Come evitare la truffa delle multe preceduta da una telefonata!

La nuova truffa in merito alle multe ha visto di recente numerose segnalazioni nella città di Pavia. Il raggiro ben studiato dai truffatori riguarda il porta a porta preceduto da una telefonata. Le vittime preferite da trarre in inganno sono per lo più persone anziane che vivono sole in casa. Vediamo come funziona. La persona prescelta riceve una telefonata in cui l’interlocutore si spaccia per un agente di polizia e segnala un infrazione del codice della strada effettuata da un parente. Il truffatore informa la vittima sulle modalità per pagare la multa: se la quota verrà saldata in breve tempo si riceverà una particolare scontistica.

Attenzione: una base di verità nel discorso c’è e si riferisce al fatto che colui che paga le multe, online o con metodi tradizionali, entro cinque giorni dal ricevimento del verbale, ha diritto ad una riduzione dell’importo del 30%. In questo caso però, se ricevete telefonate simili, prestate attenzione poiché la chiamata si concluderà con l’avviso che nel giro di poco tempo un incaricato comunale farà visita alla casa del malcapitato per intascare i soldi della finta multa portando così a compimento il raggiro. Ricordiamo a tutti i consumatori che nessun dipendente comunale ha l’incarico di riscuotere l’importo delle multe porta a porta. La multa, quella vera, arriva per posta e può essere pagata soltanto attraverso canali ufficiali.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

State attenti alla truffa della “multa dalla Croazia”.

Adiconsum, da sempre impegnata nelle campagne a difesa dei diritti del consumatore, avvisa i cittadini di un nuovo raggiro che si sta diffondendo rapidamente ai danni degli automobilisti. Si tratta di una finta multa proveniente dalla Croazia che ha visto arrivare alle Forze dell’Ordine numerose segnalazioni. Il raggiro funziona in questo modo: una raccomandata viene recapitata a casa e, una volta aperta, si legge in una lettera, che l’utente in questione è stato multato per non aver esposto il tagliando del parcheggio sulle strisce blu. L’utente viene quindi accusato di non aver pagato il biglietto e pertanto dovrà pagare 250 euro di sanzione. Il documento sembra avere carattere di ufficialità poiché è arricchito da elementi, quali bolli e timbri, che possono far pensare che sia stato stilato da un’autorità competente. Nella lettera si legge inoltre che, in caso di mancato pagamento, verrà avviata una procedura di pignoramento. Come non cadere nella trappola?

Ci sono alcuni indizi per smascherare il raggiro: il primo riguarda il metodo di pagamento. Solitamente, in allegato alle raccomandate di tale tipologia, c’è un bollettino postale precompilato da pagare, in questo caso, invece, compare un IBAN su cui effettuare un bonifico, IBAN che appartiene ad un conto corrente italiano e non croato. Il secondo indizio riguarda la targa del veicolo che non corrisponde a quella di proprietà dell’utente coinvolto, a differenza, invece del modello e del colore che corrispondono alle reali condizioni della vettura. Il terzo indizio riguarda il luogo in cui è stata rilevata l’infrazione: magari l’utente in quel posto non è mai andato! L’ultimo indizio è la provenienza della lettera: una città della Croazia precisamente Pola.  Quindi, se avete ricevuto una richiesta di pagamento per una multa dopo un viaggio in Croazia, verificate attentamente la data della presunta inadempienza. Alcuni automobilisti hanno scoperto il raggiro poiché la data della multa non coincideva con il periodo nel quale si trovavano in vacanza. In caso di dubbi, prima di pagare, avvisate chi di dovere.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Truffe ed assegni circolari: in che modo difendersi?

Da una recente indagine è emerso un quadro preoccupante che vede un forte incremento delle truffe in merito agli assegni circolari. I raggiri più diffusi sono la clonazione e l’intercettazione per cui è necessario un vademecum per spiegare come difendersi. Secondo i dati, che si riferiscono ai primi sei mesi del 2017, le truffe al riguardo sono aumentate del 40%: ciò significa che sono circa 60 i casi di truffa verificatisi al giorno! La clonazione e le altre tipologie di truffe che hanno gli assegni come oggetto, alimenta un grande mercato che frutta circa 80 milioni di euro l’anno. Nello specifico vediamo come funzionano i reati cominciando dalla clonazione. In questo caso il malvivente replica tutti i dettagli dell’assegno in maniera perfetta: il titolo sarà quindi depositato in banca per essere incassato dietro presentazione di documenti d’identità falsi.

L’altra tipologia di raggiro è l’intercettazione: si consiglia di evitare la spedizione via posta degli assegni perché questi possono essere intercettati dai malviventi ed incassati sempre dietro presentazione di documenti falsi. Pensiamo ad esempio agli enti pubblici come l’Inps che sono soliti inviare assegni tramite posta. In questi casi bisogna maggiormente prestare attenzione.

Tali truffe ai danni del consumatore sono in aumento anche grazie alla diffusione dei furti delle nostre identità, un passaggio obbligato per compilare i documenti falsi. Per ridurre i rischi e tutelarsi bisogna controllare e difendere al meglio i propri dati personali: non lasciate incustodite, ad esempio, le fotocopie dei vostri documenti. Bisogna infine aggiungere un’altra importante riflessione che riguarda internet ed in particolare i social network: si raccomanda di oscurare i propri dati, di non renderli visibili, al fine di evitare i furti d’identità e la complilazione di numerose carte di identità vuote, facilmente reperibili sul mercato nero.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

La truffa del “fantomatico corso da guardia giurata”.

Il raggiro si rivolge principalmente ai giovani disoccupati con tale modalità: abili truffatori, fingendosi titolari di società, pubblicizzano corsi professionali per lavorare, dopo aver conseguito la qualifica, come guardia giurata. Il costo del corso è pari a quattromila euro, ma il pagamento può essere dilazionato partendo da un acconto di € 400 da consegnare subito per bloccare il posto. I truffatori girano di casa in casa, forniscono informazioni utili agli utenti interessati promettendo, a fine corso, un impiego sicuro nel settore.

Il fantomatico corso si svolgerebbe in Abruzzo, precisamente a Sulmona: dopo aver consegnato l’acconto in contanti sarà compito di una terza persona tornare dal malcapitato per far firmare il contratto di adesione e comunicare altri dettagli circa le modalità del percorso formativo ed il saldo dell’importo. Purtroppo però dopo questa prima fase nessuno ha ricevuto più notizie in merito: svanito nel nulla non solo l’acconto ma anche l’aspettativa di trovare un’opportunità lavorativa. State attenti poiché i truffatori sono senza scrupoli! Se volete investire soldi in corsi di formazione rivolgetevi ad enti certificati e qualificati presenti sul territorio che, oltre a garantire serietà e professionalità, sapranno indirizzarvi al meglio consigliandovi corsi veri da frequentare.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Le truffe più comuni sulla Poste Pay.

Consumatori state attenti poiché sono molto diffuse le truffe sulla ricaricabile Poste Pay. I raggiri più usuali riguardano in particolare la clonazione della carta, le ricariche non richieste, i pagamenti per acquisti fatti on line, i cui beni non sono mai arrivati a destinazione, ed infine il “phishing”. In che modo è possibile difendersi? Se la vostra carta è stata clonata e sulla stessa vengono effettuate ricariche non volute si parla di “hacking”: una truffa utilizzata dai malfattori per acquisire i dati della carta ed utilizzare il denaro presente sulla stessa per i propri intenti.

Se foste vittima di tale raggiro bisogna immediatamente sporgere denuncia alla polizia postale ed ai carabinieri. In questo modo sarà possibile attivare il “chargeback”, una procedura che prevede l’invio di una contestazione scritta, per mezzo di una raccomandata, alla società che ha emesso la carta per ottenere i rimborsi. Diverso invece è il caso del “phishing” una truffa utilizzata per ingannare la vittima tramite mail o sms: si convince la persona scelta a fornire informazioni personali e dati sensibili.

In questo caso è bene ricordare che l’azienda Poste Italiane non invia mai delle mail il cui scopo è fornire dati personali o codici di accesso. Se siete vittima di un episodio simile è bene avvisare chi di dovere. Un’ altra recente tipologia di truffa colpisce nello specifico persone che mettono in vendita oggetti su siti adibiti allo scambio tra privati. Il raggiro avviene in questo modo: una volta pubblicato un annuncio si viene contattati da una persona interessata, la quale richiede il numero di telefono dell’inserzionista fino a scoprire che il compratore risiede in Costa d’Avorio e che per procedere all’acquisto del bene è necessario fornire la copia della carta di identità e della carta. A questo punto subentrerà una misteriosa banca, che a causa di una legge della Costa d’Avorio, esorterà il venditore a pagare una tassa per sbloccare la trattativa. Si tratta di un raggiro poiché una volta intascati i soldi della fantomatica tassa l’acquisto non andrà a buon fine danneggiando così gli interessi dell’acquirente.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Attenzione: l’ente Ispesl non esiste più.

Segnaliamo un episodio che sta accadendo in questi giorni con grande frequenza: molte attività commerciali stanno ricevendo telefonate “sospette” per la verifica degli impianti di messa a terra dei macchinari presenti sui luoghi di lavoro. Le verifiche di tali impianti vengono effettuate esclusivamente dalle ASL, dall’INAIL e dall’ISPETTORATO DEL LAVORO poiché l’ente ISPESL, che se ne occupava in precedenza, non esiste più dal 2010. L’ISPESL conosciuto un tempo come “Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro”, era un ente di ricerca dipendente dal Ministero della Salute che, per conto del Servizio Sanitario Nazionale, svolgeva un’attività di consulenza, formazione e informazione in materia di sicurezza sul lavoro per il miglioramento delle condizioni di vita in ambienti lavorativi.

Nel 2010 l’ISPESL viene soppresso, con il Decreto Legge 78/2010, convertito, successivamente, nella legge n.122 del 2010 e, le sue funzioni spostate all’INAIL. Attenzione dunque: ricordiamo che le verifiche agli impianti di messa a terra vengono effettuati esclusivamente dall’INAIL, dalle ASL e dall’ISPETTORATO DEL LAVORO. L’ente ISPESL non esiste più. Se ricevete telefonate da enti con sigle simili a “ISPESL” sappiate che non si tratta di una visita ufficiale di controllo ma di ben altro!

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Occhio alle “telefonate-truffa”.

I dati sulle “telefonate-truffa” in Italia sono allarmanti: grazie però alle campagne di sensibilizzazione, che mirano a rendere noti tali raggiri, le segnalazioni dei consumatori sono aumentate. E così si scopre che nel mirino dei malviventi ci sono soprattutto anziani che vivono soli in casa e vengono contattati da persone che si spacciano per carabinieri, poliziotti o avvocati appartenenti a studi legali. A queste ignare vittime vengono chiesti soldi per risolvere problemi dovuti a presunti incidenti in cui sarebbero coinvolti parenti o familiari.  Prestate quindi molta attenzione poiché tali telefonate celano inganni da parte degli interlocutori.

Il consiglio in questi casi è quello di non dare fiducia: chi si presenta telefonicamente come avvocato o persona facente parte delle forze dell’ordine chiedendo soldi non va ascoltato soprattutto se si presenta successivamente alla porta di casa  per ottenere i contanti.  Bisogna invece, prima di tutto, verificare le ragioni della richiesta chiamando i propri familiari per sapere se sono coinvolti o meno in una situazione spiacevole. In caso di truffa telefonica bisogna segnalare l’accaduto a chi di dovere chiamando il 112 o il 113: solo così facendo le “vere” forze dell’ordine potranno avviare le dovute indagini e risalire ai truffatori.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile