Pensioni 2015: erogazione uniformata al 10 di ogni mese

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Anche l’INPS si adegua all’indirizzo intrapreso dal governo per il contenimento della spesa pubblica. È allo studio, infatti, l’ipotesi di uniformare alla data del 10 di ogni mese l’erogazione delle prestazioni previdenziali, incluse le pensioni, le indennità civili e di accompagnamento nonché le rendite vitalizie Inail.

Il progetto, contenuto all’art. 26 della bozza del disegno della legge di stabilità 2015, si propone di razionalizzare la diversità dei tempi di pagamento, – conseguita all’incorporazione di altri Istituti quali l’Enpals ed in particolare  l’Inpdap, di cui si adotta proprio la convenzionale data mensile di liquidazione del trattamento pensionistico – , con un risparmio sulle commissioni bancarie fino a 20 milioni di euro all’anno.

La norma, inoltre, introdurrebbe altri provvedimenti ispirati al generale riordino dei costi: la cancellazione delle prestazioni economiche accessorie per le cure termali; la riduzione del 35% dei finanziamenti in favore dei patronati che prestano assistenza ai pensionati; il ridimensionamento del fondo per gli sgravi contributivi finalizzati ad incentivare la contrattazione di secondo livello, istituito nel 2007.

Infine, per prevenire le indebite erogazioni post-mortem e scongiurare le truffe perpetrate dai parenti delegati all’incasso, la bozza del testo di legge imporrà in capo al medico accertatore del decesso l’obbligo della comunicazione all’INPS entro 48 ore, tramite certificato telematico. In tal caso, le erogazioni sottoposte a riserva e già transitate su conto corrente bancario e/o postale dovranno essere restituite dagli istituti di credito, peraltro tenuti a segnalare, – nell’ipotesi di mancata provvista – , i dati dei titolari delle somme.

(fonte: Il Messaggero)

Petula Brafa

INCHIESTA: “UNA POLTRONA PER DUE”: La denuncia di Pasquale Natuzzi

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In periodo di recessione un  numero sempre più elevato di consumatori dirotta i propri acquisti verso articoli di importazione  a costi più bassi, ed in alcuni casi di gran lunga inferiori. Le conseguenze di questa scelta, che va attentamente analizzata, possono essere gravissime, e spesso si ritorcono sullo stesso consumatore.

In che modo?

Innanzitutto i prezzi più bassi sono indice di prodotti che hanno una qualità più bassa e materiali scadenti. In alcuni casi, come ad esempio per i giocattoli di importazione cinese, i materiali sono addirittura nocivi. La bassa qualità porta con sé una minor durata del prodotto che si usura prima vanificando l’iniziale risparmio nell’acquisto.

Una seconda conseguenza è di natura etica. Il più delle volte una filiera riesce ad ottenere prezzi più bassi perchè si avvale di lavoro nero o di lavoro minorile e soprattuto evade le tasse.

Ma la conseguenza più nascosta e forse più pericolosa è quella di natura economica. La concorrenza sleale sottrae volumi e quote di mercato alle aziende nostrane generando una riduzione di posti di lavoro legali e cassa integrazione.

L’argomento è stato oggetto di una delle ultime puntate della trasmissione televisiva Report, che è possibile visionare su Youtube. La Gabbanelli ha dato voce alla battaglia dell’imprenditore italiano Pasquale Natuzzi, fondatore del Gruppo Natuzzi, contro il “meid in Itali” a favore del “Made in Italy” autentico, contro la finta pelle impropriamente definita “ecopelle”, i terzisti oscuri e a favore degli italiani che rispettano il lavoro, le leggi e le persone. L’intervista a Natuzzi è scaricabile in pdf al seguente link: scarica l’intervista.

E’ dal 2007 che il settore del mobile imbottito Made in Italy a Forlì ha subito una vera e propria concorrenza sleale e cioè da quando lavoratori irregolari cinesi hanno iniziato a produrre divani e poltrone a prezzi fuori mercato in capannoni fatiscenti. Le aziende artigiane locali non sono riuscite a competere perdendo le commesse con clienti della grande distribuzione sia italiana che estera. Poco sono riusciti a fare i rari controlli delle forze dell’ordine e degli organi di controllo.

Il sistema ha avvantaggiato molte grandi marche che hanno aumentato i margini ed ha penalizzato gli artigiani ed i consumatori che si ritrovano con prodotti senza alcuna garanzia di qualità, che non durano e che sono stati realizzati senza alcun rispetto dell’etica imprenditoriale.

E’ in questo contesto che si focalizza la denuncia di Pasquale Natuzzi, la cui azienda è quotata alla borsa di New York e che è leader nel settore del mobile imbottito. Natuzzi sottolinea l’importanza del rispetto delle regole e denuncia apertamente la concorrenza sleale. Il Gruppo Natuzzi infatti realizza tutta la produzione all’interno delle sue fabbriche dando lavoro in Italia a 3.200 dipendenti e a tanti altri nelle fabbriche aperte nel resto del mondo.

 

Consigliamo vivamente ai lettori del nostro blog di approfondire l’argomento attraverso il video di Youtube o la lettura dell’intervista in pdf, e soprattutto di effettuare scelte consapevoli nei propri acquisti in difesa del Made in Italy, della legalità e della nostra economia.