Le truffe più comuni sulla Poste Pay.

Consumatori state attenti poiché sono molto diffuse le truffe sulla ricaricabile Poste Pay. I raggiri più usuali riguardano in particolare la clonazione della carta, le ricariche non richieste, i pagamenti per acquisti fatti on line, i cui beni non sono mai arrivati a destinazione, ed infine il “phishing”. In che modo è possibile difendersi? Se la vostra carta è stata clonata e sulla stessa vengono effettuate ricariche non volute si parla di “hacking”: una truffa utilizzata dai malfattori per acquisire i dati della carta ed utilizzare il denaro presente sulla stessa per i propri intenti.

Se foste vittima di tale raggiro bisogna immediatamente sporgere denuncia alla polizia postale ed ai carabinieri. In questo modo sarà possibile attivare il “chargeback”, una procedura che prevede l’invio di una contestazione scritta, per mezzo di una raccomandata, alla società che ha emesso la carta per ottenere i rimborsi. Diverso invece è il caso del “phishing” una truffa utilizzata per ingannare la vittima tramite mail o sms: si convince la persona scelta a fornire informazioni personali e dati sensibili.

In questo caso è bene ricordare che l’azienda Poste Italiane non invia mai delle mail il cui scopo è fornire dati personali o codici di accesso. Se siete vittima di un episodio simile è bene avvisare chi di dovere. Un’ altra recente tipologia di truffa colpisce nello specifico persone che mettono in vendita oggetti su siti adibiti allo scambio tra privati. Il raggiro avviene in questo modo: una volta pubblicato un annuncio si viene contattati da una persona interessata, la quale richiede il numero di telefono dell’inserzionista fino a scoprire che il compratore risiede in Costa d’Avorio e che per procedere all’acquisto del bene è necessario fornire la copia della carta di identità e della carta. A questo punto subentrerà una misteriosa banca, che a causa di una legge della Costa d’Avorio, esorterà il venditore a pagare una tassa per sbloccare la trattativa. Si tratta di un raggiro poiché una volta intascati i soldi della fantomatica tassa l’acquisto non andrà a buon fine danneggiando così gli interessi dell’acquirente.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

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