagli dal venditore e da una terza persona e ricordandogli che ogni clausola firmata può essere sottoposta al vaglio del giudice se il consumatore prova che non è stata oggetto di specifica trattativa individuale».