Vini taroccati o contraffatti: un giro d’affari di 10 milioni di euro

vinoMilioni di litri di vino di bassissima qualità, per un giro d’affari pari almeno a dieci milioni di euro. Nella truffa scoperta dai Nas di Milano, su delega della Procura di Vigevano, è coinvolta anche una ditta di trasporti di Pisogne e tra i 13 finiti in manette è finito anche un bresciano.
I dettagli dell’operazione saranno forniti domani a Vigevano, dagli investigatori, durante una conferenza stampa, ma alcune prime informazioni sull’operazione sono già trapelate. L’accusa per i tredici è quella di associazione per delinquere finalizzata alla frode, adulterazione di vino Doc e Igt, alla ricettazione di prodotti enologici e all’evasione fiscale, sia in Italia sia in Gran Bretagna.§
La truffa sarebbe partita dalle province di Pavia, Bergamo e Novara coinvolgendo una ditta di Gravellona Lomellina (Pavia), una di Bagnatica (Bg) e anche una di Londra. Le bottiglie di vino adulterato o addirittura «fasulle» venivano commercializzate proprio sul mercato inglese e sarebbero state, in otto mesi, almeno tre milioni e mezzo. Oltre alle tre società che fornivano il vino, nei guai sono finite anche due ditte di trasporto : una di Alba in provincia di Cuneo e una di Pisogne nella nostra provincia.

Fonte:www.giornaledibrescia.it

Attenzione! Carrefour ritira le confezioni di tonno Pinne Gialle

tonnoda Eticamente

E’ stato diramato da Carrefour, un comunicato stampa da far girare urgentemente che coinvolgerebbe delle confezioni di Tonno Pinne Gialle venduto in tutte i vari supermercati italiani. Secondo il comunicato queste scatolette di tonno conterrebbero tracce di Istamina.

Da Wikipedia: l’istamina provoca:

  • vasocostrizione delle grandi arterie, per azione sulla muscolatura liscia (ipertensione).
  • vasodilatazione delle arteriole, per apertura degli sfinteri precapillari, effetto che normalmente viene svolto localmente. Se la vasodilatazione avviene a livello sistemico si ha ipotensione.
  • aumento della permeabilità dei capillari e delle venule post-capillari, attraverso diverse modificazioni delle cellule endoteliali. Così agendo permette un maggiore afflusso di leucociti nella zona traumatizzata e forse infetta.
  • broncocostrizione dovuta alla contrazione delle cellule muscolari bronchiali. L’istamina è cronologicamente uno dei primi mediatori che intervengono nello sviluppo dei sintomi di un attacco di asma allergico.Ecco tutte le informazioni sul lotto:

    Tonno all’olio di oliva

    “Carrefour Pinne Gialle 3x80g

    Scadenze: 6-11-2017; 7-11-2017;

    9-11-2017 – Ean 8012666006953″

    Europeanconsumers, che da anni si occupa di esaminare i prodotti presenti nel mercato,  invita i consumatori alla prudenza sull’assunzione di tale prodotto in attesa di maggiori informazioni da parte del Ministero della Sanità.

    Per maggiori informazioni rivolgersi al numero: 0522-368387

L’Antitrust sanziona Rigoni Asiago per i suoi succhi di frutta

fruttada Casa del Consumatore

Non è la prima volta che l’Autorità sanziona importanti aziende leader nella produzione di succhi di frutta e marmellate per informazioni e pubblicità ingannevoli, basti pensare alla multa inflitta a Hero e Zuegg l’estate scorsa.

Ora, ad essere finita nel mirino dell’Antitrust, è la nota azienda vicentina Rigoni Asiago, leader nella produzione di succhi di frutta biologici, colpevole di aver utilizzato la diciturasenza zuccheri aggiuntiper sponsorizzare i suoi succhi di frutta “Fiordifrutta”.

Un errore che è costato alla Rigoni una multa da 40 mila euro.

Dalle indagini condotte dall’Autorità, infatti, il claim sarebbe ingannevole e fuorviante per i consumatori in quanto, i prodotti Fiordifrutta contengono un significativo quantitativo di succo di mela concentrato, utilizzato per aumentare in modo considerevole il contenuto naturale degli zuccheri della frutta, portando il quantitativo di zuccheri presente in 100 grammi di prodotto ai valori indicati sull’etichetta, compresi tra il 34,3% e il 37,2% (per i tipi albicocca, fragola, ciliegia e pesca).

L’Antitrust ha sottolineato come l’utilizzo della frase “senza zuccheri aggiunti” debba essere utilizzato esclusivamente nel caso di prodotti privi di monosaccaridi, disaccaridi (ovvero gli zuccheri semplici) e ogni altro tipo di dolcificante aggiunto (anche il succo di mela concentrato, quindi).

“NE ABBIAMO LE TASCHE RIPIENE”: SLOW FOOD ED I MAESTRI DEL GUSTO A TORINO

associazione-slow-fooddi Petula Brafa

È atteso questa sera, alla Sala dei Duecento a Torino, l’evento “Ne abbiamo le tasche ripiene”, organizzato da ‘Slow Food Torino’ e dai pastai ‘Maestri del Gusto’ nell’ambito della più estesa campagna informativa inaugurata all’inizio di marzo, volta a promuovere la qualità dei prodotti alimentari ripieni e la affidabilità delle maestranze artigiane impegnate nell’offerta ai consumatori.

L’iniziativa, – nel segno naturale degli obiettivi tematici dell’Associazione fondata nel 1986 da Carlo Petrini – , si contestualizza altresì nella aperta stigmatizzazione della produzione alimentare industrializzata di scarsa qualità, tanto più all’esito dello scandalo innescato dalla celata presenza di carne equina nelle lasagne e nei ripieni derivati dichiaratamente vaccini.

 “La vicenda della pasta ripiena contenente carne di cavallo non dichiarata in etichetta rappresenta l’ennesimo grave scandalo prodotto dal sistema iper industrializzato di produzione del cibo” – ha dichiarato Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia e ospite speciale dell’Evento odierno, precisando che “sui media di tutta Europa sta passando l’immagine di piatti, che sono patrimonio delle multinazionali, piatti che è meglio evitare perché di dubbia composizione e qualità. Dobbiamo ritornare ai fondamentali: dire cosa è un vero tortellino, raccontare come si fa, con le mani e la passione e descriverne gli ingredienti”.

Per l’occasione, i pastai ‘Ferri’, ‘Roby & Roby’, ‘Sapori di Tassinari & C.’, ‘Pastificio Bolognese’ e ‘Renato’, illustrandone la preparazione artigianale e descrivendone i classici ingredienti, proporranno ai partecipanti i loro eccezionali primi piatti: agnolotti alla Cavour, tortellini in brodo, malfatti alla salsiccia di Bra, tajarin al ragù d’agnello, agnolotti ripieni di stufato al burro e salvia.

Nel segno del recupero di gusto e tradizione gastronomica nazionale, gourmet e visitatori potranno prenotare l’ingresso all’indirizzo prenotazioni@slowfoodtorino.com.

(fonte: Slow Food Torino)

Ikea, Nestlé, Kraft: in Cina è«allarme-cibo» Stop alla vendita di dolci, cioccolata e formaggi

ikeada Corriere.it

Ikea, Nestlé, Kraft. Sono i marchi presi di mira dalle autorità di frontiera cinesi che hanno fermato alcuni prodotti alimentari in transito alla dogana (dolci, formaggi, cioccolata). Le analisi sanitarie hanno trovato parametri non a norma. Ikea ha già fermato in Italia la vendita delle torte alle mandorle, decisione che riguarda anche altri 22 Paesi. In ogni caso gli esiti di queste ispezioni sanitarie condotte a Shanghai lasciano fanno pensare ad una vera e propria offensiva nei confronti delle «griffe» occidentali.

 

COLIBATTERI FECALI – L’Ikea ha così dovuto fermare la vendita dei «dolci al cioccolato». Stavolta si parla di colibatteri fecali trovati nelle tortine al cioccolato dalla dogana cinese di Shangai. Immediata la decisione presa dall’azienda che ha già fermato in 23 Paesi ha fermato la vendita del dolce.

 

Il dolce alle mandorle, cioccolata e caramello in vendita all'Ikea, la «Chokladkrokant»Il dolce alle mandorle, cioccolata e caramello in vendita all’Ikea, la «Chokladkrokant»

IN ITALIA – La decisione di Ikea è stata presa dopo la distruzione da parte delle dogane cinesi di 1.800 dolci «Chokladkrokant» (una torta con mandorle e cioccolato, crema al burro e caramello) intercettati lo scorso novembre nel porto di Shanghai. Stando al quotidiano anglofonoShanghai Daily, da alcuni test è emerso che i dolci contenevano «un livello eccessivo di batteri coliformi».

 

LA REPLICA DEGLI SVEDESI -Questi batteri normalmente poco pericolosi per i consumatori, sono di solito la spia «di una contaminazione fecale, anche se non è sempre il caso», ha spiegato un microbiologa dell’autorità per la sicurezza alimentare svedese, Mats Lindblad. Le torte ritirate sono state prodotte dal fornitore svedese, Almondy. Una portavoce di Ikea, Ylva Magnusson, ha riferito che il livello di concentrazione di questi batteri non rappresentava un grave pericolo per la salute pubblica. «Vi sono indicazioni secondo le quali la concentrazione dei batteri scoperti è bassa ma dobbiamo conoscere la cifra esatta e sapere cosa sia accaduto».

LE ISPEZIONI – Più in dettaglio, le autorità cinesi hanno distrutto quasi due tonnellate di torte al cioccolato importate da Ikea, poiché violavano gli standard minimi di qualità alimentare in quanto contenevano batteri coliformi in quantità eccessive. Decine di altri prodotti (per un totale di 247) sono stati mandati al macero recentemente, fra cui formaggio della Kraft e anche 2,7 tonnellate di barrette al cioccolato di Nestlé. Queste ultime contenevano troppo sorbitolo, un dolcificante che può causare problemi all’intestino. Gli articoli bloccati, rende noto il quotidiano online ShangahiDaily.com, includono bevande, cioccolata, biscotti, formule per bambini, dolci, snacks, passata di pomodoro e brandy. I prodotti in questione erano scaduti o presentavano livelli eccessivi di concentrazioni batteriche, metalli pesanti, additivi o sostanze proibite. Rilevati pure alti livelli di acidità e problemi di etichettatura. Le autorità di Pechino hanno incrementato le ispezioni alimentari negli ultimi anni, in seguito a una serie di scandali su merci false o scadenti.

LA REPLICA DELLA NESTLE’ – «Il sorbitolo è un normalissimo zucchero, usato in tantissime ricette, e perfettamente sicuro. Nelle tavolette vendute in Italia comunque non fa parte degli ingredienti». A dirlo è Manuela Kron, direttore corporate affairs Nestlè Italia. In merito allo stop di barrette in Cina, Kron spiega che «ci siamo confrontati con i colleghi cinesi, ma anche loro non ne sanno molto», nè sui limiti di sorbitolo che si sarebbero superati, nè sui prodotti eventualmente coinvolti. Pare che le autorità cinesi abbiano avvisato l’azienda contemporaneamente ai media, «e noi stessi abbiamo appreso la notizia dai siti internet. al momento comunque non siamo in grado di commentare la vicenda: stiamo ancora cercando di capire cosa è effettivamente successo».

La crisi taglia la pausa pranzo: un italiano su 3 mangia solo pasta

pastada Repubblica.it

Il rapporto di amore e gusto degli italiani per la pasta diventa tanto più forte con la crisi. La pasta che costa poco e sazia molto passa a sostituire per il 32% degli italiani il pranzo di una volta, quello completo dal primo al dolce. E’ quanto emerge da un sondaggio condotto da Coldiretti secondo cui solo il 18% dichiara di fare quotidianamente un pranzo completo con un primo, un secondo, un contorno e un dolce o un frutto, il 9% preferisce un panino.

All’opposto – sottolinea la Coldiretti – sono il 9 per cento gli italiani che mangiano solo un frutto o uno yogurt o un gelato, mentre il 4 per cento addirittura niente. L’abbandono del pranzo completo è confermato dal 24 per cento di italiani che si limitano a consumare un secondo accompagnato dal contorno. “Con la crisi – prosegue Coldiretti – si assiste ad un profondo cambiamento nelle abitudini alimentari degli italiani che tendono a frammentare durante il giorno la propria alimentazione”. Sono 7,7 milioni gli italiani che si portano al lavoro il cibo preparato in casa e di questi sono oltre 3,7 milioni a dichiarare di farlo regolarmente, secondo l’indagine Coldiretti/Censis.

In Italia sono consumati oltre 1,5 milioni di tonnellate di pasta, per un controvalore di 2,8 miliardi di euro e, in controtendenza rispetto al calo generalizzato dei consumi nel 2012, gli acquisti di pasta delle famiglie sono aumentati dell’1,1 per cento, secondo Ismea-Gfk-Eurisko. L’Italia detiene il primato mondiale nel consumo di pasta che ha raggiunto – sottolinea la Coldiretti – i 26 chili a persona l’anno.

Non sappiamo piu’ da dove viene il nostro cibo

L’emergenza mondiale di una alimentazione “senza glutine” e’, per Robyn O’Brien, autrice del libro “The Unhealthy Truth”sull’industria alimentare, e’ un cattivo segnale.

D. Come valuta l’emergenza mondiale di una alimentazione “senza glutine”
R.
 E’ un cattivo segnale, sintomatico di un problema generale. In Usa, dove le allergie alimentari sono molto diffuse, il 18% della popolazione acquista prodotti “senza glutine”. Si tratta di persone ciliache, ma sono una minoranza (1% della popolazione). Gli altri sono intolleranti, digeriscono male il glutine oppure vogliono semplicemente nutrirsi in modo piu’ sano.
D. Lei e’ un’analista finanziaria, ed e’ l’emblema della lotta contro la cattiva alimentazione sostenuta da Erin Brokovitch. Perche’?
R.
 Uno dei miei figli soffre di allergia alimentare. Ho scoperto che negli Usa, a partire dal 1994, alcune modificazioni genetiche sono state apportate nei cibi, modifiche che non sono state accettate in Europa. Utilizzando il mio approccio di analisi finanziaria, ho cercato quali decisioni erano state prese per massimizzare il guadagno ed ho scoperto a quali derive questo abbia portato.
D. Cosa ha scoperto?
R
. Le aggiunte di ingredienti e additivi chimici, il dopaggio degli animali perche’ ingrassasseno rapidamente, l’uso massivo di pesticidi… Tutto questo distrugge la nostra barriera digestiva, che e’ a garanzia della nostra immunita’. Qualche scienziato non conosce veramente gli impatti di tali cambiamenti, ma noi siamo diventati piu’ vulnerabili. Delle stime inquietanti sono state pubblicate: il 41% degli americani dovrebbe avere un cancro durante la propria vita, la meta’ uomini e un terzo donne. Aumentano le malattie auto-immuni, legate ad un livello alto di infiammazione del corpo. I nostri sistemi immunitari lottano enormemente a causa dell’alimentazione che ci viene proposta.
D. Quali sono i progressi?
R.
 Le mentalita’ evolvono. Dopo la pubblicazione del libro, e la partecipazione a delle conferenze come quelle organizzate da TED (organizzazione no-profit la cui finalita’ e’ la diffusione di idee e approcci nuovi), alcune societa’ mi hanno contattato, ed io ho creato Allergykids, una societa’ di consulenza. Noi siamo disconnessi dalle nostre radici, soprattutto in Usa. Non sappiamo piu’ da dove viene il cibo. L’industria agroalimentare ha preso una cattiva direzione. Occorre reagire rapidamente.

Qui una conferenza di Robyn O’Brien

(intervista di Laure Belot, pubblicata sul quotidiano Le Monde del 24/02/2013)