Il primo fiore sbocciato sulla Stazione spaziale internazionale

Sulla stazione spaziale dedicata alla ricerca scientifica che si trova in orbita terrestre bassa, chiamata Stazione spaziale internazionale (International Space Station o ISS), è sbocciato il primo fiore.

L’annuncio è stato dato dall’astronauta della Nasa Scott Kelly con un tweet con la foto della zinnia arancione in contrasto contro il blu della Terra e l’oscurità dello spazio. L’obiettivo del progetto è quello di verificare il comportamento delle piante da fiore in condizioni di microgravità e la possibilità di produrre cibo nello spazio in maniera autonoma. La sua fioritura, avvenuta sabato, rappresenta il secondo successo per l’esperimento di giardinaggio spaziale ‘Veggie‘ sulla Iss: lo scorso agosto gli astronauti avevano già gustato il loro primo raccolto di lattuga romana, dopo mesi di tentativi ed errori nel processo di coltivazione.

Rispetto all’insalata, la zinnia rappresenta un nuovo passo avanti verso le colture spaziali destinate alle future missioni umane di lunga durata, come quelle previste su Marte. Questa pianta, originaria del Centro America e simile ad una margherita, rappresenta infatti una sfida più complessa: è più difficile da coltivare, cresce in tempi più lunghi (60-80 giorni) ed è particolarmente sensibile all’ambiente e alla luminosità, cosa che sta aiutando gli astronauti a capire le strategie migliori per far crescere le piante in condizioni di microgravità.

Nel corso dell’esperimento sono state superate diverse difficoltà, tutte ampiamente previste nella tabella di marcia, come le muffe, l’eccessiva umidità e l’accartocciamento delle foglie. ”E’ vero che le piante non sono cresciute perfettamente, ma abbiamo imparato molto da questo”, afferma Gioia Massa, responsabile del programma Veggie della Nasa. L’entusiasmo è tale che si pensa già alla coltivazione in orbita dei pomodori, i cui semi dovrebbero arrivare nell’astro-serra nel corso del 2017.

Quello effettuato dall’Iss è il primo esperimento sui sistemi biorigenerativi che interessa una pianta da fiore. Un’apposita struttura fornisce acqua, sostanze nutrienti e illuminazione alle astro-zinnie che hanno preso vita grazie alle cure di Kelly e di un altro astronauta, Tim Peake dell’Esa. In particolare i due sono riusciti a evitare la formazione sulle piantine di muffe “aliene”, responsabili del fallimento di test precedenti.

L’importanza del test sul fiore risiede anche nel fatto di essere propedeutico alla coltivazione di piante da frutto e ortaggi come i pomodori, i cui semi dovrebbero far ingresso a bordo della “serra cosmica” nel 2017. La facility Veggie è già diventata famosa per aver offerto verdura fresca “spaziale”, lattuga rossa romana per la precisione, raccolta e mangiata il 10 agosto dagli astronauti.

di Umberto Buzzoni

Zuckerberg come Iron Man, vuole maggiordomo con intelligenza artificiale

Il fondatore di FacebookMark Zuckerberg, ha annunciato che il suo obiettivo per il 2016 sarà realizzare un maggiordomo come “Jarvis” di Iron Man cioè un sistema basato su intelligenza artificiale per gestire la sua abitazione in grado di rispondere a comandi vocali, riconoscere le persone e riferire cosa accade nella stanza della figlia neonata Max.

Questo progetto rientra nella filosofia di Mark Zuckerberg che ogni anno vuole affrontare una sfida per crescere anche al di fuori del suo impegno in Facebook. Così, dopo aver raggiunto i propositi di leggere un libro ogni due settimane, imparare il Mandarino, incontrare una nuova persona ogni giorno, per il 2016 alza il tiro e punta a realizzare un sistema basato su intelligenza artificiale per gestire la sua casa. Si tratta di una sfida “personale”, sottolinea, ma non mancherà di condividerne gli sviluppi con la comunità online. E chissà che non sia il trampolino di lancio per lo sviluppo di nuovi prodotti.

Zuckerberg dice di ispirarsi a Jarvis di Iron Man, il sistema informatico che gestisce la casa di Tony Stark, dal riscaldamento alla sicurezza. “Comincerò con l’esplorare le tecnologie già disponibili. Poi comincerò con l’insegnare al sistema a riconoscere la mia voce per controllare tutto in casa – musica, luci, temperatura, etc – e poi gli insegnerò a lasciar entrare gli amici riconoscendoli quando suonano alla porta. E ancora a farmi sapere cosa succede nella stanza di Max“. Sul piano lavorativo il sistema dovrà aiutarlo a visualizzare dati in realtà virtuale.

di Umberto Buzzoni

WhatsApp in tilt a Capodanno e l’azienda si scusa pubblicamente

Il giorno di capodanno WhatsApp è andato in tilt, non funzionava, si bloccava, non permetteva ne inviare ne ricevere messaggi, mentre milioni di utenti volevano inviare auguri ad amici e parenti.

A partire dalle ore 17:12 WhatsApp ha iniziato a manifestare problemi nell’invio e ricezione dei messaggi in tutto il mondo, segnalando in molti casi, una presunta assenza di connessione dati e costringendo l’azienda, che ricordiamo essere di proprietà di Facebook, ad ammettere su Twitter l’esistenza del problema sul servizio, ripristinato parzialmente alle ore 18 circa, ma con ricadute e blocchi continui, fino alle 23:20 circa, momento nel quale tutto è tornato alla normalità, consentendo fortunatamente a noi italiani, di poter inviare gli auguri per il 2016 con un messaggio gratuito.

Purtroppo però non tutti sono stati fortunati come noi europei ed in molte parti del pianeta, le tante ore nella quali WhatsApp non è stato operativo, hanno coinciso proprio con la mezzanotte, impedendo così l’utilizzo del servizio proprio in uno degli eventi dell’anno nel quale sarebbe stato utilizzato dai milioni di utenti sparsi nel mondo, costringendo diverse persone a cercare rapidamente una soluzione alternativa.

Il grave problema di ieri ha inoltre costretto il portavoce ufficiale di WhatsApp a rilasciare un comunicato ufficiale nel quale, scusandosi con tutti gli utenti per il disservizio, ha chiarito che il blocco è stato causato proprio dall’alto numero di messaggi inviati da tutto il mondo per il capodanno e che hanno causato il tilt di diversi server dell’infrastruttura di WhatsApp.

Il problema ora sembrerebbe fortunatamente rientrato del tutto e se in diversi Paesi è stato necessario trovare soluzioni alternative, almeno tutti noi abbiamo potuto utilizzare WhatsApp per inviare gli auguri per il 2016, con la speranza che il nuovo anno porti il servizio di messaggistica istantaneo più popolare del pianeta a migliorare ulteriormente la propria infrastruttura e non ricadere nell’errore.

di Umberto Buzzoni

Passi avanti nella Ricerca grazie a modelli di ossa e organi in 3D

Un osso fratturato, i polmoni o il cuore ricostruiti e stampati in 3 dimensioni, in modo che il chirurgo possa provare l’intervento prima sulla copia e poi sul paziente. Di questo e altri possibili sviluppi della stampa 3D in campo biomedico, già protagonista dei ‘medical drama’ in tv, si è discusso oggi al JOBday, organizzato dal Campus Biomedico di Roma.

La 3D Medical, start up italiana che realizza queste copie tridimensionali, ha incontrato i giovani laureati in medicina ed illustrato le nuove possibilità offerte dalla tecnologia. “Grazie all’uso della modellazione tridimensionale e delle stampanti 3D siamo in grado di produrre, a partire da immagini Tac o Risonanza magnetica, parti anatomiche” specifiche per i singoli pazienti. “I modelli sono realizzati sull’esatta anatomia del soggetto e rappresentano in dettaglio la parte da trattare. Il chirurgo potrà così avere un modello stampato ancora prima della chirurgia”, ha spiegato Massimiliano Romiti, amministratore di 3D Medical, principale start up del settore nel nostro Paese.

Oltre agli effetti positivi sulla cura dei pazienti, sono attesi importanti risultati anche nel campo dell’occupazione. “Il settore cresce a una velocità frenetica tanto che, secondo gli analisti di Canalys, potrebbe generare un giro di affari superiore ai 20 miliardi di dollari entro il 2020. C’è moltissimo interesse, visto che la stampa 3D ha portato una ondata di innovazione che non si vedeva da molti anni”, aggiunge.

Quali sono, dunque, le occupazioni del futuro legate alla stampa 3D in campo biomedicale? “Verranno create categorie completamente nuove, come, per esempio, quella di Modellatore 3D; chi sarà pronto ad apprendere le nuove competenze richieste dal mercato, sarà anche in grado di crescere professionalmente in un’industria che rappresenta il futuro”, aggiunge Romiti. Medical 3D ne è convinta, tanto da assumere personale: “Ci siamo costituiti da tre settimane e già abbiamo la necessità di allargare il nostro organico: ci sono posizioni aperte per tecnici di radiologia, ingegneri biomedici e biologi. Presto serviranno professionisti in grado di costruire, vendere e riparare le stampanti 3D; ogni innovazione tecnologica ha sempre creato più posti di lavoro di quanti ne abbia cancellati”, dice ancora Romiti.

Intanto è stato creato il primo osso identico all’originale. “Lo studio ha come nucleo centrale la modellazione tridimensionale della trabecolatura ossea, finalizzata alla stampa 3D, per fornire un valido ausilio diagnostico-operatorio per il chirurgo ortopedico. Grazie a questo modello il chirurgo ortopedico potrà avere tra le mani un modello anatomico sezionato”, spiega Luca Borro, esperto di modellazione tridimensionale della società. Il risultato è stato presentato al primo Meeting italiano di stampa 3D nel medicale e in ortopedia e traumatologia, che si è tenuto alla FieraMilanoCity lo scorso marzo.

Reflusso gastroesofageo: la possibilità di curarsi con una tecnica ad ultrasuoni

Chi soffre di reflusso gastroesofageo può tirare un sospiro di sollievo: una nuova cura andrà presto a trattare il tanto odiato disturbo. In occasione del workshop internazionale EndoLive 2015 di Roma, infatti, è stata presentata la nuova tecnica ad ultrasuoni che va ad agire come una sorta di “cucitrice” per andare di risolvere i sintomi causati dal reflusso gastroesofageo come bruciori di stomaco, rigurgito e acidità.

Questo nuovo metodo, chiamato MUSE (Medigus Ultrasonic Surgical Endostapler) unisce una cucitrice chirurgica con onde ultrasuoni e una videocamera in miniatura in un unico strumento: questo ovviamente dovrà passare per il cavo orale andando a “ricostruire” la valvola esofagea.

“Studi preliminari eseguiti con questa nuova tecnica” ha spiegato il direttore dell’Unità operativa di Endoscopia digestiva chirurgica del Policlinico universitario A. Gemelli di Roma, Guido Costamagna, “hanno dimostrato che a tre anni la procedura rimane efficace nel migliorare la qualità della vita nei pazienti con Mrge moderata-grave.” Grazie a questa procedura, l’uso dei farmaci normalmente assunti dai pazienti che vengono sottoposti a questa operazione è stato eliminato del tutto o ridotto almeno al 73% di coloro sottoposti al trattamento.

Sempre in occasione dell’incontro lo stesso Costamagna ha evidenziato come la malattia da reflusso gastroesofageo sia in fondo molto comune. “il 20% della popolazione normale” ha dichiarato lo stesso “riferisce di avere almeno un episodio di bruciore allo stomaco alla settimana. Si parla di malattia quando il reflusso causa sintomi, bruciore e rigurgito, o quando , con la gastroscopia, si scoprono lesioni infiammatorie dell’esofago, esofagite, o ulcere o trasformazione metaplastica della mucosa.” Per questo motivo il trattamento in genere è medico “tuttavia, se i sintomi sono seri e scarsamente controllati dalla terapia medica, può essere indicato il ricorso alla chirurgia”.

Apple ha intenzione di offrire il servizio di telefonia mobile per iPhone e iPad

Quando l’iPhone invia un SMS, si scarica una pagina web o viene effettuata una chiamata, viene utilizzata la rete di un operatore esterno. Apple ha pero’ intenzione di offrire un proprio servizio di telefonia “affittandospazio sulle reti di altri operatori mobili.

In pratica si tratterebbe di creare un Mobile Virtual Network Operator (MVNO) che in italiano equivale ad un “Operatore virtuale di telefonia mobile” che sarebbe una rete controllata dall’azienda a cui collegarsi con una Apple SIM.

Ssecondo alcune indiscrezioni Apple avrebbe avviato una fase di test avanzati negli USA per poi estendere il tutto anche all’Europa.

Per l’utente iPhone vi sarebbero diversi vantaggi dato che il network Apple potrebbe offrire in ogni momento la migliore ricezione disponibile e la connessione a Internet più veloce. L’utente potrebbe pagare l’abbonamento dall’iPhone ed Apple potrebbe offrire piani tariffari altamente competitivi.

L’avvio dei test pero’ non significa che verra realmente realizzato questo progetto per le variabili che intervengono. Inoltre i tempi necessari affinchè si passi dai test ad un discorso tangibile non sono quantificabili.

di Umberto Buzzoni

Negli Usa Via Libera al farmaco prodotto con Stampante 3D

Primo via libera negli Stati Uniti alla commercializzazione di un farmaco prodotto con una stampante 3D e non con i tradizionali processi. L’approvazione, dell’ente americano per il controllo dei farmaci Fda (Food and Drug Administration) è arrivata per il medicinale usato per il trattamento delle convulsioni che può essere prodotto in dosaggi differenti in base all’esigenza del paziente. Questa decisione potrebbe aprire la strada all’era dei farmaci «su misura».

Il dispositivo, spiega in un comunicato l’azienda produttrice del farmaco, permette di ottenere una pastiglia molto porosa che si disintegra istantaneamente non appena il paziente beve un sorso d’acqua. La pastiglia può essere “caricata” con diverse quantità di principio attivo e, dopo l’approvazione da parte della Fda, potrebbe entrare in commercio per la prima metà del 2016.

Precedentemente l’Fda aveva approvato le protesi stampate in 3D ma questa è la prima volta che viene approvato un farmaco prodotto con questa tecnica e dche dovrà poi essere ingerito. L’azienda produttrice ha dichiarato «questo è solo il primo di una serie di farmaci che vogliamo produrre con questa tecnologia. Vogliamo trasformare il modo in cui i pazienti prendono i farmaci».