Commissioni in ribasso per i consumatori che usano il bancomat.

L’Unione Europea ha stabilito di recente la diminuzione delle commissioni bancarie relative alle transazioni via bancomat. La riforma tutela maggiormente i consumatori che saranno agevolati soprattutto nei pagamenti di piccoli importi. I consumatori in sostanza avranno responsabilità limitate in caso di pagamenti non autorizzati grazie alla riduzione della franchigia massima da 150 a 50 euro. Inoltre, per promuovere l’uso di strumenti elettronici, le commissioni di importo saranno ridotte per i pagamenti fino a cinque euro per tutti i tipi di carte.Dal 10 dicembre 2020, invece, per i pagamenti tramite carta la commissione potrà essere applicata per operazioni non superiori ai 5 centesimi di euro e non dovrà essere superiore allo 0,2 % del valore di ciascuna operazione.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

 

Hai pagato le tasse? Ecco come il fisco pignora il conto corrente

Hai Il fisage1co come creditore?
Ora il tuo conto corrente può essere pignorato in maniera automatica
, senza bisogno di un procedimento in tribunale, davanti al giudice. Questo quanto riportato su laleggepertutti.it. Basta solo che l’Agente per la riscossione, “ex Equitalia”, è notificare la cartella di pagamento al contribuente, attendere almeno 60 giorni e poi notificare l’atto di pignoramento alla banca e al debitore. Decorsi altri 60 giorni dalla notifica del pignoramento senza che, nel frattempo, il debito sia stato saldato o sia stata presentata la domanda di dilazione, le somme bloccate vengono accreditate sul conto corrente dell’esattore.
Quando il creditore è un soggetto privato il pignoramento del conto corrente avviene essenzialmente in tre passaggi:
la notifica al debitore dell’atto di precetto, un’intimazione cioè ad adempiere al più presto al pagamento delle somme indicate (maggiorate delle spese legali). Se il debitore non paga entro 10 giorni, il creditore può passare al gradino successivo. Ma se trascorrono più di 90 giorni, il precetto ‘scade’ e va nuovamente notificato. L’atto di precetto non specifica quale sarà il tipo di pignoramento che verrà eseguito: il creditore può, dunque, decidere anche all’ultimo minuto;
la notifica al debitore e alla banca del vero atto di pignoramento: questo ha lo scopo di “vincolare” le somme presenti sul conto corrente nageei limiti d
ell’importo. Dunque il correntista non potrà più prelevarle, né la banca potrà pagare eventuali Rid o assegni con tali somme. La banca deve comunicare al creditore via Pec o con raccomandata, se sul suo conto corrente sono presenti somme di denaro quindi, ne conferma il blocco;
l’atto di pignoramento contiene anche una citazione, ossia l’invito a presentarsi davanti al giudice del tribunale nella sezione esecuzioni forzate, in una specifica data. Il giudice verifica se la banca ha già comunicato al creditore la presenza di somme sul conto. In tal caso si emette un provvedimento con cui assegna il denaro pignorato al creditore.
Quando il creditore è il fisco, le cose cambiano. I passaggi da tre diventa uno soltanto. Da una parte la cartella di pagamento è anche atto di precetto, quindi, non c’è bisogno di una seconda notifica. D’altra parte, l’Agente per la riscossione “ex Equitalia” è infatti autorizzato a procedere in autonomia, senza bisogno dell’autorizzazione del giudice.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

2.252 miliardi è il Nuovo Record per il DEBITO PUBBLICO

Risultati immagini per bankitaliaIl debito pubblico segna un nuovo record. Nel periodo di luglio il debito delle Amministrazioni pubbliche si è dimostrato di 2.252,2 miliardi, in aumento di 3,4 miliardi rispetto a giugno. Questo e’ quanto emerge dal bollettino statistico della Banca d’Italia. Nei primi sette mesi del 2016, Bankitalia afferma che il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 80,5 miliardi.
A luglio le entrate dei contribuenti contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 38,6 miliardi contro i 37,8 miliardi nello stesso mese del 2015. Questo dato rilevato da Bankitalia, sottolinea come nei primi sette mesi del 2016 questa voce sia stata pari a 236 miliardi, in crescita del 4,9% rispetto al corrispondente periodo del 2015.

Borsa di Milano. Crescita economica banche

La Borsa di Milano ha invertito la direzione di marcia e ha chiuso in crescita del 4% a 16.066 punti. Il salto di oggi è stato il più solido dopo il caso Brexit, anche se ancora lontani dai livelli precedenti al referendum inglese che superavano i 17 mila. La milanese è stato il migliore in un’Europa comunque positiva: la maglia nera Londra ha chiuso in crescita dello 0,87%.Anche nel in Europa, il settore trainante è stato quello finanziario (+3%). In Piazza Affari, l’istituto di credito più in salute è stato il Banco Popolare, che ha guadagnato il 18,3%. Ieri la banca aveva fatto sapere di riuscire a superare gli stress test dell’Eba, a differenza di quanto sostenuto da Morgan Stanley. Forti anche gli altri titoli finanziari, grazie al rimbalzo tecnico e alle parole rincuoranti del governatore Ignazio Visco e del ministro Pier Carlo Padoan su un possibile intervento pubblico. Bper è salita del 16%, Unipol dell’12,7%, Intesa del 10%, Unicredit dell’8,7%, Bpm del 9,7%, Mediobanca dell’ 8,5%, Ubi dell’8,6%. Prosegue il trend positivo di Mps (+5,4%): ieri il Ceo Fabrizio Viola ha confermato che la banca sta lavorando per individuare in tempi brevi una soluzione agli Npl. Fuori dai finanziari, bene Fca (+7,2%), Leonardo (5,6%), Stm (5,2%). In attesa dei rilanci di Bonomi&c e di Urbano Cairo, attesi in serata, Rcs ha guadagnato lo 0,8% a 0,85 euro.

Mutuo con Interessi Usurari: Come recuperare gli Interessi “Illegali” e non pagare i futuri

di Umberto Buzzoni

Quando le banche e gli istituti di credito concedono un finanziamento applicano diversi tipi di tasso d’interesse ed è possibile capire se il tasso applicato supera il tasso soglia dell’usura previsto dalla legge. Nel caso di un contratto di mutuo si può verificare se il tasso soglia dell’usura sia stato superato semplicemente sommando il tasso d’interesse, le altre spese e l’interesse di mora.

La legge anti-usura n. 108/1996 già vietava il superamento del limite secondo quanto rilevato trimestralmente dal Ministero dell’Economia e dalla Banca d’Italia e nel 2013 la Corte di Cassazione (sent. n. 305) ha ribadito che nel calcolo devono essere prese in considerazione anche tutte le spese e le voci di costo relative all’erogazione di una somma di denaro in prestito, compresi gli interessi di mora.

Per esempio nel caso in cui il tasso comprensivo di mora supera la soglia dell’usura e si ha pagato un totale di 300 mila euro di cui 180 mila a titolo di capitale per i restanti 120 mila a titolo di interessi si può richiedere il rimborso e pagare da quel momento in poi le rate solo di capitale e senza alcun interesse come definito dall’art. 1815, secondo comma del C.C. “Se sono convenuti interessi usurari, la clausola è nulla e non sono dovuti interessi”.

Le sentenze prevalentemente hanno negato la possibilità di sommare i tassi degli interessi corrispettivi con quelli dei moratori anche se vi è stato un risvolto positivo nel caso in cui siano i tassi di interesse moratori ad essere usurari poichè in quel caso la banca è tenuta a restituire tutti gli interessi.

Il 22 maggio scorso il Tribunale di Milano ha ribadito che la tesi della sommatoria tra i due tassi non è fondata ed il 4 giugno 2014 un’ordinanza del Tribunale di Napoli ha stabilito che se nel contratto di mutuo è presente la «clausola di salvaguardia» non si può configurare l’usura perchè vi è la sostituzione automatica del tasso moratorio eventualmente usurario con la soglia d’usura. Il 13 maggio 2014 un’ordinanza del Tribunale di Padova ha stabilito che in caso di usurarietà dei soli interessi di mora vanno restituiti tutti gli interessi sia moratori che corrispettivi anche qualora questi ultimi siano inferiori alla soglia d’usura.

Aumentano le truffe alle aziende che usano l’Internet banking

da Adico

Forte aumento nel 2011 delle truffe sui conti bancari online delle aziende italiane. Un fenomeno legato al cosiddetto phishing su Internet di nuova generazione: la creazione di siti web identici a quelli istituzionali delle banche con i quali le organizzazioni criminali riescono a carpire gli account e le password per l’home banking. A lanciare l’allarme, nel corso di un convegno sull’antiriciclaggio organizzato da Oasi (gruppo Icbpi) è Antonio Apruzzese, direttore della Polizia postale e delle comunicazioni. “Il phishing di prima generazione cercava di ingannare il cliente (mail fittizia della banca con richiesta inserimento delle password per aggiornamento dati) quello di nuova generazione inganna direttamente il pc”. “Il fenomeno è rilevante e l’importo notevole” spiega Apruzzese. I clienti corporate di banche italiane che subiscono il phishing sono passati dallo 0,09% del 2010 allo 0,51% del 2011. Una percentuale, quest’ultima, molto più alta di quella dei clienti retail che subiscono truffe via internet: lo 0,16% del totale. Il motivo lo spiega ancora Apruzzese: “Il cliente retail è attento al suo conto home banking nelle aziende, invece, al conto online accedono più persone e le possibilità di falle si moltiplicano”.

RISPARMIO: LA CASSAZIONE CONFERMA. LE BANCHE DEVONO RIMBORSARE I RISPARMIATORI PER GLI INVESTIMENTI RISCHIOSI

da Codacons

ORA PIU’ FACILI LE AZIONI VERSO GLI ISTITUTI DI CREDITO CHE HANNO VENDUTO TITOLI SPAZZATURA
CHI POSSIEDE TITOLI PARMALAT, CIRIO, ARGENTINA, ALITALIA, LEHMAN  BROTHERS E TITOLI GRECIA PUO’ AGIRE PER RIAVERE INDIETRO I SOLDI PERDUTI

Con una clamorosa sentenza depositata pochi giorni fa, la Corte di Cassazione ha confermato l’obbligo per le banche di rimborsare i risparmiatori ai quali sono stati veduti titoli ad elevato rischio. Con la sentenza n. 6142 la Terza sezione civile della Cassazione ha ribadito la decisione della Corte d’appello di Genova che condannava un istituto di credito a risarcire due risparmiatori che avevano investito 169.000 euro in bond Argentina. I giudici hanno riconosciuto la consapevolezza da parte delle banche in merito all’imminenza del default  Argentina, e la mancata trasparenza da parte dell’istituto di credito che aveva omesso di informare i due clienti circa la rischiosità dell’investimento. A nulla sono valse le tesi difensive della banca, secondo cui i risparmiatori avevano firmato un modulo nel quale si accettavano espressamente le condizioni di investimento; per la Cassazione la dichiarazione resa dal cliente su un modulo predisposto dalla banca e da lui sottoscritto «in ordine alla propria consapevolezza, conseguente alle informazioni ricevute, della rischiosità dell’investimento e della inadeguatezza dello stesso rispetto al suo profilo di investitore, non costituisce dichiarazione confessoria, in quanto è rivolta alla formulazione di un giudizio e non all’affermazione di scienza e verità di un fatto obiettivo». Questa sentenza è molto importante, perché chiarisce in modo definitivo le responsabilità delle banche nella vendita di titoli spazzatura, e facilita le richieste risarcitorie degli investitori – spiega il Codacons – Tutti i cittadini che hanno investito i propri risparmi in azioni e obbligazioni Cirio, Parmalat, Lehman Brothers, Argentina, e titoli Greci, possono agire attraverso l’associazione per riavere indietro i soldi perduti, seguendo le indicazioni riportate sul sito www.codacons.it Per quanto riguarda i possessori di titoli Alitalia – spiega il Codacons – costoro possono inserirsi nel processo in corso a Roma al fine di ottenere il rimborso dei propri investimenti. Già 500 risparmiatori rappresentati dall’associazione sono stati ammessi come parte civile all’interno del processo, e potranno veder soddisfatte le proprie pretese economiche.