Serve un prestito? Alcuni consigli per muoversi al meglio.

In caso di progetti all’orizzonte, siano essi la ristrutturazione di una casa o l’acquisto di un’auto nuova, è bene chiedere un prestito facendo però attenzione a come muoversi. Verificate innanzitutto l’affidabilità dell’operatore di mercato a cui volete rivolgervi: si può controllare su bancaitalia.it  la sua registrazione in qualità di mediatore creditizio oppure scegliete una banca o un ente autorizzato ad erogare prestiti. E’ importante inoltre chiedere il modulo europeo di informazioni di base sul credito ai consumatori, chiamato IEBCC o EBIC, per poter confrontare le varie proposte di prestito.

Ricordate anche di chiedere una copia del contratto di finanziamento prima della firma per poterlo esaminare in ogni dettaglio. Consultate anche i tassi in particolare il TAN ed il TAEG: il primo è relativo alla percentuale di interesse annuo che si pagherà sulla cifra prestata mentre il TAEG  è il costo totale che comprende sia il TAN che le altre spese tra cui i costi di gestione della pratica ed istruttoria della stessa.

Se l’ente, la banca o la finanziaria, costringe il consumatore ad acquistare una polizza particolare per erogare il finanziamento pratica un comportamento scorretto: in questo caso si può segnalare l’accaduto all’Antitrust. Ricordate infine che un mediatore, oppure un agente, spesso si fa pagare le commissioni per la prestazione lavorativa offerta al cliente: in questo caso il compenso deve essere comunicato prima della conclusione del contratto e deve essere scritto sullo stesso. Inoltre a tal fine evitate di scegliere operatori che chiedono un compenso anticipato prima dell’erogazione di un finanziamento che potrebbe anche non arrivare.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Carta clonata? Consigli per non andare in panico.

I saldi si avvicinano e, a volte, anche lo shopping può avere qualche effetto indesiderato. Se la carta di credito è in tasca ma qualcuno la sta utilizzando per fare acquisti al posto vostro significa che è stata clonata. Non commettete l’errore di pensare che il principale responsabile di ciò sia lo shopping on line poiché secondo i recenti dati le frodi on line rappresentano solo lo 0,01% dei casi .

Spesso, la maggior parte delle volte, le carte vengono clonate quando si preleva dagli sportelli automatici oppure con i pagamenti che avvengono nei negozi. Esiste un apparecchio detto “skimmer” in grado di copiare i codici della carta per poi riprodurli fedelmente su un’altra. Quest’ultima viene utilizzata dai truffatori per fare acquisti al posto vostro. Se capita un episodio del genere la prima cosa è non abbandonarsi al panico: bisogna invece prendere il telefono e bloccare la carta di credito chiamando subito il servizio clienti della vostra banca. Tutte le banche per legge devono mettere a disposizione dell’utente servizi validi, veloci  e disponibili 24h su 24 affinché il cliente possa comunicare un utilizzo sospetto della carta e di conseguenza bloccare immediatamente il pagamento.

Una volta bloccata la carta il passo successivo è denunciare l’accaduto alle autorità. La denuncia va poi depositata in banca e sarà utile anche per chiedere il rimborso del denaro rubato. A tal fine  è necessario esibire le prove della clonazione della carta pertanto può essere utile dimostrare che ci si trovava in un altro luogo quando la carta stessa è stata utilizzata. In questo caso ogni pezza d’appoggio è valida: cartellino timbrato sul luogo di lavoro, biglietti di viaggio e scontrini vari sono idonei a valere come possibili prove del torto subito.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

E-commerce all’estero: consigli per acquisti sicuri.

Spesso online si trovano dei veri e propri affari: si tratta di articoli di qualsiasi categoria proposti a prezzi molto vantaggiosi e concorrenziali. Nel momento in cui acquistiamo ci rendiamo conto però che l’articolo in questione proviene dall’estero pertanto bisogna prestare attenzione ai tempi di consegna ed ai costi di spedizione. In particolare questi ultimi vengono spesso occultati fino alla fase finale dell’acquisto stesso: in quel caso l’affare potrebbe non essere più conveniente dato l’ingente l’importo di tali spese.  Bisogna quindi leggere attentamente le condizioni generali di vendita per capire quali siano le modalità di recesso e di eventuale rimborso.

Attenzione anche ai costi di sdoganamento che potrebbero essere aggiunti a quelli di spedizione. I tempi di consegna previsti possono essere molto lunghi: si va dai 20 ai 40/60 giorni quindi, se desiderate prendere un regalo per un’occasione particolare, avviate la trattativa con largo anticipo. Attenzione anche a scegliere il sito da cui fare acquisti: si consiglia di leggere attentamente le recensioni per capire dalle esperienze di altri il grado di affidabilità del venditore anche e soprattutto per quanto riguarda l’assistenza dopo la vendita. Di solito quando si tratta di e-commerce esteri conviene affidarsi a siti dotati del servizio clienti, una vera e propria garanzia nel caso in cui l’articolo presenti difetti. Ricordiamo che il servizio di assistenza è sempre e comunque un diritto riservato a colui che acquista, un diritto garantito anche dal Codice del Consumo.

A tal proposito ricordiamo che la garanzia legale è valida per due anni dalla consegna del bene e deve essere rivendicata dal consumatore entro due mesi dalla scoperta del vizio. Se il difetto si manifesta nei primi sei mesi dalla data di consegna del prodotto la verifica è a carico del venditore mentre, se i difetti si manifestano in un secondo momento, nel solo caso in cui il malfunzionamento non dipenda da un vizio di conformità, può essere chiesto al consumatore il rimborso del costo che il venditore ha sostenuto per la verifica.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Aperture domenicali dei negozi: come funziona in Italia ed in Europa.

In Italia la scelta di chiudere i negozi la domenica e durante i festivi sta facendo molto discutere mentre, nel resto d’Europa, gli orari lavorativi e le aperture domenicali variano da paese a paese.  In particolare, secondo i dati di una recente indagine, Germania e Francia applicano divieti per quasi tutte le attività commerciali nei giorni festivi; in Austria i negozi restano chiusi, tranne che nelle zone turistiche, mentre, in Ungheria, Portogallo e Svezia, tutte le attività sono sempre aperte. In Italia è attualmente in vigore il decreto-legge n. 214/2011 del governo Monti, che liberalizzò l’apertura dei negozi facendo scegliere autonomamente gli orari all’esercente. Il nuovo governo ha annunciato che entro l’anno verrà approvata la legge che impone lo stop nelle domeniche e nei festivi ai centri commerciali ed un orario standard di lavoro. Nel resto dell’Europa non viene proibito il lavoro domenicale, ad eccezione di un unico vincolo comune a tutti gli stati membri: concedere al dipendente un giorno di riposo dopo sei giorni di impiego.

In Francia ad esempio vige il principio del riposo domenicale per dipendenti mentre, in Germania i negozi restano chiusi la domenica e durante i festivi ad eccezione di panetterie, fiorai, giornalai, negozi per la casa, musei, stazioni ferroviarie, stazioni di servizio, aeroporti e luoghi di pellegrinaggio. In Lussemburgo sono previste le aperture domenicali solo tra le 06.00 e le 13.00, con un orario prolungato per panetterie, macellerie, pasticcerie, chioschi e negozi di souvenir. In Spagna, ciascuna comunità autonoma stabilisce il numero totale di domeniche di lavoro annuali autorizzate. In ben 16 Stati infine non esistono limitazioni: Bulgaria, Croazia, Estonia, Finlandia, Ungheria, Irlanda, Lituania, Lettonia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svezia ed Italia (per ora) prevedono la  totale liberalizzazione degli orari. In Danimarca infine non c’è alcuna restrizione per le aperture domenicali ma, durante le maggiori festività di Natale e Capodanno, i negozi devono chiudere alle ore 15.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Postepay Evolution: cambio di IBAN.

Le Poste Italiane comunicano ai propri clienti una novità importante che riguarda tutti i possessori di carte Postepay Evolution: la modifica sarà relativa al codice IBAN che, dal primo ottobre 2018, cambierà. Molti utenti sono già stati informati via posta con l’invio di una documentazione in cui sono spiegate le modifiche di utilizzo della carta ma soprattutto la sostituzione dell’ IBAN della stessa. Sarà dunque obbligatorio dal primo ottobre avere due codici, quello impresso sulla scheda fisica e quello realmente valido per ricevere bonifici. Come mai questo cambiamento? Le Poste Italiane Spa hanno deciso di trasferire un proprio ramo all’azienda PosteMobile che avrà a breve il compito di gestire le carte prepagate. Quindi attenzione: chi prevede pagamenti nei primi giorni di ottobre, relativi al lavoro svolto a settembre dovrà comunicare il nuovo IBAN al datore di lavoro, unicamente dopo il 30 settembre.

La stessa cosa vale anche per i docenti: il ministero dell’Istruzione infatti ha già comunicato le nuove istruzioni per l’accredito dello stipendio. I docenti dovranno comunicare il nuovo IBAN all’interno della piattaforma NoiPa oppure indicarlo all’amministrazione scolastica che avrà il compito di inserire i nuovi dati nel sistema. Poste informa inoltre che Bonifici Sepa e Posta Giro (in entrata) saranno automaticamente reindirizzati sulle nuove coordinate. Il tutto avverrà per un periodo non inferiore ai 12 mesi, a partire dal 1 ottobre 2018. Si dovrà invece procedere all’immediata comunicazione in caso di addebito diretto se si usa la carta per pagare le bollette di luce e gas. Un’altra novità in merito sarà l’abolizione di alcuni servizi quali SIMply BancoPosta, la ricarica della SIM Postemobile e l’uso della tecnologia contactless per i pagamenti. Queste operazioni sarà possibile effettuarle solo utilizzando l’app di Postepay.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Bancomat ed acquisti on line: svolta in arrivo.

La novità in arrivo dal prossimo autunno rappresenterà un vero e proprio passo avanti nella promozione dei pagamenti on line. Sarà possibile infatti fare acquisti su internet utilizzando anche il Bancomat e non più solo carte di credito o carte prepagate. Grazie a un’intesa con Sia i titolari di carte PagoBancomat potranno pagare, negli store e su e-commerce, inviare o ricevere denaro in tempo reale in totale sicurezza. “Bancomat Pay” è il nome del nuovo servizio offerto ai consumatori e riguarda in particolare i pagamenti effettuati da tablet e smartphone: non sarà necessario richiedere una nuova carta PagoBancomat ma quella che si possiede andrà benissimo poiché verrà abilitata dalla stessa banca con gli appositi servizi innovativi.

Si potranno effettuare inoltre i pagamenti on line utilizzando anche l’app “Bancomat Pay” grazie alla quale sarà possibile trasferire denaro senza bisogno della carta fisica e senza dover digitare il pin. Ed ecco alcune cifre: in Italia l’83% della popolazione è solito effettuare pagamenti in contanti on line e pertanto è stato calcolato che gli utenti di PagoBancomat saranno circa 37 milioni. In base a tale indagine di mercato saranno ben 440 gli istituti bancari che aderiranno all’iniziativa offrendo ai propri clienti il nuovo servizio in campo degli acquisti on line pagati con il Bancomat.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Rivoluzione nel campo degli assegni: le novità.

E’ in arrivo l’assegno digitale che, a breve, potrà sostituire quello cartaceo. Grazie alla procedura denominata CIT (Check Image Truncation) gli assegni cartacei diventeranno dei veri e propri documenti digitali una volta versati in banca. Secondo l’ABI, Associazione Bancaria Italiana, con le nuove procedure verranno ridotti i rischi operativi legati allo scambio ed alla lavorazione manuale degli assegni. La CIT infatti non incide sulle modalità di utilizzo degli assegni la cui emissione e circolazione rimarrà in formato cartaceo, mentre il versamento avverrà presso gli sportelli delle agenzie. Ricordiamo che quando si emette o si riceve un assegno è importante verificare che esso sia completo di tutti gli elementi obbligatori: luogo e data di emissione, importo in lettere ed in cifre, nome del beneficiario e firma del correntista o della banca. Gli assegni mal compilati saranno considerati irregolari pertanto non potranno essere riscossi con la nuova procedura CIT e dovranno essere nuovamente emessi.

Per facilitare il processo di digitalizzazione dell’assegno ed il suo incasso bisogna compilare l’assegno con una scrittura chiara e leggibile, apporre le firme di traenza e di girata, i timbri e le altre informazioni negli spazi appositi, evitando che i vari dati si sovrappongano e diventino difficilmente leggibili. Se un assegno non viene pagato, la banca non restituisce al cliente il cartaceo originario bensì una copia conforme al documento elettronico con le informazioni relative al mancato pagamento. Infine è sempre bene diffidare di chi chiede di inviare la foto di un assegno per completare un acquisto: gli assegni continuano a circolare in modalità cartacea e sono le banche a creare le immagini digitali. Spesso la richiesta di foto di assegni nasconde tentativi di truffa.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile