Annullamento dei debiti fino a 1.000 euro. Vediamo come funziona.

Nella legge di bilancio 2023 è stato stabilito che i debiti fino a 1.000 euro compresi dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015, siano stralciati automaticamente alla data del 31/03/2023. (sono stati ricompresi tutti i debiti affidati all’Agente della riscossione dalle amministrazioni statali, dagli enti pubblici previdenziali e  dalle agenzie fiscali). All’interno del debito sono inclusi capitale, interessi e sanzioni.

Successivamente la data del 31/03/2023 è stata spostata al 30/04/2023 e i Comuni e gli enti differenti dalle amministrazioni centrali possono stralciare totalmente le cartelle e non più solo parzialmente. Quali sono i debiti che rientrano in questa operazione di stralcio? Ecco un piccolo elenco:
-Iva-bollo auto e assicurazioni
-Tosap
-Irap
-ritenute
-multe
-contributi
-Irpef
-Tari
– Comuni e casse di previdenza private.
Sono esclusi i debiti derivanti da condanne pronunciate dalla Corte dei conti, i debiti derivanti dalle azioni di recupero promosse dall’unione Europea sugli aiuti di stato, le multe e sanzioni derivanti da sentenze penali.

Per verificare l’effettivo annullamento delle cartelle esattoriali basta entrare nel sito dell’agenzia di riscossione e accedere tramite il proprio spid o la propria cns o cie. Successivamente bisogna cliccare sull’area “situazione debitoria/debiti” da saldare per valutare la propria situazione. Chiaramente conviene fare un prospetto della propria situazione prima del 30/04/2023 per poi confrontarlo con quello successivo a questa data cosi da poter constatare l’effettivo stralcio del debito sotto i 1000 euro. Infine bisogna ricordare come fino al 30 aprile 2023 , ci sarà la sospensione delle attività di riscossione relativa a  tutti i carichi che rientrano nell’ambito dello “Stralcio”.

Direttore Responsabile Umberto Buzzoni
Avv. Anna Maria Calvano

Come verificare lo stato del proprio bollo auto e mettersi in regola

Tra le tante scadenze che gravano sulla vita di tutti i giorni dei cittadini c’è quella del bollo auto. Questa tassa  molto spesso viene dimenticata tanto che numerose volte trasmissioni televisive e tg dedicano ampi spazi al scarso gettito conseguente al mancato pagamento di questo tributo. E’ importante dunque essere sempre aggiornati sulla propria posizione per evitare cartelle esattoriali e rincari dovuti a sanzioni e interessi. Nel decreto legge 124/2019  e precisamente nell’articolo 51, si è scelto di dismettere l’archivio delle tasse automobilistiche gestito dall’Agenzia delle entrate e creare il sistema informativo del Pubblico Registro Automobilistico (PRA) di cui se ne occupa l’Aci (Automobile Club d’Italia).

All’interno del sito dell’Automobile Club d’Italia vi è una sezione dedicata ai servizi riguardanti la situazione e la regolarizzazione del bollo auto. In particolare possiamo trovare la sezione per il calcolo del Bollo e Superbollo e la sezione per il pagamento degli stessi. Nel primo caso (Calcolo bollo e superbollo) la pagina web consente di individuare l’importo esatto del bollo parendo dai dati del veicolo oggetto della verifica. Viene poi calcolato anche il cosiddetto “superbollo”. Si tratta di un’imposta che si somma al bollo ed è dovuta da coloro che posseggono auto con potenza superiore ai 185 kilowatt. Nello specifico vi è un ‘aumento di 20 euro sulla tassa di proprietà ogni kilowatt che supera i 185 kilowatt. Il sito poi, una volta calcolato l’importo esatto, offre un ottimo servizio per la compilazione del modello F24. Nel secondo caso (Pagamento on-line del bollo) si può accedere alla sezione solo tramite SPID o CIE. Una volta determinata la somma da versare si può procedere al pagamento della stessa attraverso il circuito PAgoPA.

Oltre al pagamento on line è bene ricordare che il bollo può essere versato, anche in maniera cumulativa, sia presso le agenzie Aci, sia presso le agenzie di pratiche auto appositamente abilitate. Vengono ricomprese in questo elenco anche le agenzie che si trovano nelle Regioni Friuli Venezia Giulia e Sardegna. Qui il bollo è ancora gestito dall’Agenzia delle entrate.

Direttore Responsabile Umberto Buzzoni
Avv. Anna Maria Calvano

Rottamazione cartelle agenzia di riscossione. Domande entro il 30/04/2023

La rottamazione delle cartelle esattoriali (meglio denominata “Definizione Agevolata”) scadrà il prossimo 30 aprile. Riguarda tutti i carichi che sono stati affidati all’Agenzia di Riscossione dal 01/01/2000 al 30/06/2022.Possono aderirvi anche i soggetti che avevano usufruito di rateizzazioni o altre misure di agevolazione. Se si aderisce si risparmiano gli interessi e le sanzioni, gli interessi di mora e le somme a titolo di aggio. Il risparmio dunque, soprattutto per le cartelle più vecchie potrebbe essere importante.

Ma come si può accedere a questa nuova Definizione Agevolata prevista dalla legge di bilancio 2023? Le opzioni sono due. Ci si può affidare ad un consulente (ragioniere o commercialista) che provvederà a svolgere tutti i passaggi per nostro conto dietro il pagamento di un compenso. Oppure si può agire per conto proprio attraverso il cassetto fiscale dell’agenzia di riscossione. In quest’ultimo caso ecco i passaggi fondamentali da eseguire:

  • Entrare nel sito dell’agenzia di riscossione e accedere tramite il proprio spid o la propria cns o cie.
  • Accedere innanzitutto all’area situazione debitoria/debiti da saldare per valutare la propria situazione
  • Accedere all’area definizione agevolata chiedendo il prospetto informativo con il quale viene fornito un quadro dei dei carichi definibili affidati all’Agente della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 30 giugno 2022.
  • Sulla base del prospetto informativo procedere alla dichiarazione di adesione alla Definizione agevolata – art. 1 commi da 231 a 252, Legge n.197/2022. Possono essere inserite intere cartelle o anche solo alcune carici all’interno delle cartelle.
  • È possibile pagare in un’unica soluzione o in un numero massimo di 18 rate (che corrispondono a 5 anni), di cui le prime due con scadenza il 31 luglio e il 30 novembre 2023 (nelle quali viene inserito il 10% dell’importo totale). Le restanti 16 rate dovranno essere pagate il 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre di ciascun anno a decorrere dal 2024(saranno applicati gli interessi al tasso del 2 per cento annuo, a decorrere dal 1° agosto 2023)
  • E’ importante indicare un indirizzo di domicilio e una mail corretta per ricevere tempestivamente tutte le comunicazioni dell’Agenzia di Riscossione.

Direttore Responsabile Umberto Buzzoni
Avv. Anna Maria Calvano

Criptovalute: cosa c’è da sapere?

Chi di voi non ha ancora sentito parlare di criptovalute? Queste monete digitali rese famose  dall’ormai chiacchieratissimo  Bitcoin sono esplose negli anni passati e hanno visto un numero sempre più crescente di persone interessarsi al loro andamento ed investire in questo nuovo mercato.

La parola cripto valuta significa letteralmente valuta nascosta. Infatti risulta visibile solo a chi dispone di un determinato linguaggio informatico. Si tratta di un bene immateriale in quanto non è disponibile in forma fisica (come per esempio il nostro euro) e si compone di una serie di messaggi telematici intellegibili solo da persone autorizzate a farlo. Sentiamo poi parlare del wallet ( in italiano portafoglio) ossia un portafoglio digitale che contiene tutte le cripto valute in nostro possesso. Anche se non ci sono cripto valute fisiche bisogna ricordare  che esistono delle carte molto simili al bancomat che permettono di pagare beni e oggetti tramite cripto monete.

Occorre  poi differenziare le criptovalute in unidirezionali, bidirezionali e chiuse. La differenza sta nella possibilità di scambiare le cripto in moneta di corso legale e viceversa. Ad esempio il bitcoin è assolutamente bidirezionale. Ci sono due punti molto importanti da analizzare per dovere di cronaca. Il primo è che le monete virtuali non posseggono un corso legale e dunque le persone le accettano come mezzo di pagamento in maniera volontaria. Non vi è una regolamentazione ben precisa da parte di enti governativi anche se ci sono alcuni stati che hanno deciso di sperimentare una loro criptovaluta come ad esempio l’Uruguay.

C’è però un elemento attorno al quale ruota tutto il sistema che risulta essere molto interessante: la blockchain. Senza entrare troppo in dettagli tecnici si deve pensare al registro che regola le criptovalute come ad un sistema di memorizzazione aperto che permette di registrare i dati in maniera sicura attraverso una serie di blocchi fra loro concatenati ed immutabili. La grande prospettiva e che tale sistema si potrà applicare a diversi ambiti della nostra società. Staremo a vedere.

Direttore Responsabile Umberto Buzzoni
Avv. Anna Maria Calvano

Dibattito sulla maternità surrogata. Di cosa si tratta?

Oggi vogliamo parlare di un argomento molto delicato: la maternità surrogata. Proprio perché si tratta di un argomento molto spinoso lo affronteremo cercando di essere più distaccati possibile. Si tratta infatti di argomenti che attengono all’ambito della fertilità e coinvolgono i soggetti oltre che da un punto di vista fisico, anche da un ponto di vista psicologico.

Innanzitutto cos’è la maternità surrogata o Gpa? Si tratta è un tipo di procreazione assistita nella quale la madre si impegna a compiere il ciclo della gravidanza per altre persone. In pratica mette il suo corpo a servizio di altri. Ci sono due tipi di maternità surrogata. Abbiamo quella tradizionale e quella gestionale. Nel primo caso è previsto che la madre surrogata sia oggetto di una inseminazione naturale o artificiale. L’ovulo dunque appartiene alla mamma mentre gli spermatozoi appartengono ad un genitore specifico o ad un donatore. Nel caso di maternità surrogata gestazionale si utilizzano gameti maschili o femminili esterni di un donatore o di un genitore (dando vita alla fecondazione in vitro).

In Italia tale pratica è vietata dalla legge 40/2004 (articolo 12, comma 6) e qualora ci si recasse all’estero ci potrebbero essere dei problemi per il riconoscimento del figlio una volta rientrati nel nostro paese. A titolo di cronaca è bene ricordare come tale pratica, in base ad un’analisi svolta nel 2017,  sia permessa in Inghilterra, in Grecia , nei Paesi bassi, in portogallo, in Albania in Ucraina, in Georgia, in Russia, e in alcuni stati degli Usa.

Il dibattito su questo argomento è molto serrato tra chi la ritiene un modo per consentire a tanti di avere un figlio o figlia e chi la ripudia come sfruttamento e come pratica non moralmente accettabile. In questi giorni ci sono state manifestazioni e tanti organi di stampa hanno affrontato l’argomento sui giornali ed in tv.

Direttore Responsabile Umberto Buzzoni
Avv. Anna Maria Calvano

Consumare frutta e verdura. Quali criteri seguire?

All’interno della comunità europea l’Italia è il paese nel quale si consuma più frutta e verdura. Diversi studi hanno dato al nostro paese questo primato. Ma come scegliere a frutta e la verdura? In questo articolo diamo qualche informazione che può aiutare a scegliere ed acquistare rispettando la qualità e la convenienza.

Il primo elemento da tenere in considerazione è sicuramente la freschezza. Ogni stagione ha i propri prodotti e acquistandoli si hanno innumerevoli vantaggi. I valori nutrizionali sono sicuramente più adatti al periodo dell’anno che si sta vivendo. La natura organizza ogni cosa in modo meticoloso e dunque chiaro che la frutta e la verdura di stagione è stata “programmata” da madre natura per soddisfare le esigenze nutrizionali del nostro organismo. C’è da considerare poi che la frutta e la verdura fuori stagione viene prodotta attraverso passaggi e conservazione artificiali. Quindi è sempre meglio seguire la stagionalità. Per esempio nel periodo Autunno/Inverno la frutta di stagione è rappresentata da: arance, clementine, mele, pere, limoni. La verdura di stagione è rappresentata da: carote, cavolfiori, spinaci, rape, broccoli, coste, carciofi, finocchi, zucche. Nel periodo Primavera/Estate la frutta di stagione è rappresentata da: ciliegie, fragole, piccoli frutti, meloni, albicocche, pesche, susine. La verdura di stagione è rappresentata da: fagioli, fagiolini, zucchine, pomodori, peperoni, melanzane, insalate, cipolla, fave.

Il secondo elemento da considerare è il made in Italy. La normativa sull’utilizzo dei fitofarmaci varia da paese a paese anche all’interno della comunità europea. L’Italia è uno dei paesi dove le leggi sono più severe.

Il terzo elemento da considerare infine è la filiera corta o km0 ossia una riduzione dei passaggi che ci sono dalla produzione del prodotto al consumatore. In genere infatti il produttore vende ai commercianti e il prodotto finisce sugli scaffali dopo innumerevoli viaggi. Acquistare a km0 significa comperare frutta e verdura appena colta con evidenti vantaggi per il consumatore.

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Avv. Anna Maria Calvano

Finanziamenti per i privati. Analizziamo la cessione del quinto.

Con questo articolo vogliamo fare una panoramica veloce su uno dei finanziamenti più diffusi in Italia: la cessione del quinto. Rispetto a tante altre forme di finanziamento si differenzia per la presenza del proprio datore di lavoro tra i soggetti implicati nel processo. Il datore di lavoro infatti deve provvedere a trattenere la rata dallo stipendio e versarla all’istituto di credito.

La cessione può essere richiesta dai dipendenti pubblici e privati a tempo indeterminato. Alcuni istituti danno la possibilità di accedere al finanziamento anche ai lavoratori a tempo determinati a specifiche condizioni inserite nel contratto. I documenti richiesti sono composti dai documenti di identità, il cedolino della pensione o la busta paga, il documento che attesta l’assunzione, il Tfr maturato e le eventuali rate già presenti. Il datore di lavoro poi necessiterà di una delega per effettuare le trattenute e dovrà fornire un documento (definito benestare) all’istituto di credito con il quale si impegnerà ufficialmente a svolgere in maniera precisa e puntuale il suo ruolo all’interno del contratto. In casi particolari, come nel caso di persone affette da patologie, viene richiesto anche il Rapporto Visita Medica. Ci sarà poi l’emissione di una polizza. La cessione del quinto infatti è un prestito garantito da un’assicurazione rischio impiego prevista per legge e contenuta nel contratto.

Il tasso di interesse è sempre fisso il che comporta che la quota di interessi da pagare e la rata sono predeterminati e rimangono costanti nel tempo. Le spese legate alla cessione del quinto sono le spese di istruttoria, le spese assicurative, le commissioni bancarie, il Tasso Annuale Nominale (TAN), il Tasso Annuo Effettivo Globale (TAEG). L’agente che gestisce la vendita ha diritto ad una provvigione. La cessione del quinto può essere estinta anticipatamente. Se manca più di un anno verrà applicata una commissione dell’1%. Se manca meno di un anno verrà applicata una commissione dello 0,5%.Se il residuo del finanziamento è inferiore a 10.000 euro non ci sarà nessuna commissione da pagare.

Direttore Responsabile Umberto Buzzoni
Avv. Anna Maria Calvano