di Umberto Buzzoni
Secondo le stime dell’Unione petrolifera nel 2014 la fattura energetica italiana, cioè la spesa sostenuta per le forniture dall’estero, subirà una riduzione di circa il 20% rispetto al 2013 pari a 11 miliardi di euro. Un vero e proprio crollo dovuto in particolare nella prima parte dell’anno al calo dei consumi per il caro prezzi e dall’inizio dell’estate alla diminuzione delle quotazioni del greggio che comporteranno una fattura petrolifera di 25 miliardi che rappresenta una riduzione del 18% rispetto al 2013.
Il prezzo del greggio è tornato ai livelli del mese di novembre del 2010 ma la benzina costa circa 27 centesimi in più (23 per tasse e 4 per l’effetto cambio) e il gasolio circa 33 centesimi in più (28 per tasse e 5 per l’effetto cambio). L’aumento della componente fiscale ha annullato i vantaggi per gli automobilisti infatti al netto degli aumenti fiscali il gasolio meno di 1,20 euro e la benzina costerebbe meno di 1,40 euro al litro.
In Italia la tassazione sulla benzina è pari al 63% del prezzo finale mentre la media europea è del 58% e sono inoltre previsti altri aumenti fino al 2021 per un totale di oltre 3,2 miliardi di euro che sarebbe pari a 10 -12 centesimi.
La contrazione della domanda di energia in Italia rispetto al 2013 riguarda praticamente tutte le fonti ad eccezione delle rinnovabili che registreranno un aumento del 3,9% e anche nel 2014 si conferma il petrolio come principale fonte di energia.