Un salto nella realtà virtuale con i Video a 360 gradi di YouTube

di Umberto Buzzoni

YouTube ha aggiunto il supporto per i video a 360 gradi e al momento è disponibile soltanto su dispositivi Android e con una ridotta sezione di filmati che possono essere sfruttati per la visione a 360 gradi. Gli utenti che possiedono l’app YouTube per Android mentre guardano il video semplicemente muovendo il telefono o il tablet potranno cambiare l’angolazione di visualizzazione. Questa funzione si potrò utilizzare anche su youtube.com o con i video incorporati muovendo il mouse per cambiare il punto di vista. Secondo le dichiarazioni rilasciate a breve sarà disponibile anche su iPhone, iPad e altri dispositivi.

“Per esempio, si può mostrare ai fan non solo il vostro concerto, ma anche il palco e la folla che vi circonda, il cielo e la curvatura della Terra mentre siete in caduta libera con la vostra WingSuit. Oppure si può realizzare un video presentando agli spettatori storie diverse a seconda di dove dirigono il loro sguardo. Solo voi conoscete i limiti della vostra fantasia.” ha dichiarato Google Italia.

Per quanto riguarda la creazione di questi video, le videocamere a 360 gradi attualmente compatibili con YouTube sono 360cam di Giroptic, Allie di IC Real Tech, SP360 di Kodak e Theta di Ricoh. Inoltre come si legge nel Centro di Assistenza, “YouTube al momento supporta i video a 360 gradi con 24, 25 o 30 fotogrammi al secondo. Presto saranno supportate frequenze fotogrammi più elevate. Oltre alle videocamere indicate qui sopra, i video a 360 gradi possono essere creati utilizzando sostegni per videocamere personalizzati e software per lo stitching di terze parti come Kolor Autopano.”

>> Video disponibili a 360 gradi

Cyberlegs per tornare a camminare con le gambe bioniche

Secondo quanto stimato, in Europa ogni anno si registrano 30 mila casi di amputazioni transfemorali (al di sopra del ginocchio) e grazie al progetto Cyberlegs chi ha subito l’amputazione dell’arto inferiore potrà tornare a muoversi camminando in autonomia.

Il progetto europeo triennale Cyberlegs (CYBERnetic LowEr-Limb CoGnitive Ortho-prosthesis) è stato finanziato dalla Commissione Europea con 2,5 milioni di euro suddivisi tra 5 istituzioni riunite in consorzio, con il coordinamento dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

I sistemi robotici, sviluppati nell’ambito del progetto, sono leggeri, indossabili e riducono il rischio di cadute. Grazie alla combinazione di una protesi robotica e un tutore robotico si potrà inoltre riacquistare fluidità nei movimenti ottenendo una falcata ritmica e sicura.

Active Pelvis Orthosis è un’ortesi bilaterale di bacino, in pratica un tutore robotizzato capace di assistere il movimento che permette di flettere e di estendere l’anca. Contenuto in una specie di zainetto ha un’autonomia di tre ore e permette agli amputati di camminare tanto all’interno quanto all’esterno.

La Protesi Transfemorale robotica permette di camminare, sedersi, salire e scendere le scale in completa autonomia grazie all’impiego di elementi elastici passivi, uniti ad attuatori elettromagnetici che permettono il movimento sia per il giunto del ginocchio sia della caviglia. L’interfaccia con la protesi è ottenuta attraverso sensori che possono essere indossati, costituiti da scarpe “intelligenti”, equipaggiate con sensori che permettono di riconoscere il movimento desiderato dalla persona amputata e tradurre tale intenzione in comandi di movimento che si trasmettono ai motori della protesi.

I risultati ottenuti da Cyberlegs, che hanno già dimostrato la loro funzionalità nelle settimane di test pre-clinici condotti a Firenze, saranno illustrati nel meeting conclusivo con i rappresentanti della Commissione Europea e con i revisori tecnici, in programma martedì 17 marzo alla Fondazione Don Carlo Gnocchi a Firenze.

Apple Research Kit il nuovo programma per la ricerca medica

di Umberto Buzzoni

Il colosso Apple ha ideato Research Kit una piattaforma open source realizzata con l’obiettivo di dare alla ricerca medica un’ampia platea di volontari per effettuare alcune tipologie di test. I dati forniti dai volontari vengono poi filtrati e resi disponibili per i ricercatori che possono così analizzarli e migliorare la ricerca.

La quantità di persone che possiede uno smartphone o un tablet e che potrebbe prestarsi come volontario rappresenta il punto di forza di questa innovativa piattaforma in confronto con il numero di persone nettamente inferiore che partecipano agli studi tradizionali ed in particolare se si pensa alla eterogeneità dei dati che possono provenire da qualunque paese nel mondo.

Dal momento in cui è stato presentato, nell’evento dedicato ad Apple Watch e il nuovo MacBook, nelle prime 24 ore si sono registrati 11 mila utenti come volontari per un programma di studi per problemi cardiovascolari.

Vi sono perplessità riguardo l’anonimato dell’utente che sembra non sia realmente garantito poiché anche se le applicazioni inviano i dati in forma totalmente anonima pero’ chi si occupa della gestione delle app può concedere autorizzazioni a ricercatori qualificati esterni.

Si presenta inoltre il dubbio sulla qualità dei dati raccolti dato che non si tratta di misurazioni effettuate con apparecchiature certificate e gli utenti possono inviare dati che non sono stati sottoposti a controlli ma come ha dichiarato Todd Sherer, CEO della Michael J.Fox Foundation per la ricerca sul Parkinson, attualmente può rappresentare un valido complemento alle metodologie tradizionali.

Una pillola tecnologica per scoprire le malattie dell’intestino

di Umberto Buzzoni

Il gas presente nel nostro intestino potrebbe nascondere informazioni importanti per diagnosticare precocemente diverse patologie come il cancro al colon e la sindrome dell’intestino irritabile. Un gruppo di ricercatori australiani della Rmit University di Melbourne, partendo da queste considerazioni, ha sviluppato una pillola tecnologica in grado di fornire una panoramica senza precedenti dei gas presenti nel corpo al fine poi di individuare le eventuali malattie.

“Sappiamo che i microrganismi intestinali producono gas come un sottoprodotto del metabolismo, ma si sa molto poco su come questo influenzi la nostra salute”, ha detto Kalantar-Zadeh, ingegnere elettronico della Rmit University di Melbourne. “Essere in grado di misurare con precisione i gas intestinali potrebbe accelerare la nostra conoscenza di come specifici microrganismi dell’intestino contribuiscono a disturbi gastrointestinali e all’efficienza dell’assunzione di cibo”.

La tecnopillola, dopo essere stata deglutita, arriva nell’intestino dove esegue un monitoraggio dei gas presenti ed invia segnali a un telefono cellulare. La capsula e’ lunga 10 millimetri e costa 10 dollari. Il dispositivo, ora in sperimentazione, è composto da un involucro protettivo, una membrana permeabile, un sensore per i gas, un microprocessore, una piccola batteria e un trasmettitore wireless.

Approvato in Italia un Nuovo Farmaco per la Sclerosi multipla che sarà rimborsabile

di Umberto Buzzoni

In Italia arriverà una nuova cura, per contrastare la sclerosi multipla recidivante remittente, che è in grado di agire sull’organismo con l’attivazione della via dell’Nfr-2 cioè il processo di difesa che può spegnere l’infiammazione e lo stress ossidativo causato dalla patologia. Si tratta di un farmaco di dimetilfumarato sviluppato dalla azienda biotecnologica Biogen Idec e che rientra nella fascia A quindi rimborsabile.

Giuseppe Banfi, Amministratore Delegato di Biogen Idec ha spiegato che “Dal 2013 il nuovo farmaco è approvato negli Stati Uniti, Canada e Australia, mentre a gennaio 2014 è stato autorizzato nell’Unione Europea. Sono già oltre 135.000 nel mondo le persone esposte al trattamento con dimetilfumarato e siamo orgogliosi di poter annunciare finalmente anche l’approvazione italiana. Attendiamo ora l’inserimento del prodotto nei prontuari terapeutici regionali, che consentirà l’effettiva disponibilità del farmaco nei Centri Italiani di Sclerosi Multipla”

In Italia sono più di 70.000 i malati di sclerosi multipla e si registrano circa 2.000 nuovi casi ogni anno. Giancarlo Comi, Direttore dell’Istituto di Neurologia Sperimentale dell’Ospedale San Raffaele di Milano ha dichiarato che “Numerosi dati clinici hanno dimostrato l’efficacia del trattamento orale con dimetilfumarato nel ridurre la frequenza delle recidive e la progressione della disabilità, due risultati importanti che hanno un impatto notevole sulla storia di malattia e sulla qualità di vita dei pazienti. Un aspetto innovativo è, oltre all’efficacia, il buon profilo di sicurezza e tollerabilità del nuovo farmaco”.

La Cuffia Paxman per non perdere i capelli con la Chemioterapia

di Umberto Buzzoni

Il trattamento con chemioterapia comporta la perdita dei capelli a causa dell’atrofia della radice del bulbo pilifero colpito dal farmaco ma la cuffia refrigerata Paxman può rappresentare una speranza.

Questo strumento innovativo porta la temperatura del cuoio capelluto a meno quattro gradi con la conseguente riduzione del flusso di sangue ai follicoli piliferi che così risultano preservati dalla distruzione.

La Cuffia Paxman, ideata in Gran Bretagna, grazie al raffreddamento controllato del cuoio capelluto ma soprattutto alla sua capacità di mantenere una temperatura fissa, riesce a trattare due pazienti per volta e in totale 4 pazienti al giorno, evitando nel 50-70% dei casi la perdita dei capelli dovuta ai farmaci chemioterapici.

E’ stata sperimentata su 88 donne sottoposte a chemio (principalmente per tumore alla mammella e età media di 53 anni) all’Ospedale Ramazzini di Carpi (Modena) con esito positivo tra il 55 e il 62%. La cuffia è arrivata a Carpi grazie al contributo (30.000 euro) dell’Associazione Malati Oncologici (Amo) che ha contribuito anche per la fornitura ad Avellino.

Addio all’ecografia grazie all’Ologramma tridimensionale del feto

di Umberto Buzzoni

Uno strumento all’avanguardia, frutto della collaborazione della Philips con l’azienda israeliana RealView, potrebbe sostituire l’ecografia durante la gravidanza in quanto permetterà di vedere l’ologramma tridimensionale del feto.

Questo strumento tecnologico sarà di fondamentale importanza anche per i chirurghi che potranno operare con l’aiuto di riproduzioni in 3D degli organi. Il sistema è già stato sperimentato nella chirurgia cardiaca e non necessita di occhiali speciali per vedere gli ologrammi dato che permette di visualizzare un ologramma 3D in tempo reale dell’anatomia del paziente e interagire con esso mediante un pennino o con le mani.

Nel 2013 la società ha concluso uno studio clinico inteso a valutare l’uso del 3D durante un intervento mini-invasivo di chirurgia cardiaca al centro medico dei bambini di Schneider in Israele e in un’altra procedura è stato proiettato un ologramma delle arterie polmonari del paziente, un bambino di 2 anni.