Sai perché si lascia la mancia? La mancia è una piccola somma di denaro che è d’abitudine lasciare, oltre al dovuto, come ricompensa per un servizio ricevuto. In particolare si usa nel settore alberghiero e della ristorazione. L’origine deriva dal francese “manche”, cioè manica, e l’usanza si diffuse in tempi in cui la servitù non riceveva stipendio, ma solo vitto, alloggio e un vestito nuovo da far durare un anno. Le maniche dell’abito, inevitabilmente, erano le prime a consumarsi, perciò il padrone elargiva al servo una “mancia” per permettergli di comprare le maniche di ricambio. Oggi per la mancia ci sono abitudini diverse a seconda del Paese: si può dire che sia obbligatoria negli Stati Uniti e in Canada, mentre in Giappone viene considerata un’offesa, per il motivo che il buon servizio è considerato un dovere, perciò il cameriere non si aspetta alcun ulteriore riconoscimento economico. Nei Paesi europei la mancia è a discrezione dei clienti. Anche in Italia è facoltativa ed equivale a una piccola percentuale del conto del ristorante o dell’albergo, per il facchino o per il personale di pulizia.
Sai perché si dice che le chiocce sono brave mamme? Alcuni ricercatori hanno esposto un gruppo di galline ed i loro piccoli a stimoli disagevoli, per valutare se le chiocce rivelassero uno stato emotivo alterato nel veder soffrire i pulcini. L’esperimento consisteva nello sparare un semplice sbuffo d’aria ai piccoli ed uno alle galline. Agli stimoli le mamme hanno reagito diminuendo il consueto movimento di lisciarsi le penne, mentre si è abbassata la loro temperatura oculare, il che evidenzia uno stato di all’erta. Se l’aria era diretta ai pulcini emettevano invece una vocalizzazione materna anche se i piccoli non sembravano a disagio. La gallina è quindi capace di provare un certo grado di empatia verso i suoi piccoli.
Sai perché i conigli muovono continuamente il naso? Le narici del coniglio permettono all’animale di controllare la quantità d’aria inalata: nelle giornate più calde, per regolare la temperatura corporea, il coniglio può far variare la frequenza dei suoi atti respiratori da 30 a 60 al minuto e quella dei battiti cardiaci da un minimo di 130 a un massimo di 325 al minuto. Inoltre i conigli “vedono” con il naso, con esso scoprono l’ambiente circostante: dal riconoscimento dei membri del proprio gruppo alla scelta del cibo, dalla ricerca del compagno all’individuazione dei possibili pericoli, visto che sono soggetti a essere predati. Anche il labbro superiore, provvisto di lunghi e rigidi peli tattili, si muove in continuazione: un aiuto fondamentale per captare più informazioni.
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Buzzoni Umberto