Pillola dei 5 giorni dopo anche in Italia in farmacia senza ricetta

Pubblicata sulla Gazzetta Ufficale la decisione dell’Aifa che ha adottato le linee dell’Agenzia europea del farmaco. Solo le minorenni dovranno presentare la richiesta del medico e comunque l’anticoncezionale non sarà disponibile tra i prodotti da banco e nelle parafarmacie. Scompare l’obbligo del test di gravidanza.
Le farmacie italiane devono consegnare la ‘pillola dei 5 giorni dopo’ alle pazienti maggiorenni quando la richiedono, anche se queste non hanno la ricetta del medico. La determina Aifa che ha recepito la nuova disposizione di Ema, l’autorità del farmaco europea, è stata pubblicata l’8 maggio scorso sulla Gazzetta Ufficiale. A questo punto il regime di uno dei medicinali cu sui di recente si sono scatenate varie polemiche è cambiato. Solo le minorenni dovranno avere la richiesta del dottore, da rinnovare ogni volta. Inoltre cade l’obbligo di fare il test di gravidanza prima di prendere il medicinale. Anche su questo è stata l’Ema a intervenire, mentre l’Italia era tra i pochi paesi a richiedere quell’esame, come a suo tempo richiesto dal Consiglio superiore di sanità.

La EllaOne, questo il nome commerciale del farmaco, si può prendere senza ricetta, ma non è un farmaco da banco. Non è a libero servizio, di quelli, per capirsi, che si possono prendere da soli dagli scaffali delle farmacie o delle parafarmacie. Va sempre richiesta al farmacista. E il fatto che ci sia un doppio regime a seconda dell’età della donna, oltre a rendere la pillola dei 5 giorni dopo unica nel suo genere dal punto di vista della somministrazione, dovrebbe rendere impossibile la vendita all’interno delle parafarmacie, dove i medicinali venduti sono tutti senza prescrizione.

Praticamente da sabato scorso le donne possono richiedere EllaOne in farmacia. Il medicinale è un anticoncezionale, funziona solo se non è avvenuta la fecondazione e fino a cinque giorni dopo il rapporto sessuale. In Italia, dopo la decisione Ema di togliere la ricetta su richiesta dell’azienda produttrice, è partito un dibattito. L’Aifa ha fatto intervenire il ministero che a sua volta ha coinvolto il Consiglio superiore di sanità. Questo organismo tecnico scientifico ha votato per mantenere la ricetta in Italia. L’unico membro che si è opposto a questa ipotesi è stato il farmacologo milanese Silvio Garattini. Ma la commissione tecnico scientifica dell’ente regolatorio, cioè l’Aifa, non poteva prendere una decisione diversa da quella di Ema. Per questo ha comunque deciso di togliere la ricetta, almeno per le maggiorenni.

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