La truffa dei falsi tecnici dell’energia elettrica!

Attenzione alla truffa dei falsi tecnici Enel. Si tratta dell’ennesimo escamotage ideato da persone senza scrupoli per entrare nelle case e rubare. Questa volta la scusa è classica, quasi banale, controllare il contatore. I falsi tecnici girano sempre in coppia, con abbigliamento e pettorina per non destare sospetti. I malfattori cercano soprattutto di avvicinarsi a persone anziane che vivono sole. Si presentano con toni cordiali: “buongiorno signora, siamo i tecnici dell’Enel. Da alcuni controlli abbiamo riscontrato delle anomalie tra le bollette che lei ha pagato e i consumi della sua abitazione. Siamo stati mandati dall’azienda per controllare il contatore e, in caso, avviare la pratica per il rimborso spese”. La vittima, non fiutando il pericolo imminente, apre la porta.

Una volta entrati uno dei due falsi tecnici chiede al padrone di casa di farsi mostrare le ultime bollette ricevute, mentre il complice, con la scusa di guardare il contatore, perlustra l’appartamento a caccia di contanti, preziosi ed oggetti di valore. Una volta preso il bottino torna dal “collega” fingendo di aver terminato e, i due immediatamente lasciano l’appartamento con la scusa di proseguire il loro giro di routine. Solo in seguito il malcapitato si rende conto di essere stato truffato e derubato. Attenzione quindi a non lasciarvi intrappolare da false scuse, come ad esempio quella del rimborso spese, non aprite la porta e chiamate le forze dell’ordine. Sarà loro premura tutelarvi da questo tipo di raggiri.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Attenti alle false mail!

Attenzione al nuovo tentativo di truffa elettronica con e mail che sembrano inviate dalle banche. In questi giorni vengono segnalati messaggi di posta elettronica aventi come oggetto “gestione addebiti” e che sembrano essere inviati da numerosi istituti bancari, con l’intento di “colpire” un eventuale cliente della banca. Di seguito un esempio di uno dei messaggi inviati:

GEST. CANALE WEB
UFFICIO GEST. CONTABILE
RIF: ITLMS82717621-CM0928199212LA
“Gentile Cliente, la informiamo che abbiamo ricevuto una richiesta di addebito RID sul suo conto da parte dell’ ente ECOSISTEMITALIA per un importo pari ad euro 480,23. L’addebito riporta come causale di pagamento per prenotazione di un pacchetto vacanze con riferimento: CM0928199212LM effettuato presso l’agenzia del richiedente. Come misura cautelare, tale richiesta di addebito rimane sospesa per ulteriori verifiche.
* Se la richiesta e’ stata da lei inoltrata, la preghiamo di ignorare questo avviso. L’importo le verrà addebitato e risulterà nel movimento del suo conto sotto la voce “ECOSISTEMIT”.
* Se invece la richiesta non è stata da lei inoltrata, le consigliamo vivamente di accedere nella sua area privata per annullare la richiesta cliccando “NON AUTORIZZO” nel modulo apposito che le comparirà”.

In allegato viene inviato un link che conduce ad una pagina contraffatta in modo da assomigliare ad una schermata del sito della banca dove viene richiesto di inserire user e password del conto. Ovviamente si tratta di un tentativo di ingannare i clienti della banca spingendoli a inserire dati che poi verranno utilizzati per prelevare denaro dai conti delle vittime del raggiro. Le banche, interpellate, rispondono di non richiedere mai dati personali e di essere assolutamente estranei all’invio delle e-mail. Il personale invita a cancellare il messaggio inviato e, se necessario a chiamare la banca di riferimento per avere spiegazioni prima di inserire dati sensibili.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Truffe storiche: la truffa del resto!

E’ una truffa vecchia come il mondo, ma attuale come non mai. Colui o colei che la mette in atto punta sulla distrazione del commerciante e sulla folla di clienti che in quel momento è presente nel negozio. Ma non solo: sfrutta un meccanismo psicologico che induce il negoziante a provare un senso di imbarazzo e vergogna nell’aver sbagliato a fare i conti sebbene quei gesti, di aprire e chiudere la cassa per ridare il resto, siano usuali.

L’obbiettivo, in sostanza, è quello di farsi consegnare dal cassiere un resto non dovuto. Il meccanismo più usato è pagare l’acquisto del bene con banconote di taglio grosso anche se l’importo della spesa è minimo. Ecco alcune situazioni tipiche.

LA BANCONOTA MANCANTE.

Al momento di ritirare il resto, il cassiere viene distratto da un complice, mentre il truffatore nasconde una delle banconote ricevute. La truffa scatta quando al cassiere vengono mostrate le banconote che si hanno in mano, che non corrispondono al resto esatto. A quel punto il malvivente invita il commerciante ad aggiungere quanto manca.

“MI SCUSI, HO CAMBIATO IDEA” !

Dopo aver acquistato qualcosa con una banconota di taglio grosso, il truffatore dice di cambiare idea e, con una scusa, chiede di restituire il bene acquistato per riavere i soldi indietro. Al momento del reso il truffatore sostiene di aver ricevuto un resto inferiore al dovuto.

“GUARDI LE HO DATO DI PIU’ “

Il truffatore paga la merce e riceve il resto, per poi sostenere di aver dato al cassiere una banconota di taglio più grande. “Guardi che le ho dato cento euro ma lei mi ha dato il resto di cinquanta”! Questa è la frase chiave dell’imbroglio a cui bisogna prestare attenzione.

LA BANCONOTA FALSA

Il truffatore paga l’acquisto con una banconota falsa, in modo da ottenere beni e servizi gratis e “ripulire” le sue tasche dalle banconote fasulle in possesso.

Come difendersi. Prestate attenzione quando vi porgono banconote di grosso taglio per pagare acquisti di importo basso; in questi casi non lasciatevi distrarre dalla confusione o dalla fila che si crea alla cassa. Date precedenza all’urgenza della situazione per non diventare vittime di truffatori senza scrupoli. Verificate sempre l’autenticità delle banconote poichè, sempre più spesso, si trovano in giro quelle falsificate. Le più comuni sono quelle da 20 e 50 euro. Se aguzziamo l’occhio però possiamo riconoscerle nel momento stesso in cui ci capitano in mano. Ad esempio dalla consistenza della banconota falsa che è diversa da quella vera. La banconota sembra infatti carta straccia e, se la strofiniamo con due dita, ci accorgiamo che non emette lo stesso suono di una banconota normale. Altro modo per testare se la banconota è vera è quella di girarla verso la parte dove c’è la striscia dorata che viene impressa sulla sua superficie. Se la fascia è presente la banconota è vera. Se la fascia dorata non c’è quello che abbiamo in mano è solo un pezzo di carta senza valore. Infine, qualora vi troviate in presenza di un qualsiasi tipo di situazione strana o anomala non esitate a chiamare i carabinieri.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

WhatsApp e le truffe create ad hoc per la diffusione rapida tra gli utenti

State attenti alle nuove truffe segnalate dalle forze dell’ordine che ci mettono in guardia avviando una campagna di sensibilizzazione e prevenzione. I criminali sono sempre in agguato e, giorno dopo giorno, inventano sempre nuovi metodi per trarci in inganno. Ecco alcune truffe recenti che hanno trovato una rapida diffusione nel nostro paese.

Tali raggiri utilizzano WhatsApp, nota applicazione presente nei cellulari di migliaia e migliaia di utenti, che rappresenta un potente mezzo di diffusione specie se è abbinata al nome di una grande catena di distribuzione come il “Carrefour”. La truffa riguarda l’immissione di falsi buoni sconto dell’azienda, in particolare voucher, di importo pari a 250 euro. Basta cliccare sul link del messaggio truffa che viene inviato direttamente da contatto per far scattare la trappola che è in grado di attivare costosi abbonamenti sugli smartphone delle povere vittime.

I responsabili di “Carrefour Italia” mettono in guardia i clienti attraverso un comunicato ufficiale: “la nostra azienda si dichiara estranea ai fatti. Il nuovo modus operandi dei truffatori intacca anche la messaggistica istantanea come WhatsApp in cui viene pubblicizzata la falsa emissione di un voucher sconto Carrefour. Prestate attenzione a non fornire i vostri dati personali “. Oltre a questa truffa la polizia postale e moltissimi utenti continuano a lanciare l’allarme per altre forme di sms truffaldini che viaggiano sia su WhatsApp che on line. Anche in questo caso l’obiettivo dei truffatori è quello di spingere l’utente a cliccare sul link incluso nel messaggio così indirizzarlo su siti paralleli dove richiedergli i dati, magari quelli della carta di credito, oppure attivare cari ed inutili abbonamenti.

Anche in questo caso sono finite nel mirino altre due aziende molto note: “MediaWorld” e “Poste Italiane”. Nel primo caso si segnala l’arrivo di un messaggio nel quale si dà all’utente la possibilità di vincere un buono spesa di 150 euro semplicemente partecipando ad un sondaggio. Per rispondere alle domande bisogna cliccare su un link che ovviamente è fraudolento. La truffa consiste nell’attivare un costoso abbonamento e, in questo caso, è stata segnalata anche su altre piattaforme quali Messenger e Telegram. Nel secondo caso, ovvero la truffa che fa leva sulle “Poste Italiane” invita ad ottenere il presunto “buono statale” da 500 euro attraverso il servizio postale, cliccando sul link. E’ tutto falso: cliccando sul link si installeranno in automatico sullo smartphone i famosissimi “ransomware” dei veri e propri programmi che tengono in ostaggio il dispositivo spingendo al pagamento di un riscatto per ripristinarlo. Navigatori state attenti!

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Occhio a chi telefona o si presenta alla porta offrendo sconti a nome del Comune!

La nuova truffa corre sul filo del telefono! Occhio quindi al vostro interlocutore che, a nome del Comune, chiama a casa offrendo sconti e promozioni. Di recente è stato più volte segnalato questo insidioso raggiro proprio perché i malviventi utilizzano una scusa accattivante che induce il malcapitato a cadere facilmente in trappola. I finti tecnici comunali chiamano le persone proponendo riduzioni sulle bollette: peccato però che l’amministrazione comunale sia all’oscuro di tutto poiché non rientra nella prassi ufficiale fare offerte chiamando gli utenti a casa.

Insospettitevi quindi se al telefono qualcuno si presenta dicendo: “salve, in accordo con il Comune, possiamo offrire la possibilità di sconti sulla bolletta della luce”. State attenti poiché i fornitori di questi servizi (luce, acqua, gas) stipulano contratti individuali senza accordi preventivi con gli uffici comunali. I falsi tecnici potrebbero persino bussare alla vostra porta e raggirarvi sfruttando la scusa dell’accordo con il Comune. Anche in questo caso prima di firmare contratti, o dare assensi telefonici, sulla base di proposte di sconto siate prudenti: chiedete informazioni dettagliate e valutate ogni clausola del contratto che avete davanti. In caso di dubbio recatevi presso il Comune e segnalate ogni tentativo di raggiro a chi di dovere.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Occhio al “key bumping” lo scasso che non lascia tracce!

Con i tempi di crisi che corrono aumentano i furti in appartamento. Le numerose segnalazioni in tutta Italia hanno creato un allarmismo generale poiché la nuova tecnica utilizzata dai malviventi si chiama “key bumping”. Si tratta di un furto con scasso eseguito a regola d’arte poiché non lascia segni di infrazione. Il” key bumping” permette di aprire porte e lucchetti, con serrature a cilindro europeo, utilizzando un’apposita chiave ad urto. Il ladro in sostanza inserisce nella serratura una chiave appositamente limata che svolge il ruolo di tensore.

Una volta infilata la chiave viene poi colpita con un qualsiasi oggetto rigido per far sì che la forza dell’urto vada ad alzare i pistoni superiori, oltre la linea di apertura, facendo scattare la serratura stessa. Ciò comporta che lo scasso non lascia segni di infrazione e i malviventi, una volta entrati, possono sostare in casa indisturbati. Una delle problematiche più spinose da affrontare dopo questo tipo di furto è il rapporto con le compagnie di assicurazione.

Il fatto che i ladri non lascino tracce rende praticamente impossibile l’ottenimento di un pieno rimborso dei danni subiti, dato che l’assicurazione può addurre come attenuante la dimenticanza della porta aperta. State attenti, chiudete sempre con tutte le mandate la porta di casa anche se vi assentate per poco tempo. Se volete sentirvi più sicuri installate un antifurto con sensori sensibili.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

La truffa del finto rilevatore di gas.

Il raggiro del finto sistema per rilevare il gas presente nell’aria ha preso piede nel nord Italia ma si sta diffondendo rapidamente anche nel resto del paese. Sono infatti centinaia le persone che si sono rivolte alle forze dell’ordine per chiedere giustizia. La truffa riguarda la vendita di apparecchi elettronici atti a rilevare la dispersione di gas all’interno degli ambienti domestici. Il kit viene venduto a prezzi gonfiati ma soprattutto alle persone viene detto che l’acquisto dello stesso è obbligatorio in seguito all’approvazione di una nuova legge statale italiana.

I protagonisti del raggiro si presentano come dipendenti di una società molto nota e mostrano l’apparecchio, a chi apre la porta, per pubblicizzarlo. Si tratta di un “salvagas” che rileva la presenza di fughe di gas, o fumi anomali, ed è un oggetto indispensabile per la sicurezza della casa. Se l’acquirente decide di acquistare il kit viene immediatamente proposta l’installazione dell’apparecchio.  Il rappresentante invita quindi il cliente al pagamento immediato pari a € 250,00 senza rilasciare alcuna ricevuta fiscale.

Il complice intanto installa il marchingegno al muro. Al cliente viene consegnato un libretto d’istruzioni prima che i due truffatori si dissolvano nel nulla con i contanti in tasca. La vittima scopre di essere stata raggirata solo in seguito quando si accorge che l’apparecchio è in realtà finto e non serve a nulla! State in guardia: se qualcuno si presenta a casa vostra con la scusa di installare obbligatoriamente un rilevatore di gas chiamate immediatamente chi di dovere!

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile