Lotta alla plastica: New York propone il “Foam Ban”

Importanti notizie in merito alla tutela dell’ambiente arrivano anche da oltre oceano con il decreto “Foam Ban” atto a eliminare i contenitori di polistirolo ed in plastica. In particolare è posto il divieto a tutti gli esercizi commerciali newyorkesi di confezionare e vendere alimenti in scatole composte da polistirolo espanso. Il “Foam Ban” si scaglia contro l’utilizzo di materie altamente inquinanti non solo per la sicurezza ambientale ma anche per la salute dell’uomo.

Anche le grandi imprese hanno avuto un ruolo attivo nella lotta alla plastica modificando il loro “know how” soprattutto da quando è stato lanciato l’ allarme per la presenza di microplastiche in alcuni degli alimenti più consumati. Le attività commerciali potranno adeguarsi alla nuova normativa  fino al 30 giugno 2019: dal 1° luglio invece scatteranno le sanzioni.  Coloro che saranno colti in flagranza di reato andranno incontro a pesanti multe pari a 250 dollari per la prima infrazione, 500 dollari per la seconda fino ad un massimo di 1.000 dollari per la terza e per le seguenti.

Direttore responsabile
Buzzoni Umberto

Unione Europea: un costante impegno a difesa di salute ed ambiente.

Da sempre l’Unione Europea è in prima fila per sostenere importanti progetti a tutela della salute del consumatore e dell’ambiente che ci circonda. Nel mirino dell’UE ci sono ad oggi specifiche normative rivolte verso due settori in particolare: l’abbigliamento e la plastica. La Commissione Europea ha stabilito limiti massimi a partire dal 2020 per 33 sostanze chimiche pericolose per l’uomo e la sua salute presenti in indumenti, calzature e tessuti.

Il provvedimento prevede lo stop a cromo, cadmio, arsenico, cadmio e formaldeide. Sul fronte plastica invece c’è stata un’ulteriore stretta in particolare sugli articoli usa e getta: in Parlamento è stata approvata la proposta di divieto dal 2021 per piatti, cannucce e posate aggiungendo all’elenco particolari sacchetti ed imballaggi tra cui anche i contenitori in polistirolo generici ed i contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso, come le scatole degli hamburger del fast food. In Italia la lotta alla plastica è cominciata già dal primo gennaio del 2019 con il divieto di produrre e vendere i famosi bastoncini cotton fioc non biodegradabili. I produttori dovranno  indicare sulle confezioni le regole per un corretto smaltimento specificando che non bisogna gettarli nel wc.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Auto: in arrivo l’ecotassa sui veicoli più inquinanti.

A partire dal primo gennaio del 2019 chi acquisterà in Italia un’auto nuova elettrica, ibrida o a metano riceverà un contributo fino a 6mila euro mentre, chi invece ne comprerà una nuova alimentata con carburanti più inquinanti, dovrà pagare la cosiddetta “ecotassa” un’imposta legata alle emissioni di CO2 del veicolo, il cui importo oscilla tra i 150 ed i 3000 euro.

In termini tecnici la tassa sarà applicata sull’acquisto di un’auto nuova con emissioni di CO2 superiori ai 110 g. al km mentre, chi acquisterà un’auto con emissioni tra 0 e 90 g. al km beneficerà del generoso incentivo. Per le emissioni tra 90 e 110 g. al km il prezzo rimarrà invariato: questo aspetto riguarda circa il 30% delle auto attualmente sul mercato. La manovra inserita nelle disposizioni del nuovo governo mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione dell’inquinamento atmosferico i cui alti tassi presenti in Italia invitano ad una seria ed attenta analisi finalizzata all’ipotesi di preferire ad un’auto tradizionale una nuova più moderna che, grazie a minori emissioni di anidride carbonica, aiuti a salvaguardare l’ambiente senza rinunciare ai comfort.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Pile e batterie: non abbandonatele nell’ambiente!

Ogni anno circa 160.000 tonnellate di pile, di cui il 30% ricaricabili, vengono commercializzate sui mercati europei. In Italia questo equivale ad un consumo medio di circa otto pile a testa ma, solo due su otto vengono smaltite seguendo una corretta prassi. Le batterie sono costituite da piombo, cadmio, mercurio e cromo materiali inquinanti che hanno un elevato impatto ambientale.

In particolare il mercurio, pur se contenuto nelle batterie a minimi livelli, è un materiale ad altissimo rischio. Se pertanto le batterie una volta esaurite vengono abbandonate nell’ambiente circostante il rischio aumenta: un solo grammo di mercurio può infatti inquinare e contaminare mille litri di acqua. Pile e batterie sono quindi considerati rifiuti speciali data la loro pericolosità e vanno smaltiti correttamente per evitare inutili rischi. Non buttate le batterie tradizionali nel contenitore dei rifiuti “secchi” o peggio ancora tra i rifiuti urbani: esistono delle aree apposite ubicate di solito nei negozi, nelle farmacie o nei centri commerciali per il loro smaltimento.

Sono dei totem di colore trasparente posizionati in punti ben visibili all’entrata dell’area commerciale in cui raccogliere le pile scariche. Prima di smaltire le batterie controllate se hanno davvero esaurito del tutto la loro energia: un consiglio per accertarsene è spostare la pila in un apparecchio che per funzionare necessita di un minore quantitativo di energia ad esempio il telecomando del televisore oppure una piccola sveglia. Per smaltire invece batterie più ingombranti, come ad esempio quelle delle auto bisogna recarsi presso un concessionario oppure direttamente all’officina meccanica per effettuare la sostituzione. Sarà cura del rivenditore o del tecnico specializzato smaltire il rifiuto speciale in maniera corretta.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Ue mette il veto alla plastica!

L’Unione Europea strizza l’occhio al green e pone il suo veto all’utilizzo della plastica: in particolare presto saranno banditi bastoncini cotton fioc, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande e aste per palloncini. Si tratta di prodotti altamente inquinanti che colpiscono maggiormente le spiagge ed i mari causando il 70% di danni alla flora e alla fauna marina. Sotto accusa anche gli attrezzi da pesca persi o  abbandonati, prodotti, quali le cassette in polistirolo, che rientrano nella categoria di rifiuti veri e propri. La decisione dell’UE prevede che entro il 2025 dovranno cambiare alcune cose in particolare, secondo il nuovo progetto, i contenitori per bevande in plastica saranno ammessi solo se i tappi ed i coperchi resteranno attaccati al contenitore. Per i contenitori di alimenti e tazze per bevande in plastica, gli Stati membri dovranno fissare obiettivi di riduzione mentre, le stesse aziende produttrici saranno chiamate a coprire i costi di gestione dei rifiuti per prodotti come i mozziconi di sigaretta, palloncini e attrezzi da pesca in plastica. Altri prodotti, come gli assorbenti igienici, le salviette umidificate ed i palloncini, dovranno essere etichettati in maniera chiara con un’ apposito riquadro che segnala l’ impatto negativo prodotto sull’ambiente. Inoltre i prodotti di plastica monouso quali bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande e aste per palloncini saranno esclusi dal mercato.

Le aziende produttrici dovranno quindi trovare valide alternative nella loro filiera ed utilizzare materiali ecosostenibili. Gli stessi produttori saranno tenuti a coprire i costi di gestione e bonifica dei rifiuti, e quelli relativi alle misure di sensibilizzazione per i seguenti prodotti: contenitori per alimenti, pacchetti e involucri ad esempio, per patatine e dolciumi, contenitori e tazze per bevande, prodotti del tabacco con filtro come i mozziconi di sigaretta, salviette umidificate, palloncini e borse di plastica in materiale leggero. Sono anche previsti incentivi al settore industriale per lo sviluppo di alternative meno inquinanti. Grazie alla direttiva proposta si trarranno numerosi benefici: si eviterà l’emissione di 3,4 milioni di tonnellate di CO2, si scongiureranno danni ambientali per un costo equivalente a 22 miliardi di euro entro il 2030 e si genereranno risparmi per i consumatori dell’ordine di 6,5 miliardi di euro. Gli Stati membri dovranno creare campagne di sensibilizzazione per informare i consumatori delle numerose conseguenze negative della dispersione nell’ambiente dei prodotti di plastica e formarli sui sistemi di riutilizzo disponibili.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Le Isole Tremiti vietano l’uso della plastica!

Il sindaco Fendini delle Isole Tremiti, famose in tutto il mondo per essere una località turistica dai paesaggi mozzafiato, ha deciso tramite un’ordinanza il divieto di utilizzare la plastica. La normativa entrata in vigore il primo maggio del 2018, mira a risolvere il problema dell’inquinamento delle acque che, secondo una ricerca dell’Istituto di Scienze Marine del CNR di Genova in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche e Greenpeace Italia, ha raggiunto altissimi livelli. La plastica infatti, in base alle analisi, è molto diffusa anche nei mari italiani il cui livello arriva ad essere paragonabile a quello presente negli oceani.

I maggiori livelli sono stati rilevati sia nelle acque di Portici (in provincia di Napoli) che nelle acque delle Isole Tremiti. Il risultato delle analisi vede la presenza di ben 2,2 frammenti per metro cubo di acqua: praticamente sarebbe come nuotare in mezzo a 5.500 unità di plastica! Per trovare una soluzione al problema il sindaco ha dato il via all’obbligo di utilizzare solo ed esclusivamente contenitori biodegradabili che rispettino e tutelino l’ambiente. Il divieto si rivolge non solo ai turisti (sono vietati piatti e stoviglie di plastica) ma anche agli abitanti ed agli stessi commercianti isolani: i trasgressori verranno puniti con multe che vanno da € 50 a € 500. Il prossimo passo riguarderà l’abolizione delle bottiglie di plastica e dei contenitori di polistirolo utilizzati dai pescatori per trasportare il pesce, i cui resti spesso si ritrovano sparsi in mare.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Danni e multe da mozzicone!

La lotta contro il fumo ha visto con il passare degli anni incrementi via via maggiori: dal divieto di fumare in luoghi pubblici e privati quali bar, ristoranti, uffici ed attività commerciali, al divieto di lanciare i mozziconi per strada. Quest’ultima normativa entrata in vigore nel 2016 stabilisce nello specifico che non si possono gettare in terra tutti i mozziconi dei prodotti da fumo compresi quelli dei sigari. In particolare è vietato gettarli anche negli scarichi, per le strade di città e di campagna, in montagna, in spiaggia, in acqua e sui litorali. Chiunque abbandona i mozziconi dei prodotti da fumo va incontro ad una multa il cui importo può andare da 60 ad un massimo di 300 euro.

Disfarsi di un mozzicone non è un’azione collegata solo una semplice sanzione ma comporta anche dei rischi. Pensiamo ad esempio a sigarette per terra ancora accese e non del tutto spente: in questo caso il rischio concreto è quello di causare danni a cose o persone, e nei casi più gravi di zone poco abitate o, come accade ogni estate, di zone boschive, provocare incendi. La Cassazione, peraltro, ha avuto modo di chiarire come il lancio di mozziconi di sigaretta può integrare anche il reato di “getto pericoloso di cose”, previsto nel codice penale. Nel caso in questione, il lancio era stato effettuato, in più occasioni, da un condomino sul balcone di un’altra abitazione, con intenzioni poco nobili. Secondo i giudici in questo caso il getto di mozziconi rientra nel campo di “getto pericoloso di cose”, punibile con l’arresto fino ad un mese o con una multa pari a 206 euro.

Umberto Buzzoni
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