Paradosso canone Rai.

Sembra pura ironia ma in realtà la televisione ha meno introiti derivanti dal pagamento del canone Rai. L’evasione del canone raggiungeva alti livelli al punto tale da inserire l’imposta nella bolletta dell’energia elettrica. Nonostante la manovra e nonostante ora siano moltissimi gli italiani a pagare  i risultati non confermano le aspettative: gli importi raccolti sono infatti inferiori a quelli del 2013. Come mai? Il primo motivo è la diminuzione dell’importo unitario: gli utenti prima della riforma pagavano 113,50 euro contro i 90 odierni.

Alla Rai, dal cosiddetto extragettito, arriva un euro su due di quelli recuperati dell’evasione ed infine sull’importo dovuto viene tolto annualmentw un 5% forfettario, pari a circa 85 milioni. In sostanza su  90 euro pagate dal contribuente italiano Rai riceve solo 74,8 euro. Inizialmente era previsto il rientro di tutto l’ extragettito, che grazie all’inserimento in bolletta era stato recuperato dall’evasione del canone ma, nella Finanziaria 2018 si è deciso che metà di quell’importo sarebbe rimasta allo Stato. Pertanto i 105 milioni stornati dal bilancio non rimpinguano le casse della Rai ma sono rivolti a finanziare altre iniziative e progetti.

Direttore responsabile
Buzzoni Umberto

Smart tv e decoder: nuovi incentivi a partire da dicembre.

Partiranno a dicembre gli incentivi per acquistare decoder e smart tv. L’iniziativa è stata comunicata dopo l’incontro al vertice odierno tra i rappresentanti del ministero dello Sviluppo economico e delle autorità competenti in materia. Le novità riguardano l’introduzione di nuove tecnologie Dvb-T2 che serviranno per usufruire dei servizi radio/televisivi. Nei prossimi giorni saranno resi noti anche i criteri e le modalità di erogazione di tale indennizzo ed il calendario della road map della prima fase dello spegnimento delle reti delle aree tecniche.

Inoltre i cittadini saranno informati sull’erogazione dei contributi per l’acquisto di smart tv e decoder nuovi: gli stessi partiranno dal mese di dicembre, in seguito alla pubblicazione del decreto Mise-Mef, previsto in Gazzetta Ufficiale nei prossimi giorni. Sarà una vera e propria svolta: è doveroso ideare una campagna ad hoc che guidi i cittadini al cambiamento tecnologico. Si guarda anche al futuro poiché tra gli obbiettivi da raggiungere è inclusa anche la richiesta di un nuovo finanziamento per ampliare la platea dei cittadini ammessi ad usufruire del contributo.

Direttore responsabile
Buzzoni Umberto

Nuova truffa: nel mirino Disney+.

Una nuova truffa sta circolando sui principali social e riguarda Disney+ un servizio di streaming on demand che sarà lanciato negli USA il prossimo 12 novembre. Disney+ è un nuovo canale che permette di scegliere film, serie TV, documentari e molto altro pagando un abbonamento di soli 6,99 dollari al mese. Il lancio di questo nuovo brand ha attirato l’attenzione dei truffatori che, sfruttando la notorietà del marchio, hanno organizzato  truffe online. L’idea è quella di far circolare su Facebook un post in cui si legge che Disney è alla ricerca di tester italiani che, una volta iscritti, otterranno accesso illimitato a tutto il catalogo. Un’offerta imperdibile che spinge molti a collegarsi sul link sponsorizzato. La pagina a cui rimanda il link è costruita molto bene ad eccezione di pochi dettagli: la URL del sito contiene un errore una “a” al posto della “e” nel nome della Disney ed  il messaggio pubblicitario è scritto in modo molto approssimativo.

Cliccando sul pulsante “riserva un posto” si apre una nuova pagina in cui si spiega che l’accesso all’area di test richiede il pagamento di due dollari. La cifra è molto bassa ed invita l’ignaro consumatore a continuare l’ iscrizione. Si viene così indirizzati alla schermata relativa al pagamento, dove andranno inseriti tutti i dati personali, incluso indirizzo di residenza, numero di telefono, posta elettronica ed i dati della carta di credito. In questo modo i truffatori raggiungono il loro obbiettivo rubando sia due dollari a ciascuna vittima che i dati personali.

Direttore responsabile
Buzzoni Umberto

Novità: voucher in arrivo per smart tv e decoder.

E’ previsto a novembre l’arrivo di un voucher per l’acquisto di smart tv e decoder. La novità riguarda il risparmio dei consumatori poiché tali prodotti saranno necessari a partire dal 2022. Il Governo ha destinato il voucher alle famiglie meno facoltose pertanto avranno diritto al bonus coloro che appartengono alle fasce Isee 1 e 2. Dal 2022 tutti i dispositivi televisivi dovranno essere dotati di un decoder di ultima generazione, il DVB-T2, un nuovo standard che permetterà alle famiglie di guardare le trasmissioni tv.

Pertanto è necessario per i possessori di un televisore datato, con un DVB-T1 di prima generazione, l’acquisto di un  nuovo smart tv con il decoder T2 integrato. In vista del passaggio al digitale terrestre di seconda generazione che avverrà nel 2022, la legge di Bilancio ha aumentato da 100 a 151 milioni di euro la dotazione del fondo finalizzato ad agevolare la sostituzione dei televisori non più compatibili con il nuovo sistema di trasmissione. Le fasce di popolazione soggette a rischio povertà che rientrano nell’Isee 1 e 2, verranno aiutate grazie ai voucher stanziati dal Governo. Per determinare i beneficiari sarà decisivo il valore Isee del nucleo familiare: il bonus consiste in uno “sconto” sull’acquisto di un nuovo smart tv. Sarà poi compito dello Stato corrispondere il valore del voucher al negoziante che ha venduto il prodotto.

Direttore responsabile
Buzzoni Umberto

 

Canone Rai 2019: info utili.

Vi ricordiamo che se non siete in possesso del televisore bisogna presentare la dichiarazione al riguardo entro il 31 gennaio 2019 al fine di non pagare il Canone Rai. E’ una pratica che va ripetuta di anno in anno, quindi anche se è stata fatta nel 2018, la documentazione va ripresentata ugualmente per l’anno corrente. Allo stesso modo coloro che non possiedono la televisione ma sono intestatari di un contratto di energia elettrica possono presentare la dichiarazione di non detenzione per evitare l’addebito in bolletta. Per ottenere l’esonero è necessario che nessun componente della famiglia detenga un apparecchio televisivo.

La stessa regola vale anche per coloro che ereditano una proprietà: gli eredi devono presentare una dichiarazione specificando che nell’abitazione in cui l’utenza elettrica è ancora intestata alla persona deceduta, non sono presenti televisori. La dichiarazione va presentata allegando un documento di riconoscimento direttamente dal titolare di utenza residenziale o dall’erede tramite il web oppure recandosi al Caf oppure inviando una raccomandata all’indirizzo: “Agenzia delle Entrate” – Ufficio di Torino 1, S.A.T. – Sportello abbonamenti tv – Casella Postale 22 – 10121 Torino.

Nel caso in cui sia presente in bolletta un doppio addebito del canone bisogna inoltrare la dichiarazione sostitutiva all’Agenzia comunicando il codice fiscale di colui che paga il canone e la data dalla quale decorre lo stato di appartenenza compilando in particolare il quadro B della dichiarazione stessa.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Canone Rai e partite iva: multe salate per chi non è in regola con i pagamenti.

I titolari di partita iva sono tenuti a pagare annualmente il canone speciale Rai, tassa legata al possesso di radio o televisione siti all’interno della propria attività commerciale. I soggetti interessati vengono avvisati tramite una comunicazione a cui è allegato il bollettino postale con il relativo importo. Il pagamento può essere effettuato versando l’intera quota entro il 31 gennaio oppure dilazionando in rate trimestrali (il 31 gennaio, il 30 aprile e il 31 luglio), semestrali (il 31 gennaio e il 31 luglio). 

Il canone speciale Rai deve essere corrisposto quando gli apparecchi sono muniti di sintonizzatore per ricevere il segnale terrestre e satellitare di radiodiffusione dell’antenna televisiva. Dunque il canone va pagato anche in caso di non utilizzo ed anche per la sola presenza di dispositivi con le caratteristiche sopra descritte. Per evitare il pagamento del canone speciale Rai il titolare di partita Iva può effettuare una disdetta inviando il modulo di autocertificazione per il non possesso di dispositivi muniti di sintonizzatore alla sede Rai di competenza. Chi invece pagava questa imposta, ma non è più detentore di un apparecchio tv o radio, può inviare la comunicazione per la disdetta alla propria sede regionale Rai.

Ricordiamo infine che coloro che non pagano il canone speciale Rai sono gli enti culturali no-profit pubblici, gli istituti scolastici, i centri sociali diurni per anziani e gli enti di assistenza. In caso di controlli da parte della Guardia di Finanza che indichino il mancato pagamento della tassa il titolare di partita iva viene obbligato a versare l’intera quota a cui si aggiungono gli interessi ed una salata multa compresa tra i 103,29€ e i 516,45€.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

La nuova truffa: il rimborso del canone RAI

L’Agenzia delle Entrate tramite comunicato stampa informa i cittadini di una recente truffa ai danni dei consumatori che ha come oggetto il canone RAI. L’ente invita gli abbonati a cestinare mail intitolate “Rimborso Canone RAI” poiché si tratta di un raggiro.

Sono false mail in cui viene comunicata all’utente la possibilità di avere un rimborso del canone televisivo per il quale è necessario compilare un modulo. Il modulo truffaldino si trova all’interno di un sito indicato nella stessa mail il cui nome è già ingannevole di per sé: www.rimborso.rai.it

Le mail in questione provengono da un indirizzo falso che imita perfettamente quello dell’Agenzia nella struttura e nei colori: si raccomanda quindi di eliminare tali messaggi e, in caso di apertura degli stessi, si consiglia di non cliccare sui collegamenti presenti. Se si clicca infatti verranno chiesti all’utente i propri dati anagrafici e gli estremi della propria carta di credito. Anche la stessa RAI ha ufficializzato in un comunicato stampa di essere all’oscuro di tale iniziativa. Il primo a comunicare il rischio di phishing delle e-mail è stato l’account Twitter “illegalFawn” a cui è seguito un comunicato della polizia postale italiana tramite la pagina Facebook “Una vita da social”. Analizzando i dati pare che le prime e-mail siano partite il 21 aprile, per poi diffondersi a macchia d’olio in tutta Italia. Ricordate: in questi casi è importante non seguire il link contenuto all’interno della e-mail e non compilare i campi richiesti con i propri dati sensibili o con i dati della propria carta di credito.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile