Scadenze fiscali di fine 2018

Alla fine di questo anno ci aspettano importanti appuntamenti per chiudere i conti con il Fisco. Con questo articolo cerchiamo di evidenziare le principali date delle prossime scadenze. Entro il 30 novembre è previsto il secondo, oppure unico acconto 2018, per tutti coloro che hanno dato in locazione un immobile adottando la cedolare secca.

Sempre entro il 30 novembre, per tutti i contratti che sono scaduti il primo novembre, si deve versare l’imposta di registro (nel caso in cui non sia scelta la cedolare secca) mentre, per i contratti che scadono il primo dicembre, l’appuntamento si sposta al 31 dicembre 2018.

A fine anno troviamo anche la scadenza del bollo auto per tutti coloro che hanno un veicolo immatricolato per la prima volta nel mese di novembre. Il bollo auto generalmente si paga il mese successivo a quello della prima immatricolazione ma ci sono alcune regioni italiane, in particolare Piemonte e Lombardia, che fissano la scadenza lo stesso mese della prima immatricolazione per alcune tipologie di vetture. Infine è importante ricordare che il 17 dicembre bisogna pagare la TASI e l’IMU che, ricordiamo sono le cosiddette “tasse sulla casa”.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Pace fiscale e debitori.

La nuova manovra finanziaria prevede la cosiddetta “pace fiscale” un provvedimento che consente ad un debitore di mettersi in regola con i pagamenti verso il Fisco se l’importo del debito non supera i mille euro. In sostanza la pace fiscale serve per sanare situazioni personali particolari  che comprendono anche i redditi non dichiarati. I debiti possono essere cancellati in base a quattro opzioni: presentando una dichiarazione integrativa fino a 10.000€, al 20%; effettuando lo stralcio totale delle cartelle per un importo pari a massimo 1.000€; estinguendo in maniera agevolata le controversie in materia di tributi ed infine rottamando le cartelle.

Gli ultimi due casi prevedono la cancellazione degli interessi  maturati ed anche le sanzioni inviate al contribuente dall’Agenzia delle Entrate. A proposito dello stralcio totale delle cartelle fino a 1.000€, un comunicato stampa diffuso dall’Agenzia delle Entrate, dispone l’annullamento automatico, senza alcuna richiesta da parte del contribuente, dei singoli debiti, di importo residuo fino a mille euro, calcolato al 24 ottobre 2018, comprensivo di capitale, interessi maturati e sanzioni.

L’opzione dello stralcio subisce tuttavia alcune limitazioni: non può essere applicato in caso di debiti derivanti dal recupero degli aiuti di Stato illegittimi dall’Unione Europea; non può essere applicato in caso di multe e sanzioni causate da provvedimenti e sentenze penali di condanna; non può essere applicato in caso di debiti riguardanti le risorse proprie tradizionali dell’Unione Europea e all’imposta sul valore aggiunto riscossa all’importazione. Per concludere nel comunicato si legge che le eventuali somme versate prima del 24 ottobre 2018 restano acquisite, mentre, in assenza di debiti, gli importi versati successivamente alla stessa data sopra citata, faranno scattare in automatico il rimborso a favore del contribuente.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

News sul condono fiscale: rientrano nella manovra anche l’IMU la TASI e la TARI

La nuova legge di bilancio è ancora sotto esame pertanto bisognerà attendere la sua definitiva approvazione prima di cancellare vecchi debiti. Tuttavia, in vista del condono fiscale chiariamo alcuni punti sulla nuova manovra che consente a chi ha avuto qualche problema in passato di mettersi in regola. La normativa riguarda in particolare coloro che, negli anni compresi tra il 2000 ed il 2010, hanno accumulato debiti relativi non solo al bollo auto o alle multe stradali ma anche alle tasse sulla casa. In particolare chi non è in regola con il pagamento di Imu, Tasi e Tari per un valore complessivo pari a 1000 può rientrare nella normativa e rottamare la cartella sanando il debito. Bisogna stare attenti alla scadenza e guardare con attenzione la data indicata per l’ iscrizione a ruolo. Cosa significa?

Le cartelle devono risultare in riscossione in un intervallo di tempo che va dal 1 gennaio 2000 fino il 31 dicembre 2010. Per controllare la propria personale situazione si consiglia di recuperare le cartelle di Equitalia o dell’Agenzia delle Entrate e verificare innanzitutto se l’anno, se rientra tra il 2000 e il 2010, e se l’importo complessivo è inferiore a 1.000 euro. Solo in questo caso la cartella ed il debito saranno annullati in automatico senza bisogno di presentare domanda o pagare un importo minimo.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Fino a 5000 euro per i disoccupati: come funziona l’assegno di ricollocazione.

Dal tre aprile 2018 sarà possibile ottenere l’assegno di ricollocazione un contributo economico che oscilla tra 250 e 5.000 euro. Come funziona? La procedura riguarda i disoccupati che vengono reinseriti nel mondo del lavoro con un nuovo impiego. La formula di assunzione potrà essere un contratto a tempo indeterminato oppure a termine, di almeno 6 mesi, o anche la formula di apprendistato. Nelle regioni di Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia l’assegno può variare tra 250 e 1.250 euro se si instaura un rapporto a tempo tra tre e sei mesi. La cifra dell’assegno varia a seconda della difficoltà di reinserimento dell’interessato, considerando, tra l’altro, anche l’età, il sesso, il livello di istruzione ed il precedente impiego lavorativo.

L’assegno potrà essere richiesto non solo da chi ha diritto alla Naspi da almeno quattro mesi ma anche dai beneficiari del reddito di inclusione e dai lavoratori in accordi di ricollocazione. Spetta al disoccupato che presenta domanda, scegliere chi eroga il servizio di assistenza: un centro per l’impiego oppure un ente accreditato ai servizi per il lavoro. La richiesta dell’assegno è volontaria e si può presentare anche in via telematica. Il centro per l’impiego, entro 15 giorni, deve decidere se rilasciare o meno l’assegno dopo le verifiche. Se viene accettato si deve elaborare un patto di servizio personalizzato ed avviare il programma di ricerca. A quel punto il disoccupato deve partecipare agli incontri concordati ed accettare le offerte di lavoro ricevute. Se rifiuta può andare incontro a sanzioni che partono da una prima riduzione dell’assegno fino alla sua totale perdita.

L’importo dell’assegno non viene erogato direttamente al disoccupato bensì al soggetto che prende in carico il lavoratore e verrà corrisposto solo ad occupazione acquisita. Il disoccupato, per ottenere l’assegno, deve presentare al servizio pubblico la dichiarazione di immediata disponibilità a lavorare, “DID”, e richiedere la somma. Il servizio si conclude dopo 180 giorni, con una possibile proroga di altri 180 giorni in caso di assunzione con contratto di almeno sei mesi.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Novità sulle scadenze fiscali

I provvedimenti legislativi presi in campo fiscale con la Legge di Bilancio modificano le scadenze per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi. Nel dettaglio il modello 730 dovrà essere inviato entro il 7 luglio 2018 per i contribuenti che lo presentano tramite il proprio sostituto d’imposta. Il 23 luglio 2018 è prevista invece la scadenza per i contribuenti che, utilizzando la dichiarazione precompilata, provvedono all’invio telematico. La stessa data è di riferimento per coloro che si avvalgono di un CAF o di un professionista abilitato.

Solo per il 2018, ovvero per il periodo d’imposta 2017, i modelli Redditi e IRAP dovranno essere trasmessi entro il 31 ottobre 2018 e più entro il 30 settembre 2018, scadenza prevista per la comunicazione dei dati delle fatture. Tra le novità la scadenza fiscale relativa alla presentazione telematica del modello 770 da parte dei sostituti di imposta, è diventata definitivamente il 31 ottobre di ciascun anno, a partire dal primo gennaio 2018, quindi con riferimento ai modelli 770/2018 per l’anno 2017. La stessa data del 31 ottobre è di riferimento per l’invio delle certificazioni uniche, le CU/2018 se riguardanti i redditi esenti o non dichiarabili mediante la dichiarazione precompilata quali i redditi di lavoro autonomo derivanti dall’esercizio abituale di arti o professioni, le provvigioni, i corrispettivi erogati dal condominio per prestazioni relative a contratti di appalto ed i redditi esenti. Non cambia invece la scadenza del 7 marzo 2018 relativa all’invio delle le certificazioni uniche contenenti dati necessari alla predisposizione della dichiarazione precompilata da parte del fisco, riguardanti: i redditi di lavoro autonomo occasionale, i redditi derivanti dall’utilizzazione economica di opere dell’ingegno quali diritti d’autore e d’inventore, gli utili percepiti da associati in partecipazione con apporto di solo lavoro, i compensi derivanti dallo svolgimento di attività sportive dilettantistiche. Infine vengono posticipati al 31 gennaio 2019 i seguenti adempimenti: redazione e sottoscrizione dell’inventario, stampa su carta dei registri contabili tenuti con sistemi elettronici e conclusione della procedura di conservazione sostitutiva dei documenti informatici rilevanti ai fini fiscali.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Controlli del Fisco: come tutelarsi.

E’ notizia recente che qualsiasi cittadino privato o professionista possa subire un controllo fiscale sui propri conti al fine di accertare la presenza di redditi non dichiarati. L’Agenzia delle Entrate, in caso di dubbi su azioni sospette, può infatti richiedere alla banca documenti relativi alle operazioni effettuate dal soggetto. Il Fisco infatti può, per legge, “presumere” che versamenti e prelievi su conti correnti possano essere dovuti a ricavi in nero conseguiti durante l’esercizio dell’attività professionale, se il contribuente non riesce a dimostrare il contrario. Ad oggi per separare le operazioni commerciali da quelle private si usa aprire conti correnti diversi: tuttavia molti professionisti utilizzano il conto personale per versare assegni ricevuti come pagamento di prestazioni lavorative o per pagare le tasse.

In tali casi, secondo la legge, la suddetta “presunzione legale” si applica anche all’ipotesi di intestazione di rapporti bancari a terzi che si ha motivo di ritenere legati al reddito del contribuente. Se il reddito annuo del professionista oggetto di controllo non è tale da giustificare l’ammontare dei versamenti sul conto, il fisco può presumere che si tratti di somme derivate da attività svolte in nero, con la conseguente tassazione delle stesse con sanzioni ed interessi. Come difendersi in caso di “presunzione di evasione fiscale”? Bisogna dimostrare la provenienza legittima degli importi: per ogni operazione effettuata tramite conto corrente è necessario compilare la causale indicando nella stessa gli estremi della fattura di riferimento. Per le erogazioni di denaro effettuate tra familiari a titolo di donazione è buona norma sottoscrivere una scrittura privata tra le parti con data certa. Infine bisogna conservare sempre una copia di ricevute, fatture e scontrini per giustificare prelievi e spese effettuate.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Bonus verde: le modalità per ottenerlo.

Il bonus interessa le aree verdi private le cui cure e manutenzioni avranno una detrazione fiscale pari al 36%. Le aree di pertinenza sono varie: si va dai terrazzi ai giardini condominiali fino a residenze quali ville e palazzi di lustro. Le spese sostenute andranno quantificate e, nel 2018 sarà possibile ottenere il bonus: un rimborso pari a circa 5mila euro per ogni unità immobiliare. Quali interventi rientrano nel bonus? L’installazione di impianti di irrigazione, le recinzioni, i lavori di recupero per aree di interesse storico e turistico ma non solo, anche terrazzi, balconi, giardini condominiali e pensili, messa a dimora di piante e arbusti.

I pagamenti dovranno essere tracciati ed effettuati tramite bonifici speciali, mentre gli sconti fiscali saranno ripartiti in dieci quote annuali. Il bonus verde è anche mirato a favorire la diffusione di parchi e giardini nelle grandi città dove l’inquinamento è ad altissimi livelli. Una pianta adulta è capace di catturare dall’ aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, e, un ettaro di piante, elimina circa venti chili di polveri e smog in un solo anno. In Italia il verde urbano è presente in minima parte per questo si è pensato di agevolare la creazione di spazi ad hoc incrementandone la realizzazione con questo bonus speciale.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile