Cassazione: stop alle multe per i clienti di prostitute in strada

prosda Agi

Stop alle multe per chi viene sorpreso in auto mentre si accosta a una prostituta che attende clienti sul marciapiede. La sesta sezione civile della Cassazione ha annullato con rinvio una sentenza con cui il giudice di pace di Pescara aveva respinto il ricorso di un uomo che era stato sanzionato per aver violato l’ordinanza del sindaco di Montesilvano che proibiva di “fermarsi con autoveicolo in prossimita’ di esercente il meretricio sulla via pubblica”. Il giudice di pace aveva confermato la sanzione, riducendola della meta’ (da 500 a 250 euro).
La Suprema Corte ha ritenuto fondato il ricorso dell’uomo sanzionato richiamando la recente giurisprudenza della Corte Costituzionale, che, nel 2011, ha dichiarato illegittima la norma contenuta nel ‘pacchetto sicurezza’ varato nel 2008 con cui venivano assegnati poteri straordinari ai sindaci per l’adozione di “provvedimenti a contenuto normativo ed efficacia a tempo indeterminato, al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minaccino la sicurezza urbana, anche fuori dai casi di contingibilita’ ed urgenza”. La Consulta aveva sancito che tale disposizione violasse diversi articoli della Costituzione, perche’ non prevedeva “una qualunque delimitazione della discrezionalita’ amministrativa in un ambito, quello dell’imposizione di comportamenti, che rientra nella generale sfera di liberta’ dei consociati”, con la conseguenza che “gli stessi comportamenti potrebbero essere ritenuti variamente leciti o illeciti a seconda delle numerose frazioni del territorio nazionale rappresentate dagli ambiti di competenza dei sindaci”. La Cassazione ha quindi inviato di nuovo gli atti al giudice di pace di Pescara, che dovra’ riesaminare il caso sulla base dei principi dettati dalla Corte Costituzionale.
“Spetta al giudice di merito – si legge nella sentenza degli ‘ermellini’ – il compito di valutare nuovamente la legittimita’ della disposizione posta a base della sanzione comunale, alla luce di principi sanciti dalla Corte Costituzionale in ordine ai poteri del sindaco in materia di sicurezza urbana”. Il giudice di pace “dovra’ quindi verificare – conclude la Cassazione – se l’ordinanza trovasse copertura normativa soltanto nella norma di legge dichiarata incostituzionale o fosse compatibile con il limitato potere in materia, abnormemente ampliato dal legislatore nel 2008”.

Stop ai test sugli animali per i cosmetici. L’Europa sfida il Mondo

stopdi ANTONIO CIANCIULLO
fonte: repubblica.it

Dopo più di 20 anni di battaglie, rossetti, creme e fondi tinta ricavati ustionando e avvelenando conigli e cavie sono fuori legge. Il bando totale per i cosmeticiottenuti con l’uso della vivisezione, in vigore da domani in tutta l’Unione europea, rappresenta certamente una vittoria del movimento che difende i diritti degli “altri animali”, cioè dei milioni di specie con cui condividiamo il pianeta. E infatti la Lav (Lega anti vivisezione) festeggerà nel pomeriggio al Pantheon.
Ma la decisione del Parlamento europeo è un atto che va al di là di questo specifico settore. E’ un punto di svolta importante, oltre che dal punto di vista etico, per due motivi. Il primo riguarda la difesa dei cittadini: i nuovi test che usano metodologie alternative alla vivisezione, secondo molte associazioni, sono più efficaci dei vecchi sistemi.

E’ un campo controverso, con pareri divisi all’interno della comunità scientifica. Ma si sta rafforzando l’approccio che punta ad arrivare alla sicurezza attraverso test basati su colture cellulari, sulla ricostruzione della pelle umana e su software avanzati invece che attraverso tecniche cruente su animali vivi. Anche perché specie diverse possono avere risposte diverse alla stessa esposizione chimica.

Il secondo motivo riguarda il ruolo dell’Europa e la sua possibilità di ritrovare una leadership globale. La Cina ad esempio è uno dei pochi paesi con una legge che rende obbligatori i test sugli animali per la produzione di nuovi cosmetici. La manterrà? La pressione cresce, come dimostra la campagna Be Cruelty-Free lanciata dall’associazione Humane Society International in vari paesi per estendere il bando dell’uso della vivisezione per la produzione di mascara e creme anti rughe.

Nel settore dei cosmetici l’Unione europea, il principale mercato del mondo, ha scelto una direzione di marcia, ha stabilito regole del gioco basate su un ampio consenso, ha imposto parametri basati su un’accelerazione innovativa legata a una forte motivazione etica. Non è la vecchia difesa commerciale basata sui dazi: è una sfida verso il futuro. Ora i concorrenti dovranno adeguarsi se vorranno esportare nel vecchio continente. Un modello che potrebbe ripetersi in altri campi, a cominciare dalla battaglia per una società low carbon, mirata alla difesa della stabilità del clima e alla lotta contro la crescita degli eventi meteo estremi, che l’Europa ha guidato dagli anni Novanta e che oggi potrebbe aiutare il continente a uscire dalla crisi.