Una scossa elettrica per recuperare parte della funzionalità della mano dopo un ictus

di Umberto Buzzoni

Una nuova tecnica per la riabilitazione delle persone colpite da ictus che permette una riduzione del 19% del deficit motorio è il risultato di un esperimento di riabilitazione compiuto da un gruppo di ricercatori italiani, Nadia Bolognini e Giuseppe Vallar del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca e del Centro di neuroscienze “NeuroMi”, con la collaborazione di Silvia Convento del Dipartimento di Psicologia della Bicocca, Elisabetta Banco e Luigi Tesio dell’Irccs Istituto auxologico italiano di Milano, e Flavia Mattioli degli Spedali Civili di Brescia.

Ad aiutare le persone colpite da ictus a riprendere parte della funzionalità della mano è in pratica una mini scossa elettrica al cervello che stimola per circa 10 minuti la parte posteriore dell’emisfero cerebrale sinistro ovvero quella parte che controlla i movimenti volontari. I risultati sono stati una riduzione del 19% del deficit motorio su 6 pazienti campione affetti da aprassia ideomotoria cioè un deficit nella programmazione di gesti volontari che colpisce pazienti che abbiano subito lesioni cerebrali dell’emisfero sinistro.

In due anni lo studio ha mostrato come questa breve stimolazione a bassa intensità produca un temporaneo, ma effettivo miglioramento della capacità di programmare ed eseguire movimenti volontari. La sperimentazione avvenuta su 6 persone sane e 6 pazienti con lesione all’emisfero sinistro prevedeva dei test, prima e dopo la scossa, tra cui imitare i 24 gesti, eseguiti da un operatore, distinti in 12 simbolici (segno di OK per esempio) e 12 non simbolici come il mettere una mano sotto mento. I risultati dei test hanno dimostrato che la stimolazione comporta una riduzione dei tempi di esecuzione e soprattutto migliora notevolemente l’accuratezza.

Vallar, ordinario di Psicobiologia e Psicologia fisiologica della Bicocca, ha commentato che «Questo risultato dimostra che capacità fondamentali dell’uomo, come fare un movimento per decisione volontaria e cosciente, possono essere rese più efficienti dalla stimolazione delle aree cerebrali che svolgono questa funzione. Inoltre, dimostrare la plasticità del cervello migliorandone la prestazione apre la strada ad applicazioni della stimolazione elettrica transcranica nel campo della riabilitazione di deficit neuropsicologici come l’aprassia».

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