Che cosa è la Carta risparmio spesa 2023?

Per le famiglie con isee non superiore a 15.000 è prevista una carta risparmio spesa solo per acquistare i beni di prima necessità, specie quelli alimentari. La carta viene erogata dai comuni italiani e non supererà 382,5 euro per ciascun beneficiario.Il Governo ha stanziato un fondo di 500 milioni di euro per rendere operativa tale misura. Vediamo nel dettaglio quali sono i requisiti richiesti per rientrare tra i beneficiari:
1) isee non superiore ai 15.000 euro
2) iscrizione di tutti i componenti nell’anagrafe del comune italiano
3) nessuno deve percepire reddito di cittadinanza
4) nessuno deve percepire  l’Assegno di inclusione
5) nessuno deve percepire la Naspi o Cassa integrazione (Cig)
6) nessuno deve percepire la Dis-Coll o indennità di mobilità

La carta risparmio potrà essere utilizzata presso gli esercizi aderenti all’iniziativa (supermercati, ipermercati, negozi etc etc) e sarà supportata da un circuito telematico messo a disposizioni degli organi competenti. L’INPS infatti provvederà a consegnare ai comuni gli elenchi dei potenziali beneficiari. A questo punto saranno i comuni a procedere con le verifiche dando priorità ai nuclei famigliari più numerosi e più poveri. Sarà di nuovo l’INPS poi a rendere definitive le graduatorie e a trasmetterle in via telematica a Poste Italiane ai fini della messa a disposizione delle carte. Si tratta di carte che rientrano nel circuito PostePay e ne sono state previste circa 1.300.000. Ci si potranno comprare beni di prima necessità, che rientreranno in un programma di scontistica dedicata proprio all’iniziativa della Carta risparmio spesa 2023 e il governo ha escluso in maniera categorica l’acquisto di prodotti alcolici. Le carte saranno disponibili a partire da Luglio 2023 e le domande dovranno essere inoltrate al proprio comune.

Direttore Responsabile Umberto Buzzoni
Avv. Anna Maria Calvano

 

Aumento vertiginoso del prezzo del latte e latte sintetico.

Continuano gli aumenti dei prodotti in commercio per i consumatori del nostro Belpaese. E’ tangibile la perdita di potere d’acquisto e il carrello della spesa è sempre più vuoto. Oggi analizziamo un prodotto di prima necessità che nell’ultimo periodo ha subito un rincaro increibile. Parliamo del latte e dei suoi derivati. Secondo i dati istat infatti latte, formaggi e uova sono aumentati mediamente quasi del 20%. Gli aumenti sono stati differenti a seconda della tipologia di latte. Il latte fresco è quello che è cresciuto di meno (se cosi si può dire) toccando un aumento del 18%. Il latte parzialmente scremato ha subito una variazione positiva di circa il 22%. Il latte a lunga conservazione risulta essere quello piu’ caro con aumenti che si aggirano intorno al 34%. Il risultato? Chiaramente i consumatori cercano di risparmiare lasciando da parte la qualità o al contrario viene mantenuto il livello di qualità ma vengono ridotti drasticamente i consumi.

Intanto dopo le farine di grillo c’è un’altra novità che interessa i mercati internazionali :il latte sintetico. Si proprio cosi. Israele ha autorizzato la produzione di questa particolare forma di latte che viene ottenuto attraverso la fermentazione con l’utilizzo di un lievito che rendono le proteine pressoché uguali a quelle contenute dal latte ricavato dalle mucche. Anche il governo Americano ha avviato le ricerche sul nuovo prodotto sintetico e i pareri sono molto positivi soprattutto sugli effetti sul corpo umano. Chiaramente la posizione dell’Italia è di assoluta contrarietà con l’intervento delle associazioni di categorie che hanno fatto presente tutto il loro dissenso.

Direttore Responsabile Umberto Buzzoni
Avv. Anna Maria Calvano

 

14 rinvii a giudizio per lo «Stato Teocratico Antartico di San Giorgio».

Avete mai sentito parlare dello «Stato Teocratico Antartico di San Giorgio» ? Se non siete mai venuti a conoscenza, non preoccupatevi, non siete carenti in geografia. Si tratta piuttosto di un’isola che non c’è, di uno stato inventato insomma. In tanti purtroppo avevano dato fiducia ai rappresentati di questo governo che promettevano benefici fiscali e altri vantaggi a chi aderisse alla loro iniziativa. Erano stati create patenti di guida, passaporti e addirittura degli albi di professioni appartenenti allo Stato Teocratico Antartico di San Giorgio. Le somme richieste erano alla portata di molti (massimo circa mille euro) ed è per questo che in tanti, alla fine, sono stati raggirati.

14 persone sono state rinviate a giudizio presso il tribunale di Catanzaro e le accuse sono state di associazione a delinquere, truffa, fabbricazione e possesso di documenti falsi per l’espatrio. In aggiunta è stata ipotizzato anche il reato di riciclaggio. L’indagine prese avvio il 7 aprile 2021, quando fu scoperta l’organizzazione che si muoveva tra i nuclei territoriali a Catanzaro, Alcamo e Teramo. Fu scoperta per caso in quanto le forze dell’ordine perquisirono un’immobile nella città di Catanzaro sicuri di trovare degli stupefacenti. Invece rimasero stupiti nel conoscere alcuni membri i appartenenti allo «Stato Teocratico Antartico di San Giorgio» con tanto di timbri e carta intestata, in uno stabile che aveva tutte le caratteristiche di una sede diplomatica.

Ma dove si trovava fisicamente questo stato? In Antartide, all’estremo Polo Sud. In questo modo era difficile per cittadini residenti in Italia affrontare il viaggio e verificare l’esattezza delle informazioni. Dando un’occhiata alla costituzione di questo fantomatico stato si legge infatti che il luogo identificato“ È il settore antartico compreso tra il Polo Sud e il 60° sud di latitudine e contenuto tra la longitudine 135° ovest e la longitudine 141° ovest”.”Al vertice dell’organizzazione è stato individuato il settantaduenne Damiano Bonventre che si definiva Duca di San Carlo.

Direttore Responsabile Umberto Buzzoni
Avv. Anna Maria Calvano

Netflix e il blocco alla condivisione.

Tantissime sono le persone che utilizzano Netflix in Italia. Si tratta di un servizio streaming che dietro abbonamento consente di vedere film e serie tv. Basta una connessione ad internet. Con i televisori di nuova generazione è possibile oramai scaricare l’apposita applicazione, inserire user e password e sedersi comodi sul divano. A fine del 2022 gli abbonati a Netflix hanno sfiorato i 231 milioni di persone. In realtà se volessimo conteggiare gli individui che effettivamente visualizzano questa piattaforma non lo potremmo fare perché molti utenti condividono user e password al fine di abbattere i costi. Il meccanismo è molto semplice. Un soggetto decide di sottoscrivere un abbonamento a suo nome e poi concede le sue password ad altri i individui che possono collegarsi.

Ora Netflix ha deciso di mettere fine a questa pratica introducendo lo “stop” alla condivisione dei dati per l’accesso. Nei primi mesi del 2023 le nuove disposizioni sono state introdotte in via sperimentale anche in Spagna dove però i risultati non sono stati dei migliori. Infatti sono stati registrati un milione di utenti in meno e uno studio ha rilevato che quasi il dieci per cento degli abbonati ha dichiarato di non voler rinnovare più il servizio streaming. Solo chi rientrava nel nucleo domestico (e quindi chi si collega allo stesso wifi) ha potuto condividere user e password. E’ chiaro che in questo modo è stato ridotto il perimetro entro il quale la condivisione dei dati può essere praticata. Oltre alla Spagna il blocco risulta attivo anche in Portogallo, Canada e Nuova Zelanda.

Il blocco della condivisione è previsto anche nel nostro Paese. Quando avvera? Voci sempre più insistenti danno per certa la decisione entro la fine del secondo trimestre 2023. Vedremo se anche in Italia ci sarà qualche fuga o qualche forfait ( ricordiamo a onor di cronaca che i prezzi dell’abbonamento variano da 5,49 euro ad un massimo di 17,99 euro).

Direttore Responsabile Umberto Buzzoni
Avv. Anna Maria Calvano

Cinque truffe molto chiacchierate sul web.

Oggi facciamo una sintesi di 5 truffe che sono molto chiacchierate sul web, sia nei social che nei forum dei siti per i consumatori. Ecco dunque 5 truffe molto diffuse:

1)Odiato pishing
Tutto nasce da una mail che viene elaborata dai truffatori in maniera perfetta. Viene utilizzato il logo dell’istituto di credito, lo stesso font usato nelle comunicazioni ufficiali, gli stessi colori. Generalmente viene chiesto di cliccare su un link o per accedere al sito e svolgere operazioni oppure per accedere a delle schede dove viene chiesto di inserire diversi dati sensibili. L’intento è sempre lo stesso. Carpire informazioni personali da utilizzare poi per accedere al denaro dell’ignara vittima. Conviene sempre contattare la società o la banca per richiedere maggiori informazioni.

2)Il pericolo del vishing
Simile al pishing il vishing si differenzia perché il tutto avviene telefonicamente. Un falso operatore insisterà per avere dati sensibili come i codici della propria carta.

3)La truffa del si
Quante volte durante il giorno si ricevono telefonate da call center delle più disparate compagnie (telefoniche, energia, gas…). E spesso si aprono con delle domande innocenti come ad esempio: “E’ lei il signor Verdi?”. Se si risponde di si la risposta potrebbe essere utilizzata per concludere dei contratti. Quindi è meglio non rispondere “si” alle domande e chiudere presto la telefonata.

4)Allettanti buoni spesa
Se si ricevono dei buoni spesa su watshapp che richiedono l’inserimento dei propri dati personali e dei propri dati bancari, bisogna stare attenti. La maggior parte delle volte si tratta di una truffa e il buono non è altro che l’ennesimo meccanismo per carpire informazioni.

5)Il pacco non arriva
Un paco è bloccato alla dogana e per sbloccare la situazione occorre pagare esigui oneri di trasporto (di solito 2 o 3 euro). Una volta versata la somma si mette in piedi un meccanismo fraudolento che addebiterà piccole somme nel breve periodo sul conto della vittima. Spesso capita con le carte ricaricabili e alcuni istituti di credito permettono, a seguito di una denuncia, di recuperare il denaro perso.

Direttore Responsabile Umberto Buzzoni
Avv. Anna Maria Calvano