Bankitalia: annunciati nuovi controlli sui contanti.

In arrivo nuovi e più aspri controlli in materia di denaro contante. L’annuncio scatta da Bankitalia ed è rivolto a tutti gli istituti bancari e postali che avranno l’obbligo di segnalare movimenti di contanti di importo superiore a 10.000 euro nel corso del mese. Nel mirino dei controlli antiriciclaggio anche le transazioni effettuate con prelievi o versamenti di importo unitario dai 1.000 euro in su. Sotto controllo non solo il singolo conto ma anche l’intestatario dello stesso nel caso in cui i soggetti dispongano di due o più conti correnti e che nel mese oltrepassino la soglia di 10.000 euro. Altro punto della manovra riguarda i soggetti che compiono un’operazione di prelievo o versamento in contanti di 6.000 euro come cliente e poi ne compiono un’altra di 3.000 euro come esecutore di una società. In questo caso superati i 10.000 euro scatterà il conteggio ed il controllo di entrambi i movimenti.

Le comunicazioni avverranno con cadenza mensile: entro il quindicesimo giorno del secondo mese successivo. Ad esempio, la comunicazione del mese di gennaio a Bankitalia potrà essere inviata dal 1° febbraio al 15 marzo. Sono previsti anche casi dove il controllo non scatta: ad esempio se un cliente versa in due diversi momenti nell’arco di un mese. Se la prima volta versa 6.000,50 euro e la seconda 3.999,70 non scatta la segnalazione poiché gli importi danno un totale di 9.999 euro e non 10.000. Inoltre non sono previste segnalazioni  per chi effettua operazioni miste la cui somma di contante è inferiore a 1000 euro. Un esempio? Se il cliente preleva dal conto 1.500 euro e, di questi, 1.000 sono versati su un libretto di deposito a risparmio e 500 sono realmente prelevati, non si supera la soglia e quindi non scatta la comunicazione.

Direttore responsabile
Buzzoni Umberto

 

Nuove tecnologie in arrivo per le banche on line.

Presto diremo addio al “token” meglio noto come “chiavetta” che verrà sostituito da SMS ed app. Le nuove direttive europee impongono livelli di sicurezza maggiori per tutelare i consumatori da truffe pertanto il vecchio “token” andrà in pensione a partire dal 14 settembre del 2019. I sistemi informatici delle principali banche italiane saranno prima di questa data aggiornati al fine di completare la procedura di ridefinizione dei criteri di sicurezza. Da recenti indagini è emerso che il vecchio sistema di autenticazione utilizzato dalla maggior parte delle banche italiane basato sulla creazione di un codice temporaneo a mezzo token non rispondesse più a determinati standard. Il codice temporaneo abilita l’utente ad accedere al proprio profilo ed effettuare pagamenti sia con carta di credito che tramite bonifico.

La direttiva europea cambierà questo aspetto introducendo nuovi codici di accesso all’home banking personale generati tramite un’apposita app di mobile banking o inviati tramite SMS al cliente. La durata del codice, compresa tra i 15 ed i 30 secondi, abiliterà l’utente ad eseguire una sola operazione. Il codice utilizzato per autenticarsi all’interno del proprio conto corrente non potrà quindi essere utilizzato per confermare un bonifico o effettuare altre operazioni. In questo modo l’accesso all’area personale ed i pagamenti online saranno più sicuri ed utilizzati con maggiore tranquillità.

Direttore responsabile
Buzzoni Umberto

La truffa scatta in vacanza: attenzione alla clonazione del bancomat.

Roma, Napoli e Firenze sono le principali città italiane protagoniste di numerosi casi di clonazione di bancomat ai danni di turisti in vacanza. Le tecniche sono divenute sempre più raffinate: si va dall’installazione di uno skimmer sul dispositivo che legge le carte, all’invio di mail contenenti malware. In entrambe le situazioni i truffatori agiscono indisturbati, come anche in caso di registrazione del codice pin mediante l’utilizzo di una piccola telecamera nascosta. Accorgersi della clonazione è molto difficile: è bene insospettirsi in caso di problemi specie se si è in vacanza ed i prelievi avvengono da una banca non conosciuta. Un consiglio utile ai turisti è quello di utilizzare una prepagata con importi minimi oppure chiedere al proprio istituto di credito l’invio di un sms ad ogni prelievo così da monitorare la situazione in tempo reale. Spesso infatti i truffatori eseguono prelievi con importi minimi per non destare sospetti nell’immediato.

Nel momento in cui si è certi di essere incappati in una truffa bisogna bloccare la carta e denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine indicando lo sportello dove è avvenuto il prelievo. E’ bene conservare la lista movimenti per dimostrare l’esistenza di pagamenti inusuali, ad esempio avvenuti in un altro stato, online, o per acquistare beni “sospetti”. Con tale documentazione è possibile chiedere il rimborso entro 60 giorni: la banca infatti è tenuta a risarcire il cliente.

Direttore responsabile
Buzzoni Umberto

Conservate gli estratti conto.

Conservare gli estratti conto sembrerebbe un consiglio banale ma in realtà è molto prezioso perché gli estratti sono uno strumento utile per difendervi in caso di contestazioni. Facciamo un esempio: con il conto corrente saldiamo tutte le bollette quando, ad un certo punto, un ente contesta il pagamento di una fattura relativo agli anni passati. Non avendo conservato gli estratti oppure avendo cambiato banca come dimostriamo che il pagamento è stato invece effettuato in maniera corretta? L’unica alternativa che abbiamo è recarci presso la vecchia banca per richiedere tale documentazione: attenzione poiché la banca la rilascia dietro pagamento.

Dunque il consiglio di conservare gli estratti conto diventa importante per evitare code e soldi da spendere. Ecco in breve alcuni documenti importanti da conservare con la relativa tempistica:

  • Ricevute di iscrizioni a rette scolastiche e palestre: 1 anno
  • Bollo auto, parcelle professionali, compensi artigiani, cambiali: 3 anni
  • Ricevute dei pagamenti delle tasse, delle rate, del mutuo o del canone di locazione, spese mediche, multe relative ad infrazioni stradali, bollette per utenze domestiche e non : 5 anni
  • Ricevute di ristrutturazione per le spese della casa e ricevute del pagamento della tassa della nettezza urbana: 10 anni.

    Umberto Buzzoni
    Direttore Responsabile

Conti dormienti: verificate in tempo la scadenza per recuperare le somme depositate.

I soldi depositati sui cosiddetti conti dormienti stanno per essere incassati dallo Stato poiché, data la loro imminente scadenza, non sono stati reclamati da nessuno. Cosa sono i libretti dormienti? Si tratta di somme di denaro non movimentate per 10 anni. In realtà, considerando i termini di prescrizione, gli anni  raddoppiano dal momento in cui tali somme, ferme da dieci anni, vengono trasferite al Fondo. Sono alte le cifre che ruotano intorno al fenomeno: si calcola che solo in Italia l’importo sfiori i 600 milioni di euro. Ad oggi solo una piccola parte è stata reclamata da parenti e familiari che hanno potuto ottenere i contanti dopo aver sbloccato il conto dormiente.

Ricordiamo che, a partire dal mese di novembre, inizieranno a scadere i termini utili per poter sbloccare le somme dei primi conti confluite nel Fondo Rapporto Dormienti nel novembre 2008. Il Tesoro avverte i consumatori sull’importanza di verificare l’esistenza di conti dormienti intestati a proprio nome o a nome di altri familiari di cui possano risultare eredi. La richiesta per il recupero delle somme può essere inoltrata tramite la Consap, società pubblica che gestisce le procedure, per via telematica tramite il sito portale.consap.it, oppure inviando una raccomandata A/R.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Conto online: alcune dritte per evitare le truffe

Spesso capita di temere che la sicurezza del conto corrente online possa essere minata: ecco alcuni consigli per stare tranquilli. Innanzitutto per assicurarci che le operazioni effettuate sul nostro conto siano quelle realmente effettuate basterà visionare spesso l’estratto conto. Da quel report potremmo infatti capire se ci sono anomalie e, in caso di movimenti sospetti, ottenere un riscontro immediato parlandone con la nostra banca. Per prevenire truffe è bene anche avvalersi del servizio di “notifica movimenti” che consiste in un avviso immediato ogni volta che effettuiamo operazioni con il bancomat o la carta di credito.

Un’altra protezione è l’installazione di software antivirus e antispyware sui dispositivi che utilizziamo per accedere all’Internet Banking: in caso di eccessiva lentezza del pc possiamo avviare una scansione e capire se siamo sotto attacco haker. E’ bene anche cambiare con una certa frequenza le password di accesso al servizio di internet banking. Quando entriamo in un social network, facciamo attenzione a non rendere pubblici i nostri dati sensibili, nello specifico indirizzi, password o codici. Valutiamo inoltre con attenzione le richieste di dati personali da parte di chi non conosciamo, soprattutto offerte di lavoro, proposte di facili investimenti o vincite di un premi. Teniamo infine in continuo aggiornamento le informazioni personali comunicate alla banca: sono gli elementi di riconoscimento per l’accesso ai servizi che abbiamo sottoscritto.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Dal 2018 anche il caffè si potrà pagare tramite pos!

A partire dal 2018 anche un semplice caffè potrà essere pagato tramite il bancomat: una manovra voluta dal Governo per favorire i micropagamenti. Persino i titolari di un qualsiasi bar dovranno munirsi di pos per permettere ai clienti di utilizzarlo anche in caso di importi irrisori. Coloro che non si adegueranno a tale normativa saranno multati con trenta euro di sanzione. I commercianti saranno quindi obbligati ad accettare pagamenti elettronici anche al di sotto della soglia dei cinque euro.

In pratica, sarà possibile pagare un caffè al bar o comprare il giornale con il bancomat. Il commerciante, il professionista e l’artigiano che non accetteranno il denaro elettronico saranno multati con una sanzione di trenta euro per ogni pagamento rifiutato.Dal canto loro le categorie interessate lamentano gli alti costi per offrire il servizio ai propri clienti: in particolare per attivare un Pos ci vogliono in media oltre i 2mila euro l’anno, per un peso medio del 2% sui ricavi. Si dovrebbe trovare un compromesso con le banche per ridurre le commissioni. Staremo a vedere cosa succederà!

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile