Come chiedere il rimborso, per abbonamenti a servizi non richiesti, a Tim, Vodafone, Wind e 3

di Umberto Buzzoni

L’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) ha multato Telecom, Wind, Vodafone e H3G per 5,1 milioni di euro grazie alle tante segnalazioni pervenute all’Antitrust nel 2014 da parte delle Associazioni dei consumatori e in generale dagli utenti di telefonia mobile per l’attivazione non richiesta con annesso addebito di servizi a sovrapprezzo.

Quando si contattava l’assistenza comunicando che nel conto telefonico vi erano degli addebiti per servizi definiti premium come giochi, video ed oroscopi l’operatore rispondeva che probabilmente a seguito di un click su un banner o popup navigando in rete si aveva attivato quel determinato servizio a pagamento e che si poteva bloccare ma ormai i soldi addebbitati non erano recuperabili.

L’AGCM ha deciso di multare i quattro operatori di telefonia perché esiste un blocco per impedire la ricezione dei servizi a pagamento ma non è attivo e non viene data informazione in merito infatti quando si sottoscrive un contratto di telefonia mobile viene automaticamente abilitata la sim alla ricezione dei servizi a sovrapprezzo. Ulteriori elementi che hanno portato a questa sanzione sono l’attivazione automatica in assenza di autorizzazione dell’utente e il fatto che “non esiste alcun controllo sulla attendibilità delle richieste di attivazione provenienti da soggetti quali i fornitori di servizi estranei al rapporto negoziale fra utente e operatore”.

Per Wind e Vodafone è stata definita una sanzione di 800.000 euro ciascuno “per aver adottato pratiche commerciali scorrette nell’ambito della commercializzazione dei servizi premium utilizzati via Internet da terminale mobile” mentre per TIM e H3G la sanzione ammonta a 1.750.000 euro ciascuno perché è stato rilevata la “diffusione di messaggi che omettono informazioni rilevanti o che determinano l’accesso e l’attivazione del servizio a sovrapprezzo senza un’espressa manifestazione di volontà da parte dell’utente”. L’AGCM, oltre alle sanzioni, ha inoltre vietato la diffusione o continuazione ed ha stabilto che gli operatori debbono comunicare entro 60 giorni le iniziative assunte per ottemperare alla diffida.

Dopo questa sanzione le associazioni di consumatori stanno preparando delle class action per gli utenti.

Codacons
Per la preadesione alla class action: Modulo

Unione Nazionale Consumatori
Inviare e-mail a consulenza@consumatori.it

Adiconsum
Possibile segnalare sulla pagina Facebook “Come ci succhiano i soldi dal telefonino

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