Auto: garanzia estesa sì, ma fino a che punto?

da Casa del Consumatore

Posto che la garanzia minima stabilita per legge è di due anni, è ormai prassi di quasi tutte le case automobilistiche offrire la possibilità di estenderla fino a 3, a 5 o addirittura 7 anni!

Si potrebbe considerare un’ottima opportunità e, soprattutto, un indice di qualità dell’auto, se non fosse che… la garanzia estesa, nella maggior parte dei casi, è sottoposta a specifiche condizioni e limitazioni.
Si tratta di particolari non trascurabili, sui quali l’informazione dovrebbe essere chiara e completa fin da subito, cioè già dal primo contatto pubblicitario.

Scritte come questa: “Garanzia di 7 anni”, stampate a caratteri cubitali sulle pagine dei giornali possono avere un’enorme influenza nella scelta di chi intende acquistare un’auto.
Pertanto, che cosa prevede esattamente il pacchetto di garanzia estesa e che cosa effettivamente rimane escluso dalla copertura dovrebbe essere indicato in maniera evidente e comprensibile fin da subito.

Purtroppo non è sempre così. Proprio di recente l’Antitrust ha sanzionato alcune case automobilistiche per aver fornito informazioni ingannevoli nell’ambito delle loro campagne pubblicitarie incentrate appunto sulla garanzia estesa.
Il fatto che sui siti delle case automobilistiche siano indicati i reali limiti di estensione della garanzia offerta, non riduce l’ingannevolezza dei messaggi pubblicitari nei quali si omette di specificare quali parti e componenti ne restano esclusi.
Si tratta di una pratica commerciale scorretta che può indurre in errore il consumatore medio nel  momento in cui valuta la convenienza del pacchetto servizi abbinato all’auto e decide di fare un acquisto che potrebbe rivelarsi svantaggioso rispetto ad altre offerte eventualmente presenti sul mercato automobilistico.
Del resto, si sa che la concorrenza in questo settore si svolge, oltre che sulla variabile prezzo, anche sull’assistenza post-vendita e sulle prestazioni accessorie offerte.

Quindi, attenzione ai messaggi pubblicitari che promettono di raddoppiare e triplicare la garanzia legale: molto probabilmente saranno previste specifiche condizioni e limitazioni. Vediamone alcune.
Svariate parti e componenti delle vetture, a causa della loro normale deperibilità, in genere beneficiano di una garanzia che non supera i 2/3 anni.
Ad esempio, sono soggetti ad usura e quindi hanno una garanzia ridotta la batteria, i vari filtri (dell’olio, dell’aria, antiparticolato, antipolline), la cinghia, le candele, i componenti dei freni (pinze, pastiglie, dischi).
La garanzia triennale è prevista solitamente per i sistemi audio, navigazione e intrattenimento audio/video.
Inoltre, la garanzia non comprende l’allineamento delle ruote, la messa appunto del motore e tutte le normali operazioni di manutenzione (es. cambio tergicristalli, cambio dell’olio, ecc.).

Oltre alla normale usura dei componenti, ci sono altri casi in cui la garanzia non opera.
Ecco alcuni esempi: serbatoio riempito col carburante sbagliato, tuning (es. trapianto del motore, allargamento della carrozzeria, verniciatura multicolore, ecc.), omessa esecuzione del collaudo ed ogni caso di utilizzo improprio e danni dovuti a disattenzione o negligenza del proprietario.

AUTO BLU: SONO 65.000 NEL 2011, IN CALO DEL 13%

da Codacons

Troppe 64.524 auto blu in circolazione nel nostro paese. Lo afferma il Codacons, commentando i risultati del censimento svolto da FormezPa su incarico del Dipartimento della funzione pubblica.
“Riteniamo che i tagli effettuati sino ad ora sulle auto di Stato in dotazione alla Pubblica Amministrazione, siano ancora insufficienti – afferma il Presidente Carlo Rienzi – Allo stato attuale, infatti, in Italia circola una auto blu ogni 937 abitanti, una vera e propria esagerazione che si ripercuote sulle tasche dei cittadini”.
“Non a caso – prosegue Rienzi – il Tar del Lazio lo scorso novembre ha accolto il nostro ricorso, ordinando al Governo di rivedere l’assegnazione di auto pubbliche a Regioni, Province e Comuni. Per ottenere un vero risparmio, è dunque indispensabile eliminare del tutto le auto blu assegnate agli enti locali, ed introdurre controlli atti ad evitare abusi nell’utilizzo delle vetture di Stato”.

CICLOMOTORI E MICROCAR : IL TARGHINO DIVENTA FISSO

da Adiconsum

Obbligo targatura ciclomotori e microcar entro il 13 febbraio 2012

Dal 14 febbraio 2012 il vecchio “targhino” diventa fisso e non potrà più essere spostato da un ciclomotore ad un altro. Ciò in ottemperanza alla legge 120/2010  che all’articolo 14, comma 2, stabilisce che ciclomotori e microcar per circolare dovranno dotarsi di certificato di circolazione e di targhe fisse entro il 13 febbraio 2012.

La regolarizzazione si può effettuare presso gli uffici della motorizzazione, oppure presso le Agenzie di pratiche auto abilitate. Nel primo caso il costo dell’operazione è di 56,56 euro, nel secondo caso il conto varia tra gli 80 e 95 euro. 

 Chi circola senza la targa fissa è punito con sanzioni amministrative che vanno da 389 a 1.559 euro.

 Sotto il profilo assicurativo, l’ISVAP, l’Istituto di Vigilanza delle Assicurazioni Private, ha ribadito alle imprese di assicurazione che i ciclomotori, eventualmente non regolarizzati entro febbraio 2012, dovranno comunque essere assicurati, con la polizza RC (responsabilità civile), sulla base del telaio.