Sanzioni pesanti in caso di guida sotto effetto di farmaci e droghe.

L’articolo 187 del Codice della Strada e la Corte di Cassazione prevedono multe salate per chiunque sia sorpreso alla guida in stato di alterazione, dopo aver assunto sostanze stupefacenti o farmaci pesanti. Le sanzioni vanno da euro 1.500 a 6.000 euro, si rischia anche l’arresto da sei mesi ad un anno e la sospensione della patente da uno a due anni. In caso di incidente causato da un conducente in stato di alterazione psico-fisica le pene sono raddoppiate e la patente viene revocata in maniera definitiva. Le volanti stradali hanno a disposizione il drogometro, un test che accerta, grazie ad un tampone, la presenza di sostanze tossiche nell’organismo tra cui cannabinoidi, oppiacei, anfetamine, metanfetamine e cocaina.

La Cassazione, con la sentenza 18324/2019, amplia il raggio aggiungendo alle droghe anche alcune tipologie di medicinali pesanti. La sentenza si riferisce ad un incidente avvenuto nel 2013: il guidatore che causò il sinistro aveva subito interventi ortopedici e, per placare i forti dolori, assumeva un farmaco a base di codeina e paracetamolo. Tale medicinale presentava tra gli effetti collaterali il rischio di limitare la capacità di vigilanza, per questo motivo il test sulla presenza di oppiacei risultò positivo. Così il conducente incriminato fu multato con una sanzione pari a 3.000 euro. Si consiglia di leggere attentamente i foglietti illustrativi dei medicinali in particolare la parte relativa alle controindicazioni. Se il farmaco comporta sonnolenza, riduzione delle capacità motorie o capacità di incidere sulle facoltà mentali si consiglia di non mettersi al volante.7

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Buzzoni Umberto

Multe salate a chi occupa il parcheggio con una sedia o con lo stendibiancheria.

Spesso in città, soprattutto in estate, ci è capitato di vedere parcheggi occupati da sedie e stendibiancheria per assicurarsi il posto auto ed impedire ad altri di usufruire di quello spazio. Tale pratica è del tutto illecita ed è anche sanzionabile poiché infrange l’articolo 20 del Codice Stradale. Infatti colui che occupa in maniera abusiva, con materiale d’ingombro, il suolo pubblico viola le norme stradali e va incontro ad una multa il cui importo varia da 168 a 674 euro.

Chi infrange il divieto non è solo punito con una sanzione ma incorre anche nel reato di tipo penale: se infatti il comportamento è recidivo, e vengono letteralmente invasi abusivamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di occuparli o di trarne profitto, si è puniti con la reclusione fino a due anni ed un ulteriore multa da 103 a 1032 euro. Tale situazione si verifica non solo posizionando una semplice sedia ma realizzando un’occupazione stabile che tenda cioè ad occupare il parcheggio per un lungo periodo anche con l’utilizzo di supporti fissi.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Ciclisti e pedoni.

Anche i ciclisti devono rispettare le regole del codice della strada prestando attenzione alle macchine e ad i pedoni. Forse non tutti sanno che il ciclista non può, ad esempio, tagliare la strada ad un’auto o ad un motorino, non può circolare su un marciapiede destinato ai pedoni, non può passare con il semaforo rosso e non può superare la velocità indicata dai cartelli stradali.

Molti però si chiederanno: cosa succede se un ciclista investe un pedone? Pensiamo ad un ciclista che pedala lungo il margine della corsia di marcia e non si accorge di un pedone che sta per attraversare la strada. Benché il ciclista stesso stia rispettando i limiti di velocità, il suo sguardo è distratto da un’ auto che minaccia di tagliargli la strada: distrazione che costa cara poiché il pedone viene investito e cade a terra. Quest’ultimo riporta una serie di ferite e lussazioni: al pronto soccorso dove gli viene concessa una prognosi di due settimane. Appena rimessosi, l’uomo pretende un risarcimento: fa scrivere dal proprio legale una lettera indirizzata al ciclista in cui chiede i danni ed il rimborso di spese mediche, analisi e medicine acquistate. Il ciclista si difende sostenendo che sia stato il pedone a non guardare prima di attraversare e che, comunque, non ci sono prove del fatto che egli andasse veloce o fosse distratto. Chi ha ragione?

Il codice della strada stabilisce che per tutelare chi circola a piedi è sempre necessario comportarsi in modo da non costituire pericolo. L’utente della strada ha infatti l’obbligo di guardarsi intorno di continuo adeguando la propria velocità alle condizioni del traffico in modo da potersi arrestare in sicurezza di fronte ad un ostacolo. Quindi spetta a chi investe dimostrare che l’impatto col passante è stato determinato da colpa di quest’ultimo, per essersi posto improvvisamente e imprevedibilmente nella altrui traiettoria di marcia. Difatti, nel caso di investimento di un pedone, la giurisprudenza esclude la colpa dell’investitore solo nel caso in cui risulti la condizione oggettiva dell’impossibilità di avvistamento del pedone. Se il ciclista non fornisce queste prove, dovrà risarcire i danni. C’è poi la possibilità che il ciclista che ha investito un pedone venga denunciato per il reato di lesioni personali colpose, il che gli costerà un procedimento penale, all’esito del quale il giudice lo condannerà a pagare una sorta di acconto sul risarcimento che solo il giudice civile potrà quantificare in modo appropriato.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

E’ valida la multa se indirizzata al vecchio domicilio?

Cosa succede se chi ha compiuto un’infrazione riceve una multa al vecchio indirizzo e non al nuovo? Secondo il Codice della strada la notifica della multa è valida se effettuata presso l’indirizzo di residenza indicato nella carta di circolazione. Quindi, se nel frattempo, il destinatario ha cambiato abitazione non ha alcun obbligo di comunicare l’accaduto alla Motorizzazione. L’adempimento infatti deve essere svolto dagli uffici comunali che devono trasmettere alla motorizzazione i nuovi dati.

Una volta ricevuta la notifica, sarà la stessa Motorizzazione a mandare la notifica agli uffici provinciali del Pubblico Registro Automobilistico. Sulla questione si è espressa anche la Corte di Cassazione secondo cui il termine per la notifica del verbale, nel caso in cui il destinatario abbia una nuova residenza, va individuato nella data di annotazione del cambio di indirizzo indicata negli atti dello stato civile. Quindi non si può considerare tempestiva la notifica del verbale stradale se sono trascorsi più di 90 giorni dalla variazione di domicilio: la conseguenza è che la multa risulta non più valida e verrà quindi annullata.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Autovelox e rettilinei: quando la multa può essere nulla.

La Corte di Cassazione nell’ ordinanza n. 25030 del 23 ottobre 2017 respinge il ricorso di un comune confermando l’annullamento di una multa per eccesso di velocità. La foto dell’infrazione in questione era stata scattata da un autovelox posizionato lungo un rettilineo di una strada extraurbana secondaria. Secondo i Giudici quando lo strumento di misurazione è gestito da una pattuglia che opera in loco lungo un rettilineo, gli agenti possono posizionarsi in modo tale che, una volta misurata la velocità delle vetture in transito, sono in grado di fermare immediatamente il conducente colpevole di infrazione.

Come si legge nella sentenza: “nulla impediva agli organi di polizia stradale di posizionarsi in modo tale che potessero fermare l’autovettura di cui si era rilevato l’eccesso di velocità’‘. O almeno, le motivazioni specifiche che avrebbero impedito tale azione non sono state specificate all’interno del verbale: la multa è dunque nulla. “Il verbale di contestazione”, continua la Suprema Corte, “non poteva limitarsi a rilevare che l’accertamento era stato effettuato mediante autovelox: all’automobilista andava data la possibilità di difendersi immediatamente”.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Ciclisti: attenzione ad attraversare le strisce!

Non tutti sanno che i ciclisti, come i pedoni, devono rispettare alcune regole quando attraversano le strisce zebrate. In particolare il Codice della Strada prevede che i ciclisti scendano dalla bici in presenza delle strisce. A Pavia una donna ha attraversato un incrocio sulle strisce pedonali in sella alla propria bici ed è stata investita. La vittima, soccorsa immediatamente, è stata portata in ospedale con contusioni multiple al torace ed agli arti inferiori.

Nonostante ciò ha ricevuto una multa pari a trenta euro per il suo comportamento scorretto. Secondo il Codice della Strada infatti sarebbe dovuta scendere dalla sella, attraversare la strada sulle strisce camminando, tenendo la bicicletta per mano. Gli articoli 41 e 182 del Codice della Strada sono chiari al riguardo: “in assenza di semafori per i velocipedi, i ciclisti sulle intersezioni semaforizzate devono assumere il comportamento dei pedoni” che, tradotto vuol dire “non passare in sella alla bicicletta quando scatta il verde per i pedoni, ma scendere e passare a piedi sulle zebrature con la bicicletta a mano”.Se invece, nell’impianto semaforico è prevista anche la luce verde per i ciclisti, si può passare in sella alla bici. Ciclisti state attenti perché oltre al danno potreste essere vittima anche di una beffa!

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

In arrivo le multe digitali!

Dal 2019 grazie alla riforma Madia si potrà dare un taglio alla burocrazia ed a milioni di tonnellate di carta poiché le multe arriveranno via web tramite mail. La riforma nasce con l’approvazione del decreto legislativo del codice dell’amministrazione digitale che prevede l’invio delle multe non più ad un indirizzo di casa ma ad un indirizzo mail.

Per poter comunicare con la pubblica amministrazione non sarà più necessario avere la PEC: l’indirizzo potrà essere anche una classica casella postale elettronica che rispetti però le norme europee in materia di sicurezza digitale. A breve gli utenti potranno attivarla in quanto, entro dicembre, verrà realizzata una banca dati con il suo specifico portale di riferimento, a seguire sarà disponibile la consultazione evoluta dei dati e, entro il 2019, è prevista l’entrata in vigore del sistema.

L’operazione costerà all’incirca 200 mila euro ma i risparmi saranno altissimi: si elimineranno infatti i costi di spedizione, della carta e dell’archiviazione: niente più carta, toner e buste! Una grande rivoluzione digitale che strizza l’occhio anche all’ambiente!

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile