Nella compilazione di un documento al momento di inserire la data spesso utilizziamo le abbreviazioni per quanto riguarda l’anno. Un esempio? Il 2018 diventa “18” e così via anche per gli altri. Al 2020 toccherebbe la stessa sorte ma gli esperti suggeriscono di stare in guardia per stare lontani da possibili raggiri. Il problema deriva dalla facilità con cui l’abbreviazione del corrente anno in “20” può essere modificata in qualsiasi altra data. Ad esempio la data 10/04/20 può essere sostituita con 10/04/2017 oppure con 10/04/2016 dando la possibilità ad eventuali truffatori di cambiare sia la valenza temporale che quella giuridica.
La questione ha sollevato un polverone poiché in realtà anche altre date nel corso del tempo si sono prestate a simili problematiche. Una corretta informazione però ci fa aprire gli occhi su questi possibili casi: i sospetti sulla falsità o veridicità di un documento aumenterebbero se lo stesso fosse datato 1998 anziché 2019 o 2021. Inoltre ricordiamo che a livello legale, nonché tributario e prescrittivo, è più facile avere problemi con un atto recante una data attuale o futura rispetto ad uno più datato. Alcuni diritti potrebbe essere ancora validi e determinate scadenze non rispettate. Dunque il suggerimento pratico è quello di scrivere l’anno 2020 per intero al fine di rendere la data non modificabile e di non accettare documenti con solo “20”.
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Buzzoni Umberto