Foto di minori su facebook: i genitori rischiano multe salate!

I social network fanno parte della nostra vita quotidiana e con foto e stati d’animo pubblichiamo gran parte del nostro vissuto. Occhio però a postare foto di minorenni: sono previste infatti sanzioni che vanno fino ai diecimila euro! L’avviso è rivolto in particolare ai genitori i quali pubblicando le foto dei loro figli vanno incontro a tale rischio. La sentenza che regola la questione è recente ed è stata emessa dal tribunale di Roma il 23 dicembre 2017. Secondo la stessa, il giudice può ordinare la rimozione delle immagini dei minori postate sui social network e può decidere anche il pagamento di una multa in favore dei figli.

Il caso è quello di un ragazzo sedicenne che ha chiesto “tutela” contro la madre che postava di continuo foto e commenti. Alla madre la sentenza inibirà la diffusione sui circuiti social di immagini ed informazioni relative al figlio, nonché le imporrà l’obbligo di rimuovere, entro il 1 febbraio 2018, tutti i contenuti relativi al minore. Se il comportamento della donna dovesse essere recidivo sarà costretta a pagare 10 mila euro di sanzione. La decisione del giudice prende spunto dall’articolo 96 della legge sul diritto d’autore che prevede che il ritratto di una persona non può essere esposto senza il suo consenso, tranne in alcuni casi eccezionali. Inoltre i minori godono di maggiori tutele come recita l’articolo 16 della convenzione sui diritti del fanciullo approvata nel 1989.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Connessione Wi-FI lenta? Con poche e semplici mosse il disagio è risolto!

Spesso capita che la nostra adsl sia lenta e non riusciamo a capirne il motivo. A volte per risolvere il problema bastano semplici gesti che aiuteranno a migliorare la qualità della connessione Wi-FI. La prima regola da seguire è quella di non posizionare il router ad altezze basse poiché il segnale è più debole. Le onde radio potrebbero infatti incontrare numerosi ostacoli. Per evitare questo inconveniente installate quindi il dispositivo nel posto più alto possibile della stanza e, per aumentare la capacità di connessione, posizionatelo al centro della zona che desiderate coprire con la connessione.

Così facendo anche gli oggetti che si troveranno nella traiettoria delle onde non assorbiranno il segnale. Spesso accade che ci siano delle interferenze provocate da qualche altro dispositivo elettronico: microonde, device Bluetooth, luci, o anche materiali come il cemento. Pertanto non posizionate il router in cantina o dietro ad un pilastro. Se vivete in una grande casa l’ideale per coprire tutti i metri quadrati è aumentare la potenza del segnale Wi-Fi comprando un Wi-Fi range extender.

Un altro consiglio riguarda la sicurezza della password. Esistono metodi capaci di individuare i codici alfanumerici dei router in pochi istanti. Se la vostra password fosse identificata chiunque potrebbe entrare non solo nel vostro router, ma anche nella pagina web che permette di gestire il dispositivo. Se il vicino in qualche modo è riuscito a ottenere la vostra password, magari siete stati voi stessi a dargliela, potrebbe rallentare la vostra connessione internet. Lo spazio di banda, infatti, non è infinito: verificate quindi se in casa qualcuno si sia appropriato di tutta la banda disponibile. Se si utilizzano applicazioni e programmi che richiedono molta banda, ad esempio le piattaforme streaming o quelle per i videogame, la connessione Wi-Fi potrebbe rallentare in modo significativo. L’unico modo per ripristinare la velocità del segnale wireless del vostro router è chiudere tali software.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Occhio alla sicurezza in rete!

State attenti agli attacchi dei pirati informatici i cosiddetti hacker, loschi ed anonimi individui, che tramite internet, riescono a clonare i nostri dati sensibili per rubare i soldi dal conto corrente. Ecco un vademecum per difendersi e per rendere blindati i conti on line. Uno degli apparecchi più utilizzati per clonare carte di credito e di debito è lo “skimmer”. Si tratta di falsi slot che sovrapposti sugli sportelli di bancomat, pompe di benzina, e su qualsiasi dispositivo usato per i pagamenti riescono a duplicare la nostra carta.Gli skimmer, con il passare del tempo, sono diventati più sofisticati al punto tale che distinguere uno degli slot “falsi” da quelli reali è molto complesso. L’utilizzo di microcamere, o di tastierino numerico contraffatto, consente ai criminali informatici di entrare in possesso anche dei PIN delle nostre carte. Le bande di malviventi che si nascondono dietro questo tipo di furto sono solite montare gli skimmer su bancomat e lasciarli “in funzione” per alcuni giorni. Solo in un secondo momento i dispositivi vengono recuperati per trasferire i dati e duplicare le carte raccolte.

Le statistiche indicano che portare sempre la carta con noi può rappresentare un rischio: i chip RFID che consentono di effettuare i pagamenti contactless, infatti, possono essere sfruttati dagli hacker per rubare soldi “al volo”. Grazie a lettori RFID portatili, i cybercriminali possono rubare soldi dalla carta di credito di persone incontrate per caso in strada o sui mezzi pubblici: bastano pochi secondi per effettuare il pagamento contactless senza che la vittima se ne accorga. Esistono poi un’infinità di modi per impossessarsi dei dati di una carta di credito infettando un dispositivo elettronico. Quasi tutti, infatti, abbiamo usato almeno una volta la carta online. Uno dei pericoli più grandi è rappresentato dall’attacco hacker definito “man-in-the-browser”. In pratica il virus infetta il computer o lo smartphone, creando delle estensioni sul browser. In questo modo quando usiamo dei siti di pagamenti online o il portale del nostro account bancario verremo reindirizzati su siti simili ma fasulli, il cui unisco scopo è di impossessarsi dei nostri dati. In questo modo invece che pagare la bolletta della luce staremo facendo un bonifico ad un cyber criminale. Un altro grande rischio per i nostri conti in rete è rappresentato dal cosiddetto “clickjacking”. Questo è usato soprattutto sui siti di e-commerce, di pagamenti in generale ma anche su siti di beneficenza. In pratica quando il sito è infettato presenterà un’enorme bottone invisibile, in modo tale che quando noi cliccheremo su “paga ora” oppure “dona ora”, manderemo in automatico i soldi ai cyber criminali. Non vanno dimenticate poi le campagne di phishing via e-mail, specie quando usano nomi e dettagli simili alle nostre banche.

Quali sono i consigli per mettere al sicuro le nostre carte? Il primo consiglio riguarda i bancomat: preferite un terminale interno e protetto rispetto a quelli esterni. Vicino allo slot per le carte c’è della plastica sciolta? Vediamo dei bagliori strani dall’interno dello stesso? Oppure c’è una telecamera piccola che non ci spieghiamo? Se abbiamo dei dubbi evitiamo di usare la nostra carta in tali situazioni. Un buon sistema da utilizzare su smartphone per i pagamenti è dato da Apple Pay, così come Android Pay e Samsung Pay. Se invece usiamo una carta assicuriamoci che sia una chip card per migliorare notevolmente la sicurezza.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Hacker ancora in azione, colpiti account Twitter

Anche Twitter come LinkedIn e MySpace deve fare i conti con l’episodio delle password rubate. Un hacker di probabile provenienza russa, ha piazzato sul mercato nero del web oltre 32 milioni di account del blog, in vendita per un totale di circa 6 mila dollari, tra questi anche account italiani. Queste password non sembrano provenire da un violazione diretta a Twitter, ma sarebbero state ottenute infettando i vari pc dove gli utenti salvano solitamente le password.
Il maggior numero di utenti colpiti è Russia, ma dall’elenco emergono anche due domini italiani: ‘libero.it’ con poco più di 60 mila utenti e ‘hotmail.it’ con circa 48 mila utenti. Al vertice dei domini più frequenti riscontrati ci sono mail.ru con 5 milioni, yahoo.com con 4,7 milioni, hotmail.com 4,5 milioni e gmail.com con 3,3 milioni. Proprio alla luce dei recenti avvenimenti di password rubate, Twitter ha spiegato che sta controllando i suoi database per garantire una sicurezza ai suoi utenti. Michael Coates, responsabile sicurezza, ha affermato che la piattaforma non è stata violata.
LeakedSource spiega che le credenziali degli utenti sono state rubate direttamente agli utenti, infettando con virus informatici i programmi usati per navigare online, come Firefox o Chrome.
Quindi che non arrivano da un attacco a diretto a Twitter.
Come abbiamo scritto giorni fa, in altri articoli riguardanti la Microsoft  che a causa di vari tentativi di attacchi hacker ha rafforzando le password degli utenti, obbligandoli appunto a cambiare la loro “semplice” password in una più complessa e difficile da “oltrepassare”. Questa strategia deve essere un insegnamento da seguire per contrastare questa forma ormai dilagante di pirateria informatica e hackeraggio.

Microsoft: basta con le parole chiavi banali

A causa di numerosi attacchi hacker con conseguente perdita di centinaia di nomi utenti e password, il leader di Redmond dichiara che tutti coloro che utilizzano piattaforme Microsoft (skype, outlook…) ed hanno impostato password scontate e vulnerabili come “abcdefg” o “1234567” presto saranno invitati a reimpostare la loro password con una più complessa ed efficace,in attesa che le password vengano rimpiazzate dei cosiddetti  sistemi biometrici. Particolari tipi di apparati informatici che hanno la funzionalità e lo scopo di identificare una persona sulla base di una o più caratteristiche biologiche e comportamentali. 
Il direttore del Program Management dell’azienda, Alex Simons, spiega come la compagnia abbia deciso di bloccare automaticamente determinate password per i suoi utenti. Il sistema che gestisce gli account degli utenti crea come una “black list” di parole chiave più gettonate e meno efficaci al mondo, così da non permettere il loro caricamento.

Wi-fi libero per tutti in strada a costo zero: come New York ha sostituito le cabine telefoniche

Internet velocissimo, per strada. Il sindaco Bill De Blasio riesce a mantenere una delle promesse fatte durante la sua campagna elettorale: portare nella Grande Mela il collegamento gratuito e veloce per tutti. I nuovi snodi wi-fi sono già comparsi su alcune delle Avenues di Manhattan. Per ora sono poche centinaia, ma dovrebbero essercene almeno 10 mila, quanti ne bastano per assicurare la banda larga a tutti, anche a quel 25 per cento dei newyorchesi che non può permettersi di pagare gli alti costi dei server.

Altre città hanno tentato di offrire internet gratuito per strada, ma gli esperimenti sono stati finora di scarso successo, perché il collegamento non era abbastanza veloce e perché i server per coprire i costi chiedevano che i surfer stessero a guardarsi dei video pubblicitari. Invece gli “hub” di New York si pagano con la pubblicità luminosa sui fianchi delle strutture. Il consorzioCity Bridge” che li gestisce, è formato da tre aziende di tecnologia avanzata che coprono così i costi dell’istallazione e della manutenzione.

Ogni “hub” offre la possibilità di collegarsi a internet con il proprio strumento, sia esso cellulare, tablet, laptop. Basta dare una mail, e ti arriva la password. Una volta registrati, non ci sono altri passi da compiere. Ma gli hub offrono anche la possibilità di navigare direttamente sul loro tablet fisso (tipo Android). Permettono anche di fare telefonate gratuite del tipo voIP (voice over internet protocol), di ricaricare il proprio cellulare, di chiedere informazioni sulla città, e anche di chiamare il numero delle emergenze, il 991 (che corrisponde al nostro 112).

fonte Il Messaggero

Instagram sulla strada di Facebook, basta con l’ordine cronologico

Instagram, il social delle immagini di proprietà di Facebook, segue le orme della compagnia proprietaria e si appresta ad abbandonare l’ordine cronologico inverso, dal più recente al più vecchio, in cui mostra i post agli utenti. La novità prevede l’uso di algoritmi per ordinare i post in base alla rilevanza, mettendo cioè in cima le foto e i video che probabilmente interessano di più al singolo utente. Il cambiamento è quello adottato anni fa da Facebook e il mese scorso da Twitter.

La gente, osserva Instagram sul suo blog, perde in media il 70% dei contenuti pubblicati dalle persone che segue, perché la crescita della piattaforma rende difficile tenersi al passo con tutte le foto e i filmati. Per questo, dice la società agli utenti, il flusso delle immagini “sarà presto ordinato per mostrare i momenti che crediamo vi interessino di più”. Il nuovo ordine sarà basato sulla probabilità che il contenuto interessi all’utente, sulla relazione dell’utente con chi lo pubblica e sulla data di pubblicazione.

Instagram non fa cenno alla possibilità per gli utenti di scegliere di continuare a vedere contenuti in ordine cronologico, un’opzione che è invece presente sia su Facebook che su Twitter. Il microblog in questo ha tenuto in considerazione le proteste degli utenti, contrari a quello che viene vissuto come uno snaturamento della piattaforma. L’ordine dei cinguettii in base alla rilevanza deve al momento essere scelto dall’utente. In seguito sarà introdotto automaticamente, ma gli utenti potranno cambiare impostazione per tornare a vedere i tweet in ordine cronologico.

fonte La Repubblica