Acqua: dopo due anni non paghi più le bollette in prescrizione.

Una notizia interessante per i consumatori arriva dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti Ambiente. La novità riguarda le bollette dell’acqua in particolare la prescrizione degli importi non pagati che scende da cinque a due anni. I gestori basandosi su nuove regole di trasparenza dovranno emettere una fattura separata contenente solo gli importi per consumi risalenti a più di due anni. In alternativa tali importi arretrati dovranno essere evidenziati in fattura in maniera chiara e leggibile.

La normativa, in vigore dal 1° gennaio 2020, indica che se i ritardi sono causati dal gestore l’utente potrà pagare solo gli importi relativi ai consumi più recenti di due anni. L’Autorità di Regolazione per Energia Reti Ambiente ha inoltre approvato una delibera circa la frequenza minima mensile per le fatturazioni. Lo scopo è quello di evitare bollette troppo ravvicinate. I gestori dovranno inoltre dare agli utenti la possibilità di contestare gli importi prescrittibili fornendo un modulo per comunicare la volontà di non pagare. I moduli dovranno essere disponibili  sia on line che negli sportelli aperti al pubblico.

Direttore responsabile
Buzzoni Umberto

La storia delle 35 euro in bolletta è vera o falsa?

Circola da un po’ la notizia che i “debiti dei morosi” saranno spalmati sulle tasche degli italiani che, nelle prossime bollette dell’energia elettrica, pagheranno un contributo pari a 35 euro. Cosa c’è di vero in tutto ciò? E’ vero che l’Authority dell’ Energia ha stabilito, con la delibera 50/2018, di scaricare circa 200 milioni di euro di “oneri di sistema” non versati sulle bollette di tutti gli italiani ed è falso che la quota sarà pari a 35 euro. In realtà l’importo destinato ai comuni cittadini sarà pari a circa due euro.

Chiariamo ora un altro punto: chi è il “moroso”? Inizialmente i “morosi” sono stati identificati con gli utenti che non pagano le bollette in realtà si tratta di alcune società di vendita di elettricità fallite che, secondo i giudici amministrativi, hanno il diritto di avviare il recupero della tassa “oneri di sistema” dall’ utente finale. Le associazioni dei consumatori si sono subito mobilitate chiedendo chiarimenti in merito: il Codacons ha annunciato di avere in preparazione un ricorso al Tar contro la delibera incriminata. Adiconsum ha invece chiesto un incontro all’Autorità per chiarire quali saranno le misure da adottare per evitare che a pagare siano sempre i consumatori finali. Alla fine della storia risuona questa frase: “sono solo due euro all’anno, sembrerebbe che tutti stiano facendo tanto rumore per nulla”. La domanda giusta invece è: perché il consumatore in regola deve pagare anche per chi non lo è? O meglio: perché spalmare tale cifra anche su coloro che non hanno un regolare contratto con una società fallita?

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Importanti novità nel campo delle utenze luce, acqua e gas.

La legge di bilancio ha approvato alcune novità nel campo delle utenze: da marzo 2018 non ci saranno più i conguagli e le bollette dai super importi non arriveranno più ai cittadini. La battaglia per l’approvazione della nuova legge è stata lunga e difficile al punto che l’iter rischiava di finire nel dimenticatoio. Ciò non è successo e di conseguenza nessun contribuente riceverà più quelle pesantissime bollette relative a costi fatturati sulla base di stime. I conguagli infatti potevano riferirsi anche ad un periodo molto lungo, in alcuni casi, persino cinque anni. Adesso, grazie alla normativa, non sarà più possibile includere in tali bollette conguagli che vadano oltre i due anni di tempo.

L’Autorità per l’Energia stabilirà i criteri da seguire considerando un punto fermo ovvero le date di partenza: da marzo 2018 ci sarà lo stop ai maxi conguagli della luce, a gennaio 2019 toccherà al gas e l’anno successivo sarà la volta dell’acqua. Gli utenti, le micro-imprese e gli studi professionali avranno quindi un diritto al corrispettivo che si prescriva in due anni nei contratti di fornitura di tali utenze.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Come ottenere lo sconto sulla bolletta dell’elettricità.

Anche quest’anno è possibile usufruire del bonus elettrico che consentirà alle famiglie con difficoltà economiche di risparmiare sulla bolletta dell’energia. Rispetto agli scorsi anni il bonus ha migliorato le sue potenzialità in quanto consente di ottenere maggiori benefici tra cui un notevole risparmio sui costi. In particolare la compensazione di spesa per la fornitura di energia è salita dal 1° gennaio 2017, per l’utente medio, al lordo delle imposte, al 30%.

L’altra novità riguarda il tetto ISEE che, rispetto all’anno scorso, è più alto: il bonus verrà concesso per forniture di energia elettrica ad uso domestico di titolarità di uno dei componenti di un nucleo familiare con ISEE fino a 8.107,5 euro. Il bonus elettrico, oltre che alle famiglie numerose o disagiate, spetta anche in caso di grave malattia tale da costringere l’utente all’utilizzo di apparecchiature indispensabili per il mantenimento in vita. Per ottenere il bonus è possibile inviare la domanda via internet con le modalità stabilite dall’autorità per l’energia elettrica, in accordo con l’Associazione Nazionale Comuni Italiani.

I moduli di domanda del bonus elettrico sono stati aggiornati lo scorso luglio, determinandone la disponibilità sul sito dell’Autorità (www.autorita.energia.it), di SGAte (www.sgate.anci.it) e dello Sportello per il consumatore di Energia (www.sportelloperilconsumatore.it). Per scaricare i moduli consultate la pagina dedicata al bonus sociale elettrico sul sito dell’Authority.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Bollette luce e gas: se l’azienda non risponde al consumatore viene multata!

Novità interessati riguardano gli utenti che avviano un reclamo verso le aziende di luce e gas: bastano adesso tre semplici step per esporre il problema e non solo!
L’ Autorità per l’energia elettrica, il gas ed anche il sistema idrico per trovare risoluzione alle numerose controversie con i consumatori che denunciano problemi relativi alle utenze ha modificato l’iter con una procedura semplificata.bollette-luce-e-gas-2016_NG1

Innanzitutto bisogna avviare un reclamo scritto via web o tramite posta elettronica: il consumatore dovrà chiaramente indicare al fornitore il problema rielvato. Se non si ottiene risposta o la medesima risulta insoddisfacente, si attiva la conciliazione obbligatoria, e, nei casi più gravi il ricorso all’Autorità. La novità più importante in merito alla questione è l’introduzione di una penale che colpisce l’azienda stessa.

In particolare la tardiva risposta delle aziende di luce e gas ai reclami del consumatore sarà causa di una sanzione pari a cinquanta euro che l’azienda pagherà direttamente al comsumatore che ha segnalato il disservizio. Queste novità interessano al momento solo gli utenti della luce e del gas domestici e non domestici ed includono anche coloro che sono al tempo stesso produttori e consumatori di energia elettrica.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Luce e gas, bollette in calo da aprile Per le famiglie risparmio di 67 euro

Da venerdì le bollette di luce e gas saranno meno care. È quanto ha stabilito l’Autorità per l’Energia: dopo il calo deciso già per i primi tre mesi dell’anno, dal primo aprile ci sarà un ulteriore riduzione per le bollette di luce e gas, rispettivamente a -5% e -9,8%. Il merito è del calo eccezionale del prezzo della «materia prima» anche se, esattamente come è accaduto nei mesi scorsi per il petrolio, il ribasso dell’approvvigionamento (-27% per il gas naturale rispetto al trimestre precedente) si riflette solo in parte sul conto finale a carico dei consumatori (-9% sulla variazione complessiva della spesa per il cliente tipo). Da qui l’apprezzamento di associazioni di consumatori e imprese, ma anche la sollecitazione al taglio della tassazione sulle bollette energetiche.

Le tasse
Il nostro paese infatti, detiene il record europeo per le tasse sull’energia: la pressione fiscale incide sulle bollette per il 37% (luce) e per il 34% (gas). Situazione ben diversa in Europa, dove la tassazione media è del 32% sull’elettricità e del 23% sul gas. Ma per il secondo trimestre del 2016, come evidenziato dai grafici allegati ieri alla nota di aggiornamento dell’Autorità per l’energia, le imposte e le spese per gli oneri di sistema (energia) sfiorano il 40% e superano questo tetto le bollette per la fornitura di gas naturale. «Questi maxi-ribassi comporteranno risparmi per le famiglie – ha commentato il Codacons – ma potrebbero essere addirittura più pesanti se si arrivasse in Italia ad un taglio della tassazione». «Il contenimento della spesa energetica in un momento di crisi ha un doppio effetto positivo perché – ha sottolineato la Coldiretti – aumenta il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie ma riduce anche i costi delle imprese, particolarmente rilevanti per l’agroalimentare».

Gli esempi
Nel dettaglio, per l’elettricità, la spesa per la famiglia-tipo (consumi medi di energia elettrica di 2.700 kWh all’anno e una potenza impegnata di 3 kW) sarà di circa 502 euro (periodo di riferimento 1 luglio 2015-30 giugno 2016) con un calo dell’1,6% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente (1 luglio 2014 – 30 giugno 2015), corrispondente ad un risparmio di circa 8 euro. Per il gas invece la spesa della famiglia tipo nello stesso periodo sarà di circa 1.076 euro, con una riduzione del -5,2%, corrispondente a una sforbiciata di circa 59 euro. Risparmi complessivi nei 12 mesi dell’anno: 67 euro.

fonte Il Corriere della sera

Mutui e bollette: aumenta il numero delle famiglie in difficoltà

L’Unione Nazionale delle Imprese a Tutela del Credito (Unirec) insieme a Il Sole 24 ORE hanno analizzato la situazione del debito contratto dalle famiglie italiane che presentano difficoltà con il pagamento delle bollette e delle rate di mutui e prestiti.

Per l’anno 2014 l’ammontare del non pagato, risultato della somma dei costi delle utenze domestiche ed i finanziamenti da rimborsare, era pari a 56,2 miliardi di euro che rappresenta un aumento del 16% rispetto al 2013 e che corrisponde al quadruplo rispetto a quanto registrato nel 2007.

Nel 2014 alle società di recupero crediti sono state affidate 40,6 milioni di pratiche ma non per tutte si ha avuto un esito positivo. Le famiglie sono in difficoltà con le spese quotidiane e i debiti contratti e solo nel 17,2% dei casi riescono a chiudere le pratiche di recupero. Le previsioni per il 2015 parlano di un debito per rate e bollette che arriverà a 60 miliardi e 44 milioni di pratiche di recupero credito.

L’88% delle pratiche di recupero credito riguardano le famiglie e solo il 12% le imprese. Le rate di mutui e prestiti rappresentano il 72% del non saldato con un valore medio di 2.000 euro. Molti casi inoltre sono molto vecchi e per essi non si può neanche chiedere la rateizzazione e andrebbe eseguito il pagamento in un’unica soluzione. A livello territoriale vi sono regioni con dati positivi come la virtuosa Friuli Venezia Giulia con un tasso del 28,5% mentre le prime quattro regioni attanagliate dal recupero crediti sono Sicilia, Campania, Lombardia e Lazio.