Hai smarrito la patente? Ecco come comportarsi.

Capita a tutti prima o poi di smarrire la patente che, oltre ad essere una licenza vera e propria per mettersi alla guida, è anche un valido documento di riconoscimenmto al pari della carta d’identità. Per riaverla indietro bisogna seguire una procedura specifica. Ecco quindi un vademecum per capire quali passi fare in caso di furto o smarrimento. La prima cosa è denunciare il fatto alle forze dell’ordine. Appena scopriamo di non avere più la patente abbiamo due giorni di tempo per presentare la nostra denuncia presso un ufficio di polizia che provvederà a rilasciare un’attestazione provvisoria.

Se il documento è stato sottratto da terzi per riottenere la licenza bisogna portare un documento di identità (va bene sia la carta d’identità che il passaporto) e due fotografie in formato fototessera. A questo punto si scoprirà se la patente risulta censita nell’archivio nazionale dei cittadini italiani abilitati alla guida; se lo è, saranno le stesse forze dell’ordine ad inoltrare la richiesta di duplicato alla Motorizzazione, che al costo di nove euro più spese postali (da pagare in contrassegno al postino) entro quarantacinque giorni spedirà il nuovo documento. Nel caso in cui la patente non risulti censita sarà necessario presentarsi di persona alla Motorizzazione portando con sé la denuncia di smarrimento, due foto, la fotocopia di un documento di identità, un’autocertificazione che attesti le proprie generalità, l’attestazione del versamento di nove euro sul conto corrente 9001 e il modello di domanda TT2112 debitamente compilato. Anche in questo caso il duplicato della patente sarà spedito ed arriverà a casa vostra entro 45 giorni.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Storica la sentenza della Cassazione che rivoluziona il tema del divorzio!

I tempi sono cambiati ed anche le leggi vanno ritoccate ed adeguate ai nuovi standard di vita moderna. A tal proposito suscita un notevole clamore la recente sentenza della Corte di Cassazione che, pronunciandosi in merito all’assegno di mantenimento, rivoluziona i canoni finora seguiti. La svolta è basata sulla rivisitazione di un paramentro di riferimento fondamenale per l’attribuzione dell’assegno: non sarà più il “tenore di vita matrimoniale” a determinare l’importo dovuto all’ex coniuge. A tal proposito il rivoluzionario concetto introdotto con la sentenza si baserà sul “parametro di spettanza” che valuterà l’indipendenza e l’autosufficienza economica. All’assegno viene ora attribuito un carattere “assistenziale” così il matrimonio non è più la “sistemazione definitiva”, ma un “atto di libertà e autoresponsabilità”.

Vediamo nello specifico cosa cambia: secondo i giudici l’assegno divorzile può essere riconosciuto soltanto se chi lo richiede dimostri di non poter procurarsi i mezzi economici sufficienti al proprio mantenimento. Viene così spazzato via un principio sancito nel 1970 dalla legge 898 che ha introdotto il divorzio. La storica sentenza n. 11504 depositata nei giorni scorsi riguarda il divorzio tra un ex ministro e un’imprenditrice: i supremi giudici hanno respinto il ricorso con il quale la donna chiedeva l’assegno di divorzio già negatole con verdetto emesso dalla Corte di Appello di Milano nel 2014 che aveva ritenuto incompleta la sua documentazione dei redditi e valutato che l’ex marito dopo la fine del matrimonio aveva subito una “contrazione” dei redditi.

Secondo il nuovo parametro l’ex moglie non ha diritto all’assegno perché occorre “superare la concezione patrimonialistica del matrimonio inteso come sistemazione definitiva” perché è “ormai generalmente condiviso nel costume sociale il significato del matrimonio come atto di libertà e di autoresponsabilità, nonché come luogo degli affetti e di effettiva comunione di vita”. Qunidi l’assegno di mantenimento non riguarderà più il “tenore di vita” ma avrà un semplice carattere “assistenziale”.

Lo sai come? Piccole curiosità per i consumatori

Sai come eliminare la macchia di smalto dai tessuti?
Se avete sporcato un capo d’abbigliamento utilizzate un batuffolo di cotone con qualche goccia di acetone: cercate di
tamponare la superficie interessata per far penetrare il prodotto nelle fibre del tessuto. Appena la macchia comincia a sbiadire
bagnate con acqua, asciugate e ripetete l’operazione. Dopo un ulteriore risciacquo usate un po’ di borotalco da lasciare in posa
qualche minuto. Spazzolate e, se rimane un fastidioso alone, potete utilizzare l’alcool: mettetene un po’ su di un batuffolo di cotone e sfregate per eliminare l’inestetismo.  

Sai come sgrassare una bottiglia d’olio?
Ecco l’occorrente: detersivo per i piatti, aceto di vino, bicarbonato ed acqua calda. Versate all’interno della bottiglia da pulire gli ingredienti appena descritti, chiudete e scuotete con forza per dare movimento al prodotto. Aprite nuovamente le bottiglie e versate un altro bicchiere di acqua calda. Terminata l’operazione, svuotate le bottiglie del loro contenuto e risciacquate con abbondante acqua calda, varie volte. Se le bottiglie non dovessero essere sgrassate a sufficienza, ripetete nuovamente l’operazione. Le bottiglie  andranno infine lasciate asciugare a testa in giù per far scorrere l’acqua in eccesso.  Vedrete che risultati!

Sai come lavare una coperta di pile?
Il pile è un tessuto morbido composto da fibre di poliestere: necessita lavaggi periodici e grande cura per evitare che, con il tempo, il capo
diventi ruvido e sottile. Mettete in lavatrice le coperte di pile insieme ad altre maglie simili per colore e consistenza optando per un lavaggio con ciclo delicato. Lasciate riempire il cestello almeno la metà con acqua fredda o tiepida e versate il detersivo per il bucato che si scioglierà
creando la schiuma. È bene utilizzare un detersivo puro che manterrà la coperta morbida e liscia durante tutto il lavaggio. Asciugate la coperta all’aria aperta evitando di esporla al sole. Se sono presenti macchie difficili prima del lavaggio in lavatrice, mettete una goccia di sapone liquido per stoviglie sulla zona, utilizzando le dita per lavorare la macchia; lasciate riposare per circa dieci minuti. Asciugate l’area con un tovagliolo di carta umido per rimuovere la macchia o, per ridurre almeno la sua consistenza.  Un ultima accortezza: evitate di strofinare, altrimenti la macchia potrebbe diffondersi ulteriormente!

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Vaccini: presto saranno di nuovo obbligatori. Qualche esempio? Varicella, Papillomavirus e Meningococco B.

Si parla molto dei vaccini e di quanto sia indispensabile avviare una campagna di prevenzione e sensibilizzazione per i cittadini. Al riguardo c’è infatti scarsa chiarezza, forse in pochi sanno che ci sono delle novità. A breve sarà obbligatorio vaccinare i bambini in procinto di accedere agli asili ed alle scuole materne. Il risultato di questa decisione è frutto di un meeting tra il ministro della salute e gli assessori regionali e delle province autonome: il vertice ha messo in chiaro che è diventato necessario stilare un piano su scala nazionale. In tempi brevi sarà quindi avviata una speciale procedura che nel triennio 2017/2019 stabilirà in via definitiva quali saranno i vaccini obbligatori. images

Si tratta di un accordo importante perché tra i cittadini è ancora molta la confusione tra i vaccini che sono “consigliati” e quelli che invece sono “obbligatori”. Dal 1957 tutti i vaccini erano infatti obbligatori: l’anno della svolta è il 1999 che sancisce la fine di questo obbligo e, tuttora, è possibile frequentare le scuole senza essere vaccinati. Qualcosa cambiò quando la regione Emilia Romagna varò una legge che reintroduceva l’ obbligo delle vaccinazioni per poter far accedere all’asilo i bambini. A seguire l’esempio romagnolo si aggiunsero poco dopo anche altre regioni, il Friuli Venezia Giulia e la Toscana.

L’esigenza di fare il punto della situazione e di tornare all’obbligo dei vaccini è scaturita anche a causa dalla diminuzione degli stessi nel corso del tempo. In Italia le vaccinazioni attualmente obbligatorie sono le seguenti: antidifterica, antitetanica, antipoliomelitica e antiepatite virale B. Tutte le altre sono volontarie, anche se il Sistema Sanitario Nazionale ne incentiva l’uso e la gratuità. Con l’accordo raggiunto l’obiettivo è diventato quello di rendere obbligatorie su tutto il territorio tutte le vaccinazioni previste nel nuovo Piano Nazionale di Prevenzione attivo nel triennio 2017-19. Ecco quali saranno i vaccini obbligatori per i cittadini: anti Pneumococco e Zoster per gli anziani, anti Meningococco B, Rotavirus e varicella per i più piccoli, anti Papillomavirus anche per gli adolescenti maschi. Ovviamente questi sono solo alcuni dei nuovi vaccini che saranno offerti a breve ed in maniera del tutto gratuita dal Sistema Sanitario Nazionale.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Parcheggio selvaggio in condominio!

Quando il parcheggio in condominio diventa selvaggio possono succedere spiacevoli episodi specie se, chi posiziona l’auto in modo da ostruire l’ingresso ai garage, non vuole rimuoverla. Secondo la Cassazione si tratta di reato di violenza privata contro la persona e
la sua libertà morale: colui che lo provoca può essere denunciato e condannato al risarcimento (Art. 610 c.p.).parcheggio-in-viale-condominiale
A volte però la situazione degenera e, il comportamento scorretto, ripetuto più volte, senza tener conto degli avvisi bonari, può
sfociare in una condanna alla reclusione fino a quattro anni. Il senso della norma è proteggere la libertà del soggetto, che, all’interno della sua proprietà privata, ha pieno diritto di godere del bene.

Il caso specifico riguarda un diverbio scoppiato a causa del parcheggio selvaggio.
Al rifiuto costante di migliorare le cose un condomino decide di portare l’altro in tribunale con un ricco dossier di foto e testimonianze dei
ripetuti comportamenti scorretti. La Cassazione, con la n.28487/13, ha condannato il diretto interessato a risarcire il danno. Attenzione a rispettare le regole relative al parcheggio condominiale!

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Bollette luce e gas: se l’azienda non risponde al consumatore viene multata!

Novità interessati riguardano gli utenti che avviano un reclamo verso le aziende di luce e gas: bastano adesso tre semplici step per esporre il problema e non solo!
L’ Autorità per l’energia elettrica, il gas ed anche il sistema idrico per trovare risoluzione alle numerose controversie con i consumatori che denunciano problemi relativi alle utenze ha modificato l’iter con una procedura semplificata.bollette-luce-e-gas-2016_NG1

Innanzitutto bisogna avviare un reclamo scritto via web o tramite posta elettronica: il consumatore dovrà chiaramente indicare al fornitore il problema rielvato. Se non si ottiene risposta o la medesima risulta insoddisfacente, si attiva la conciliazione obbligatoria, e, nei casi più gravi il ricorso all’Autorità. La novità più importante in merito alla questione è l’introduzione di una penale che colpisce l’azienda stessa.

In particolare la tardiva risposta delle aziende di luce e gas ai reclami del consumatore sarà causa di una sanzione pari a cinquanta euro che l’azienda pagherà direttamente al comsumatore che ha segnalato il disservizio. Queste novità interessano al momento solo gli utenti della luce e del gas domestici e non domestici ed includono anche coloro che sono al tempo stesso produttori e consumatori di energia elettrica.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Curiosità sulle coccinelle e le loro macchie nere.

Molti insetti hanno colori sgargianti e particolari che usano come arma di difesa contro i loro predatori. I colori infatti, nel regno animale, hanno la funzione di arma passiva e psicologica per indicare un segnale di avvertimento. E le coccinelle non sono da meno: spesso infatti sul loro dorso le macchie coccinelladisegnano forme precise con anche più di un colore. Oltre l’arma passiva della colorazione le coccinelle utilizzano anche altre strategie tra cui spiccano la lentezza dei movimenti e l’emissione di un particolare liquido giallo dall’odore poco piacevole. Inoltre, nel sangue della coccinella è presente, in grande quantità, una sostanza che causa nausea e vomito.

Quindi un predatore affamato cambierà target in quanto, dopo varie esperienze negative, avrà associato alla colorazione delle coccinelle delle sensazioni di disgusto e pericolo. C’e’ ancora un’altra curiosità su questo piccolo insetto: solitamente siamo abituati a vedere coccinelle rosse con le tradizionali macchie nere ma, in natura, esistono altre specie con colori diversi. E’ il caso delle coccinelle gialle, le “Thea Puntata”, una specie che divora insetti ed acari nocivi quindi utilissima per le piante in generale.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile