Dal carpooling al carsharing: come risparmiare in auto

da Casa del Consumatore

Il pesante aumento del costo della benzina al quale assistiamo quotidianamente ha determinato, negli ultimi cinque mesi, un calo dei consumi del 10% circa. Insomma, pare che gli automobilisti abbiano ridotto gli spostamenti, limitando l’utilizzo dei propri mezzi soltanto ai casi di stretta necessità. C’è chi ricorre al trasporto pubblico, chi si è munito di bicicletta e chi, almeno per brevi distanze, preferisce farsela a piedi. C’è, però, anche chi non ha alternative all’utilizzo dell’auto ed è costretto a sopportare i costi elevati dei rifornimenti.
Nella speranza che venga accolto l’invito lanciato in questi giorni dall’Antitrust al Governo di istituire una banca dati con tutti i prezzi dei carburanti praticati dai singoli impianti per consentire ai consumatori di scegliere dove rifornirsi al costo più basso, ecco intanto alcuni suggerimenti per consumare meno.

Il carpooling Una pratica molto diffusa tra studenti e colleghi di lavoro che consiste sostanzialmente nel darsi passaggi a vicenda o, comunque, nel condividere un’auto privata tra un gruppo di persone che quotidianamente fanno lo stesso percorso. I lati positivi sono, in primis, il risparmio (le spese del trasporto vengono suddivise tra 4 o 5 persone) e la compagnia reciproca, oltre alla riduzione del numero di veicoli in strada quindi del traffico e dell’inquinamento. Quelli negativi (pochi) essenzialmente riguardano l’assenza di autonomia e flessibilità, dovendo i carpooler far coincidere orari e percorsi. Esistono anche delle piattaforme online dove i carpooler offrono/cercano passaggi. Insomma questa è una formula, diffusa soprattutto tra i giovani (20-40 anni) nelle aree urbane del Nord Italia, utilizzata per esigenze non solo di studio e lavoro, ma anche in occasione di scioperi del trasporto pubblico e di brevi gite e vacanze (es. ponti festivi).

Il carsharing Un’altra modalità di condivisione di un’auto, questa volta però nell’ambito di un servizio organizzato a pagamento, è il carsharing. Una sorta di autonoleggio a ore semplificato: l’utente, previa prenotazione, preleva un’auto da un apposito parcheggio, la utilizza per le ore richieste e la riporta nell’area di partenza. I vantaggi del carsharing sono molti: innanzitutto consente di evitare i costi di possesso e manutenzione di un mezzo privato, senza rinunciare alla possibilità di spostarsi in auto quando serve. Inoltre, l’utente può scegliere, tra una flotta di auto, il modello più adatto alle proprie esigenze (dall’utilitaria alla familiare). Visti poi i benefici per la comunità (riduzione del traffico e dell’inquinamento, aumento dei parcheggi disponibili), gli enti tendono a favorire il carsharing, prevedendo ulteriori agevolazioni come, ad esempio, l’accesso a corsie preferenziali e aree ZTL e la possibilità di parcheggiare gratis nelle aree blu e nei posteggi per residenti. I costi del servizio sono composti da una quota fissa ed una variabile. La prima, in genere annuale, corrisponde al prezzo della smartcard, cioè la scheda magnetica dotata di codice segreto PIN e microchip necessaria per aprire e chiudere l’auto. Il costo variabile, invece, dipende dal tipo di veicolo prelevato, dalla fascia oraria di utilizzo e dall’effettiva percorrenza chilometrica. Le tariffe includono tutti i costi di esercizio (carburante, olio, ecc) e i costi fissi di assicurazione e manutenzione. In Italia esiste una struttura di coordinamento di tutte le città che aderiscono al circuito di carsharing, promossa dal Ministero dell’Ambiente: l’ICS che garantisce omogeneità delle apparecchiature, interoperabilità dei servizi ed uno standard nazionale di servizio.

Il sistema start and stop Grazie a questo meccanismo di cui sono dotate le auto più moderne, il motore si spegne quando l’auto è ferma (ad esempio al semaforo rosso oppure in un ingorgo) e si riaccende automaticamente quando riprende la marcia. In questo modo, oltre a ridurre le emissioni inquinanti, si riesce a ridurre fino al 30% il consumo di carburante in città.

Lo stile di guida parsimonioso Premesso che, più si riduce la velocità, minori sono i consumi, ecco alcune dritte utili un po’ per tutti coloro che non possono fare a meno di possedere un’auto ed utilizzarla quotidianamente. Le cose da evitare per non aumentare inutilmente il consumo del carburante sono: la presenza di pesi superflui sulla vettura, i finestrini abbassati quando si procede a velocità elevata, l’uso eccessivo del climatizzatore o della ventilazione interna, le ruote sgonfie. Per le auto con cambio manuale la regola è: prima si inseriscono le marce alte, meno si consuma. In ogni caso, meglio sempre fare attenzione all’indicatore del numero di giri del motore: il momento giusto per passare alla marcia superiore dovrebbe essere quando si trova tra i 2000 e i 3000 giri. Infine, mantenere una certa distanza dall’auto davanti senza seguirla ad ogni suo minimo spostamento, permette di marciare lentamente, senza troppe soste e ripartenze, specialmente in prossimità di ingorghi e lunghe code.