La salute orale è fondamentale. E’ segno tangibile di persona curata.

Risultati immagini per bocca sana Una bocca sana rappresenta, sicuramente, un indice di un individuo che tiene alla propria salute fisica.

Avere i denti con una cattiva igiene orale o segni di infezioni in bocca, che favoriscono il ristagno e l’accumulo della placca batterica si raddoppia il rischio di infarti del miocardio, ictus cerebrale e diabete. Bastano almeno sei denti colonizzati dai batteri della placca orale, per mettere in pericolo non solo il sorriso ma anche la salute in generale. Una bocca sana, infatti, fa da protezione nei confronti di malattie cardiovascolari o diabete, il cui rischio può, altrimenti, perfino raddoppiare.

Questo aspetto è stato evidenziato ed ampiamente discusso dagli esperti della Società italiana di parodontologia e implantologia (Sidp), al XVIII Congresso internazionale su parodontologia e salute orale, tenutosi Rimini dal 16 al 18 marzo 2017. Sono circa 8 milioni gli italiani affetti da  parodontite grave, a cui si aggiungono almeno altri 12 milioni con i segni tangibili di infiammazione gengivale. Tutti pazienti con un rischio più elevato di endocarditi, ascessi cerebrali, infezioni polmonari e con una probabilità significativamente più alta di diabete o patologie cardiovascolari. Per non incorrere in questi pericoli, gli specialisti raccomandano di impedire assolutamente l’accumulo di placca batteriaca, un biofilm in cui vivono miliardi di batteri. Un solo dente con placca si possono trovare più germi degli abitanti della Cina e bastano sei denti colonizzati dai batteri per avere un rischio fino a tre volte più elevato di parodontite e, quindi, delle malattie che a essa sono legate a doppio filo.

“Nel 100% delle placche ateromatose che sono la causa principale di infarti e ictus si può riscontrare Dna di batteri tipici della placca dentaria e nel 40% dei casi è possibile rinvenirvi i germi stessi.  Chi soffre di parodontite ha un rischio di infarto più alto di quello dei pazienti con un elevato spessore della parete delle carotidi e se si sono persi denti la probabilità di sviluppare aterosclerosi è elevatissima”.

In presenza di parodontite, i batteri del cavo orale attraverso la circolazione possono raggiungere numerosi organi, innescando pericolose reazioni infiammatorie localizzate, come nel caso dello sviluppo di infezioni polmonari, endocarditi, ascessi, oppure generalizzate come quelle che poi favoriscono la comparsa delle malattie cardiovascolari. Non solo. L’infiammazione gengivale contribuisce a triplicare la probabilità di diabete.

La malattia parodontale o più semplicemente parodontite è una patologia subdola, di cui spesso i pazienti non si accorgono. Il 70% degli italiani non la conosce, secondo un’indagine condotta Sidp, quattro individui su dieci di fronte a gengive dolenti, arrossate e infiammate, che sanguinano durante e dopo lo  spazzolamento dentale, non chiedono aiuto al dentista e provano il fai da te con vitamine, integratori, collutori o dentifrici per denti sensibili, aspettando che passi. Così, otto volte su dieci il disturbo rimane e progressivamente si aggrava.

Circa 20 milioni di individui di età superiore ai 35 hanno disturbi che sono associabili alla parodontite e che richiederebbero un approfondimento diagnostico, ma pochi si rendono conto che si tratta di sintomi da non sottovalutare. Il 43% dei 20-34enni ha già avuto almeno una volta un segno di sofferenza gengivale che non dovrebbe essere sottovalutato. Oltre a impegnarsi nella prevenzione dei disturbi gengivali attraverso una corretta igiene orale, l’abbandono del fumo, la rinuncia agli alcolici, controlli periodici e sedute professionali di igiene sono i canoni che tutti dobbiamo prendere in considerazione, insieme alla guida ed ai consigli di un buon professionista odontoiatrico.

Dott. Roberto Antoni specialista in Odontostomatologia

Alitosi

Risultati immagini per alitosidott antoniTalvolta, parlando a stretto contatto con gli altri, percepiamo un cattivo odore dell’alito, che mette in imbarazzo la persona e crea gravi problemi di relazione. Questo problema può essere occasionale e risolvibile con una buona igiene orale, talvolta cronico. Questa ultima situazione si definisce ALITOSI. Nel 90% dei casi l’alito cattivo o pesante è generato nella bocca stessa, dove i batteri rilasciati dal cibo non vengono adeguatamente rimossi dallo spazzolino o dal filo interdentale, con le normali tecniche di igiene orale. Altre volte possono essere responsabile dell’ALITOSI, patologie sistemiche come le affezioni delle vie respiratorie (bronchite o sinusite), malattie gastrointestinali (epatopatie, reflusso gastroesofageo), malattie sistematiche, dove rientrano il diabete o le disfunzioni renali.

Per eseguire una accurata diagnosi di questa patologia, si possono utilizzare diversi procedimenti:

– Il medico può valutare l’alito attraverso l’alitometro, un apparecchio che misura il livello di alitosi;

– Si rilevano le sostanze presenti attraverso gascromatografia;

– Si effettua un test per analizzare le sostanze presenti all’interno del cavo orale.

 

Come dobbiamo comportarci in caso di ALITOSI?

Eseguire una visita dal medico per escludere patologia extra-orali, che possono essere la causa primaria o concomitante dell’alito pesante.

Rivolgersi successivamente ad un dentista per una accurata visita del cavo orale. Rimuovere le cause primarie dell’alitosi a livello orale, rimuovendo denti/radici non trattabili, curando le carie, ma soprattutto valutare la presenza di una eventuale patologia parodontale da dover trattare. Al termine del trattamento parodontale, il paziente dovrà mantenere una buona igiene orale, lavando i denti almeno 3 volte al giorno.

Quando ci svegliamo, al mattino, abbiamo spesso l’alito cattivo per una riduzione notturna della saliva all’interno della bocca, e quindi è molto importante lavare subito i denti con lo spazzolino e il dentifricio e risciacquarli con collutorio per rinfrescare l’alito. Evitare i collutori a base di chiodi di garofano che inibiscono la salivazione (fortunatamente non vengono più utilizzati).

– Utilizzare il filo interdentale o lo scovolino interdentale, Almeno una volta al giorno.

Spazzolarsi la lingua, soprattutto nella parte dorsale posteriore dove si possono formare accumuli di batteri per residui di cibo che sviluppano gas di fermentazione.

Contemporaneamente, Bere molta acqua per rimanere idratato. La dose di acqua necessaria varia in base al livello dell’attività giornaliera e al numero di farmaci che si assumono, alcuni dei quali sono causa della bocca secca.  Evitare di stare a digiuno per questioni di dieta. I succhi gastrici a stomaco vuoto sono la prima causa di alitosi. Non fumare, non bere alcolici.

Ma soprattutto una volta diagnostica la causa dell’alito pesante e rimossa, mantenere una buona Igiene orale con adeguate tecniche che vi verranno consigliate dal vostro dentista di fiducia.

Dott. Roberto Antoni

Medico Chirurgo – Specialista in Odontostomatologia e Chirurgia Generale
Dirigente I Livello Osp. G. Eastman di Roma

L’IMPORTANZA DI UNA BUONA MASTICAZIONE

MELARecenti studi hanno dimostrato sempre più l’importanza di una buona e corretta masticazione sulla nostra salute in generale.

Masticare gli alimenti con lentezza fino a sminuzzarli, non solo permette alla saliva di iniziare la predigestione dei cibi che vengo meglio assimilati, ma evita il senso di pesantezza gastrica, l’aerofagia ed aumenta il senso di sazietà, riducendo la continua assunzione di cibi e quindi la conseguente obesità.

I piccoli microtraumi di tipi abrasivo che avvengono a carico della mucosa oro-gengivale durante la masticazione stimolano la produzione di un particolare tipo di linfociti che ci proteggono dalle infezioni.

Questa scoperta l’hanno fatta i ricercatori della University and National Institutes of Health negli Stati Uniti, che in uno studio pubblicato sulla rivista Immunity hanno rivelato come un tipo specifico di cellule immunitarie, i linfociti Th17, viene stimolato proprio dall’atto masticatorio.

Cercando di capire meglio questo aspetto, i ricercatori hanno invece scoperto che il cavo orale ha un diverso modo di stimolare i linfociti Th17: sono infatti riusciti a stimolarne un aumento nei topi, semplicemente cambiando la durezza del loro cibo, dimostrando così che la masticazione è il fattore determinante. In particolare, ad attivare le cellule Th17 sarebbero i “danni causati dall’abrasione delle gengive derivata dal masticare”,

Il biologo Joanne Konkel, dell’Università di Manchester, autore della ricerca, che conclude: “La comprensione dei fattori che regolano l’immunità nella barriera orale potrebbe portare a nuovi modi per curare diverse malattie infiammatorie”.

Masticare a sufficienza  e opportunamente il cibo,  aiuta la digestione, rafforza il sistema immunitario e aiuta a proteggerci da infezioni di funghi e batteri, stimolando il sistema immunitario. Quel sistema deputato a difenderci e bloccare agenti patogeni nocivi e tollerare la presenza di normali batteri amici. È noto che, in questo compito, viene aiutato da una sana alimentazione. Tuttavia, non solo cosa mangiamo, ma anche come mangiamo sembra avere un peso. In altre parti del corpo, come l’intestino e la pelle, la presenza di cellule immunitarie è stimolata da specifici batteri e si era supposto che accadesse così anche nella bocca.

Questi elementi mettono sempre più in evidenza come sia importante aver una buona masticazione, avendo cura dei denti e della loro salute, ma soprattutto il dover rimpiazzare quelli perduti per varie cause.

Denti compromessi da carie, da parodontopatie o estratti per varie motivazioni, non aiutano ad avere una buona masticazione. Risulta sempre più importante avere cura della propria dentatura, non solo per un gradevole aspetto fisico, ma soprattutto per un ottimo stato di salute generale.

Affidandosi a professionisti che sappiano consigliare i propri pazienti, in modo corretto e professionale e non come sta avvenendo negli ultimi tempi come odontovenditori.