Spese veterinarie e detrazioni fiscali.

Il 2020 porta novità nel campo delle detrazioni fiscali relative alle spese veterinarie dei nostri amici a quattro zampe. La commissione di bilancio ha stabilito con un emendamento che la soglia massima detraibile per le spese di tale genere è pari a 500 euro anziché 387,34 euro. Con il nuovo tetto massimo si potrà ottenere una detrazione di 70,64 euro tenendo conto della franchigia di 129,11 euro e dell’aliquota del 19%.

La detrazione verrà effettuata nel modello 730 del prossimo anno e riguarda tutte le spese mediche sostenute dal contribuente per la cura di animali legalmente detenuti a scopo di compagnia o pratica sportiva. Rientrano inoltre nelle detrazioni i costi sostenuti per effettuare prestazioni professionali dal veterinario e, allo stesso modo sono considerate spese veterinarie anche quelle effettuate per l’acquisto di farmaci prescritti per la cura ed il benessere dell’animale.

Direttore responsabile
Buzzoni Umberto

Rischio pidocchi: trucchi per non pensarci più.

Scuole e pidocchi: sono in molti a trovarsi in una situazione simile e cercare dei rimedi. La prevenzione in questi casi serve a poco poiché il problema non dipende dall’igiene né dei luoghi né delle persone. Secondo i produttori shampoo e lozioni andrebbero usati tutti i giorni o nei giorni in cui il rischio è maggiore ma non ci sono prove sull’ efficacia di tali rimedi. L’unica vera fonte di prevenzione è il controllo della testa dei bambini per intervenire immediatamente una volta individuato il problema.

In commercio esistono molti prodotti: quelli a base di insetticidi chimici vanno usati con cautela poiché possono causare irritazioni e prurito in casi di sensibilità alla sostanza utilizzata. Un altro tipo di prodotti agisce invece soffocando i pidocchi: sono a base di silicone prodotto che crea una sorta di pellicola sui capelli per imprigionare i fastidiosi animaletti. Tali prodotti non appartengono alla categoria dei presidi medico chirurgici pertanto presentano meno effetti indesiderati e reazioni allergiche. Infine ci sono gli oli essenziali per citarne alcuni l’olio di neem, tea tree oil e lavanda. Si tratta di semplici cosmetici che vanno applicati ciocca per ciocca con l’uso di un apposito pettine adibito a rimuovere uova e pidocchi. Il trattamento in questo caso va ripetuto ogni sei o sette giorni. Un ultimo consiglio: i pidocchi sopravvivono lontano dal cuoio capelluto al massimo tre giorni pertanto è bene lavare abiti, biancheria e lenzuola della persona colpita a 60° utilizzando anche un detersivo comune.

Direttore responsabile
Buzzoni Umberto

Padroni di cani nel mirino!

Se hai un cane e lo porti in giro devi stare attento ai suoi bisogni, non solo solidi ma anche liquidi! Norme recenti in materia degli amici a quattro zampe prevedono multe salate in caso di mancata osservanza. Nel mirino non solo le feci di fido ma anche la pipì che, una volta fatta, va pulita. Il proprietario deve controllare che il suo amico a quattro zampe non solo non importuni le persone ma anche che non faccia i bisogni nei punti sbagliati. Evitare di raccogliere gli escrementi del proprio cane non è soltanto un atto di inciviltà ma anche un vero e proprio reato penale punito con una contravvenzione fino a 103 euro, che può lievitare fino a 3000 euro se le feci finiscono per imbrattare monumenti storici ed opere d’arte.

Il cane inoltre deve essere tenuto al guinzaglio ed il suo padrone deve essere sempre munito degli appositi sacchetti da mostrare in caso di richiesta da parte degli agenti di Polizia Municipale. Le pene in Piemonte sono più aspre: i padroni devono portare con sé non solo i sacchetti per le feci ma anche una bottiglietta d’acqua per igienizzare il suolo pubblico. Chi viene colto in flagranza di reato rischia una multa che va dai 25 euro fino a un massimo di 500 euro.

Multe e carcere per chi non raccoglie i “ricordini” di Fido!

Quando andiamo a spasso con il nostro animale domestico bisogna ricordare di portare con se paletta e sacchetto per raccogliere i “ricordini” che Fido lascia. E’ importante non solo per il senso civico e per il decoro dei luoghi visitati ma anche per evitare multe e sanzioni. I padroni “distratti” rischiano infatti l’accusa di imbrattamento, reato per cui è prevista persino la reclusione oltre che la sanzione. Chi possiede un animale domestico ne ha la completa responsabilità per cui se Fido sporca il padrone è tenuto a pulire a prescindere da dove avvenga il fatto: per strada, sul marciapiede o nell’androne di un palazzo.

In particolare si identifica il reato qualora si imbrattino cose mobili altrui con la condanna al pagamento di una multa fino a 103 euro. Se l’imbrattamento è commesso su beni immobili o su mezzi di trasporto pubblici/ privati la sanzione può salire fino ai 1.000 euro ed in più si rischia il carcere da 1 a 6 mesi. La pena si inasprisce se le feci vengono depositate e non raccolte su beni di interesse storico o artistico: in questi casi la reclusione va da 3 mesi ad 1 anno e la sanzione può salire fino a 3.000 euro. Oltre al Codice Penale anche i singoli comuni possono sanzionare chi non rispetta le regole con delle specifiche ordinanze come accaduto ad esempio a Malnate in provincia di Varese dove si è creata una vera e propria banca dati con il DNA dei cani residenti per smascherare tramite un’analisi dei campioni di escrementi lasciati in giro i padroni indisciplinati. In provincia di Bergamo invece si è tenuti a raccogliere immediatamente dentro un apposito sacchetto le feci di Fido pena 700 euro di multa. A Lecce invece oltre alle multe si può essere sanzionati in caso di non possesso del kit, composto da sacchetto e paletta, per raccogliere gli escrementi del cane.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Modello 730/2018: quali sono le spese detraibili per i nostri animali da compagnia.

La circolare 7/E del 4 aprile 2017 diramata dall’Agenzia delle Entrate ha reso possibile dichiarare nel modello 730 anche le spese relative ai nostri animali domestici. La circolare fa riferimento, in particolare, alle spese veterinarie ed all’acquisto di farmaci. La detrazione d’imposta pari al 19% spetta nel limite massimo di euro 387,34 sulla parte che eccede l’importo di euro 129,11, per un risparmio di euro 49,00 ed è riconosciuta al soggetto che ha sostenuto la spesa. Il limite di spesa è unico e cumulativo indipendentemente dal numero di animali in possesso. Sono escluse le spese relative alla cura di: animali destinati all’allevamento, riproduzione o consumo alimentare, animali allevati nell’esercizio di attività commerciali ed agricole, animali utilizzati per attività illecite.

Le spese ammissibili sono quindi relative alle prestazioni del medico veterinario che ha emesso regolare fattura, le spese relative all’acquisto di medicinali necessari per il benessere dell’animale, per le analisi e per gli interventi presso cliniche professionali. L’acquisto dei medicinali per uso veterinario deve essere documentato dall’emissione di scontrino fiscale contenente i seguenti dati: codice fiscale di colui che ha sostenuto la spesa, natura del farmaco utilizzato, la qualità e la quantità dei medicinali acquistati. La detrazione è ammessa anche per acquisti di farmaci on line purché i rivenditori siano autorizzati dalle autorità competenti. Nel modello 730/2018 la spesa deve essere indicata nel rigo da E08 –E10 con il codice 29, con indicazione dell’importo delle spese sostenute.

In  caso di controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate, occorre esibire la seguente documentazione: fatture relative alle prestazioni professionali del veterinario, scontrini per l’acquisto dei medicinali, autocertificazione attestante che l’animale è legalmente detenuto a scopo di compagnia o per pratica sportiva.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

La truffa del cane e del suo pedigree.

Succede a Rovigo nei giorni scorsi: al centro della vicenda un cucciolo di rottweiller che viene ceduto senza pedigree. L’acquirente, appassionato di mostre e concorsi a quattro zampe aveva intenzione di prendere parte a tali eventi con il suo nuovo acquisto ma qualcosa non va per il verso giusto. Ancora una volta la truffa nasce su internet: il cucciolo arriva da Budapest e costa novecento euro. Conclusa la trattativa e pagato il prezzo stabilito, il cucciolo arriva in Italia ma senza un certificato fondamentale: il pedigree. Il pedigree è un documento che attesta l’ iscrizione ai Libri Genealogici: sono annotati i dati identificativi di un cane, la razza di appartenenza, la sua genealogia e i dati anagrafici del proprietario e dell’allevatore. E’ un documento importante che delinea un “cane di razza pura”, un animale che morfologicamente appartiene a quella razza tipica.

Questo significa che un cane senza pedigree non potrà partecipare ad alcuna manifestazione ufficiale e che faticherà anche a trovare un partner, perché nessun allevatore, o privato, serio accetterà mai di accoppiare il proprio cane con un soggetto senza documenti. A quel punto l’acquirente chiede al venditore tale certificato ma il primo pedigree inviato presentava delle lacune, così che ne sarebbe stata richiesta, ed ottenuta una seconda copia. Sempre non veritiera, però: l’acquirente lo avrebbe scoperto confrontandosi con Enci, ossia l’Ente Nazionale per la Cinofilia Italiana. Oltre al danno anche la beffa!

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Alcuni consigli per rendere l’estate piacevole anche ai nostri amici a quattro zampe!

Con l’arrivo delle giornate estive il sole scotta non solo per noi ma anche per i nostri amici a quattro zampe. Anche loro soffrono il caldo e l’umidità ed è bene essere informati su come aiutarli a rendere più tollerabili le torride temperature. La prima regola è quella di non lasciare incustodito l’ animale specie in macchina. Non basta infatti aprire tutti i finestrini del veicolo oppure cercare un parcheggio all’ombra poiché la carrozzeria si surriscalda molto facilmente ed in poco tempo rendendo l’interno simile ad un forno bollente.

Non va bene neanche lasciare l’animale incustodito legato fuori dal supermercato ad esempio, o in luoghi molto soleggiati, poiché ciò potrebbe causare colpi di sole con rischio di disidratazione per l’animale. Se, in questo caso, sospettate che il vostro animale presenta sintomi riconducibili al colpo di calore come ad esempio pelle che scotta, difficoltà respiratoria o difficoltà a camminare, potete in emergenza intervenire così: spostate l’animale in un ambiente ventilato ed iniziate a raffreddare il corpo con acqua fresca (non ghiacciata) cominciando dalla testa fino a scendere alle zampe. Infine consultate il veterinario monitorando con costanza l’animale prima del suo intervento.

Se invece uscite a fare una passeggiata ricordate di farlo in orari meno torridi poiché le alte temperature rendono l’asfalto rovente al punto tale da scottare le zampe dell’animale. Ricordate che l’acqua in questi casi ha una funzione importantissima: potete utilizzarla per rinfrescare l’animale durante la camminata e, se il vostro amico ha la lingua penzolante, è sicuramente assetato: in questo caso con una buona dose di acqua lo renderete felice! Se volete portare con voi in vacanza il vostro amico a quattro zampe ricordate di avere a portata di mano la ciotola dell’acqua ed un piccolo asciugamano per rinfrescare l’animale quando è necessario. Infine un ultimo consiglio: ricordate che cani e gatti non “sudano” come noi quindi per abbassare la loro temperatura corporea aumentano i ritmi respiratori. Pertanto bisogna sempre garantire loro un luogo ombreggiato e ventilato, acqua fresca, cibo leggero e facile da digerire. Seguendo queste dritte anche la loro estate sarà indimenticabile!

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile