Consumi Natale 2014 ridotti del 5% rispetto al 2013 e del 45,5% rispetto al 2007

di Umberto Buzzoni

Il Codacons ha diffuso i dati ufficiali e per il Natale 2014 è stata registrata una riduzione generalizzata dei consumi del 5% rispetto al 2013. La spesa effettuata per regali, viaggi, ristorazione, addobbi e acquisti alimentari in totale ammonta a 9,8 miliardi di euro che rappresenta una contrazione del 5% rispetto all’anno scorso ma se rapportata con la spesa per i consumi natalizi pre-crisi dell’anno 2007 si tratta di un vero e proprio crollo.

Nel 2007 infatti i maggiori consumi per “l’effetto Natale” ovvero le spese natalizie effettuate nel mese di dicembre nei negozi, centri commerciali e grande distribuzione sono stati pari a 18 miliardi di euro che raffrontato alla spesa del 2014 pari a 9,8 miliardi di euro corrisponde in 7 anni ad una riduzione vertiginosa delle spese natalizie di 8,2 miliardi di euro ed in termini percentuali del 45,5%.

Gli italiani in risposta alla crisi hanno ridotto le spese tipiche delle festività natalizie ed in parte responsabile di questa riduzione dei consumi anche la concentrazione delle scadenze fiscali nel mese di dicembre tra Tasi, Tari, Imu, etc. Analizzando i diversi settori non tutti hanno risentito della riduzione come per esempio i settori alimentari, hi-tech e giocattoli che si sono mantenuti stabili rispetto al 2013 mentre si è registrato un calo degli acquisti del 10% per calzature, arredamento, abbigliamento, addobbi e viaggi.

In arrivo una rata della Tari. Agli italiani i rifiuti costano 8 miliardi

di Umberto Buzzoni

In questi giorni i Comuni stanno inviando i bollettini per il pagamento della tassa sui rifiuti (Tari) per un totale di circa 8 miliardi. Il Centro Studi di Federconsumatori (Creef) ha calcolato che quest’anno si tratta di un aumento medio del 2,84% mentre per il periodo tra il 2010 e il 2014 l’aumento medio calcolando per un appartamento di 100 metri quadrati e nucleo familiare di tre persone è stato del 20,65% pari a 50 euro e notevolmente superiore all’inflazione pari al 7% cioè l’aumento è stato il triplo dell’inflazione.

L’impatto di questa nuova tassa sui bilanci dei consumatori diventa rilevante perchè non solo si tratta di cifre considerevoli ma soprattutto perchè arriva in concomitanza di altri tributi come Tasi, Imu e addizionale Irpef. Rispetto alla Tares del 2013 di 282 euro si registra un incremento in valori assoluti di 8 euro ma se rapportato agli ultimi 4 anni si parla di un aumento del 165% a Reggio Calabria, del 73% a Cagliari, del 56% a Pescara e a Trapani e una riduzione del 8% a Napoli e Udine.

Dall’esame degli importi della Tari del 2014 nelle 110 città capoluogo emergono notevoli differenze anche tra città della stessa regione e in particolare rispetto alle grandi città troviamo Roma al 17 posto con una spesa annua di 372 euro, Milano al 36 con 320 euro mentre Bologna (56 posto) e Firenze (85 posto) sono invece al di sotto della media nazionale, rispettivamente con 277 euro e 222 euro di spesa annua.

Le 10 città più care:
Cagliari con 532 euro
Siracusa con 502 euro
Reggio Calabria con 496 euro
Salerno con 473 euro
Napoli con 463 euro
Catania con 434 euro
Grosseto con 414 euro
Carbonia con 412 euro
Benevento con 409 euro
Carrara con 406 euro

Le 10 città più economiche:
Cremona con 136 euro
Isernia con 155 euro
Udine con 161 euro
Brescia e Belluno con 175 euro
Vibo Valentia e Ascoli con 185 euro
Mantova con 186 euro
Verona con 190 euro
Trento con 192 euro

Ridotta del 20% la spesa energetica italiana ma il prezzo della benzina non scende per l’effetto delle tasse

di Umberto Buzzoni

Secondo le stime dell’Unione petrolifera nel 2014 la fattura energetica italiana, cioè la spesa sostenuta per le forniture dall’estero, subirà una riduzione di circa il 20% rispetto al 2013 pari a 11 miliardi di euro. Un vero e proprio crollo dovuto in particolare nella prima parte dell’anno al calo dei consumi per il caro prezzi e dall’inizio dell’estate alla diminuzione delle quotazioni del greggio che comporteranno una fattura petrolifera di 25 miliardi che rappresenta una riduzione del 18% rispetto al 2013.

Il prezzo del greggio è tornato ai livelli del mese di novembre del 2010 ma la benzina costa circa 27 centesimi in più (23 per tasse e 4 per l’effetto cambio) e il gasolio circa 33 centesimi in  più (28 per tasse e 5 per l’effetto cambio). L’aumento della componente fiscale ha annullato i vantaggi per gli automobilisti infatti al netto degli aumenti fiscali il gasolio meno di 1,20 euro e la benzina costerebbe meno di 1,40 euro al litro.

In Italia la tassazione sulla benzina è pari al 63% del prezzo finale mentre la media europea è del 58% e sono inoltre previsti altri aumenti fino al 2021 per un totale di oltre 3,2 miliardi di euro che sarebbe pari a 10 -12 centesimi.

La contrazione della domanda di energia in Italia rispetto al 2013 riguarda praticamente tutte le fonti ad eccezione delle rinnovabili che registreranno un aumento del 3,9% e anche nel 2014 si conferma il petrolio come principale fonte di energia.

Obiettivo Riciclo 2020 dell’Unione Europea con un risparmio di circa 650 milioni di euro

di Umberto Buzzoni

L’Unione Europea ha fissato come obiettivo per il 2020 il riciclo della metà dei rifiuti solidi urbani europei. La società Althesys, specializzata nella consulenza strategica e nella ricerca nei settori ambiente, energia, utilities e infrastrutture, ha calcolato che i benefici sarebbero una riduzione delle emissioni di CO2 di 103 milioni di tonnellate e un risparmio di circa 650 milioni di euro.

Per l’Italia con il riciclo dei rifiuti si parla di una riduzione del 2,5% dei gas serra ovvero circa 10 milioni di tonnellate di CO2 annue che verrebbero meno sul totale di 435 milioni di tonnellate di anidride carbonica.

Nel 2013 il riciclo dei rifiuti urbani ha reso possibile evitare oltre 9 milioni di tonnellate equivalenti di CO2 che secondo i prezzi attuali del mercato europeo delle emissioni (Ets) corrispondono ad un risparmio di circa 56 milioni di euro mentre secondi i valori della carbon tax britannica di circa 183 milioni di euro.

Basterà un prelievo di sangue per prevedere chi è a rischio infarto

di Umberto Buzzoni

Lo studio condotto dall’Università di Uppsala in Svezia, la Colorado State University e l’Istituto Karolinska di Stoccolma e diretto da Erik Ingelsson rappresenta una scoperta importante per l’umanità. La ricerca è stata pubblicata nella rivista Plos Genetics dove spiegano che è stato individuato un composto presente nel plasma delle persone destinate ad ammalarsi alle coronarie.

Il campione di 3.600 persone è stato inizialmente esaminato con analisi del sangue e successivamente monitorato e tenuto sotto osservazione per i dieci anni successivi. Il sangue prelevato è stato analizzato grazie a moderne e sofisticate tecniche di medicina molecolare fino alla catalogazione dei metaboliti (molecole) presenti.

Nei tre gruppi di popolazione selezionati sono state identificate due molecole di grasso che hanno l’effetto di ridurre il rischio di sviluppo di malattia delle arterie coronariche (lisofosfatidilcolina e sfingomielina) ed una terza molecola di grasso, un monogliceride, che invece ne aumenta il rischio.

La malattia delle coronarie è direttamente collegata al rischio d’infarto poiché quando uno di questi vasi sanguigni si rompe, collassa o è ostruito come conseguenza avviene l’infarto del miocardio cioè “il soffocamento” della porzione di cuore che non è più normalmente irrorata di sangue dal vaso sanguigno.

In futuro il prelievo di plasma potrebbe permettere quindi di predire se una persona è a rischio di infarto. Nel caso in cui gli esperimenti su animali dovessero confermare il ruolo causale di questi metaboliti nello sviluppo della malattia cardiovascolare e di conseguenza sul rischio infarto si potranno poi sviluppare nuovi approcci terapeutici anti-infarto.

Addio all’Ago per Prelievi e Vaccini grazie alla scoperta del Cerotto in materiale polimerico

di Umberto Buzzoni

Questo cerotto innovativo è stato ideato e messo a punto da alcuni ricercatori inglesi della Queen’s University di Belfast. Si tratta di una scoperta che potrebbe rivoluzionare totalmente la diagnosi precoce e le indagini diagnostiche senza dover utilizzare un presidio invasivo.

Prodotto sperimentalmente in Inghilterra, questo cerotto che andrà a sostituire gli aghi a farfalla e le siringhe, è un presidio monouso in materiale polimerico, da applicare in area topica, dotato di 361 micro-aghi. E’ grande come una moneta da cinque centesimi ed è capace di prelevare la quantità di sangue necessaria senza raggiungere le terminazioni nervose lasciando la pelle intatta. I microaghi penetrando nello strato più esterno della pelle sono in grado di recuperare il fluido interstiziale senza entrare in contatto con i vasi sanguigni e con i nervi quindi senza causare dolore. Inoltre si potrà utilizzare per somministrare i farmaci con i vaccini.

Una scoperta importante per chi soffre di Belonefobia, ovvero della paura degli aghi, ma soprattutto per chi soffre di patologie ematiche, di accessibilità venosa contratta e nell’ambito pediatrico.