Oncologia di precisione

A cura del Dr. Mancuso Petricca Andrea

Alla fine degli anni Settanta solo poco più del 30% delle persone colpite dal cancro sconfiggeva la malattia. Negli anni Novanta quasi il 47%, oggi circa il 60% (il 68% nel caso dei tumori più frequenti). Rispetto a solo un decennio fa, la lotta al cancro ha conosciuto importanti risultati: da male incurabile è diventato guaribile o spesso cronico, almeno per molte forme (seno, prostata, colon retto, testicolo ecc.).

Questo grazie alla diagnosi precoce che permette di individuare tumori di piccolissime dimensioni, alle nuove tecnologie e all’innovazione terapeutica che ha portato a nuovi farmaci sempre più efficaci e con ridotti effetti collaterali e all’immuno-oncologia.

L’oncologia di precisione e l’immuno-oncologia sono ormai caratteristiche dell’oncologia. In particolare l’oncologia di precisione valorizza il ruolo dell’oncologo medico nella gestione del team (biologo molecolare, anatomopatologo, radioterapista, chirurgo, psicologo ecc.) che viene messo in campo per vincere la neoplasia. Il team si deve allargare anche al paziente e alla famiglia nel momento della diagnosi e nelle fasi successive della malattia. Un team che può vincere grazie al gioco di squadra e all’intervento di tutti gli attori che di volta in volta sono chiamati ad intervenire. Un processo straordinario che deve essere compreso dal cittadino, dal paziente, dai suoi familiari perché – lo hanno dimostrato numerosi studi scientifici – diventa più facile vincere il cancro se è forte la motivazione e la “voglia di farcela”.

Ogni paziente presenta caratteristiche che lo differenziano dagli altri e deve essere curato con una terapia su misura. Per questo si parla di oncologia di precisione: l’obiettivo di questo nuovo modo di intendere la ricerca è migliorare la vita dei malati e sconfiggere il tumore. Infatti, grazie a dati biologici e clinici, è possibile individuare con la massima precisione le caratteristiche del cancro che colpisce la singola persona e costruire la strategia di trattamento migliore per ognuno.

Oggi sappiamo, infatti, che non esiste “il” tumore ma “i” tumori, e che la malattia si sviluppa e progredisce diversamente in ogni persona. Sappiamo inoltre che il patrimonio genetico, unico per ogni individuo, interagisce con l’ambiente in maniera altrettanto unica: la somma della genetica e dell’epigenetica producono come risultato una singolarità, che tale rimane anche di fronte alla malattia e nella risposta alle terapie. Per questo il medico deve guardare a ogni paziente come già aveva suggerito Ippocrate  cercando di capire cosa sia meglio per quella singola persona.

L’oncologia di precisione si basa su un’analisi molecolare del tumore e da qui il disegno di terapie mirate. Il sequenziamento genico tumorale può essere eseguito sia direttamente sul tessuto tumorale sia su sangue mediante lo studio del DNA tumorale circolante o quello contenuto nelle cellule tumorali circolanti che oggi possono essere recuperate e sequenziate.

Il laboratorio B-MAT ILAB si occupa di disegnare la terapia oncologica in base alla “mappa genomica” del tumore indipendentemente dal sito di origine in accordo con le linee guida internazionali più avanzate

Una struttura d’eccellenza a Bari.

Esporsi oggi in un giudizio sulla nostra Sanità può sembrare alquanto difficile se non rischioso. Questa volta però desidero raccontare la mia personale esperienza per mettere in risalto quanta eccellenza e professionalità si trova nelle strutture sanitarie italiane e nello specifico mi riferisco all’ Anthea Hospital di Bari. Premetto  che dieci anni fa, in un giro di interviste in conferenze sulla Sanità, ho avuto l’onore ed il piacere di conoscere il neurochirurgo Prof Luigi Lattanzi il quale, in quel periodo insegnava alla Cattolica di Roma. Questo incontro dapprima professionale si è in breve tempo trasformato, vista la reciproca stima, in una consolidata amicizia. Proprio nel mese di febbraio dovendo subire un delicato intervento chirurgico alla colonna vertebrale non c’è stata migliore occasione se non quella di affidarmi alle sapienti mani del prof Lattanzi, il quale, dopo accurato consulto, mi ha operato nella struttura ospedaliera sopra citata.

Durante la degenza, la mia attenzione si è soffermata sul contatto medico e paramedico constatando una grande organizzazione unita a professionalità ed umanità, percependo, nelle mie necessità, la massima cura ed attenzione. A fronte di ciò desidero rivolgere un sincero ringraziamento a tutto lo staff medico ed in particolare, è d’ obbligo, un “caloroso grazie” al Prof Luigi Lattanzi (a destra nella foto), alla Dott.ssa Tania Localzo che hanno provveduto affinché operazione e degenza si realizzassero con elevata professionalità, competenza ed umanità. L’esperienza vissuta non mi farà mai dimenticare l’eccellente struttura del capoluogo pugliese ovvero dell’Anthea Hospital per quanto riguarda la competenza, la disponibilità e l’attenzione prestata in maniera costante nei confronti di tutti i degenti, sia pur affetti da diverse patologie. Vorrei chiudere questa mia lettera con una fantastica notizia riguardante la capacità di questa struttura di annoverarsi tra quelle eccellenti dell’intera nazione.

Sono venuto a conoscenza diretta, durante la mia degenza, di una macchina che ha dell’avveniristico ovvero la “Gamma Knife” che consente la cura dei tumori primitivi celebrali, nevralgie, cefalee, malattie neuro vascolari, angiomi celebrali, metastasi celebrali e molto altro che opera in  modo non invasivo. Gli interventi sul paziente si riducono in un tempo limitato, massimo un’ora: la macchina opera in modo simile ad una risonanza magnetica tramite il solo irradiamento di un fascio di raggi gamma. Finito il trattamento il paziente può nell’ arco di ventiquattro ore tornare a casa. Faccio presente come l’Anthea Hospital con questa macchina copre un territorio che comprende le seguenti regioni: Marche, Lazio, Campania, Abruzzo e Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia. Non vi sembra meraviglioso?

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Cadute su strada o pavimento: in quali casi avviene il risarcimento?

A chi non è mai capitato almeno una volta nella vita di cadere su una strada oppure di scivolare su un pavimento bagnato? In questi casi è possibile chiedere il risarcimento dei danni? Il primo punto da cui partire è il cosiddetto “custode” ossia colui a cui spetta il compito di salvaguardare il bene. L’esempio classico è quello della Pubblica Amministrazione che gestisce il suolo pubblico per conto della collettività. Il custode quindi può essere sia un ente pubblico, come il Comune o la Provincia, in materia di strade, sia un soggetto giuridico o fisico che controlla un bene accessibile al pubblico come, ad esempio, il proprietario di un supermarket. In caso di cadute o scivolamenti a causa di buche presenti su strada o sul marciapiede la colpa ricade sulla scarsa manutenzione del bene e quindi viene chiamato in causa il custode del bene stesso ovvero il Comune che dovrà rispondere dei danni causati. L’eccezione è rappresentata dai casi fortuiti ovvero gli eventi «imprevedibili ed inevitabili» che riguardano in particolare due ipotesi.

La prima è quando il pericolo si verifica nell’immediato tanto da non dare il tempo al proprietario della strada di agire tempestivamente per mettere il suolo in sicurezza: un improvviso acquazzone ad esempio che causa l’apertura di una fossa sulla strada ed un’auto cade lì prima della fine della pioggia. L’altra ipotesi riguarda il comportamento imprudente del danneggiato che, ad esempio, cammina distrattamente. La Cassazione ha più volte sentenziato che, davanti ad un pericolo su strada, il pedone è tenuto a comportarsi in modo prudente, aggirando l’ostacolo oppure scegliendo percorsi differenti. Nel caso di danno procurato da precipitazioni atmosferiche eccezionali l’ente pubblico è esonerato dalla responsabilità solo quando non vi sia stato il tempo per intervenire. Dopo molto tempo, invece, anche le più forti intemperie meteorologiche non esonerano la P.A. dall’obbligo di manutenzione del suolo. Quando invece il pericolo è determinato da un ritardo nel rimuovere l’ insidia, l’ente preposto alla sua custodia risponde per negligenza.

Un’ altra considerazione riguarda l’ampiezza della buca: più lo è, meno l’amministrazione è responsabile proprio per via del fatto che la visibilità dell’ostacolo dimostra la distrazione del pedone. Dunque, in presenza di una caduta in strada, il giudice, nel valutare il diritto al risarcimento, deve prima verificare il comportamento del danneggiato e la possibilità, per il custode del suolo, di intervenire tempestivamente. Cosa succede se la causa delle cadute deriva da un pavimento scivoloso? La responsabilità del titolare dell’immobile scatta solo se tale situazione non era stata segnalata: si pensi alle scale di un condominio mentre vengono lavate dall’addetto alle pulizie senza che questi abbia apposto un cartello segnalando la presenza del pavimento bagnato. Un altro tipico caso è quello di chi scivola sul bordo piscina: il danneggiato non può pensare che il terreno adiacente alla vasca non sia scivoloso, per cui deve dotarsi di scarpe apposite evitando di correre. In caso di caduta al supermercato sul pavimento bagnato, se il pericolo è visibile, si richiede alla persona un grado maggiore di attenzione. Se invece il supermercato non previene il pericolo di caduta con apposite misure di sicurezza allora ne è responsabile. Lo stesso principio viene applicato anche ai negozi con il pavimento scivoloso a causa dell’acqua portata dentro il locale dagli ombrelli dei clienti e non asciugata tempestivamente dal titolare.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Occhio alla truffa dei “finti medici Inps”.

Nuova truffa perpetrata ai danni degli anziani che vede protagonisti finti medici in azione. Stavolta l’allarme viene lanciato in un comunicato rivolto a tutti i media per informare sul raggiro in corso. Si tratta di “finti medici Inps” che chiedono alle proprie ignare vittime informazioni dettagliate sulle pensioni loro erogate. Si ricorda ai cittadini che nessun medico dell’istituto è autorizzato a richiedere direttamente, per conto dell’Inps, informazioni su prestazioni erogate dall’Ente Previdenziale.

Inoltre, gli stessi professionisti autorizzati, si recano presso le abitazioni solo per accertamenti medico-legali in ambito previdenziale ed assistenziale e, comunque, le loro richieste sono sempre relative alla sfera sanitaria. Per concludere l’arrivo dei medici INPS per le visite domiciliari, fatti salvi i casi delle visite fiscali, è sempre preannunciato da una telefonata da parte dell’Istituto che verifica l’effettiva presenza dell’utente presso il domicilio indicato. In ogni caso, se sospettate un tentativo di truffa è sempre opportuno accertarsi dell’effettiva provenienza del professionista chiedendone il nominativo e la tessera di iscrizione all’Albo dei medici chirurghi della provincia di appartenenza. Per ulteriori informazioni è disponibile il numero verde gratuito da telefono fisso 803 164: gli operatori saranno a disposizione per fornire chiarimenti ai consumatori.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

La salute orale è fondamentale. E’ segno tangibile di persona curata.

Risultati immagini per bocca sana Una bocca sana rappresenta, sicuramente, un indice di un individuo che tiene alla propria salute fisica.

Avere i denti con una cattiva igiene orale o segni di infezioni in bocca, che favoriscono il ristagno e l’accumulo della placca batterica si raddoppia il rischio di infarti del miocardio, ictus cerebrale e diabete. Bastano almeno sei denti colonizzati dai batteri della placca orale, per mettere in pericolo non solo il sorriso ma anche la salute in generale. Una bocca sana, infatti, fa da protezione nei confronti di malattie cardiovascolari o diabete, il cui rischio può, altrimenti, perfino raddoppiare.

Questo aspetto è stato evidenziato ed ampiamente discusso dagli esperti della Società italiana di parodontologia e implantologia (Sidp), al XVIII Congresso internazionale su parodontologia e salute orale, tenutosi Rimini dal 16 al 18 marzo 2017. Sono circa 8 milioni gli italiani affetti da  parodontite grave, a cui si aggiungono almeno altri 12 milioni con i segni tangibili di infiammazione gengivale. Tutti pazienti con un rischio più elevato di endocarditi, ascessi cerebrali, infezioni polmonari e con una probabilità significativamente più alta di diabete o patologie cardiovascolari. Per non incorrere in questi pericoli, gli specialisti raccomandano di impedire assolutamente l’accumulo di placca batteriaca, un biofilm in cui vivono miliardi di batteri. Un solo dente con placca si possono trovare più germi degli abitanti della Cina e bastano sei denti colonizzati dai batteri per avere un rischio fino a tre volte più elevato di parodontite e, quindi, delle malattie che a essa sono legate a doppio filo.

“Nel 100% delle placche ateromatose che sono la causa principale di infarti e ictus si può riscontrare Dna di batteri tipici della placca dentaria e nel 40% dei casi è possibile rinvenirvi i germi stessi.  Chi soffre di parodontite ha un rischio di infarto più alto di quello dei pazienti con un elevato spessore della parete delle carotidi e se si sono persi denti la probabilità di sviluppare aterosclerosi è elevatissima”.

In presenza di parodontite, i batteri del cavo orale attraverso la circolazione possono raggiungere numerosi organi, innescando pericolose reazioni infiammatorie localizzate, come nel caso dello sviluppo di infezioni polmonari, endocarditi, ascessi, oppure generalizzate come quelle che poi favoriscono la comparsa delle malattie cardiovascolari. Non solo. L’infiammazione gengivale contribuisce a triplicare la probabilità di diabete.

La malattia parodontale o più semplicemente parodontite è una patologia subdola, di cui spesso i pazienti non si accorgono. Il 70% degli italiani non la conosce, secondo un’indagine condotta Sidp, quattro individui su dieci di fronte a gengive dolenti, arrossate e infiammate, che sanguinano durante e dopo lo  spazzolamento dentale, non chiedono aiuto al dentista e provano il fai da te con vitamine, integratori, collutori o dentifrici per denti sensibili, aspettando che passi. Così, otto volte su dieci il disturbo rimane e progressivamente si aggrava.

Circa 20 milioni di individui di età superiore ai 35 hanno disturbi che sono associabili alla parodontite e che richiederebbero un approfondimento diagnostico, ma pochi si rendono conto che si tratta di sintomi da non sottovalutare. Il 43% dei 20-34enni ha già avuto almeno una volta un segno di sofferenza gengivale che non dovrebbe essere sottovalutato. Oltre a impegnarsi nella prevenzione dei disturbi gengivali attraverso una corretta igiene orale, l’abbandono del fumo, la rinuncia agli alcolici, controlli periodici e sedute professionali di igiene sono i canoni che tutti dobbiamo prendere in considerazione, insieme alla guida ed ai consigli di un buon professionista odontoiatrico.

Dott. Roberto Antoni specialista in Odontostomatologia

Vaccini: presto saranno di nuovo obbligatori. Qualche esempio? Varicella, Papillomavirus e Meningococco B.

Si parla molto dei vaccini e di quanto sia indispensabile avviare una campagna di prevenzione e sensibilizzazione per i cittadini. Al riguardo c’è infatti scarsa chiarezza, forse in pochi sanno che ci sono delle novità. A breve sarà obbligatorio vaccinare i bambini in procinto di accedere agli asili ed alle scuole materne. Il risultato di questa decisione è frutto di un meeting tra il ministro della salute e gli assessori regionali e delle province autonome: il vertice ha messo in chiaro che è diventato necessario stilare un piano su scala nazionale. In tempi brevi sarà quindi avviata una speciale procedura che nel triennio 2017/2019 stabilirà in via definitiva quali saranno i vaccini obbligatori. images

Si tratta di un accordo importante perché tra i cittadini è ancora molta la confusione tra i vaccini che sono “consigliati” e quelli che invece sono “obbligatori”. Dal 1957 tutti i vaccini erano infatti obbligatori: l’anno della svolta è il 1999 che sancisce la fine di questo obbligo e, tuttora, è possibile frequentare le scuole senza essere vaccinati. Qualcosa cambiò quando la regione Emilia Romagna varò una legge che reintroduceva l’ obbligo delle vaccinazioni per poter far accedere all’asilo i bambini. A seguire l’esempio romagnolo si aggiunsero poco dopo anche altre regioni, il Friuli Venezia Giulia e la Toscana.

L’esigenza di fare il punto della situazione e di tornare all’obbligo dei vaccini è scaturita anche a causa dalla diminuzione degli stessi nel corso del tempo. In Italia le vaccinazioni attualmente obbligatorie sono le seguenti: antidifterica, antitetanica, antipoliomelitica e antiepatite virale B. Tutte le altre sono volontarie, anche se il Sistema Sanitario Nazionale ne incentiva l’uso e la gratuità. Con l’accordo raggiunto l’obiettivo è diventato quello di rendere obbligatorie su tutto il territorio tutte le vaccinazioni previste nel nuovo Piano Nazionale di Prevenzione attivo nel triennio 2017-19. Ecco quali saranno i vaccini obbligatori per i cittadini: anti Pneumococco e Zoster per gli anziani, anti Meningococco B, Rotavirus e varicella per i più piccoli, anti Papillomavirus anche per gli adolescenti maschi. Ovviamente questi sono solo alcuni dei nuovi vaccini che saranno offerti a breve ed in maniera del tutto gratuita dal Sistema Sanitario Nazionale.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Dieci consigli per dormire bene

“Aprile dolce dormire”. Chi è che non conosce questo famoso proverbio? Eppure, a volte, per cause diverse il sonno tarda ad arrivare sottoponendo così il nostro fisico ad ulteriori stress. Sapevate, ad esempio, che le ore di riposo variano in base all’età? I neonati  necessitano di moltissime ore (anche fino a venti), ai bambini di uno o due anni ne bastano quattordici; durante l’adolescenza le ore si riducono a dodici mentre, in età adulta, sono sufficienti sette/otto ore per riposare correttamente.
Il bisogno di dormire resta comunque soggettivo: ci sono persone alle quali bastano solo cinque ore ed altre che necessitano di un numero maggiore. Per tutti vale, però, la regola della continuità. Infatti è più ristoratore un sonno di quattro o cinque ore senza interruzioni piuttosto che un sonno di sette ore interrotto da continui risvegli. A volte lo stress e la tensione accumulate durante il giorno, oppure un pasto abbondante e la conseguente pesantezza di stomaco, ostacolano il nostro riposo causando quel fastidioso senso di insonnia. Se soffrite di insonnia dunque ecco alcuni consigliche aiutano a conciliare il sonno.  
1- Seguire una corretta alimentazione: i cibi leggeri cucinati in modo semplice favoriscono il relax. E’ scientificamente dimostrata l’esistenza di alimenti che hanno la capacità di favorire il sonno, perché contengono il triptofano, una sostanza che rilassa in modo naturale. Il triptofano si trova nelle uova, nel pesce, nel latte, nei legumi e nella frutta secca. Altri alimenti quali ilinsonnia riso, l’orzo, le carni bianche e le banane contengono la vitamina B6 che favorisce l’assorbimento del triptofano. Un altro minerale importante, la cui carenza può essere causa di insonnia, è il potassio che regola la contrattilità muscolare e cardiaca. Via libera quindi a frutta, verdura e yogurt alimenti ricchi di questo prezioso minerale.
2 – Una tisana rilassante è l’ideale per trovare il relax. Di tisane ce ne sono molte ma, le più efficaci sono la classica camomilla e la valeriana. Il loro beneficio è legato all’immediato senso di distensione che aiuta l’organismo a rilassarsi in modo naturale. Sono consigliate anche le tisane a base di  tiglio, verbena, fiori d’arancio e passiflora.
3 – Anche una corretta attività fisica può influire sul riposo. E’ bene quindi praticare un’attività leggera. L’ideale è evitare di lavorare dopo cena e leggere libri non troppo impegnativi prima di andare a letto.
4 – Un’ ulteriore considerazione riguarda la temperatura della stanza che non dovrebbe superare i diciotto gradi. Dormire in un ambiente fresco è infatti un’altra delle condizioni ideali. Nei periodi più caldi è consigliato l’uso del condizionatore. Fate però attenzione a non abusarne!
5 – Cercare di andare a dormire sempre alla stessa ora. L’ orario ideale è intorno alle 23:30. E’ dimostrato che intorno a quest’ora la temperatura del corpo si abbassa, la pressione arteriosa cala e si avverte una piacevole sensazione di torpore in quanto viene assecondato il normale ritmo di alternanza luce-buio.
6 – Ridurre il consumo di alcolici e bevande nervine quali tè, caffè ed energy drink. Sono sostanze eccitanti il cui uso è controproducente se si vuole riposare. Queste bibite contengono caffeina, una sostanza che ha parecchi effetti sul nostro sistema nervoso. Alcuni dei quali, noti a tutti, sono un leggero aumento della pressione arteriosa, l’ eccitabilità, l’ insonnia e la tachicardia.
7 – Evitare il fumo che risulta essere un eccitante.
8 – Non stare troppo tempo davanti alla televisione. Le immagini che scorrono in fretta stimolano la retina, un organo che è direttamente collegato all’ipotalamo la zona del cervello che regola il ritmo sonno veglia.
9 – Se non si riesce a prendere sonno è inutile stare a letto provandoci in tutti i modi. In questo caso è preferibile alzarsi e dedicarsi ad un’altra attività, o ad un hobby, che possa far rilassare la mente.
10 – L’ultimo consiglio è usare delle tecniche di rilassamento: un massaggio, un bagno caldo prima di andare a dormire. Oppure provate a chiudere gli occhi, respirare profondamente e visualizzare mentalmente un immagine tranquillizzante: il mare al tramonto, un bosco, un cielo stellato.
Infine se anche questo suggerimento non dovesse bastare potete anche seguire il tradizionale consiglio di contare le pecore!!!

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile