Skype Translator disponibile per tutti: traduzione in tempo reale e 50 lingue disponibili

Il traduttore universale di Microsoft si apre a tutti: Skype Translator può essere provato ed utilizzato liberamente da parte di chiunque, senza il bisogno di effettuare registrazioni o ricevere inviti.

E’ finalmente terminata la fase di preview di Skype Translator e agli utenti, ora, non resta che metterla subito in pratica trovando nuovi amici nelle parti più disparate del mondo. Per dialogare con gli altri, l’appgratuita e disponibile per Windows 8.1 e Windows 10 – supporterà gli utenti per l’italiano, il mandarino, l’inglese e lo spagnolo. Se ci si accontenta però della lingua scritta, allora, Skype Translator mostra tutta la sua efficienza con la possibilità di essere tradotti in ben 50 lingue diverse.

Senza alcun bisogno di registrarsi, in pratica, gli utenti, dopo aver scaricato l’app, possono scrivere un messaggio di testo nella loro lingua, e recapitarlo al destinatario nella lingua da lui scelta. Attraverso quella che Microsoft chiama ‘rete neurale’, il sistema analizza la voce trasformandola in formato testuale. Il risultato è un testo che viene tradotto, anche con il confronto tra i vari modi di dire nelle differenti lingue, e viene riprodotto vocalmente nell’altro idioma. Per evitare errori, comunque, accanto al testo tradotto Skype lascerà anche l’originale scritto nella chat. Può anche essere isolato, con il tasto mute, il parlato originale in modo da seguire solo il tradotto.

Pillola dei 5 giorni dopo anche in Italia in farmacia senza ricetta

Pubblicata sulla Gazzetta Ufficale la decisione dell’Aifa che ha adottato le linee dell’Agenzia europea del farmaco. Solo le minorenni dovranno presentare la richiesta del medico e comunque l’anticoncezionale non sarà disponibile tra i prodotti da banco e nelle parafarmacie. Scompare l’obbligo del test di gravidanza.
Le farmacie italiane devono consegnare la ‘pillola dei 5 giorni dopo’ alle pazienti maggiorenni quando la richiedono, anche se queste non hanno la ricetta del medico. La determina Aifa che ha recepito la nuova disposizione di Ema, l’autorità del farmaco europea, è stata pubblicata l’8 maggio scorso sulla Gazzetta Ufficiale. A questo punto il regime di uno dei medicinali cu sui di recente si sono scatenate varie polemiche è cambiato. Solo le minorenni dovranno avere la richiesta del dottore, da rinnovare ogni volta. Inoltre cade l’obbligo di fare il test di gravidanza prima di prendere il medicinale. Anche su questo è stata l’Ema a intervenire, mentre l’Italia era tra i pochi paesi a richiedere quell’esame, come a suo tempo richiesto dal Consiglio superiore di sanità.

La EllaOne, questo il nome commerciale del farmaco, si può prendere senza ricetta, ma non è un farmaco da banco. Non è a libero servizio, di quelli, per capirsi, che si possono prendere da soli dagli scaffali delle farmacie o delle parafarmacie. Va sempre richiesta al farmacista. E il fatto che ci sia un doppio regime a seconda dell’età della donna, oltre a rendere la pillola dei 5 giorni dopo unica nel suo genere dal punto di vista della somministrazione, dovrebbe rendere impossibile la vendita all’interno delle parafarmacie, dove i medicinali venduti sono tutti senza prescrizione.

Praticamente da sabato scorso le donne possono richiedere EllaOne in farmacia. Il medicinale è un anticoncezionale, funziona solo se non è avvenuta la fecondazione e fino a cinque giorni dopo il rapporto sessuale. In Italia, dopo la decisione Ema di togliere la ricetta su richiesta dell’azienda produttrice, è partito un dibattito. L’Aifa ha fatto intervenire il ministero che a sua volta ha coinvolto il Consiglio superiore di sanità. Questo organismo tecnico scientifico ha votato per mantenere la ricetta in Italia. L’unico membro che si è opposto a questa ipotesi è stato il farmacologo milanese Silvio Garattini. Ma la commissione tecnico scientifica dell’ente regolatorio, cioè l’Aifa, non poteva prendere una decisione diversa da quella di Ema. Per questo ha comunque deciso di togliere la ricetta, almeno per le maggiorenni.

Sperimentazione sugli animali: la lettera aperta al Parlamento della Senatrice Elena Cattaneo

CARO direttore, che cosa diranno in futuro i nostri figli o nipoti e gli storici quando, leggendo i dibattiti parlamentari, scopriranno che alcuni hanno lavorato per determinare il peggioramento delle loro condizioni di salute ed economiche? L’hanno fatto per decenni impedendo la ricerca pubblica sugli Ogm.

E VIETANDONE lo studio o la coltivazione sebbene sicuri. L’hanno fatto più di recente confondendo ciarlataneria e medicina. Lo fanno ogni giorno disconoscendo il valore della ricerca scientifica e l’impegno di ogni giovane ricercatore che, nonostante tutto, si ostina a lavorare in Italia. In modo non meno grave lo stanno facendo anche andando nella direzione di limitare o vietare la sperimentazione animale nella ricerca scientifica. Non stiamo parlando di “vivisezione”, che non esiste nei laboratori di ricerca.

È importante che i cittadini e i malati italiani sappiano che, nel recepire una direttiva europea, il Parlamento italiano, contro la stessa direttiva, ha aggiunto forti limitazioni che comprometteranno il futuro della ricerca biomedica italiana e impediranno, giusto per fare un esempio, lo studio del cancro e gli xenotrapianti. Cioè i nostri figli e nipoti leggeranno che alcuni parlamentari, privi delle conoscenze necessarie, pronunciavano parole come genomica, proteomica, epidemiologia, microcircuiti cellulari per sostenere come questi possano sostituire la sperimentazione animale. Di come quest’ultima ” veniva utilizzata in passato ma oggi esistono metodi più efficaci, come quelli che utilizzano tessuti prodotti in vitro ” o di progetti di ricerca per generare un ” human body on chip ” che, a detta loro, sono usabili ” per valutare rapidamente le risposte del corpo umano a nuovi farmaci”.

Oggi il Senato si appresta a votare alcune mozioni sul benessere animale (giusto), dove la sperimentazione animale viene di fatto equiparata alle crudeltà (assurdo), laddove invece la sperimentazione animale ha come presupposto che gli animali non devono soffrire. Si dice che gli scienziati oggi possono usare un computer, che sarebbe più predittivo della reazione o dell’efficacia di un trattamento rispetto a un modello animale. Senza spiegare chi istruirà il computer con algoritmi (fantascientifici) tali da mimare le risposte biochimiche dell’organismo, dei suoi circuiti umorali, degli organi connessi, di ogni loro singola cellula, ciascuna con i suoi trentamila geni tradotti in centomila proteine funzionali. Non dicono come computer o cellule in un piattino di plastica possono farci capire le basi di malattie multisistemiche, l’attività dei farmaci per la depressione, per i disturbi del movimento o dell’alimentazione, l’insonnia, la Sma, la Sla, la sclerosi multipla, l’Huntington, l’Alzheimer, il diabete, etc. Se è vero che gli animali non sono sempre predittivi, come può un computer essere più predittivo? Oggi il computer K giapponese (che simula solo 1 bilione di neuroni e costa 10 milioni di dollari l’anno) è 1.500 volte più lento della biologia e necessita di 4 anni per simulare una giornata di funzionamento di pochi semplici neuroni. Alcuni parlamentari lamentano che la sperimentazione sia fatta soprattutto su animali maschi e pertanto non sia predittiva per umani di sesso femminile. Invece di chiedere che si investa in sperimentazione animale che riguardi anche il genere femminile ecco la solita proposta del computer. Mi chiedo: ma come si accerteranno che è femmina?

I metodi alternativi (in realtà “complementari”) li creiamo noi scienziati e ne conosciamo bene significato, vantaggi, applicazioni e limiti. E sappiamo che è grazie alla sperimentazione animale che sono state sconfitte malattie che uccidevano milioni di bambini e adulti; che sono aumentate le capacità di trattare farmacologicamente o chirurgicamente malattie a lungo mortali; che abbiamo 4 vaccini contro Ebola e la possibilità di salvare vite umane. È stato anche grazie alla sperimentazione animale se l’aspettativa di vita alla nascita, per i nostri figli e nipoti, oggi supera gli 80 anni; se oggi si sperimentano nell’uomo (anche nel bambino) terapie geniche per diverse malattie; se abbiamo Rna interferenti capaci nell’animale di spegnere geni-malattia; strategie di sostituzione cellulare nel Parkinson di prossima sperimentazione clinica; trattamenti per l’ictus in cui effetto, finestra di opportunità e rischi connessi coincidono quasi perfettamente fra animali e uomo. All’Epfl di Losanna lavorano per ripristinare le funzioni sensoriali e motorie nelle lesioni midollari producendo “device” neuroprotestici che permettono a roditori o scimmie con lesioni di muoversi nuovamente. Mi fermo qui. Ci sono centinaia di esempi. Nemmeno un “capestro voto contro” potrà cambiare questa realtà.

La ricerca in tutto il mondo si attua attraverso la libera competizione tra le idee. Il presidente del Consiglio, alcune settimane fa, sottolineava la necessità che la ricerca italiana fosse più competitiva (io direi anche “attrattiva”) a livello europeo. Giusto. Versiamo il 13% del totale investito in ricerca dall’Unione europea ma i progetti italiani riportano a casa solo l’8% del totale. Cioè con i soldi italiani sosteniamo la ricerca di altri Paesi. Ma come si possono ottenere i dati preliminari che permettono a noi di competere a livello europeo lavorando in un Paese che non ha bandi nazionali per accumulare quei dati o che avversa la sperimentazione animale? Il Governo e il Parlamento devono avere presente che tutto ciò ci renderà isolati e sempre più deboli sul piano dell’accesso a trattamenti più avanzati contro le più gravi malattie e nella competizione al riparto dei fondi per la ricerca. Oltre a questo, le mozioni in discussione sottovalutano pericolosamente i rischi e il peggioramento per la salute umana dei nostri figli e nipoti che deriverà dal rinunciare alla sperimentazione animale. È quindi importante che la comunità scientifica e gli intellettuali italiani forniscano

strumenti al pubblico e ai politici interessati al benessere dei loro concittadini, affinché ogni manipolazione della realtà sia efficacemente contrastata.

(*L’autrice è docente all’Università degli Studi di Milano e senatrice a vita)

3 Italia gli aumenti a partire dal 24 maggio: Segreteria Telefonica, MMS, chiamate internazionali e il servizio “Ti Ho Cercato”

di Umberto Buzzoni

L’operatore 3 Italia introdurrà nuove condizioni per MMS, chiamate internazionali, segreteria telefonica e il servizio “Ti Ho Cercato” partendo dal 24 maggio con il pagamento di 20 centesimi per le chiamate alla segreteria telefonica (4133) indipendentemente dalla durata della telefonata.

Tra il primo giugno ed il primo luglio l’opzione “All’estero come a casa” si trasformerà in “3Easy pass” con costo di chiamata pari alla tariffa nazionale, scatto alla risposta di 30 centesimi, addebito di 30 centesimi per chiamata ricevuta e traffico dati come da tariffa nazionale più scatto di inizio sessione di 30 centesimi.

Dal 21 giugno per ogni MMS inviato è previsto un costo di 1,12 euro indipendentemente dal volume dei dati trasmessi e le chiamate dall’Italia verso l’estero per la Zona 1 passeranno a 50 centesimi di euro al minuto, verso la Zona 2 costeranno 2,03 euro al minuto mentre non subiranno variazioni il costo delle videochiamate, degli SMS ed MMS.

Inoltre dal 26 luglio il servizio “Ti ho cercato”, che avvisa con SMS le chiamate perse, diventerà a pagamento con un costo di 90 centesimi al mese che verranno addebitati alla ricezione del primo SMS di notifica e solo nei mesi di effettiva fruizione del servizio. E’ possibile disattivare un servizio indesiderato dall’area clienti o chiamando il centro assistenza e per quanto riguarda il servizio “Ti ho cercato” si può disattivare inviando la stringa “*112#” dalla tastiera del cellulare e attendere il messaggio di conferma.

Modello 730 Precompilato e le Detrazioni possibili

di Umberto Buzzoni

Dal 15 aprile è disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate il modello 730 precompilato e dal primo maggio si potranno modificare e inviare i dati ma nel precompilato non vi sono le informazioni relative alle detrazioni possibili.

Nel Quadro E del modello si possono inserire le spese sostenute detraibili secondo quanto definito per gli sconti fiscali previsti dalla legge:

Spese Sanitarie
>>Detrazione del 19% del totale con una franchigia di 129,11 euro
scontrini della farmacia con codice fiscale per l’acquisto dei farmaci
– ticket e spese per le visite
– acquisto degli occhiali da vista
– acquisto degli articoli in sanitaria con prescrizione medica
– tutte le spese mediche in genere dimostrabili
– dispositivi medici se sullo scontrino è indicato il dettaglio con marchio CE

>>Detrazione del 19% del totale
– mezzi necessari per i diversamente abili per accompagnamento, deambulazione, locomozione, sollevamento e sussidi tecnici e informatici
– spese per acquisto di motoveicoli e autoveicoli adattati da parte di portatori di handicap con possibile detrazione una volta ogni 4 anni e massimo di spesa consentito di18.075,99 euro

Mutui
– prime case detrazione del 19% degli interessi per un massimo di 4.000 euro
– abitazioni diverse dalla principale (mutuo concesso prima del 1993) detrazione massima di 2.065,83 euro
– abitazioni diverse dalla principale (mutuo concesso dopo il 1993) detrazione massima di 2.582,28 euro

Figli
– attività sportiva dei giovani fino a 210 euro per ogni figlio di età compresa tra i 5 e i 18 anni
– asili nido fino a 632 euro a figlio in 12 mesi
– studenti universitari spese d’affitto se fuori sede massimo 2.633 euro se la sede degli studi almeno a 100 km da casa
– costo delle tasse universitarie e di istruzione secondaria

Familiari a carico (coniuge, figli e altri familiari che nel 2014 hanno prodotto un reddito complessivo inferiore a 2.840,51 euro)
– coniuge da 690 euro a 800 euro e nulla per redditi superiori a 80.000 euro
– figli da 950 euro a 1.420 euro e 400 euro aggiuntivi per ogni figlio disabile
– altri familiari massimo 750 euro

Assicurazioni
– premi per assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni stipulate fino al 31 dicembre 2000 massimo 530 euro
– premi per assicurazioni sul rischio morte o invalidità permanente superiore al 5% stipulate dal primo gennaio 2001 massimo 530 euro
– assicurazioni sul rischio di non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana massimo 1.291,14 euro

Altre spese detraibili
– spese per l’assegno di mantenimento all’ex coniuge
– contributi volontari versati per la previdenza complementare
– contributi per le colf
– oneri per il pagamento consorzio bonifica
– contratti di affitto regolarmente registrati (se redditi inferiori a 30.987 euro)
– spese per funerali massimo 1.549,37 euro a decesso
– spese veterinarie sostenute per gli animali da compagnia (franchigia di 129,11 euro e massimo 387,34 euro ogni 12 mesi)
– inquilini che affittano un immobile adibito ad abitazione principale da 247,90 a 991,60 euro

Diabete: arriva anche in Italia la prima terapia che agisce sui reni

di Umberto Buzzoni

Arriva anche in Italia la prima terapia per il Diabete che agisce sui reni, già presente in 49 Paesi nel mondo. I reni possono essere visti come due “rubinetti del glucosio” che permettono l’eliminazione dello zucchero in eccesso e la riduzione della glicemia e la nuova terapia appartiene ad una nuova classe di farmaci chiamati inibitori del co-trasportatore di sodio-glucosio 2 (SGLT2), una proteina responsabile del 90% del riassorbimento del glucosio da parte dei reni. La nuova molecola “Dapagliflozin” è stata sviluppata da AstraZeneca, un’azienda biofarmaceutica che conta al suo interno di sette Premi Nobel, nata nel 1999 dalla fusione di Astra AB e Zeneca Group.

La molecola Dapagliflozin nata dallo studio di una sostanza naturale presente nella corteccia degli alberi di mele (la florizina), permette una riduzione della glicemia indipendente dall’insulina ed un basso rischio di ipoglicemie. Altri vantaggi derivanti da questa terapia sono porta la perdita di peso fino a 2-3 chilogrammi e l’abbassamento della pressione arteriosa.

Per la prima volta vengono considerati i reni per la loro capacità di controllo glicemico e gestione del diabete di tipo 2. Con l’assunzione di questa molecola si sfruttano meccanismi fisiologici in grado di abbassare la capacità di riassorbimento del glucosio da parte del rene con lo scopo di aumentare la perdita urinaria di glucosio. Inoltre non solo non interferisce con le altre terapie anti-diabete ma si integra con esse per il trattamento di tutte le fasi della malattia.

Un approccio innovativo di notevole importanza per quella che si può definire una vera e prorpia epidemia sociale dato che ad oggi in Italia si contano ben 4 milioni di persone affette e 387 milioni di persone nel mondo.

A cinque anni dalla laurea il 90% trova il lavoro

di Umberto Buzzoni

Dal XVII rapporto di Almalaurea emerge l’importanza di un titolo accademico dato che rispetto a chi non ha lo conseguito, i laureati hanno diversi vantaggi in ambito lavorativo in particolare in periodi di crisi.

In questa analisi sono state considerate le condizioni occupazionali di 490 mila laureati di 65 università italiane ed il tasso di occupazione a distanza di un anno dal conseguimento del titolo si differenzia: con un 66% per i laureati triennali, 70% per i laureati magistrali biennali e 49% per i magistrali a ciclo unico (architettura, medicina, veterinaria, etc).

A cinque anni dal conseguimento del titolo 9 laureati su dieci lavorano, anche se la percentuale è diminuita rispetto al passato e nel lungo periodo aumenta anche la stabilità del lavoro con un 73% dei laureati triennali, circa 78% dei magistrali a ciclo unico e 70% per i magistrali biennali.

I dati relativi alle retribuzioni a un anno registrano un lieve aumento e superano i 1.000 euro netti mensili: 1.013 per i laureati triennali, 1.065 per i laureati magistrali biennali e 1.024 per i magistrali a ciclo unico.