di Umberto Buzzoni
Lo studio condotto dall’Università di Uppsala in Svezia, la Colorado State University e l’Istituto Karolinska di Stoccolma e diretto da Erik Ingelsson rappresenta una scoperta importante per l’umanità. La ricerca è stata pubblicata nella rivista Plos Genetics dove spiegano che è stato individuato un composto presente nel plasma delle persone destinate ad ammalarsi alle coronarie.
Il campione di 3.600 persone è stato inizialmente esaminato con analisi del sangue e successivamente monitorato e tenuto sotto osservazione per i dieci anni successivi. Il sangue prelevato è stato analizzato grazie a moderne e sofisticate tecniche di medicina molecolare fino alla catalogazione dei metaboliti (molecole) presenti.
Nei tre gruppi di popolazione selezionati sono state identificate due molecole di grasso che hanno l’effetto di ridurre il rischio di sviluppo di malattia delle arterie coronariche (lisofosfatidilcolina e sfingomielina) ed una terza molecola di grasso, un monogliceride, che invece ne aumenta il rischio.
La malattia delle coronarie è direttamente collegata al rischio d’infarto poiché quando uno di questi vasi sanguigni si rompe, collassa o è ostruito come conseguenza avviene l’infarto del miocardio cioè “il soffocamento” della porzione di cuore che non è più normalmente irrorata di sangue dal vaso sanguigno.
In futuro il prelievo di plasma potrebbe permettere quindi di predire se una persona è a rischio di infarto. Nel caso in cui gli esperimenti su animali dovessero confermare il ruolo causale di questi metaboliti nello sviluppo della malattia cardiovascolare e di conseguenza sul rischio infarto si potranno poi sviluppare nuovi approcci terapeutici anti-infarto.