E’ reato dire al capo “lei non capisce un c….”?

Tenete a bada la lingua se il vostro titolare vi stressa sul lavoro rimproverandovi senza darvi un attimo di tregua! Potrebbe costarvi caro se, al datore di lavoro, dite “lei non capisce un cavolo” ovviamente nella versione più colorita! La Corte di Cassazione, nella sentenza 234/2013, rimette in discussione un verdetto emesso in precedenza che dava ragione al lavoratore. In quel caso un uomo di oltre sessant’anni si rivolse con un linguaggio poco consono al suo titolare ma, la Corte, lo assolse poiché l’espressione “lei non capisce un ….” era di uso comune al punto tale da non potersi considerare ingiuria. Di differente opinione fu però la Procura che presentò ricorso definendo la frase pronunciata in quel contesto “volgare ed altamente offensiva”.

Il nuovo e recente verdetto ha quindi accolto il ricorso alla cui base si legge che “al di là della questione sull’appartenenza o meno al parlare comune del termine volgare riportato, l’espressione stessa va ad assumere carattere ingiurioso laddove vi veniva rimarcata, con particolare asprezza di tono, e nel corso di una discussione di lavoro, l’incompetenza della persona offesa nella materia oggetto di discussione”. In sostanza non si trattò solo di un semplice contrasto di opinioni bensì di un vero e proprio attacco volto a ledere l’onore professionale della parte offesa. Il nostro consiglio? Contate fino a dieci prima di aprire bocca!

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

La truffa dei falsi tecnici dell’energia elettrica!

Attenzione alla truffa dei falsi tecnici Enel. Si tratta dell’ennesimo escamotage ideato da persone senza scrupoli per entrare nelle case e rubare. Questa volta la scusa è classica, quasi banale, controllare il contatore. I falsi tecnici girano sempre in coppia, con abbigliamento e pettorina per non destare sospetti. I malfattori cercano soprattutto di avvicinarsi a persone anziane che vivono sole. Si presentano con toni cordiali: “buongiorno signora, siamo i tecnici dell’Enel. Da alcuni controlli abbiamo riscontrato delle anomalie tra le bollette che lei ha pagato e i consumi della sua abitazione. Siamo stati mandati dall’azienda per controllare il contatore e, in caso, avviare la pratica per il rimborso spese”. La vittima, non fiutando il pericolo imminente, apre la porta.

Una volta entrati uno dei due falsi tecnici chiede al padrone di casa di farsi mostrare le ultime bollette ricevute, mentre il complice, con la scusa di guardare il contatore, perlustra l’appartamento a caccia di contanti, preziosi ed oggetti di valore. Una volta preso il bottino torna dal “collega” fingendo di aver terminato e, i due immediatamente lasciano l’appartamento con la scusa di proseguire il loro giro di routine. Solo in seguito il malcapitato si rende conto di essere stato truffato e derubato. Attenzione quindi a non lasciarvi intrappolare da false scuse, come ad esempio quella del rimborso spese, non aprite la porta e chiamate le forze dell’ordine. Sarà loro premura tutelarvi da questo tipo di raggiri.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Se un soggetto muore, chi paga il suo avvocato?

Se un soggetto muore durante lo svolgersi di una causa chi pagherà il suo avvocato? Il debito, secondo le leggi in vigore (Cass. sent. n. 21942/13), ricade sugli eredi ma, può andare in loro aiuto il beneficio d’inventario. L’opzione prevede che i parenti, una volta ricevuta l’eredità del defunto, risponderanno dei debiti in sospeso, compreso quello verso il legale, solo nei limiti dell’attivo ereditato. Questa scelta, però, non impedisce che gli eredi siano chiamati in giudizio dall’ avvocato per essere condannati al pagamento del suo onorario. Essi allora dovranno difendersi evidenziando al giudice la limitazione di responsabilità dovuta al beneficio d’inventario, pena l’impossibilità di utilizzare quest’argomento di difesa in un successivo giudizio di esecuzione intentato dal creditore.

In caso contrario, se non è ancora stato stabilito il compenso dovuto al legale, egli non potrà chiedere subito la condanna degli eredi ma dovrà procedere ad una causa per accertare l’esistenza del credito da saldare. In tale processo, secondo la Cassazione, gli eredi non possono difendersi sostenendo di aver accettato l’eredità con beneficio d’inventario poiché, la limitazione di responsabilità verso i creditori del defunto, non si riflettono sulla specifica pronuncia del Tribunale sull’ ammontare del credito, ma potranno comunque essere fatti valere in un secondo momento, quando l’avvocato chiederà la condanna degli eredi per il debito lasciato dal defunto.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Infradito alla guida si o no? Ecco cosa dice il Codice della Strada.

Siamo in estate e spesso ci capita di indossare calzature poco adatte alla guida. Pensiamo alle classiche infradito: comode, pratiche, leggere che ci liberano dall’ingombro dei calzini. Cosa succede però se interpelliamo il Codice della Strada? In effetti guidare con le infradito, oppure a piedi nudi, non è vietato dalla legge, ma comunque comporta dei rischi. A tal proposito è dal 1993 che non esistono più norme specifiche che indichino il tipo di scarpa da usare per comandare i pedali.

Le cose cambiano però in caso di incidenti stradali: se nel verbale redatto dai carabinieri o dalla polizia viene specificato che il protagonista del sinistro era alla guida con calzature particolari, come zoccoli, infradito o ciabatte, gli ispettori dell’assicurazione potrebbero indicare tale particolarità come la causa dell’incidente. La mancata aderenza del piede con la calzatura da spiaggia, la sabbia residua che rende difficile il controllo dei pedali sono tutti possibili motivi che causano una scarsa padronanza del veicolo. Pertanto in caso di sinistro, la compagnia di assicurazione potrebbe rivalersi sugli articoli 140 e 141 del Codice della Strada che sottolineano la necessità che il guidatore sia sempre in grado di effettuare tutte le manovre necessarie per garantire la sicurezza su strada, come ad esempio l’arresto immediato del veicolo in caso di pericolo.

Quando si è alla guida con ciabatte o a piedi nudi, questi riflessi potrebbero essere compromessi e se riconosciuti come responsabili c’è il rischio di dover rimborsare di tasca propria eventuali danni causati alle altre vetture coinvolte o addirittura, in caso di ferite, pagare le spese mediche all’infortunato. Se, inoltre, il danno fosse particolarmente grave, potrebbero persino scattare conseguenze penali, come prescritto dalla nuova legge sull’omicidio stradale. Quindi se volete evitare ogni tipo di rischio portate con voi in macchina un paio di scarpe di ricambio in modo da guidare in totale sicurezza anche nei mesi estivi.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Stop ai bimbi dimenticati in auto con un nuovo piano di governo!

Il Governo sta studiando una proposta di legge per salvare la vita ai bambini lasciati in auto dai genitori per sbaglio o per dimenticanza. L’attenzione per questa seria e delicata tematica è cresciuta a seguito dei tragici fatti recenti di cronaca che vedono protagonisti i più piccoli che, per errore o distrazione dei genitori, subiscono gravi conseguenze, in alcuni casi anche la morte. Stop quindi ai bambini dimenticati in auto! Un emendamento del Codice della Strada intende mettere un freno a tutto ciò attraverso l’installazione, in tutte le auto, di sensori che avvertano l’automobilista nel caso in cui lasci inavvertitamente nell’abitacolo neonati, bimbi di pochi anni o anche animali domestici. Potrebbe capitare a chiunque anche al genitore più scrupoloso del mondo: presi dalla routine quotidiana, dagli impegni della vita di tutti i giorni i protagonisti di queste tragedie scendono dall’auto e chiudono a chiave per recarsi al lavoro, con la certezza di aver lasciato il proprio bambino all’asilo nido o a casa dei nonni.
Per scongiurare altre tragiche morti, il Governo intende dotare le autovetture di sensori che possano rivelare la presenza del bambino in auto. Si sta discutendo in particolare se applicare il sensore solo ai seggiolini o su tutta l’automobile. Le fatali distrazioni, in questo modo, potranno essere sventate dando ai genitori particolarmente affaticati, soggetti a ritmi di lavoro e di vita frenetici, degli strumenti che possono salvare la vita a numerosi bambini, ma anche ai non pochi animali domestici dimenticati in macchina ogni anno. Attraverso un allarme sonoro l’attenzione del genitore può essere focalizzata sulla presenza del bambino in auto. Sono in fase di studio anche particolari sensori da collegare alle applicazioni dello smartphone in modo da ricevere sul telefonino la notifica salva vita. Una piccola rivoluzione per evitare tragedie.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Come utilizzare al meglio Google Maps per spostarsi in auto e non solo!

Google Maps è sicuramente un ottimo servizio, indispensabile per chi, alla guida di un’automobile o meno, decida di spostarsi utilizzando il cellulare. Una delle funzioni più importanti è quella di memorizzare il nostro indirizzo di casa così da rendere più facili le future navigazioni. Come fare? Una volta aperta l’app basta regolare le apposite sezioni dove appare la dicitura “aggiungi l’indirizzo di casa” o “aggiungi l’indirizzo dell’ufficio”.
Un’altra utilissima funzione è sapere le condizioni del traffico per capire il percorso migliore da scegliere ed arrivare più rapidamente a destinazione. Grazie all’uso di colori speciali la situazione del traffico è chiara da subito: il colore verde significa “strada scorrevole”, il giallo indica “traffico di media intensità”, mentre il rosso indica “presenza di code e rallentamenti”. Tale funzione è spesso non attiva quindi per farla entrare in azione basta andare nel menu (le tre linee orizzontali) presenti in alto a sinistra e premere sulla voce “traffico”. Se invece stiamo programmando un lungo spostamento Maps può essere comodo anche per misurare la distanza complessiva tra due o più punti che toccheremo durante viaggio. Sia che questo avvenga con i mezzi o con la nostra auto privata. Per avere queste informazioni basta selezionare il percorso da un punto A ad uno B. Sulla versione Desktop è possibile farlo cliccando con il tasto destro del mouse e selezionando prima la voce “Indicazioni stradali da qui” e poi quella “indicazioni stradali a qui”.

Cliccando poi sulla voce “aggiungi un’altra destinazione” sarà possibile anche verificare la distanza tra tre punti. E così via fino ad organizzare un percorso molto più articolato con più mete. Google Maps dà anche diverse informazioni sui luoghi presenti nei nostri itinerari. Qualche esempio? Gli orari di apertura di parchi, monumenti o locali commerciali, oppure numeri di telefono e siti internet ed anche le informazioni per raggiungere un determinato luogo con bus, treni o altri mezzi. A tal proposito possiamo trovarci nella situazione di dover suggerire ad un amico come arrivare in un luogo. Spiegarsi a voce non è proprio semplice quindi possiamo impostare la navigazione su Maps e poi condividere le indicazioni di navigazione con il nostro interlocutore. Come? Una volta impostato un tragitto basta cliccare sul menu con tre pallini verticali e scegliere la voce “condividi indicazioni stradali”, ed il gioco è fatto . Un’ultima funzione importantissima è l’uso di maps anche offline che consente di visualizzare ciò che ci interessa senza consumare la connessione internet. Come riuscirci? Basta andare nel menu e selezionare la voce “aree offline” dove poter visualizzare la mappa di un posto a nostro piacimento, oppure scaricare la mappa dei luoghi più frequentati di recente.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Attenti alle false mail!

Attenzione al nuovo tentativo di truffa elettronica con e mail che sembrano inviate dalle banche. In questi giorni vengono segnalati messaggi di posta elettronica aventi come oggetto “gestione addebiti” e che sembrano essere inviati da numerosi istituti bancari, con l’intento di “colpire” un eventuale cliente della banca. Di seguito un esempio di uno dei messaggi inviati:

GEST. CANALE WEB
UFFICIO GEST. CONTABILE
RIF: ITLMS82717621-CM0928199212LA
“Gentile Cliente, la informiamo che abbiamo ricevuto una richiesta di addebito RID sul suo conto da parte dell’ ente ECOSISTEMITALIA per un importo pari ad euro 480,23. L’addebito riporta come causale di pagamento per prenotazione di un pacchetto vacanze con riferimento: CM0928199212LM effettuato presso l’agenzia del richiedente. Come misura cautelare, tale richiesta di addebito rimane sospesa per ulteriori verifiche.
* Se la richiesta e’ stata da lei inoltrata, la preghiamo di ignorare questo avviso. L’importo le verrà addebitato e risulterà nel movimento del suo conto sotto la voce “ECOSISTEMIT”.
* Se invece la richiesta non è stata da lei inoltrata, le consigliamo vivamente di accedere nella sua area privata per annullare la richiesta cliccando “NON AUTORIZZO” nel modulo apposito che le comparirà”.

In allegato viene inviato un link che conduce ad una pagina contraffatta in modo da assomigliare ad una schermata del sito della banca dove viene richiesto di inserire user e password del conto. Ovviamente si tratta di un tentativo di ingannare i clienti della banca spingendoli a inserire dati che poi verranno utilizzati per prelevare denaro dai conti delle vittime del raggiro. Le banche, interpellate, rispondono di non richiedere mai dati personali e di essere assolutamente estranei all’invio delle e-mail. Il personale invita a cancellare il messaggio inviato e, se necessario a chiamare la banca di riferimento per avere spiegazioni prima di inserire dati sensibili.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile