Con l’ arrivo dei sacchetti bio aumentano i costi per la spesa dei consumatori!

E’ diventata una notizia ufficiale: dal primo gennaio 2018 i sacchetti biodegradabili saranno utilizzati obbligatoriamente anche per contenere prodotti alimentari sfusi. In particolare frutta e verdura, carne, pesce, prodotti da forno e di gastronomia che si acquistano al banco nei supermercati necessiteranno di un apposito involucro biodegradabile che rispetti lo standard internazionale UNI EN 13432. Il costo di ogni sacchetto oscillerà dai 3 ai 4 centesimi al pezzo. Di certo verrà ridotto l’utilizzo della plastica a favore di una politica che tutela l’ambiente e lo smaltimento dei rifiuti, però dall’altro lato, tra le conseguenze negative, potrebbe esserci l’insorgere di speculazioni sul prezzo dei sacchetti e l’aggravio dei costi sulla spesa del consumatore.

E’ stato calcolato che, ogni famiglia andrà a pagare in un anno dalle 18 alle 24 euro se consideriamo in media un consumo annuale di circa 600 sacchetti destinati alla spesa.Inoltre il Ministero dell’Ambiente ha dichiarato che i nuovi sacchetti non potranno essere riutilizzati per altri acquisti ed, inoltre, non si potranno portare buste da casa per l’acquisto di alimenti sfusi. Le classiche buste di plastica per la spesa spariranno presto dai centri commerciali e, a partire dal nuovo anno, dovranno contenere almeno il 40% di materia prima da fonte rinnovabile, percentuale che salirà al 50% nel 2020 e al 60% l’anno successivo.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Black Friday e Cyber Monday in vista!

Amanti dello shopping e delle grandi occasioni gli appuntamenti con il “Black Friday” e il “Cyber Monday” sono vicini! Due le date importanti da segnare in agenda, venerdì 24 e lunedì 27 novembre, giornate di acquisti a prezzi super scontati. Secondo l’Adoc l’evento interesserà un notevole bacino di consumatori e, il 30% degli stessi avrà un budget medio di € 250 da destinare agli acquisti. Cos’è il “Black Friday”? Letteralmente significa “venerdì nero” e, negli Stati Uniti, è il giorno che segue la festa del ringraziamento, evento che da il via allo shopping natalizio. Gli sconti interesseranno soprattutto l’e-commerce dove adibiti negozi proporranno ai consumatori sconti fino all’80% su costosi prodotti di marca.

L’Adoc tuttavia mette in guardia i potenziali clienti consigliando di utilizzare strumenti come comparatori e price tracker per capire come funzionano le dinamiche dei prezzi ed evitare di “subire” un prezzo più alto del valore reale di mercato. L’associazione ribadisce inoltre la necessità di prestare attenzione ai dati sensibili: la privacy va tutelata soprattutto se si forniscono informazioni riservate. L’Adoc ricorda inoltre che è attiva la conciliazione paritetica con il Consorzio Netcomm: se si è avuto un disservizio dopo aver effettuato un acquisto online su uno dei siti che espongono il sigillo Netcomm, e non si è ottenuta una risposta, è a disposizione del consumatorieil servizio di conciliazione paritetica.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

A volte anche gli oggetti di uso quotidiano hanno la data di scadenza!

Spesso non prestiamo attenzione alle “scadenze” di alcuni oggetti che abbiamo in casa e che usiamo quotidianamente. Per quanto riguarda i beni dove la data di scadenza è impressa sulla confezione il gioco è facile nel senso che basta guardarla per ricordarci. In particolare la dicitura “da consumarsi entro” indica un termine fisso entro cui consumare il prodotto, oltre quella data, il prodotto deve essere scartato poiché non conserva più le sue principali caratteristiche organolettiche e quindi non è più “buono”. Al contrario, la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” è più elestica e consente l’utilizzo anche dopo la data indicata. Cosa facciamo in mancanza di questa etichetta? Sapevate ad esempio che lo spazzolino da denti va sostituito ogni tre mesi?

Questo perché le setole, una volta logore, diventano ricettacolo di batteri e sono dannose per la salute della nostra bocca. Le spugne che utilizziamo per fare il bagno hanno vita breve: già dopo due settimane sono da cambiare in quanto, se tenute più a lungo, iniziano a sviluppare muffe e funghi dannosi per la pelle e per l’ambiente circostante. Anche le ciabatte hanno una data di scadenza: sei mesi, dopo i quali bisogna cambiarle poiché diventano luogo ideale per la diffusione dei funghi. Parliamo anche dei disinfettanti: lo sapevate che dopo tre mesi perdono la loro efficacia? I repellenti per insetti durano invece due anni, come anche i cuscini della camera da letto che, dopo due, o al massimo tre anni, vanno sostituiti perché sformandosi possono causare dolori al collo.

La stessa cosa si può dire anche del reggiseno che dopo due anni al massimo va sostituito in quando perde elasticità, forma e sostegno. Le scarpe da corsa si sostituisconoo appena perdono l’ammortizzazione poiché diventano pericolose per le giunture. Profumi, eau de toilette e de parfum resistono da uno a tre anni anni, se conservati in luoghi freschi ed asciutti, mentre le spazzole per capelli durano al massimo un anno. Infine ricordiamo che anche le spezie che conserviamo in cucina hanno una data di scadenza: le stesse perdono il loro sapore ed il loro profumo dopo circa uno o due anni, mentre quelle macinate dopo sei mesi. La farina può essere, infine, conservata al massimo per un anno.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Guadagnare vendendo oggetti di seconda mano: Mercato dell’usato vale 18 miliardi di euro

di Umberto Buzzoni

La vendita di oggetti di seconda mano è sempre più frequente tra gli italiani e nel 2014 si parla di un volume di affari di 18 miliardi di euro. Comprare l’usato permette principalmente di risparmiare ma anche di trovare oggetti vintage e introvabili.

In casa spesso si accumula una grande quantità di oggetti ed indumenti che non si utilizzano e che rappresentano solo un ingombro ma che se venduti possono rappresentare una fonte di guadagno.

Gli articoli più venduti sono oggetti per la casa e l’arredamento, i prodotti tecnologici e l’abbigliamento ma si può vendere praticamente di tutto inoltre secondo il quadro normativo vigente si può vendere un oggetto personale senza dover adempiere ad alcuna formalità sia che le vendita avvenga online che offline.

Per quanto riguarda la vendita offline ci si può rivolgere ai mercatini dell’usato locali affidando gli oggetti in conto vendita oppure affittare uno spazio nel mercatino rionale ma la soluzione più semplice e da gestire direttamente da casa è la vendita sul web (siti come eBay e Subito.it). Un’altra soluzione è il baratto che permette di avere quello che ci serve, e che altrimenti dovremmo comprare, disfacendoci di quello che non utilizziamo più.

Il 77% degli Italiani possiede uno smartphone ma cerca il risparmio

di Umberto Buzzoni

Lo studio Digital Consumer Survey di Accenture, dedicato alle aziende dei settori Communications, Media e Technology (CMT) è una ricerca approfondita sui comportamenti dei consumatori digitali. Nell’edizione dello scorso anno è emerso che il 77% degli italiani possiede uno smartphone mentre la media mondiale è del 72%.

L’Italia quindi è uno dei Paesi al mondo con il più alto tasso di penetrazione di smartphone, dopo essere stati ai primi posti delle classifiche mondiali per i telefoni cellulari, e solo il 20,5% di italiani usa ancora un telefono tradizionale.

Grazie ai dati raccolti da un’indagine condotta da Demoskopea si scopre pero’ che il 33,2% spende in media circa 10 euro al mese e il 66% possiede un unico numero di telefonino (71,5% al Nord-Est ). Due italiani su tre non spendono più di 15 euro al mese e uno su tre tra i 9 e i 10 euro. Uno su sei, poi, dichiara meno di 8 euro.

In base ai dati della ricerca Demoskopea gli italiani risparmiano sul telefono infatti l’89% preferisce la scheda ricaricabile al contratto. A confermarlo sono anche i dati di mercato in quanto si registra una crescita delle vendite per gli smartphone nella fascia di prezzo tra 85 e 130 euro (65 per cento).

Rent to buy: Per diventare proprietari di casa con il contratto d’affitto

di Umberto Buzzoni

Rent to buy è una tipologia di contratto che fa da collegamento tra locazione e compravendita in quanto permette, a chi vuole comprare un immobile ma ha ridotte disponibilità in contanti, di usufruire immediatamente dello stesso pagando un canone che in parte viene considerato come acconto sul prezzo di acquisto.

Grazie all’introduzione in autunno con il decreto Sblocca Italia i cittadini potranno comprare casa anche in un momento di difficoltà di accesso al credito come questo e allo stesso tempo i costruttori potranno smaltire l’invenduto.

Il contratto-tipo è stato messo a punto dal Consiglio Nazionale del Notariato che ha pubblicato anche una guida di approfondimento. Secondo quanto previsto dal contratto l’acquirente al termine non è obbligato all’acquisto mentre il venditore è vincolato a cedere l’immobile in questione al costo definito e scontato della parte dei canoni d’affitto versati come acconto sul prezzo finale “bloccato”.

Dopo la stipula del contratto il futuro acquirente acquisisce immediatamente il diritto di usufruire dell’immobile a fronte del pagamento dell’affitto che è lievemente più alto rispetto a quello di mercato proprio perché include una parte destinata all’acquisto.

Poniamo per esempio che si intende acquistare un appartamento fissando un prezzo di 100 mila euro e definendo un canone di affitto di 600 euro per cinque anni. La metà dell’affitto viene considerata come acconto che verrebbe poi scalato dal prezzo di vendita quindi nell’esempio in esame il conduttore dovrebbe pagare 82 mila euro per effetto della riduzione di 18 mila euro (300 euro al mese per i cinque anni).

Oltre a questo primo vantaggio finanziario l’acquirente ottiene anche uno “storico creditizio“, utile in caso si debba chiedere un mutuo, poiché potrà dimostrare alla Banca di aver versato per 5 anni un importo mensile simile alla rata del mutuo richiesto. L’affitto pagato seppur un po’ più alto rispetto a quello di mercato in realtà comporta un importo inferiore del mutuo.

Per legge per il Rent to Buy è prevista la trascrizione nei registri immobiliari che equivale ad una vera e propria prenotazione di acquisto vincolante per le parti infatti il proprietario non potrà vendere ad altre persone o concedere altre ipoteche mentre se il conduttore non procede all’acquisto perde la quota versata come acconto considerata come risarcimento per il venditore per la mancata vendita.

Consumi Natale 2014 ridotti del 5% rispetto al 2013 e del 45,5% rispetto al 2007

di Umberto Buzzoni

Il Codacons ha diffuso i dati ufficiali e per il Natale 2014 è stata registrata una riduzione generalizzata dei consumi del 5% rispetto al 2013. La spesa effettuata per regali, viaggi, ristorazione, addobbi e acquisti alimentari in totale ammonta a 9,8 miliardi di euro che rappresenta una contrazione del 5% rispetto all’anno scorso ma se rapportata con la spesa per i consumi natalizi pre-crisi dell’anno 2007 si tratta di un vero e proprio crollo.

Nel 2007 infatti i maggiori consumi per “l’effetto Natale” ovvero le spese natalizie effettuate nel mese di dicembre nei negozi, centri commerciali e grande distribuzione sono stati pari a 18 miliardi di euro che raffrontato alla spesa del 2014 pari a 9,8 miliardi di euro corrisponde in 7 anni ad una riduzione vertiginosa delle spese natalizie di 8,2 miliardi di euro ed in termini percentuali del 45,5%.

Gli italiani in risposta alla crisi hanno ridotto le spese tipiche delle festività natalizie ed in parte responsabile di questa riduzione dei consumi anche la concentrazione delle scadenze fiscali nel mese di dicembre tra Tasi, Tari, Imu, etc. Analizzando i diversi settori non tutti hanno risentito della riduzione come per esempio i settori alimentari, hi-tech e giocattoli che si sono mantenuti stabili rispetto al 2013 mentre si è registrato un calo degli acquisti del 10% per calzature, arredamento, abbigliamento, addobbi e viaggi.