Benzina e luce, dieci strategie anti rincari

di Gabriele Dossenafonte:corriere.it

La bolletta della luce che in un anno è rincarata cinque volte più dell’inflazione (+16,4%). Il pieno di benzina aumentato sei volte (+18,6%) rispetto al carovita. E quello di gasolio addirittura più di sette volte (+22,5%) nel confronto con il marzo 2011. E le prospettive sono tutt’altro che incoraggianti: l’Authority per l’Energia ha già messo le mani avanti, preannunciando che da maggio sulla bolletta elettrica potrebbe essere scaricato l’«aggiornamento per gli incentivi diretti alle fonti rinnovabili», che in soldoni significa un ulteriore +4%. Ai prezzi attuali, siamo già nell’ordine di un aggravio di spesa di circa 27 euro l’anno per la famiglia tipo. E anche fare il pieno all’auto, con la verde ormai abbondantemente sopra 1,90 euro al litro (mentre il gasolio è intorno a 1,80 euro), costa oggi 18 euro in più rispetto a un anno fa. Con lo spauracchio che, con l’avvicinarsi delle festività pasquali, la benzina possa anche raggiungere la fatidica soglia psicologica dei 2 euro al litro. Secondo l’associazione dei benzinai Figisc-Confcommercio, ci sono ci sono infatti tuttel le premesse per un nuovo rincaro di 1 centesimo al litro per la benzina. Ecco allora qualche suggerimento per adottare consumi più consapevoli: dieci consigli orientati al risparmio.

Le compagnie petrolifere Confrontare i listini esposti Con il prezzo della benzina che proprio questo mese ha superato il record degli ultimi 50 anni (compreso il precedente massimo storico del 1977: 1,84 euro al litro a valori attualizzati, segnato dopo il secondo shock petrolifero), fare il confronto dei listini esposti dalle diverse stazioni di servizio diventa il primo passo obbligato per scegliere il punto di rifornimento più conveniente. È vero che in Italia il mercato petrolifero, per dirla con i tecnici, è concentrato nelle mani di poche compagnie (sette), «presenta scarsa concorrenza ed è caratterizzato da un oligopolio asimmetrico», ma è altrettanto vero che nelle zone limitrofe ai punti vendita aperti all’interno degli ipermercati (dove si possono risparmiare anche 10 centesimi al litro), anche gli altri benzinai che operano sotto l’insegna delle grandi compagnie si sono visti costretti ad adeguarsi, tenendo la mano leggera sui listini.

Le nuove abitudini Utilizzo di impianti self service L’uso del self service è una buona abitudine che gli automobilisti italiani dovrebbero adottare con sempre maggiore frequenza, quantomeno in nome del risparmio. Dieci centesimi in meno al litro, come valore medio rilevato per questo sistema di distribuzione su scala nazionale, potrebbero anche sembrare poca cosa, soprattutto per chi vuole «farsi servire» anziché «servirsi da solo», ma per un veicolo di media cilindrata su 60 litri di pieno significa quasi 6 euro di risparmio. Certo, per avvicinarci alla media europea, dove circa il 90% delle vendite di carburante viene effettuato con le pompe automatiche (in Italia gli ultimi dati indicano una percentuale ribaltata: 90% al «servito» e 10% ai self service), occorre anche un adeguamento della rete distributiva: in Germania il 99% degli impianti è automatizzato, il 96% in Francia, mentre il Italia siamo al 33%.

Gli sconti Alla ricerca delle «no logo» Risparmiare fino a 15 centesimi al litro senza varcare il confine (svizzero o sloveno, per chi abita nelle province vicine) è possibile. Basta andare alla ricerca delle cosiddette stazioni «no logo» o «pompe bianche». In pratica quei distributori che operano senza l’insegna di una grande compagnia, e che stanno numericamente crescendo a vista d’occhio. L’ultima rilevazione indicava 2.217 punti vendita di questo tipo (l’elenco completo, suddiviso regione per regione, si può consultare sul sito internet www.pompebianche.it). In Lombardia e Veneto c’è la maggiore presenza, rispettivamente con 46 e 42 impianti. Ma sono le Marche, con 41 impianti, uno ogni 38mila abitanti, la regione più servita.

La pressione dei pneumatici Automobile in piena efficienza Un risparmio sui consumi di carburante si può anche conseguire tenendo sempre sotto controllo la perfetta efficienza della propria automobile. È questo un aspetto spesso trascurato, ma che conviene tenere sempre presente, soprattutto considerando che, secondo le rilevazioni fatte dall’Aci, l’età media delle auto in circolazione è ancora elevata (con punte tra gli 8 e i 10 anni nell’Italia del Sud). Oltre a fare periodici controlli al motore e al sistema di alimentazione, per verificare il livello di efficienza dei diversi componenti, un suggerimento elementare (ma da molti ancora sottovalutato) che arriva dai tecnici riguarda il controllo della pressione dei pneumatici, che deve essere sempre ai valori indicati dal produttore.

No alle «sgommate» Al volante una guida «soft» Lo stile di guida determina consumi di carburante più o meno elevati, tanto per l’utilitaria da città e tanto più per la sportiva dalle grandi prestazioni. Con l’attuale prezzo della benzina, ecco tornare utili le stesse indicazioni di allora per un comportamento «risparmioso» al volante. Premesso che le indicazioni sui consumi date dalle case automobilistiche per un determinato modello sono raramente riscontrabili nella realtà e nell’uso quotidiano dell’auto, tutti gli esperti sono concordi nel consigliare una guida «morbida», senza brusche accelerazioni e «sgommate» alle partenze ai semafori. Addirittura c’è chi si lancia in consigli suggestivi (ma sempre utili), come la «guida con l’uovo»: immaginando cioè di avere tra la suola della scarpa destra e il pedale dell’acceleratore un uovo, e poi accelerare e decelerare evitando però di romperne il guscio.

Le liberalizzazioni Il «Trova offerte» su Internet Anche sull’energia elettrica, come per i carburanti, il peso delle imposte incide per circa il 40% sul prezzo finale della bolletta. Quindi ogni discorso su possibili risparmi (comprese le offerte che vengono pubblicizzate dai diversi operatori del settore) riguarda il rimanente 60% della spesa complessiva. È partendo da questa considerazione — da tenere sempre presente —che ogni utente può andare alla ricerca di un nuovo fornitore, grazie alla liberalizzazione del mercato elettrico che in Italia si è completata nel luglio del 2007 e che ha spalancato le porte alla concorrenza. Ma come scegliere l’operatore più conveniente per le nostre necessità? Per agevolare i consumatori nel confronto e nella valutazione delle diverse offerte di fornitura, l’Autorità per l’energia (www.autorita.energia.it) ha messo a punto il «Trova offerte» un sistema di ricerca via Internet.

Attenzione agli orari Consumi dopo le 7 di sera Al di là del prezzo che è possibile trovare tra i diversi fornitori di energia elettrica, dal giugno 2010 le famiglie italiane possono anche scegliere l’applicazione della «tariffa bioraria»: cioè con prezzi differenziati a seconda dei diversi momenti della giornata e dei giorni della settimana in cui si utilizza l’elettricità. Con questa tariffa il vantaggio è assicurato a quanti riescono a organizzarsi concentrando più di due terzi (oltre il 66%) dei propri consumi di elettricità negli orari più convenienti: dalle 19 di sera alle 8 del mattino dei giorni feriali, e in tutte le ore dei sabati e dei giorni festivi. Per inciso, quello dei prezzi differenziati per fasce orarie è un meccanismo applicato da tempo nel settore industriale.

L’iniziativa del governo «Bonus elettrico» per le famiglie Pochi lo conoscono (e lo utilizzano), ma il risparmio (per quanti ne hanno diritto) è consistente. Si tratta del «Bonus elettrico», uno strumento introdotto dal governo e reso operativo dall’Authority per l’energia con la collaborazione dei Comuni per garantire alle famiglie numerose e a quelle in condizioni di disagio economico una bolletta elettrica più leggera: circa il 20% in meno della spesa annua presunta (al netto delle imposte) per un famiglia tipo. Il valore è differenziato a seconda del numero dei componenti della famiglia (da 63 euro a un massimo di 155 euro per i soggetti in gravi condizioni di salute). Per altre informazioni basta consultare il sito www.autorita.energia.it.

Caccia agli sprechi Lo «standby» delle apparecchiature La scelta di lampade ad alta efficienza energetica consente di ridurre dell’80% il consumo di energia rispetto alle lampadine tradizionali a incandescenza. Ma questo è solo il primo passo per alleggerire la bolletta elettrica. La maggior parte degli apparecchi elettrici consuma corrente anche quando è in modalità d’attesa (il cosiddetto standby), che può raggiungere anche il 10% del consumo elettrico complessivo di una famiglia-tipo. Un esempio concreto: è stato calcolato che in Svizzera, in questo modo, si sprecano più di 2 miliardi di chilowattora all’anno (cifra pari ai consumi elettrici dell’intero Canton Ticino). Attenzione anche a scaldabagni e frigoriferi, che pesano rispettivamente per il 20% e il 18% sui consumi totali. E poi ci sono i «piccoli» apparecchi elettrici, i cui consumi, in ambito familiare, sono i più elevati in assoluto: 660 chilowattora all’anno per una famiglia di quattro persone.

L’esempio inglese Il contatore in cucina La consapevolezza dei propri consumi elettrici è lo strumento principale per ottenere risparmi importanti sulla bolletta. A questo proposito l’esempio inglese è uno dei più significativi: da quando il governo di Sua Maestà ha installato i contatori elettrici nelle cucine delle case popolari, il solo fatto di poter constatare in tempo reale l’andamento del consumo di elettricità ha portato a un risparmio di circa il 15% di energia. Nel nostro Paese i contatori continuano a essere relegati in cantina o in locali difficilmente accessibili. Un aiuto in questa direzione, per sapere quantomeno il livello di efficienza (o di spreco) degli elettrodomestici che usiamo in casa, arriva sempre dall’Autorità per l’energia, che mette a disposizione il «Pesa consumi» e che si può trovare sul sito Internet dell’ente: www.autorita.energia.it.

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