Succede a Rovigo nei giorni scorsi: al centro della vicenda un cucciolo di rottweiller che viene ceduto senza pedigree. L’acquirente, appassionato di mostre e concorsi a quattro zampe aveva intenzione di prendere parte a tali eventi con il suo nuovo acquisto ma qualcosa non va per il verso giusto. Ancora una volta la truffa nasce su internet: il cucciolo arriva da Budapest e costa novecento euro. Conclusa la trattativa e pagato il prezzo stabilito, il cucciolo arriva in Italia ma senza un certificato fondamentale: il pedigree. Il pedigree è un documento che attesta l’ iscrizione ai Libri Genealogici: sono annotati i dati identificativi di un cane, la razza di appartenenza, la sua genealogia e i dati anagrafici del proprietario e dell’allevatore. E’ un documento importante che delinea un “cane di razza pura”, un animale che morfologicamente appartiene a quella razza tipica.
Questo significa che un cane senza pedigree non potrà partecipare ad alcuna manifestazione ufficiale e che faticherà anche a trovare un partner, perché nessun allevatore, o privato, serio accetterà mai di accoppiare il proprio cane con un soggetto senza documenti. A quel punto l’acquirente chiede al venditore tale certificato ma il primo pedigree inviato presentava delle lacune, così che ne sarebbe stata richiesta, ed ottenuta una seconda copia. Sempre non veritiera, però: l’acquirente lo avrebbe scoperto confrontandosi con Enci, ossia l’Ente Nazionale per la Cinofilia Italiana. Oltre al danno anche la beffa!
Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile