Dopo i sacchetti bio, arriverà anche la tassa sulla plastica!

I sacchetti biodegradabili a pagamento per confezionare frutta e verdura sono da poco entrati sul mercato e hanno già dato il via a numerose polemiche scoppiate sui social e non solo. Cosa faranno i cittadini quando verrà introdotta anche la tassa sulla plastica? E’ notizia recente che l’Unione Europea pensa di inserire questa nuova imposta per trovare ulteriori risorse da destinare al bilancio. L’idea prende spunto anche da un importante avvenimento storico che ha fatto aprire gli occhi ai commissari di Bruxelles: dal primo gennaio 2018 la Cina ha chiuso il mercato per riciclare la plastica.

Quindi, mentre in Cina si chiudono le frontiere, l’Europa resta indietro producendo un gran quantitativo di plastica che, neanche utilizzando il riciclo, si riesce a smaltire. In attesa di una decisione le valutazioni dei commissari ruotano intorno ad un quesito importante: la tassa andrà a colpire le componenti che si usano per produrla oppure il prodotto finito? Ci saranno esenzioni per prodotti di uso quotidiano? Staremo a vedere, nel frattempo l’UE  pensa che l’introduzione della tassa sulla plastica possa responsabilizzare i cittadini invitandoli a ridurne i consumi. Le conseguenze? La produzione di plastica diminuirà notevolmente ed il gettito finirà nelle casse del bilancio europeo, andando a colmare il buco da 12-14 miliardi che si aprirà dopo la Brexit.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Rimborso Tari: facciamo il punto sulla situazione!

La Tari (tariffa sui rifiuti) è stata istituita nel 2014 ed i comuni hanno cominciato ad applicarla a partire dal primo gennaio dell’anno successivo. Dopo la recente notizia delle tariffe gonfiate il Ministero dell’Economia e Finanza ha disposto che i cittadini che hanno pagato più del dovuto dovranno essere rimborsati. Da cosa è dipeso l’errore delle tariffe gonfiate? La tassa ha due principali componenti: la “quota fissa”, che è collegata alle dimensioni dell’immobile e la “quota variabile” che dipende dal numero di persone. Quest’ultima deve essere calcolata una sola volta. Nello specifico se un immobile ha più pertinenze (garage, soffitta, cantina), la quota va applicata una sola volta poiché le persone che vivono nell’appartamento utilizzano sempre le medesime pertinenze. Il caos scoppiato in questi giorni è dovuto al fatto che i comuni hanno illegittimamente moltiplicato gli importi della Tari, applicando la quota variabile dell’imposta tante volte per quante sono le pertinenze dell’immobile. Come ottenere il rimborso?

Bisogna innanzitutto verificare l’annualità per cui si è pagata la tassa, per capire se il tributo è stato suddiviso in quota fissa e variabile. Se è stata applicata la vecchia Tarsu, che aveva una struttura unitaria non è possibile ottenere il rimborso. Bisogna poi analizzare gli avvisi di pagamento ricevuti: si può chiedere il rimborso se sull’avviso la quota Tari è dettagliata e conteggiata più volte anche nella componente variabile. Se invece l’avviso di pagamento non contiene dettagli occorre procurarsi copia del regolamento comunale e rifare i conti per capire se si è pagato più del dovuto. Per il rimborso occorre presentare un’istanza al comune ed al gestore della Tari entro cinque anni dal pagamento della tassa con raccomandata A/R, in cui si chiede il ricalcolo di quanto dovuto, lo sgravio degli importi illegittimamente conteggiati ed il rimborso di quanto pagato in eccesso. La richiesta deve ottenere risposta da parte del comune entro 90 giorni. Il comune ha inoltre 180 giorni di tempo per la restituzione delle somme. Se il comune o il gestore rigettano la domanda, si può proporre ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale competente, entro 60 giorni dalla notifica del rigetto. Se invece il comune non risponde entro 90 giorni, e non paga entro 180 giorni dalla presentazione dell’istanza, è possibile impugnare l’atto ricorrendo alla Commissione Tributaria Provinciale.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Manovra: un riassunto su tutti i nuovi bonus del 2018.

Il 2018 è ricco di nuovi e buoni propositi per aiutare i cittadini a risparmiare. La cosiddetta Manovra voluta dal governo per favorire gli italiani ha così creato particolari sconti da applicare in diversi settori. In precedenti articoli ci siamo soffermati sul bonus mobili (detrazioni pari al 50% della spesa, su un massimo di dieci mila euro, per ristrutturazioni) e sul bonus verde (detrazione del 36% per spese di manutenzione di giardini o terrazzi pubblici e privati) ma, la lista è ancora lunga. Pensiamo ad esempio ai trasporti pubblici: le agevolazioni fiscali interesseranno gli abbonamenti. La detrazione è relativa alle spese sostenute per l’acquisto degli abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale per un importo non superiore a 250 euro.

Per quanto riguarda invece le tasse locali il blocco degli aumenti delle aliquote sarà prorogato per il 2018. Ciò significa che i comuni potranno continuare a mantenere gli stessi parametri dei precedenti anni senza aumenti. C’è poi bonus Irpef di 80 euro: è aumentato il bacino di utenza grazie ad una maggiorazione della soglia di reddito. Il tetto di 24.000 euro sale a 24.600, mentre quello di 26.000 a 26.600. E’ previsto anche un bonus cultura per i 18enni che sarà esteso anche a coloro che compiranno la maggiore età nel 2018 e negli anni successivi. Infine, per agevolare le famiglie italiane, è stato istituito un fondo da destinare a interventi per le politiche familiari con una dotazione di 100 mln di euro annui a partire dal prossimo anno.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Nel 2015 lieve calo dei costi per mantenere una casa

Nel 2014 secondo i dati Istat il mercato immobiliare è tornato a crescere per la prima volta dopo sette anni consecutivi di cali. Gli acquisti di unità immobiliari, pari a 594.431 unità, sono cresciuti dell’1,6% rispetto al 2013 ad eccezione delle Isole dove si è registrato un calo dell’1%.

Questo dato va pero’ analizzato sulla base di quanto osservato dal Censis dato che la crisi economica nel 2013 ha fatto registrare volumi di vendita del mercato immobiliare pari a quelli del 1984.

Elementi che hanno inciso negativamente, secondo il Censis, sono state le tasse sulla casa (Imu, Tari e Tasi) e la diminuzione del reddito disponibile delle famiglie del 9,8% dal 2008. Va inoltre considerato che oltre ai costi sostenuti per la proprietà dell’immobile bisogna affrontare anche le spese per il mantenimento e le utenze come le spese condominali e le bollette per la fornitura di energia elettrica, gas e acqua. L’Osservatorio Nazionale della Federconsumatori e l’Adusbef hanno stimato che nel 2015 per un appartamento di 90 metri quadrati situato in una zona semi-centrale di una grande area metropolitana il costo da sostenere mensilmente in caso di affitto sarebbe di 1.693,45 euro (una riduzione di 32,69 euro rispetto al 2014) mentre per una casa di proprietà il costo di mantenimento sarebbe di 1.151,20 euro al mese (una riduzione di 25,19 euro rispetto al 2014).

Le diminuzioni sono la conseguenza della riduzione dei costi per luce e gas, mutui meno onerosi (ribasso dei tassi d’interesse nel 2015 con un costo medio di 595 euro mensili contro i 618 euro del 2014) e alla riduzione degli affitti (1.212 euro al mese per il 2015 contro i 1.242 dello scorso anno). I cali pero’ saranno in parte compensati dai contemporanei rincari della fornitura del servizio idrico (+3% su base annua), delle spese condominiali (+4%) e della Tari che aumenterà del 6% rispetto al 2014.

Modello 730 Precompilato e le Detrazioni possibili

di Umberto Buzzoni

Dal 15 aprile è disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate il modello 730 precompilato e dal primo maggio si potranno modificare e inviare i dati ma nel precompilato non vi sono le informazioni relative alle detrazioni possibili.

Nel Quadro E del modello si possono inserire le spese sostenute detraibili secondo quanto definito per gli sconti fiscali previsti dalla legge:

Spese Sanitarie
>>Detrazione del 19% del totale con una franchigia di 129,11 euro
scontrini della farmacia con codice fiscale per l’acquisto dei farmaci
– ticket e spese per le visite
– acquisto degli occhiali da vista
– acquisto degli articoli in sanitaria con prescrizione medica
– tutte le spese mediche in genere dimostrabili
– dispositivi medici se sullo scontrino è indicato il dettaglio con marchio CE

>>Detrazione del 19% del totale
– mezzi necessari per i diversamente abili per accompagnamento, deambulazione, locomozione, sollevamento e sussidi tecnici e informatici
– spese per acquisto di motoveicoli e autoveicoli adattati da parte di portatori di handicap con possibile detrazione una volta ogni 4 anni e massimo di spesa consentito di18.075,99 euro

Mutui
– prime case detrazione del 19% degli interessi per un massimo di 4.000 euro
– abitazioni diverse dalla principale (mutuo concesso prima del 1993) detrazione massima di 2.065,83 euro
– abitazioni diverse dalla principale (mutuo concesso dopo il 1993) detrazione massima di 2.582,28 euro

Figli
– attività sportiva dei giovani fino a 210 euro per ogni figlio di età compresa tra i 5 e i 18 anni
– asili nido fino a 632 euro a figlio in 12 mesi
– studenti universitari spese d’affitto se fuori sede massimo 2.633 euro se la sede degli studi almeno a 100 km da casa
– costo delle tasse universitarie e di istruzione secondaria

Familiari a carico (coniuge, figli e altri familiari che nel 2014 hanno prodotto un reddito complessivo inferiore a 2.840,51 euro)
– coniuge da 690 euro a 800 euro e nulla per redditi superiori a 80.000 euro
– figli da 950 euro a 1.420 euro e 400 euro aggiuntivi per ogni figlio disabile
– altri familiari massimo 750 euro

Assicurazioni
– premi per assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni stipulate fino al 31 dicembre 2000 massimo 530 euro
– premi per assicurazioni sul rischio morte o invalidità permanente superiore al 5% stipulate dal primo gennaio 2001 massimo 530 euro
– assicurazioni sul rischio di non autosufficienza nel compimento degli atti della vita quotidiana massimo 1.291,14 euro

Altre spese detraibili
– spese per l’assegno di mantenimento all’ex coniuge
– contributi volontari versati per la previdenza complementare
– contributi per le colf
– oneri per il pagamento consorzio bonifica
– contratti di affitto regolarmente registrati (se redditi inferiori a 30.987 euro)
– spese per funerali massimo 1.549,37 euro a decesso
– spese veterinarie sostenute per gli animali da compagnia (franchigia di 129,11 euro e massimo 387,34 euro ogni 12 mesi)
– inquilini che affittano un immobile adibito ad abitazione principale da 247,90 a 991,60 euro

Decreto sui giochi: la riduzione di quasi un terzo delle slot machine

di Umberto Buzzoni

La bozza del decreto attuativo della delega fiscale prevede diverse novità per il mondo del gioco a partire da una riduzione di circa un terzo del numero delle slot machine pari a 80 – 100 mila macchinette in meno rispetto alle attuali 350 mila.

Il decreto definisce le nuove norme che verranno applicate dal 2017 sia in termini di metri quadri e il numero massimo di slot per bar e sale scommesse ma anche che devono avere uno spazio dedicato, non devono essere visibili dall’esterno e continuano ad essere vietate ai minori. Per avere le slot i locali dovranno avere «una superficie non inferiore a 50 metri quadrati» e rispettare anche il parametro di «un apparecchio ogni 3 metri quadrati» e un tetto massimo di 6 slot machine in totale.

Oltre ai criteri più rigidi per l’installazione delle slot machine nel decreto vi sono novità anche in merito al prelievo fiscale sulle vincite e agli spot tv per i giochi. La “tassa sulla fortuna” aumenta passando dal 6 all’8% mentre per quanto riguarda gli spot pubblicitari, oltre ai limiti già in vigore, non si potrà più fare pubblicità in tv anche nella «fascia protetta tra le 16 e le 19», con l’eccezione dei canali e trasmissioni sportive o dedicati al gioco.

Rincari per le sigarette elettroniche: imposta di 3,73 euro più Iva a ricarica

di Umberto Buzzoni

Dal 21 gennaio è entrata in vigore la determina dei Monopoli che definisce per le sigarette elettroniche un’imposta di 3,73 euro più Iva per ogni ricarica da 10 millilitri quindi di circa 4,50 euro a ricarica.

Il Decreto attuativo della Delega fiscale prevede per le sigarette elettroniche una tassa definita in base ad un sistema di equivalenza con le sigarette a cui poi va applicato uno sconto del 50% ma una determina provvisoria dei Monopoli giunta a fine anno aveva stabilito che per ogni ricarica andava applicata una tassa di 3,33 euro più Iva. Infine con la nuova determina la tassazione è aumentata ancora in quanto i Monopoli, con procedure tecniche stabilite per legge, hanno calcolato che “un’unità di prodotto liquido da inalazione, pari a 1 ml, equivale al consumo di 5,63 sigarette convenzionali” e da questi valori è stata definita l’imposta di consumo di 0,37344 euro al millilitro che equivale a 3,73 euro più Iva a ricarica.

Secondo gli operatori del settore questa tassa potrebbe portare ad un aumento del prezzo per i consumatori del 150% e sono decisi a ricorrere nuovamente al Tar.