‘Sanatoria’ cartelle esattoriali. Chi riguarda e come si fa

equitaliada Aduc.it – di Rita Sabelli

La Legge di Stabilità 2014 (1) ha aperto la porta ad una sorta di “sanatoria” per le cartelle esattoriali e gli avvisi di accertamento esecutivi, estinguibili pagando solo il debito originario senza aggiunta di interessi (ma pagando però i compensi dell’agente della riscossione indicati nell’atto).

Il pagamento è da effettuarsi a cura del debitore entro il 28 Febbraio 2014, in un’unica soluzione (non a rate). Successivamente, entro Giugno 2014, l’agente della riscossione dovrà inviare al debitore, per posta ordinaria, la conferma scritta dell’avvenuta estinzione del debito (e quindi della cartella).

A parte la dubbia convenienza di questa iniziativa, c’è da rilevare la difficoltà ad inquadrare i casi coinvolti e a calcolare il dovuto. Vediamo di chiarire ambedue i punti, per quanto possibile.

Casi coinvolti
Per prima cosa, deve trattarsi di cartelle esattoriali i cui ruoli sono stati affidati alla riscossione entro il 31/10/2013, o avvisi di accertamento esecutivi affidati alle agenzie fiscali entro la stessa data.
Sottolineiamo che questo dato, relativo ad una fase “interna” di passaggio tra ente debitore e agente della riscossione, non è presente sull’atto e non è facilmente conoscibile dal debitore, se non rivolgendosi direttamente all’agente che ha emesso la cartella o l’avviso. E’ pertanto consigliabile recarsi personalmente allo sportello dell’ente emittente (Equitalia, altro agente della riscossione, agenzia fiscale) per verificare il proprio caso, oltre che per procedere all’eventuale pagamento (vedi più avanti).

Deve poi trattarsi di cartelle o avvisi esecutivi emessi per debiti verso lo Stato, le Regioni, le Province od i Comuni. In parole povere, esse possono riguardare imposte, tasse, tributi (nazionali o locali) e sanzioni amministrative (multe). Sono invece esclusi, come ha tra l’altro chiarito Equitalia (2), cartelle o avvisi relativi a contributi INPS od INAIL perchè emessi da uffici non considerati “statali” in senso stretto.

Da precisare che per le cartelle e gli avvisi coinvolti viene fin da subito sospesa l’attività di riscossione coattiva (iscrizione di fermo amministrativo, ipoteca, etc.) fino a metà Marzo 2014.

Calcolo e pagamento del dovuto
Considerata la difficoltà ad individuare le cartelle e gli avvisi coinvolti, nonchè ad effettuare il calcolo del dovuto, è bene procedere coinvolgendo l’ente che ha emesso l’atto, recandosi di persona allo sportello competente. In particolare ciò vale per il pagamento, da effettuarsi, secondo quanto previsto da Equitalia per le sue cartelle (2), in autoliquidazione utilizzando i bollettini postali F35 con la causale “definizione ruoli, Ls 2014”. In termini generali è bene utilizzare le modalità di pagamento che l’agente della riscossione, o agente fiscale, ha predisposto in merito.

Si ricorda che per perfezionare la “sanatoria” di deve pagare il debito originario ed i compensi all’agente della riscossione, senza aggiunta degli interessi, nè di mora nè di ritardata iscrizione a ruolo. Per le cartelle relative alle multe, precisa Equitalia, si risparmiano però solo gli interessi di mora, perchè l’altra esclusione riguarda solo le imposte.

Si può procedere alla “sanatoria” anche per cartelle o avvisi per i quali sia già stata attivata una rateizzazione: in questo caso il calcolo è più complesso -deve essere fatta un’attualizzazione del debito residuo- e non si può davvero prescindere dall’aiuto dell’agente della riscossione, anche perchè va revocata la rateizzazione.

Chi risulta debitore di cartelle di importo superiore a 10.000 verrà contattato direttamente dall’agente della riscossione per procedere al corretto calcolo e pagamento.

(1) Legge 147/2013 art.1 commi 618/624
(2) Circolare Equitalia n.37 del 20/1/2014

Allarme dei consumatori sul 2014: “In arrivo stangata da 1.394 euro”

Mülltonnen und Geld vor weißem Hintergrundda Repubblica.it

Dalla stangata di fine anno a quella di gennaio. L’allarme sull’aumento di prezzi e tariffe per il 2014 arriva da Federconsumatori-Adusbef secondo cui i rincari in arrivo costeranno 1.394 euro a famiglia “malgrado – si legge in una nota – la perdurante forte contrazione dei consumi delle famiglie che ancora caratterizza il mercato. Le motivazioni di tali aumenti non sono solo legate alle solite volontà speculative ma anche a nodi irrisolti della nostra struttura economica, in tema di competitività e di oppressione burocratica, nonchè dei servizi pubblici che scaricano sprechi, inefficienze e clientelismo sui prezzi e sulle tariffe”.

Tra le cause degli aumenti, le associazioni dei consumatori sottolineano “una ossessiva pressione fiscale (soprattutto su casa e caseggiati) che colpisce due volte le famiglie e cioè sia direttamente per i beni e i servizi (oltretutto scadenti) che utilizzano e sia per gli aumenti a imprese, commercio e intermediazione, artigiani e professionisti”. Le uniche note in controtendenza potrebbero riguardare i nuovi meccanismi di calcolo che spingerebbero a una riduzione delle tariffe di luce e gas.

Nel complesso, secondo le associazioni, si tratta di “aumenti insostenibili che determineranno nuove e pesantissime ricadute sulle condizioni di vita delle famiglie e sull’intera economia, che dovrà continuare a fare i conti con una profonda e prolungata crisi dei consumi”.

Inps rivuole un centesimo da pensionato. E’ possibile pagare a rate

Inps_-_fotoda Ansa

L’Inps chiede a un pensionato 84enne di Riccione la restituzione di un centesimo, percepito in eccesso nel periodo 1 gennaio 1996-31 dicembre 2000 poiché “l’ammontare dei redditi personali è superiore ai limiti della legge 335 del 1995”. La vicenda è riportata dai media cittadini.

Nella raccomandata spedita dalla sede di Roma a Emilio Casali si indica anche “la possibilità di rateizzare il rimborso”. Il figlio, Claudio, critica le spese legate all’invio: “Non pago o chiedo la rateizzazione”

Equitalia: in arrivo migliaia di fermi auto

equitaliada TGCOM24

Parte in questi giorni una raffica di fermi amministrativi sulle auto di miglia di contribuenti.

Mentre la maggioranza degli italiani si stava organizzando per staccare dal lavoro e trascorrere un bel ferragosto, gli sportelli di Equitalia, tra il 12 e 13 agosto, imbustavano e spedivano preavvisi di fermo amministrativo dell’auto di migliaia di contribuenti.
I preavvisi sono stati recapitati tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, assegnando un termine di trenta giorni per pagare con l’avviso che, in caso contrario, Equitalia provvederà all’iscrizione del fermo amministrativo sull’auto o moto dei malcapitati contribuenti.
A comunicarlo è dirittosemplice.it, che sta ricevendo proprio in questi giorni continue richieste di verifica (che il sito offre gratuitamente) di questi preavvisi.

Come fare per evitare di subire il fermo della propria auto?
Tutti coloro che hanno ricevuto un preavviso di fermo amministrativo (oppure anche un semplice sollecito di pagamento) da Equitalia, devono, per prima cosa, analizzare nel dettaglio le cartelle di pagamento e tutte le singole voci addebitate per verificare se le somme richieste sono effettivamente dovute oppure no.
Una volta effettuata la verifica dei vari addebiti ed individuate eventuali contestazioni da sollevare (es. precedenti provvedimenti di sgravio e/o sentenze di annullamento, multe e/o tributi già pagati, somme prescritte, ecc.), in base alla c.d. Legge di Stabilità è possibile richiedere ad Equitalia la sospensione del fermo amministrativo e, comunque, di tutte le procedure esecutive, oltre che lo sgravio delle cartelle che non sono da pagare.
Naturalmente, le contestazioni e le relative richieste di annullamento e sgravio devono essere adeguatamente motivate, allegando tutta la documentazione utile a supporto.

Quali sono le tempistiche per contestare le cartelle?
Le contestazioni vanno sollevate entro 90 giorni da quando si è ricevuto il preavviso di fermo amministrativo o qualunque altra notifica da Equitalia. Per esempio: chi ha ricevuto il preavviso di fermo nel periodo di ferragosto, avrà tempo fino a metà novembre!

Una volta inviate le proprie contestazioni e richiesto l’annullamento delle cartelle esattoriali, cosa succede?
L’agente della riscossione ed i vari enti creditori, entro 220 giorni dal ricevimento di ciascuna richiesta, sono tenuti ad effettuare le verifiche del caso ed a fornire a ciascun richiedente una risposta motivata di accoglimento o rigetto delle richieste di sgravio. Altrimenti, si verificherà un vero e proprio sgravio automatico delle somme contestate.

Saranno pubbliche le dichiarazioni di Manager Pubblici, presidi ed Università

dichiarazionida IlSole24ore

Non sono solo i politici a dover mettere in piazza (virtuale) i propri redditi. Sui siti istituzionali della Pubblica amministrazione devono finire anche le dichiarazioni dei manager delle società partecipate, e quelle dei coniugi se danno l’assenso. A questi obblighi sono tenuti anche i dirigenti scolastici, le università, le Camere di commercio e tutte le altre ramificazioni della «Pubblica amministrazione» nel senso più largo del termine. Per chi non si adegua, la multa può arrivare fino a 10mila euro.

La nuova ondata di trasparenza è prevista dal marzo scorso, quando è stato approvato il Dlgs 33/2012 che ha attuato su questi temi la delega contenuta nella legge anti-corruzione di fine 2012 (legge 190/2012). A definirne puntualmente le ricadute, disegnando un ambito applicativo parecchio ampio per le nuove regole, sono due delibere diffuse nei giorni scorsi dalla Civit, la commissione per la Valutazione e la Trasparenza della Pa che ha oggi anche la veste di Authority nazionale anti-corruzione.

I dati

L’elenco dei dati da pubblicare sul sito Internet di ogni ente è lungo: oltre alle dichiarazioni dei redditi e a un riassunto certificato dei beni immobili e dei titoli mobiliari posseduti, in rete devono finire il curriculum, lo stipendio connesso alla carica e tutte le indennità e i rimborsi per viaggi e missioni determinati da eventuali altre cariche ricoperte e pagate dalla finanza pubblica

Dove si applica

Parlamentari, presidenti di Regione, di Provincia, sindaci, assessori e politici locali sono i primi destinatari delle nuove regole, e questo si sapeva, anche se non sempre l’applicazione è stata puntuale e inappuntabile. I tecnici della Civit, però, fanno un passo in più, e nella delibera 65/2013 spiega che le regole di trasparenza si applicano a tutte le Pubbliche amministrazioni elencate all’inizio del Testo unico sul pubblico impiego (articolo 1, comma 2 del Dlgs 165/2001). Tradotto in italiano, significa Stato, Regioni, Province, Comuni, scuole, università, Iacp, Camere di commercio, Inps, enti pubblici in genere (Aci, Istat e via elencando), agenzia delle Entrate e delle Dogane e, per finire, il Coni. Non solo: per via di una serie di richiami normativi, nella rete della trasparenza finiscono tutte le società partecipate da enti pubblici, anche se la loro quota è minoritaria. Unica eccezione, le società quotate.

Chi deve pubblicare i dati

Non sono solo i politici, insomma, a dover far conoscere a tutti i navigatori la propria situazione economica e patrimoniale, oltre agli studi e alle esperienze condotte per raggiungerla. Oltre ai titolari di cariche elettive, la legge fa riferimento agli organismi che esercitano «poteri di indirizzo politico», una definizione che evidentemente la Civit interpreta in senso ampio. Nelle società partecipate, la regola si dirige quindi a presidente, amministratore delegato e membri del consiglio di amministrazione, e più in generale coinvolge gli organi direttivi delle amministrazioni pubbliche.

Resta da capire come si svolgerà l’applicazione, e le contestazioni che probabilmente nasceranno fra i diretti interessati. Un quadro che si chiarirà probabilmente solo dopo la pausa estiva, anche se la scadenza è immediata e chi non si adegua si può veder arrivare una sanzione da 10mila euro.

In arrivo un diluvio di SCADENZE FISCALI

scadenzeda Adico

All’uscita dal ponte festivo di Pasqua arriva un intenso martedì di dichiarazioni e di adempimenti fiscali, dall’Imu 2012 ai guadagni sugli investimenti, dalla stabilizzazione dei precari al report sui lavori usuranti e sul lavoro notturno . Di seguito la panoramica sul repentino rientro alla vita d’ufficio.

IMU

Si comincia dalla dichiarazione dell’Imu per l’anno 2012 , come ricorda la Risoluzione n.6 DF del Mef – che riguarda chi già ha pagato le scadenze dell’anno passato senza aver ricevuto, allora, i moduli – mentre la dichiarazione Imu per il 2013 per fabbricati del gruppo catastale D non iscritti o iscritti ma senza attribuzione di rendita catastale, andrà fatta entro il 31 marzo 2014.

COMUNICAZIONE RICEZIONE 730-4

I sostituti di imposta che prestano assistenza fiscale entro martedì – primo giorno non festivo dopo la scadenza fissata del 31 marzo – devono presentare in via telematica il modello Comunicazione per la ricezione in via telematica dei dati relativi ai 730-4 resi disponibili dall’Agenzia delle Entrate, per ricevere i risultati contabili delle dichiarazioni dei propri amministrati.

COMUNICAZIONE CONCESSIONE AREE DEMANIALI

Scade martedì 2 aprile anche la comunicazione telematica all’anagrafe tributaria dei dati riguardanti le concessioni di aree demaniali marittime in essere al 31 dicembre 2011 e al 31 dicembre 2012.

CAPITAL GAIN, OPZIONE IMPOSTA SOSTITUTIVA

Dichiarazione entro martedì 2 aprile anche per chi ha conseguito minusvalenze o plusvalenze operando su titoli, quote, diritti, valute estere, metalli preziosi allo stato grezzo o monetato, strumenti finanziari, rapporti e crediti alla data del 31 dicembre 2011

STABILIZZAZIONI E BENEFICI

Scade il 2 aprile l’obbligo di stabilizzare rapporti precari o assumere a tempo determinato per poter fruire dei benefici previsti per il 2013

LAVORI USURANTI

I datori di lavoro devono comunicare i periodi nei quali ogni dipendente ha svolto lavori usuranti (art. 1, comma 1, lettere da a) a d), del D.Lgs. 67/2011), e, i giorni di svolgimento di lavoro notturno per ogni dipendente. Questa comunicazione ha solo finalità statistiche

LIBRO UNICO DEL LAVORO

Pe r i datori scatta l’obbligo di stampare il Libro unico del lavoro o, nel caso di soggetti gestori, di consegnare copia al soggetto obbligato alla tenuta, in relazione al periodo di paga precedente

SUPERAMENTO 50 ADDETTI

Le aziende che al 31 dicembre scorso hanno superato i 50 addetti lo devono comunicare all’Inps per gli adempimenti relativi al Tfr

COMUNICAZIONE DEI BENI CONCESSI IN GODIMENTO AI SOCI O A FAMILIARI

Slitta la comunicazione dei beni ai soci. L’adempimento passa dal 2 aprile (essendo il 31 marzo, data della scadenza, domenica) al prossimo 15 ottobre. Lo ha deciso il direttore dell’agenzia delle Entrate che, con provvedimento del 25 marzo, motiva la proroga con «l’esigenza di valutazione, da parte dell’Agenzia, delle proposte di semplificazione avanzate dalle associazioni di categoria che riguardano la tipologia delle informazioni da comunicare e le relative modalità di trasmissione.

Guerre di cifre sull’Imu. «Costerà 200 euro a famiglia»

da avvenire.it

Tre miliardi in più ai Comuni dall’Imu, nel 2012, rispetto a quanto incassato nel 2011 dall’Ici. È il sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani a fare i calcoli numeri alla mano: nel 2012 dei 21 miliardi di gettito previsto dall’Imu 9 miliardi andranno allo Stato e 12 ai Comuni, mentre nel 2011 questi ultimi dall’Ici ne avevano incassati 9. Dalla nuova imposta sulla casa, dunque, il ‘guadagnò è di circa 3 mld mentre “la carenza di risorse” lamentata dai Comuni deriva dai trasferimenti dello Stato che hanno subito “in effetti un taglio forte”. Per quanto attiene l’ammanco equivalente a 2,5 mld che emerge da uno studio dell’Ifel, l’istituto di ricerca dell’Anci, Ceriani ne contesta la validità.

L’attendibilità della cifra emersa dallo studio “è assolutamente dubbia e indimostrabile”, spiega il sottosegretario rilevando che, come affermato dallo stesso Ifel, “il campione non è casuale” ma basato sui Comuni che hanno deciso di rispondere al questionario e che il 70% del campione “ha fatto riferimento a stime del Mef non ancora ufficiali”. La realtà è che “anche i Comuni non hanno certezze”.

“L’impatto dell’Imu sulle famiglie italiane è di circa 200 euro. È la media nazionale”. Il sottosegretario all’economia, Vieri Ceriani conferma le proiezioni di spesa delle famiglie per il pagamento dell’Imu, replicando così alle diverse critiche rivolte al governo. “La banca dati del catasto – spiega Ceriani nel corso di un incontro con la stampa – ci dà quell’importo. Il 30% non paga per le deduzioni e per i carichi familiari, per la restante la spesa media è 200 euro a famiglia”.

L’ANCI: RISCHIO DI TENSIONE SOCIALE

“Rischiamo un grande stato di tensione sociale dopo il pagamento della prima rata dell’Imu”. È l’allarme lanciato dal presidente dell’Anci, Graziano Delrio, nel corso della conferenza stampa al termine dell’ufficio di presidenza.